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martedì 6 ottobre 2015

Stupidità e sviluppo sostenibile

Il 25-27 settembre scorso si è svolto a New York il vertice Onu per adottare la nuova Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile con la partecipazione di oltre 150 capi di Stato e di governo. Compito della nuova agenda è di indicare gli obiettivi da raggiungere entro il 2030 per assicurare uno sviluppo sostenibile al pianeta. La commissione europea è stata rappresentata dal vicepresidente Frans Timmermans , dall’alto rappresentante per gli affari esteri Federica Mogherini e dal Commissario per la Cooperazione e lo sviluppo Neven Mimica. Sono stati individuati 17 obiettivi: no alla povertà, zero fame, buona salute, educazione, eguaglianza di genere, acqua pulita, energia, crescita economica, infrastrutture, riduzione delle disuguaglianze, città sostenibili, consumi responsabili, azione climatica, vita dei mari, biodiversità, pace e giustizia, partnerships per lo sviluppo. Quello che colpisce immediatamente nel prefigurare questi obiettivi da parte dei cervelloni dell’Onu e dei politici che li supportano è la totale mancanza del tema della sovrappopolazione. Secondo i cervelloni il fatto che il pianeta terra nell’ultimo secolo abbia assistito ad una spaventosa esplosione demografica della specie Homo che ha portato da uno a sette miliardi e mezzo gli abitanti non conta nulla. Eppure i loro stessi esperti in demografia hanno recentemente allertato tutte le nazioni che la crescita demografica mondiale accelera: sono previsti non più 9, ma ben 11 miliardi per la fine del secolo. Pare, secondo i redattori dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile, che il tema sovrappopolazione non abbia alcuna attinenza con i consumi, con la devastazione ambientale, con la desertificazione delle terre, con la fame delle popolazioni povere, con l’inquinamento delle acque e dei mari, con il riscaldamento climatico. La sovrappopolazione e ciò che ne è alla base, cioè gli alti tassi di natalità che –guarda caso riguardano in particolare i paesi più poveri- non viene mai menzionata tra i diciassette obiettivi principali e i 169 obiettivi associati nell’Agenda elaborata dagli esperti Onu. Mai menzionata, neanche in secondo ordine o tra parentesi. Semplicemente l’esplosione demografica umana non è mai esistita, non esiste. Il pianeta consuma di più perché ci sono le disuguaglianze –dicono i rappresentanti Onu-, il clima si surriscalda per eccessivo ricorso ad energie sbagliate in un pianeta che vivrebbe benissimo con dieci miliardi di umani in mezzo a torri eoliche e pannelli solari (la nuova versione del paradiso terrestre). Le città crescono e si circondano di sterminate bidonville? E’ perché mancano le infrastrutture e diritti del lavoro, rispondono gli esperti naif. Le foreste spariscono e la biodiversità va a farsi fottere? Basta rendere responsabili i consumi (che cosa significa? Verrebbe da chiedere…) e improvvisamente 10 o 11 miliardi di umani vivranno in mezzo a foreste lussureggianti e tantissime varietà di animali. Eppure esistono studi documentati che le masse umane in crescita spaventosa nei paesi del terzo mondo non chiedono sequoie e farfalle, chiedono invece di vivere in città, girare in auto, volare in aereo, mangiare carne. La quale dieta carnea è alla base della trasformazione delle biomasse del pianeta in cui l’uomo e poche specie di animali da allevamento stanno facendo sparire le varietà di specie selvaggie originarie della terra ormai in via di