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martedì 12 maggio 2015

Stop a cemento e rinnovabili su suolo verde





Riporto questo articolo pubblicato su olambientalista.it contro il consumo di suolo, anche se il consumo avviene per impiantarvi rinnovabili. Non esiste solo la cementificazione ad uso abitativo o infrastrutturale infatti. Spesso viene distrutto suolo verde dietro il paravento delle cosiddette rinnovabili, il più delle volte a scarso rendimento energetico e che vengono impiantate a scopo speculativo più per intascare incentivi che per reale utilità. Anche queste campagne cui si dedica l'articolo tuttavia rischiano di essere pure declamazioni senza seguito se non si inquadra il problema nel più vasto tema della sovrappopolazione della specie Homo e nella pressione antropica sui suoli. Non si tratta solo della demagogia delle rinnovabili o di lotta alle speculazioni: se non si arresta la crescita esplosiva planetaria del numero della popolazione umana non ci saranno speranze. E purtroppo questo è l'ennesimo articolo che dimentica questa verità: al problema neanche un cenno. Se ad esempio, la popolazione residente sulla disastrata terra italiana continuerà a crescere di un milione ogni due anni (come sta avvenendo ormai stabilmente in particolare per i massicci fenomeni immigratori) non ci saranno denunce o leggi che potranno arrestare la distruzione di suolo. Ormai tutta l'Italia è urbanizzata e anche le campagne che restano sono interessate da una rete di cemento e infrastrutture sempre più fitta. 

Difesa del Suolo e “follia” delle rinnovabili su suoli coltivabili. Stop alla devastazione e alla speculazione [di Donato Cancellara*]



