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sabato 11 aprile 2015

Weinberg Foundation: manifesto per il si al nucleare


(In alto una centrale Areva di ultima generazione)

La Cina ha recentemente affidato alla multinazionale francese Areva la costruzione di due reattori a fissione di ultima generazione a Taishan in Cina. Ma anche la Gran Bretagna e gli Stati Uniti con Obama stanno costruendo nuove centrali. Senza parlare di India e Brasile che portano avanti il programma nucleare senza interruzione. In Europa solo la Germania ha decretato una moratoria di 20 anni, ma il dibattito è aperto. Ovviamente l'Italia, patria di tutte le demagogie, si è più volte pronunciata contro la costruzione di nuove centrali, nonostante che i suoi tecnici proseguano le ricerche sperimentali sulle ultime generazioni di reattori. Ma il discorso è prossimo a riaprirsi anche nell'Europa del politicamente corretto. Le potenzialità delle rinnovabili hanno mostrato tutti i limiti economici  e le insufficienze di produzione. Il petrolio e il gas estratto con il fracking, insieme alla crisi economica, stanno tenendo bassi i prezzi degli idrocarburi e le immissioni di carbonio in atmosfera continueranno a ritmi molto alti nei prossimi anni. La popolazione mondiale inoltre cresce oltre le aspettative e le richieste di energia aumenteranno esponenzialmente. Per salvare il pianeta dal surriscaldamento non c'è che il nucleare ad emissioni zero. E ci dovremo ricredere sul nucleare anche noi italiani tanto propensi a cullarci nelle illusioni dei verdi sulle rinnovabili. 
Su questi temi riporto qui di seguito il recente manifesto pro-nucleare della Weinberg Foundation, organizzazione privata interessata allo sviluppo delle aree economicamente arretrate del pianeta:




Il Manifesto della Weinberg Foundation in favore del nucleare

 Perché meglio il nucleare?

Immaginate una fonte di energia che è 1.000.000 volte a più alta densità energetica rispetto al carbone, che è sicuro, che ha una fornitura pressoché inesauribile di combustibile, e che non emetta gas serra in grado di destabilizzare il nostro clima, non inquinanti per la nostra aria, e senza emissioni di  CO2 che vadano ad acidificare i nostri oceani. Questa è la promessa di un uso esteso della energia nucleare.

Purtroppo questa promessa è stata solo in parte soddisfatta. Alla Alvin Weinberg Foundation  crediamo che un programma completo, urgente ed esteso di costruzioni di centrali ad energia nucleare darà all'umanità un percorso praticabile per una produzione abbondante, pulita e conveniente di energia, in grado di sostenere le necessità mondiali di energia senza mettere a rischio la sopravvivenza  del pianeta.

Mentre il mondo entra nella "terza ondata" di industrializzazione, in presenza di una crisi economica che ha rallentato lo sviluppo tecnologico , avremo bisogno di energia nucleare avanzata per garantire il nostro approvvigionamento energetico, salvaguardare il nostro clima, e mantenere la nostra aria pulita.

Il nucleare offre molti vantaggi rispetto ai combustibili fossili e le attuali tecnologie di energia rinnovabile:

L'energia nucleare è l'energia a emissioni zero

Il nucleare non emette anidride carbonica o altri inquinanti atmosferici, a differenza impianti a combustibile fossile che emettono forti quantità di  inquinanti nell'atmosfera (CO2, particolato, prodotti solforosi, ecc.). Il Laboratorio sull’ Energia della US National Renewable ha calcolato che il nucleare assicura una emissione di inquinanti vicina allo zero come nelle attuali tecnologie di energia rinnovabile, per tutta la durata dell'impianto.