estinzione, insieme a tente varietà di piante sostituite dalle coltivazioni. Negli ultimi 15 anni la popolazione mondiale è aumentata di 1,2 miliardi di persone. Durante tale periodo la popolazione dei paesi meno sviluppati è cresciuta ad un ritmo dieci volte superiore rispetto a quella dei paesi sviluppati, contribuendo a mantenere le economie locali arretrate e povere. La popolazione dei paesi arretrati presto supererà quella dei paesi più sviluppati (si prevede proprio nel 2030) e nel 2070 si calcola che i paesi arretrati avranno il doppio della popolazione dei paesi più avanzati. Questo sarà all’origine di sradicamenti e migrazioni più epocali di quelle odierne ma non solo. I nuovi miliardi di abitanti chiederanno più cibo, più acqua, più consumi, più carne per alimentarsi. Lo squilibrio della biomassa si accentuerà, fino alla scomparsa di quasi tutti gli animali selvaggi a favore dell’allevamento intensivo. O crediamo che i dieci miliardi di umani si accontenteranno di mangiare gli insetti e girare in bicicletta, come sembrano credere gli eco-ingenui del paradiso terrestre previsto dall’Onu? Eppure più lenti tassi di crescita demografica darebbero a quei paesi arretrati più tempo per adattarsi ai cambiamenti della popolazione. Ci sarebbero più possibilità per indirizzare le risorse a politiche di sviluppo, di espandere le economie, migliorare le condizioni di vita, educare i giovani, sviluppare infrastrutture e proteggere gli ambienti naturali. Migliorerebbero non solo problemi come la povertà, la fame, la casa, l’istruzione, l’occupazione, la salute, l’uguaglianza di genere, l’ambiente. Ridurre gli elevati tassi di crescita demografica nei paesi meno sviluppati (ed anche in quelli sviluppati) migliorerebbe le prospettive economiche e occupazionali, contribuirebbe a mantenere gli ambienti naturali, ridurrebbe la pressione migratoria verso altri paesi e garantirebbe un livello di vita dignitoso. Non solo, ma minori tassi di natalità consentirebbe, con il tempo di ridurre i conflitti politici e per le risorse, e ridurrebbe la tendenza alle guerre e alle aggressioni . L’UE con i suoi rappresentanti inadeguati (è il meno che si possa dire) non fa nulla per cambiare questa cecità delle Nazioni Unite che rasenta la follia (oltre che il ridicolo). Nessun rappresentante europeo ha posto il tema dei tassi di natalità e quindi delle reali possibilità di sviluppo sostenibile, nonostante che l’Europa sia la vittima (o meglio una delle vittime) di questa situazione sperimentando letteralmente una invasione di popolazioni povere che non trovano possibilità di cibo e lavoro nei luoghi di origine dove i tassi di natalità sono superiori a 6-7 figli per donna in media. L’Unione europea ha destinato ben 58 miliardi di euro nel 2014 in aiuti ai paesi in via di sviluppo. Tale massa di soldi avrebbe potuto essere una grande opportunità per influenzare le politiche locali nel senso di un maggior controllo della natalità con politiche e organizzazioni che operassero in favore della procreazione responsabile, dell’igiene della gravidanza, della formazione culturale femminile. Ma i rappresentanti dell’UE hanno preferito tapparsi occhi, orecchie e bocca e ignorare completamente il problema demografico, si sono adeguati ai burocrati dell’Onu e alla grande maggioranza dei governanti che vedono nella crescita demografica opportunità di potere politico e un interesse strategico. Così l’Europa continuerà a pagarne le conseguenze e il pianeta continuerà a correre verso il disastro ambientale nell’era dell’antropocene.