Il Suolo si trova, nel corrente anno, ad essere al centro dell’attenzione mediatica nazionale e internazionale poiché le Nazioni Unite hanno proclamato il 2015 l’Anno Internazionale dei Suoli (IYS 2015). Ci si prefigge di aumentare la consapevolezza, tra l’opinione pubblica e sopratutto tra i nostri governanti, del ruolo e dell’importanza di salvaguardare il Suolo come risorsa limitata, non rinnovabile ed insostituibile nel garantire la sicurezza alimentare e i servizi ecosistemici essenziali per la società umana e la vita in generale. Una risorsa che non può e non deve essere calpestata e snaturata, in nome di una Green Economy di facciata che consente la realizzazione di speculativi impianti FER, come la mega centrale termoelettrica ibrida denominata “solare termodinamico” in Basilicata, con un danno irreversibile ad un’itera Piana ad alta fertilità e senza alcuna realistica coerenza con il necessario piano di dismissione dell’impianto e riprisitono dello stato dei luoghi dopo i 25 anni di funzionamento e di accaparramento degli oltre 1.2 miliardi di euro di incentivi statali. Il Suolo viene definito la “pelle viva” del Pianeta Terra quale parte integrante del Paesaggio e quindi dell’Ambiente. Un sottile strato vitale che ricopre solo una limitata porzione del nostro Pianeta: meno di un quinto delle terre emerse sono interessate da Suoli coltivabili. Il Suolo ricopre una superficie totale di 136.290.102 Kmq e solo una quota compresa tra il 13 ed il 18% della superficie dei continenti è ricoperta da suoli coltivabili ed inoltre, secondo la FAO, a livello globale il 95% del fabbisogno alimentare è fornito dal suolo agricolo (C. Gardi, N. dall’Olio – Consumo di suolo e sicurezza alimentare: dai processi locali agli impatti globali – Convegno scientifico nazionale “Recuperiamo terreno“, 6 Maggio, Milano). È evidente che, su scala mondiale, non abbiamo un’elevata estensione di suoli qualitativamente utilizzabili in agricoltura. Dalla disponibilità e dalla salute dei Suoli dipende la nostra capacità di nutrire una popolazione in continua crescita, di produrre fibre e legnami, di trovare sostituti della chimica del petrolio. Dal Suolo dipendono inoltre, processi essenziali che regolano la vita sul pianeta, come il ciclo dell’acqua e del carbonio. Il suolo come serbatoio di CO2 La strategia energetica, volta all’incentivazione degli impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile (FER), pone la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera tra gli obbiettivi da raggiungere. Tuttavia, occorre affiancare, a tali obiettivi, anche la necessaria valorizzazione e salvaguardia del Suolo agricolo considerabile «il maggiore deposito di carbonio terrestre e, insieme alla foresta, costituisce un ecosistema con un bilancio attivo in assorbimento di CO2. Il suolo agrario ha il potenziale più alto di assorbimento di CO2: un aumento dell’1% di C in un suolo con un incremento netto annuo di 0,9 t/ha» (Petrella et al., 2005). All’elevato potenziale di assorbimento di CO2 del suolo agricolo, associato ad un incremento annuo di circa 1 t/ha, l’Istituto di ricerca dell’agricoltura biologica FiBL Svizzera, attraverso l’analisi di svariati studi di ricerca, è stato in grado di calcolare che i terreni coltivati a biologico immagazzinano fino a 0.5 tonnellate di carbonio atmosferico in più per ettaro all’anno. Quindi, l’agricoltura biologica, assorbendo più CO2 di quella tradizionale, può aiutare concretamente al raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto. L’agricoltura biologica e l’aumento della biodiversità È noto il rilevante contributo dell’agricoltura biologica per sostenere la biodiversità dei terreni agricoli. Secondo il Prof. Kurt-Jürgen Hulsbergen (2014) l’agricoltura biologica aumenta la biodiversità su terreni agricoli oltre ad essere benefica per la ricchezza di specie vegetali. L’obiettivo prioritario dovrebbe essere quello di salvaguardare la destinazione agricola dei suoli agricoli così come la conservazione della loro specifica biodiversità-pedodiversità e la