Affidabile potere di produrre energia con un costante "carico di base"

Gli impianti nucleari forniscono  energia pulita in maniera costante senza interruzioni perché possono operare in modo continuativo, a differenza delle energie rinnovabili che spesso dipendono nella loro produttività  dalle condizioni atmosferiche particolari, e quindi richiedono una protezione di “back-up” da combustibili fossili. Durante il Vortice Polare senza precedenti negli ultimi mesi del 2013, le maggiori necessità energetiche sono state assicurate dalle centrali nucleari americane che hanno prodotto più energia aumentando la fornitura cheil carbone e il gas naturale non è riuscito a produrre. L'affidabilità del nucleare significa anche questo: che il nucleare può facilmente sostituire la produzione energetica delle inquinanti centrali elettriche a carbone che in genere assicurano la produzione base.

La più sicura di tutte le fonti energetiche

Per unità di energia elettrica, l'energia nucleare è la più sicura di tutte le fonti energetiche. I Reattori di nuova generazione, progettati utilizzando le più recenti risorse della tecnologia, sono intrinsecamente sicuri. Le Centrali nucleari moderne emettono meno radiazioni rispetto 'background' della radiazione cosmica, ed espongono le persone nell’arco della vita di un uomo a molto meno radiazioni rispetto a un solo  tipico volo transatlantico. Un recente articolo di scienziati della NASA ha scoperto che l'energia nucleare ha salvato 1.840.000 vite dall'inquinamento atmosferico dovuto ad altre fonti evitato, e che la costruzione di più reattori potrebbero salvare 7 milioni di vite entro il 2050

Potenza per l'umanità

I fatti sono chiari: fino a un certo punto, più energia per persona porta ad un miglioramento della qualità delle vite umane. Man mano che i  i paesi fanno uscire sempre più persone dallo stato di povertà   estrema, la domanda di energia continuerà ad aumentare. Ci si aspettano grandi richieste in futuro dai paesi in via di sviluppo.  La US Energy Information Administration prevede che il consumo mondiale di energia aumenterà del 56% 2010-2040. La domanda globale di energia nelle economie emergenti e in via di sviluppo saranno quasi il doppio rispetto al periodo attuale. Senza l'energia nucleare, quasi tutto di quella nuova domanda sarà soddisfatta da combustibili fossili, avviando ancora di più il pianeta  alla catastrofe ambientale. In pratica, l'energia nucleare è l'unica fonte di energia a zero emissioni di carbonio in grado di sostituire il carbone inquinante per la produzione di elettricità. La Decisione della Francia nel 1970 di aumentare massicciamente la sua produzione di energia nucleare ha abbassato drasticamente le proprie emissioni di carbonio pro capite, e il paese ha ora l'aria più pulita in Europa. Senza contare l’indotto economico dovuto allo sviluppo della tecnologia. L’impresa francese Areva costruisce centrali in tutto il mondo (due di ultima generazione sono attualmente in costruzione a Taishan in Cina).

Densità di energia

L'energia nucleare è la fonte di energia a più alta densità nota: quando utilizzato in un reattore veloce, 1 grammo di uranio contiene più energia di 1 tonnellata di carbone!

Combustibile praticamente inesauribile

Sorprendentemente, i reattori nucleari di nuova generazione ci permettono di produrre  lo stesso  combustibile con cui funzionano. I nuovi reattori a prestazioni Avanzate veloci , che funzionano con acceleratori guida,   sono in grado di  convertire  i minerali di torio e uranio poco radiativi  in carburante, dando all'umanità una fornitura pressoché illimitata di energia pulita.

"Scorie" non devono essere rifiuti

L'energia nucleare produce alcuni rifiuti, come tutte le fonti di energia, ma rispetto ad altre fonti di energia, i volumi sono minimi - e tutti i rifiuti che si producono possono essere  strettamente controllati e smaltiti. C'è un modo sicuro di riciclaggio  con cui un  "rifiuto" nucleare puo contribuire a produrre  altra energia pulita. I nuovi Reattori veloci sono in grado di abbattere i rifiuti nucleari più fastidiosi (a lunga durata)  e convertirli in combustibile per nuova energia elettrica pulita.

Flessibilità

Quasi tutti gli impianti nucleari sono progettati per generare energia elettrica; ma i reattori possono essere progettati per la produzione di calore ad alte temperature. Questo calore può essere utilizzato per i processi industriali  di produzione o di trasformazione  o anche per impianti di desalinizzazione economici   per produrre abbondante acqua fresca e pulita.