12 commenti:

  1. << Quello che colpisce immediatamente nel prefigurare questi obiettivi da parte dei cervelloni dell’Onu e dei politici che li supportano è la totale mancanza del tema della sovrappopolazione. >>

    Caro Agobit,
    (complimenti per l'eccellente post), l'assenza del tema demografico non ci deve stupire, perchè è una costante di TUTTI i summit internazionali di questo tipo.
    L'unica cosa che ci può (cinicamente) consolare, è che si tratta, in genere, di riunioni "parolaie" prive di una effettiva operatività; per cui se anche si fossero posti il problema della sovrappopolazione, poi non sarebbe successo nulla.
    Ma è una ben triste constatazione.

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  2. Che dire dopo la lettura di questo articolo (e anche del precedente)? Niente, non c'è nulla da fare. Finirà come deve inevitabilmente finire: o andremo a sbattere (invasioni, guerre civili, devastazioni, estinzioni di tutti gli splenditi animali che rallegrano la nostra esistenza, distruzione di quel poco di natura che ancora resta e per finire una triste vita per i sopravvissuti) oppure fine della libertà e superorganizzazione a livello mondiale per tenere in vita gli esseri umani in batteria.
    Sto leggendo per la prima volta New brave world (1932) di Huxley, seguito da "Ritorno al Mondo nuovo" (1958). Già nel 1932 Huxley individuava nella sovrappopolazione il problema dei problemi (ed eravamo due miliardi scarsi). E nella rivisitazione del 1958 la situazione si era aggravata lasciando poche speranze. E tuttavia Huxley, che prevedeva ormai cinque miliardi per la fine del secolo (si era sbagliato di appena un miliardo), ancora credeva, sperava in un rinsavimento, nella possibilità di sfuggire o a una situazione ingovernabile o alla dittatura. Perché è chiaro che un mondo di dieci-dodici miliardi di essere umani può essere gestito solo con una superorganizzazione (che significa inevitabilmente dittatura, fine della libertà, anche se si continuerà a votare - quello che vorranno i veri detentori del potere). L'educazione, l'istruzione, hanno avuto sempre il compito di fare dei sudditi persone responsabili, cioè abbastanza prevedibili e gestibili, persone inquadrate e utili. Già nel 1932 Huxley ipotizza una vera e propria fabbricazione di esseri umani in batteria, con i vari tipi di esseri umani standardizzati per le varie funzioni da assumere. Altro che utero in affitto, pardon, gestazione di sostegno! Tutto già ben previsto già quasi cent'anni fa.
    Eppure Huxley sperava ancora ...

    Però dobbiamo lo stesso chiederci del perché di questo tabù, perché è così difficile per non dire impossibile parlare di sovrappopolazione e dei limiti del pianeta. Non solo i pazzi religiosi rifiutano di vedere un problema nella sovrappopolazione, anche gli economisti non ne vogliono sapere. Anzi questi secondi, più pazzi dei primi, vedono nell'abolizione delle frontiere (no borders - no nations) una straordinaria opportunità per far schizzare il prodotto mondiale alle stelle: insomma, lavoro e benessere per tutti, non solo raddoppio, ma anche decuplicazione dello standard attuale.

    Perché una persona ragionevole come Piero Angela insiste sulla necessità dell'incremento demografico? Passi per Bergoglio e Ferrara, ma un Angela agnostico possibile che non si renda conto dei limiti del pianeta? Persino Bergoglia ha fatto una timida uscita ("non riproducetevi come i conigli", bacchettato da Ferrara - e poi ovviamente subito relativizzata col suo comportamento da Bergoglio stesso - c'è da mangiare per tutti, è solo una questione di organizzazione e distribuzione). Bergoglio esige casa e lavoro per tutti, ovviamente anche un lavoro "dignitoso" se no sei frustrato e insoddisfatto. E un lavoro dignitoso dovrebbe essere immagino un lavoro vero, interessante, magari appassionante, gratificante ecc. Be' cominci lui a fare delle proposte per questo tipo di lavoro. La Spinelli Barbara s'immagina "nuovi grandi piani industriali" - cominci lei a lavorare invece di scrivere articolesse ridicole.

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    1. Sergio: "Non solo i pazzi religiosi rifiutano di vedere un problema nella sovrappopolazione, anche gli economisti non ne vogliono sapere."

      Non riesco a distinguere un economista da un pazzo religioso. Dopotutto cambia solo la divinità.

      Sergio: "Perché una persona ragionevole come Piero Angela insiste sulla necessità dell'incremento demografico? Passi per Bergoglio e Ferrara, ma un Angela agnostico possibile che non si renda conto dei limiti del pianeta?"

      La risposta a questa domanda è semplice, e passa attraverso un'altra domanda che non ha niente di più complesso: chi gli paga lo stipendio? (e non stiamo certo parlando di sette o ottocento euro al mese)