salvaguardia di tutte le aree agricole interessate di colture biologiche così come previsto dall’allegato 3 del Decreto ministeriale 10.09.2010 «Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili» che indica tra le aree non idonee alla collocazione di impianti FER anche quelle aree interessate da colture biologiche. Considerare il suolo come serbatoio di CO2, l’agricoltura biologica di notevole importanza per l’aumento della biodiversità nonché tra le pratiche agronomiche in grado di incrementare la capacità di fissazione della CO2, rende ancor più irrazionale la collocazione di un impianto solare termodinamico su una vasta superficie agricola in cui, tuttora, è prevista un’estesa pratica dell’agricoltura biologica. Classificazione dei Suoli e la Piana coltivata dalla Comunità di Palazzo San Gervasio I suoli vengono classificati secondo una scala di valori che va da 1 a 8 (la classe 8 è la peggiore: il deserto o suoli pietrosi, mentre la classe 1 è la migliore in assoluto). Nella più totale irragionevolezza e pensando a vantaggi economici societari si pongono a rischio continuamente i suoli di più alto pregio e di maggiore ricaduta per l’intera collettività. Si veda il video “il Suolo minacciato” dal quale è possibile comprendere l’importanza e la priorità che riveste il dover frenare lo sciacallaggio dei suoli agricoli (v. https://youtu.be/IiV3wf2U3xM) Non possiamo fare a meno di ricordare che alle porte del Comune di Palazzo San Gervasio in provincia di Potenza, si continua a discutere nei palazzi regionali della “follia” chiamata solare termodinamico che determinerebbe un’irreversibile compromissione della fertilità dei 226.7 ettari di suolo agricolo rendendolo una gruviera tramite 9.000 trivellazioni per la realizzazione di pali di fondazione in cemento armato e l’asportazione di 1.000.000 mc per l’intera area corrispondenti ai primi 50 cm dell’area d’intervento quale orizzonte superficiale di particolare pregio per la sua elevata fertilità. Nella relazione tecnica avente ad oggetto «Danni al Suolo in caso di realizzazione di un abnorme impianto per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile con tecnologia solare termodinamica di potenza elettrica pari a 50 MW ricadente in agro di Banzi (PZ)», redatta con la collaborazione del geo-pedologo Prof. Sergio Vacca, laurea honoris causa in Scienza del Suolo, si fa specifico riferimento alla classificazione della capacità d’uso di un terreno (Land Capability Classification, LCC). Nella relazione tecnica si legge: «I suoli dei territori comunali interessati appartengono a pedotipi come i Mollisuoli ed i Vertisuoli geneticamente peculiari di quelle formazioni geo-morfologiche che caratterizzano gran parte dell’Appennino meridionale, questi pedotipi, come affermato in precedenza, costituiscono un patrimonio genetico raro, di uno straordinario ecosistema, irriproducibile alla scala della vita umana. Di più, si tratta di suoli che presentano una suscettività per l’agricoltura (Prima e Seconda classe della Land Capability) estremamente elevata». Inoltre, con specifico riferimento al suolo coinvolto dal progetto, si precisa che: «L’asportazione totale del suolo costituisce un danno rilevante anche sotto il profilo genetico, oltreché funzionale, diminuendo la pedodiversità (…) pur aggiungendo “terra” per ripristinare la fertilità agricola, non si riuscirebbe a ricreare il microsistema di scambi gassosi e idrici esistenti al momento dell’alterazione (…) a questi “inconvenienti”, seppure gravi perché perpetuati nel tempo, si aggiungono altri di gravità estrema quali la cementificazione, l’impermeabilizzazione, la contaminazione e l’asportazione che “uccidono” completamente il suolo». Si spera che le riflessioni sull’Anno Internazionale dei Suoli possano essere da stimolo per gli Organi preposti ad agire cum grano salis ponendo fine alla “follia” del solare termodinamico e all’ennesimo scempio che si vorrebbe arrecare a 226 ettari si suolo agricolo. DAL SUOLO DIPENDE LA NOSTRA VITA, DIFENDERLO È UN DOVERE PER CIASCUNO DI NOI.