(Alvin Weinberg Foundation - 2015)

21 commenti:

  1. Non ho mail letto tante stupidaggine e fasullita' campate in aria come in questa pagina.

    > Italia, patria di tutte le demagogie
    Come se questa non fosse demagogia tecnoteista filonucleare

    > il nucleare ad emissioni zero
    Si vede che le centrali le costruiscono con le carriole e con carri trainati da mucche che portano mattoni di fango.

    > La popolazione mondiale inoltre cresce
    Proprio per la disponibilita' di energia (negli ultimi due secoli, energia fossile ma sempre energia)

    > ha una fornitura pressoché inesauribile di combustibile
    Si e noi andremo in pianeti di altre stelle di altre gallassie e mia nonna parlava con dio.

    > L'energia nucleare è l'energia a emissioni zero
    Si', il risultato sono aria al profumo di violette e un po' di letame.

    > con un costante "carico di base"
    Ihihih
    Questi si sono dimenticati una intera letteratura di criticita' visto che 'ste ciofeche buttano fuori sempre la stessa energia, sia quando ne serve di meno, sia quando ne serve di piu'.
    Potremmo raccontare di alcune cosucce che successoro e succedono in Francia, ad esempio.

    > L'energia nucleare produce alcuni rifiuti
    Chiedere nelle zone a Cernobil o Fukushima e Pacifico tutto.

    > C'è un modo sicuro di riciclaggio
    Si e vivremo futti felici e contenti e sara' il tempo dell'amore.

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  2. Come già ribadito in DUE occasioni quello che un tempo, favoleggiando, si amava chiamare "Popolo Sovrano" (me compreso): NO, grazie. Poi sappiamo benissimo che la protervia degli affaristi se ne strainfischia dei "no, grazie". Quella la possiamo tranquillamente chiamare "violenza", anche se rivestita di belle parole sbrilluccicanti.

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  3. Io non sono pesonalmente contro un moderato uso del nucleare per il carico di base, pero' se fossi un decisore, se avessi la responsabilita' della decisione, ben sapendo che un incidente grave non puo' essere escluso a priori, onestamente non mi assumerei volentieri la responsabilita' di una scelta contro il parere contrario di una anche solo minoranza, ben sapendo quanto questa sia arrabbiata e intollerante.
    Poiche' il grave incidente per quanto improbabile e' sempre possibile, ed e' davvero grave, credo che questa dovrebbe essere una decisione da prendere se non ad unanimita', quasi, dato che tutti possono essere gravemente coinvolti.
    E nel nostro paese una decisione ad unanimita' la vedo difficile, molto difficile...
    In altre parole, non se ne fara' niente e tanto vale pensare subito ad altre alternative: abbiamo gia' costruito tre centrali di cui stiamo ancora pagando in bolletta gli oneri di smaltimento per aver cominciato a smantellarle non appena erano pronte per entrare in produzione, non sarebbe simpatico ripercorrere di nuovo la trafila.
    Forse converrebbe pensare a come produrre pannelli fotovoltaici e sistemi di accumulo a basso costo tipo i pompaggi (attenzione ho detto a basso costo e magari defiscalizzati e deburocratizzati, non ad alta incentivazione e altissima burocratizzazione a scopo di incremento del gettito fiscale che serve solo a far lievitare i prezzi e i costi, come si e' fatto finora). Oppure a come gestire la transizione ad una societa' bucolica che vive di caccia e pesca e fantasia, previa riduzione a 15 milioni di abitanti attraverso l'arresto completo della natalita', naturalmente per legge (compagni, facciamo una legge! si diceva ai miei tempi, che poi si sono naturalmente evoluti nell'attuale scatenamento di polizia normale, tributaria, ambientale, e magistratura).
    Ad essere cinicamente realisti, facciamo prima.