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    2. Ovviamente la RAI, anche al figlio, peraltro simpatico come il padre. Abbiamo così una vera e propria dinastia di buoni divulgatori nella televisione di Stato filovaticana. È chiaro che Angela sa perfettamente ciò che si può dire e ciò che non si può non dire alla televisione filovaticanana. Ma sappiamo tutti che è agnostico e sa che la religione è l'oppio o la peste dei popoli. Ma sulla necessità di un incremento demografico non credo voglia fare una leccata al Vaticano. Qui sopra Agobit suggerisce una spiegazione interessante (il "fondo cattolico" della coscienza di Angela, sopravvissuto anche nel laico non credente - io stesso devo ammettere di essere ancora per qualche verso cattolico pur non credendo in Dio e nelle altre sciocchezze ... evangeliche).
      Credo però che Angela insista sulla demografia perché continuando di questo passo (cioè con un tasso di natalità dell'1,4% in Italia e solo qualcosa di più nel resto d'Europa) scompariremo presto in solo poche generazioni, sopraffatti dagli allogeni. Ma è una vista corta perché il problema è globale. Non è che per fare la concorrenza agli Africani dobbiamo avere di nuovo cinque o sei figli a coppia anche noi. Penso che tipi come Angela, ma anche l'estremista filocattolico Ferrara, non ammettano limiti della crescita, sia demografica che economica. Che è come dire che la Terra è una palla senza limiti, che il concetto di limite è una fissazione, insostenibile.
      Cosa significa o significherebbe la fine della crescita economica e demografica, la fine della produzione di cose inutili che non accrescono il nostro benessere e la nostra felicità?

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    3. A mio umile avviso, nei comportamenti della famiglia Angela il credo religioso conta ben poco. Ritengo conti assai di più il portafogli, anche perché ho ormai un pregiudizio fortemente radicato in me: a quei livelli, moralità ed etica sono parole alquanto astratte, senza ricadute pratiche nei comportamenti. Come potrebbe un individuo che annoveri tra le proprie caratteristiche il rigore morale ed etico implementare i comportamenti necessari per arrivare a quei ruoli e conservarli per decenni?

      Sul declino degli Italiani, sostengo senza timore di smentita che ci sono gli spazi di manovra per ridurre significativamente i numeri degli autoctoni e per impedire l'invasione alloctona, se necessario con la forza (e oggi come oggi è manifestamente necessario, magari in alternativa all'usare l'aviazione per partecipare all'ennesima guerra oltre confine aggiungendo danno al danno). Quel che manca è l'interesse delle dirigenze, e quindi la loro volontà, per azioni di quel tipo; dal momento che il popolo cosiddetto "sovrano" non ha alcun peso nelle decisioni che contano, assistiamo invece impotenti all'implementazione di progetti di segno esattamente opposto.

      Le dirigenze rappresentano solo se stesse, la democrazia è morta e sepolta anche se ne conserviamo una foto sul caminetto e una descrizione (probabilmente falsa e fuorviante) sul diario del nonno.

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    4. "Credo però che Angela insista sulla demografia perché continuando"

      infatti, mi risulta che piu' che essere per la crescita, semplicemente avverta che, a tipologia economico-sociale attuale, il decremento demografico pone grossi problemi (e a dire il vero anche la stazionarieta', sui siti di economia e' normalissimo che si facciano previsioni economiche fosche per quei paesi che non crescono demograficamente, per il fatto che la crescita economica - PIL - e' normalmente associata alla crescita demografica: notare che quasi mai si considera il PIL pro capite (che e' la vera misura della ricchezza delle persone), che in italia peraltro e' precipitato proprio a causa del concomitante calo del PIL nazionale con l'aumento della popolazione da immigrazione massiccia (facendo i conti giusti se non sbaglio siamo calati almeno del 15, non del 9), e figuratevi cosa cio' significhi in una organizzazione sociale-economica dove il funzionamento della macchina economica e' assolutamente legato alla crescita continua del PIL.

      Anche per il resto, quando dici:

      "Perché è chiaro che un mondo di dieci-dodici miliardi di essere umani può essere gestito solo con una superorganizzazione (che significa inevitabilmente dittatura, fine della libertà, anche se si continuerà a votare - quello che vorranno i veri detentori del potere). L'educazione, l'istruzione, hanno avuto sempre il compito di fare dei sudditi persone responsabili, cioè abbastanza prevedibili e gestibili, persone inquadrate e utili",

      perfettamente d'accordo. E' un fatto evidente a cui assistiamo giorno per giorno da decenni, peraltro, il diluvio normativo e legislativo non c'e' dubbio che c'e', cosi' come non c'e' dubbio che l'educazione sta occupando sempre piu' spazio nelle vite (la scuola ormai si prolunga ben oltre il limite oltre il quale puo' avere qualche utilita', dato che nella vita fino ad un certo punto si puo' apprendere, poi si deve cominciare a utilizzare e ricombinare cio' che si e' appreso, altrimenti si diventa dei robot).