10 commenti:

  1. Post: "[...] come sta avvenendo ormai stabilmente in particolare per i massicci fenomeni immigratori [...]".

    In realtà, la frase corretta sarebbe dovuta essere "[...] come sta avvenendo ormai stabilmente esclusivamente per i massicci fenomeni immigratori [...]". Su questi temi, c'è sempre un ingiustificato pudore cnell'affermare le cose per come veramente stanno, con conseguente e altrettanto ingiustificata autocensura.

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  2. E' altresì interessante (leggi scandaloso) rilevare che tanti, anzi troppi personaggi che a parole si dichiarano attenti agli aspetti ecologici sono tra i più ferventi sostenitori di soluzioni come quelle indicate dall'articolo. Ad esempio, mi sovviene un tale, oggi acclamato come uno tra i più preclari studiosi di soluzioni nel campo dell'approvvigionamento energetico, col quale una decina d'anni fa ebbi un protratto scambio di idee in merito a quella che lui definiva "coltivazione energetica", ovvero l'implementazione diffusa di impianti fotovoltaici a terra su terreni agricoli. Evito di scrivere il nome del tale in questione perché, stupidamente, non ho conservato adeguata documentazione a sostegno di quel che sto riportando.

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  3. Bah, nel momento in cui ci fosse carenza alimentare per carenza di suolo, il prezzo del suolo agricolo andrebbe alle stelle (dato che il cibo e' la domanda piu' anelastica in assoluto rispetto all'offerta), e si abbatterebbero anche i capolavori architettonici e forse perfino le sedi dei partiti ecologisti pur di ricuperare il suolo alla coltivabilita'.
    Ovvio che incentivare lo spiegamento di pannelli fotovoltaici sposta la convenienza verso il fotovoltaico, ma questo e' proprio cio' che volevano ottenere, e in ogni caso se ci fosse davvero carenza di cibo invece della attuale tendenza a voler imporre tasse sul consumo dei cibi ipercalorici (sempre da parte delle stesse persone, per conferma di quale sia la vera natura del loro movente), il terreno coltivabile andrebbe alle stelle piu' che per qualunque altro impiego, visto che senza cibo qualunque altra esigenza diventa come minimo secondaria.
    Secondo me in queste cose questi personaggi manifestano queste opinioni solo per il loro incontenibile bisogno di controllo e imposizione, e questi che usano sono solo pretesti.

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  4. Dalle mie parti il terreno agricolo viaggia già tra i 7 e i 9 euro al mq. Direi che si tratta di un costo esorbitante, che denuncia più che chiaramente la attuale carenza della risorsa terreni rispetto alla sovrabbondanza soverchiante e in crescita esplosiva (a causa unicamente dell'immigrazione tanto clandestina quanto legale) della popolazione mediamente dimorante sul territorio italiano. Ovviamente, le cose si fanno ancor più pelose considerando aree specifiche del territorio italiano, perché in quel caso appare con chiarezza che la crescita della popolazione si concentra in quelle aree anche per effetto delle migrazioni interne pregresse e correnti. Non è mai una buona pratica consentire le transumanze umane, specie se in direzione di aree già antropizzate oltre i limiti tollerabili.

    Però, continuiamo pure a parlare al futuro e a spostare la discussione su questioni globali, va', che se no ci si trova costretti a fare qualcosa di concreto o ad ammettere l'inerzia intenzionalmente colpevole di persone con nome e cognome.

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  5. Il terreno edificabile, grazie ai divieti di cui sopra, costa anche 100 volte tanto quello agricolo. Risultato, il settore iperregolamentato attira la speculazione, e la corruzione, come la merda le mosche. Chi conosce quel mercato sa che e' un fatto, non un'opinione. L'esorbitanza dei valori in gioco rende corruttibile chiunque e qualunque istituzione: risultato: esattamente l'opposto di quanto desiderato, cioe' la cementificazione selvaggia a scopo di pura speculazione economica e finanziaria. La prova ce l'avete davanti agli occhi. Come per tutti i proibizionismi. COme se non bastasse, i comuni continuano a rendere edificabili nuove porzioni dei propri territori a scopo di esazione fiscale: chi non e' del settore stenta a credere che il solo rendere edificabile un territorio lo rende imponibile IMU, il che costringe il "fortunato" possessore a vendere per edificare o edificare direttamente anche se non vorrebbe, dato che le salata tasse le deve cominciare a pagare comunque.
    Di fronte a questa criminale demenzialita' di stato, che e' la realta' fattuale e regolamentativa, quanto detto nell'articolo sopra e' totalmente fuori dal mondo. Quelli non hanno la piu' pallida idea di cosa stanno parlando, di quale e' il quadro regolamentativo reale in Italia a verso quale direzione spinge in concreto nella criminale omertosa vessazione praticata nei fatti da tutte le istituzioni.

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  6. Per dire di come evolvono le cose, da quest'anno, nel comune accanto al mio, per ottenere cubatura edificabile anche fuori dal piano regolatore basta pagare tot euri al mc. edificabile, e si paga tanto di piu' quanto la zona e' considerata "pregiata". Questo naturalmente in aggiunta all'IMU automaticamente dovuta sui suoli resi edificabili dal comune, e agli onerosi oneri di urbanizzazione al momento della concessione edilizia (che servono a cementificare ulteriormente, strade inutili, parcheggi, di solito per dare lavoro alle imprese "collaterali"). Essendo la quasi totalita' dei comuni delle spaventose idrovore in perenne dissesto finanziario, e essendo data loro licenza dal governo centrale di monetizzare come desiderano le loro risorse territoriali in risarcimento del fatto che non solo non gli arriva piu' niente dalla tassazione generale sui redditi ma pure una parte della imposizione territoriale locale viene girata allo Stato, cio' a cui assisterete davvero sara' la svendita del territorio, e probabilmenete a grossi potentati economici in grado poi di trasformare quelle che sarebbero perdite per dei comuni cittadini in guadagni per loro (e comunque perdite per i comuni cittadini, sotto forma di fallimenti bancari alla fine del giro dei soldi, ad esempio).