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    5. > precipitato proprio a causa del concomitante calo del PIL nazionale con l'aumento della popolazione da immigrazione massiccia

      Direi che i vertici della piramide sociale sono interessati ad un aumento assoluto del volume della piramide (lo avevo spigato in Lemon capitalism, v. meccanismo della "percolazione", mentre la parte media e bassa, il grosso della puiramide, dovrebbe essere interessata all'aumento del PIL pro capite. Uso il condizionale perché tale parte è manipolata e plagiata dalla propaganda da parte dei vertici e compartecipe alla demagogia crescitista , di fatto, ostili alla decrescita anche demografica e quindi ai propri interessi (aumento del PIL pro capite).

      Una certa lettura marxista dei problemi della società non è così sbagliata nell'evidenziare che gli interessi dei vertici sono incompatibili con quelli del corpo e base della piramide (è sbagliata dove le teologia e la dottrina che ne deriva semplifica rozzamente in
      borghese = diavolo/male/problema
      proletario = angelo/bene(soluzione
      che è ovviamente un dogma - religioso, infatti! - visto che ragione, merito, capacità di risoluzione dei problemi sono indipendenti dal censo).

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  3. "Perché è chiaro che un mondo di dieci-dodici miliardi di essere umani può essere gestito solo con una superorganizzazione (che significa inevitabilmente dittatura, fine della libertà, anche se si continuerà a votare - quello che vorranno i veri detentori del potere).
    Su questo argomento ci sono numerosi post in questo blog. Uno dei più attinenti è questo:
    http://sovrappopolazione.blogspot.it/2012/02/aldous-huxley-la-sovrappopolazione.html
    Riguardo alle posizioni pro-nataliste di Piero Angela, la cosa ha sempre stupito anche me. Potrebbe trattarsi di una visione antropocentrica legata ad una educazione cattolica, la quale rimane anche se poi nella vita si assumono posizioni laiche. Oppure la cosa si può spiegare con quella fiducia nella tecnologia che hanno molti la cui cultura si è formata nella prima metà del novecento. Costoro vedono nella tecnologia la panacea a tutti i mali dell'uomo e della società, fino a farne una ideologia tecnocratica. La stessa ideologia che sta trasformando la biosfera in una tecnosfera e sta portando il pianeta verso l'autodistruzione. Io non sono contrario alla tecnologia, ma ritengo che la sua gestione richieda un principio di responsabilità che deve rivolgersi a tutta la natura e non limitarsi agli interessi dell'uomo, come ci ammonisce Hans Jonas

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    1. << Riguardo alle posizioni pro-nataliste di Piero Angela, (...) la cosa si può spiegare con quella fiducia nella tecnologia che hanno molti la cui cultura si è formata nella prima metà del novecento. Costoro vedono nella tecnologia la panacea a tutti i mali dell'uomo e della società, fino a farne una ideologia tecnocratica.>>

      Condivido anche io questa ipotesi di Agobit.
      Le altre ipotesi emerse (condizionamento religioso, asservimento economico) mi convincono molto meno.

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  4. Ottimo post, considerazioni totalmente condivise. Complimenti!!

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  5. Opportunamente L. Pardi in relazione all'assenza/rimozione della questione 'bomba demografica' ricorre al termine medico-scientifico di SCOTOMA; resta da capire se si tratta di dolo o di colpa (probabilmente una mescolanza di entrambi)... Mi risulta che qualche voce dissonante "illuminata" esista anche presso le Nazioni Unite, purtroppo si trova in netta minoranza e viene generalmente soffocata dal potente "fascio" trasversale economico-politico-religioso (e massmediatico) implacabilmente natalista...

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  6. Ottimi sia l'articolo che i commenti. La cosa per me paradossale è che 40 o 50 anni fa la parola "sovrappopolazione" era dappertutto, specialmente all'ONU. Il pericolo era chiaro e chiaramente denunciato. Oggi che la bomba sta esplodendo, è diventato un tabù politico, anche per gli ambientalisti e per quasi tutti gli scienziati.

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