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  7. Winston, tutto sacrosanto e lì da vedere. Non si può neppure tentare di contraddirti, perché la verità che sottolinei è talmente palese da non ammettere sema. Rimane il fatto che, anche se non addirittura soprattutto nel contesto delle tue osservazioni, il fattore determinato dalla competizione di troppi individui per un territorio insufficiente non fa che esacerbare all'ennesima potenza il fenomeno. Dunque, si torna al punto di partenza: è abbondantemente ora di smetterla di parlare al futuro e di spostare la discussione su questioni globali, perché se davvero si vuole mettere le mani sulla questione con una almeno minima speranza di successo, occorre che le aree di intervento siano il più locali e parcellizzate possibile. Il che implica, come intervento prioritario, una arresto immediato degli spostamenti che determinano incrementi di popolazione in ogni singola parcella di territorio (e poco importa che quegli spostamenti abbiano come origine l'Italia, l'Europa o l'altra parte del mondo, anche se ovviamente più i movimenti sono sulle grandi distanze, più si apre la strada a fenomeni di dimensioni incontrollabili). In questo modo, diviene impossibile giocare la carta dello scaricamento di responsabilità permesso dalle migrazioni, ed ognuno, a partire dalla propria piccola area di residenza, si trova costretto a intervenire in prima persona per mitigare gli effetti mortiferi del sovraffollamento e della sovrappopolazione. Occorre sottolineare che, in questo, la maggior parte degli Italiani se la stava cavando piuttosto bene e continuerebbe a farlo, visto che sul finire degli anni '90 abbiamo toccato un tasso di fecondità medio di 1,2 nati per donna (scarsi).

    Certo è che con le dirigenze che abbiamo, di destra, di sinistra o di centro che fingano di essere, non si va da nessuna parte. E con la propaganda da lavaggio del cervello che quelle dirigenze continuano a mettere in campo, mediamente ci accodiamo a loro anche noi sottoposti (tali siamo), il più delle volte senza neppure renderci conto che ci stiamo sparando in un piede. Anzi, nella testa.

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  8. Finché vigono i diritti assoluti di Homo basati su di un antropocentrismo metafisico che cancella i diritti di tutte le altre specie e della natura, considerata come magazzino e discarica di Homo, nessuno potrà negare i diritti dei singoli esemplari umani di spostarsi e vivere dove meglio gli aggrada. Le politiche di contenimento degli spostamenti hanno solo effetto temporaneo, come in Australia. Poi le proteste internazionali e la pressione antropica mondiale ripristinano i flussi migratori incontrollati. Alla lunga solo una riduzione della natalità e della crescita demografica potranno cambiare la situazione. Ma fino ad allora, se mai accadrà una simile prospettiva, la situazione non potra' che peggiorare, con successi solo temporanei

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    1. Bene. Vediamo di procurarci un successo temporaneo, tanto per cominciare?

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  9. Pienamente d'accordo sull'importanza del Suolo, ma anche sull'impatto devastante dell'attuale crescita demografica evidenziato dal "cappello" introduttivo all'Articolo... Viceversa, per limitarci alla "disastrata terra italiana", ad ogni rilevazione demografica ISTAT puntualmente fioccano frasi auto-lesionistiche e stereotipate del tipo "la popolazione residente in Italia cresce SOLO GRAZIE all'immigrazione": come se tale popolazione potesse & dovesse crescere indefinitamente/illimitatamente, per di più in perfetto equilibrio ecologico & socio-economico...

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