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  4. En passant, perche' non provate a chiedere cosa pensano del nucleare i tipi del sito eddyburg citato nel post precedente? Quelli sono personaggi che praticherebbero la pianificazione perfezionist-totalitarian-orwellian-kafkiana anche se il mondo fosse sottopopolato con dieci persone in tutto, di cui loro tre delle dieci.
    E voi che vi preoccupate che l'eccesso di popolazione sia foriero di obliterazione di liberta' per mancanza oggettiva di spazio....

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  5. Pensare di curare la sovrappopolazione con la disponibilità di più energia (anche nucleare) è come pensare di drogare un tossico aumentando quantità e qualità della roba che si spara.

    Riporto ancora una volta le parole di Paolo Lambardi.

    "Se c'è una cosa che l'uomo moderno occidentale tecnoteistico ha saputo dimostrare è che quanto maggiore è la sua disponibilità di energia tanto più si può e si vuole dedicare alla distruzione e all'annientamento dei sistemi viventi, dal più semplice al più complesso (il pianeta). Una disponibilità infinita (almeno su tempi storici) di energia, come potrebbe essere ottenuta imbrigliando la fusione nucleare, porterebbe un aumento ancora maggiore dell'ingerenza umana nei suddetti sistemi biotici e le conseguenze le puoi immaginare da solo. E' bello pensare che se mai dovesse avere un potere del genere l'umanità lo saprebbe gestire evitando di distru[gge]rre la vita sul pianeta, ma purtroppo l'analisi approfondita del comportamento della nostra specie, allorquando si viene a trovare in grado di usare nuovi potenti strumenti, fa pensare che si tratta di purissima utopia. La vita sul pianeta esiste da molto tempo, proprio perché non è mai accaduto che una qualsiasi specie potesse attingere a fonti infinite di energia."

    Questo sul piano della storia e della semplice osservazione delle caratteristiche della specie.
    Senza considerare TUTTE le altre dimensioni del problema nucleare senza soluzione.

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    1. Permettetemi una provocazione: sinceramente questa dell'energia mi pare una vera fissazione monotematica, prima che ci fosse tutta quest'energia a buon mercato, le zone popolate della terra sono state comunque completamente modificate (= rase al suolo) dalla presenza dei pastori e degli agricoltori, in ogni caso. Cio' che c'era prima e' stato completamente spazzato via con l'arrivo della societa' umana organizzata e sostituito con qualcos'altro, e semmai a fare la differenza e' la precedente economia tribale di caccia e raccolta, ma e' da 10 millenni che essa ha cominciato ad essere marginalizzata, a prescindere dalla disponibilita' di fonti energetiche fossili.

      Certo negli ultimi 4 secoli la storia ha cominciato a correre a passo ancora piu' accelerato, ma correva anche prima, rispetto all'equilibrio atavico della caccia-raccolta, in cui gli uomini si limitavano a prendere cio' che la natura offriva spontaneamente, senza stimolare la sua capacita' produttiva nel proprio interesse. A far partire il processo che conduce a noi oggi, e' la prima agricoltura con la conseguente formazione di grandi societa' organizzate e strutturate, non l'energia: il modo di sfruttare l'energia viene dopo e di conseguenza, non e' la causa. Del petrolio e dell'energia elettrica i cacciatori raccoglitori non avrebbero saputo che farsene, il bisogno attuale e' sociale, prima che materiale. E' la societa' che si e' organizzata in modo tale da imporne l'uso (imporre in senso impersonale, senza che ci sia alcuno schema preordinato). Nessuno costringe tutta questa gente a correre per il cazzo come falene impazzite da A a B e da B ad A continuamente su bolidi meccanici, a propulsione termodinamica o elettrica non cambia nulla, se non il terrore di non essere al passo con gli usi sociali del proprio tempo. Tutta questa gente che corre non produce quasi nulla, e a consumare piu' che la gente in se' e' il suo correre impazzito.

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    2. Diaz: "Nessuno costringe tutta questa gente a correre per il cazzo come falene impazzite da A a B e da B ad A"

      Non è del tutto vero. La "illuminazione" mi venne una decina d'anni fa, mentre (come accompagnatore d'una visita d'istruzione) seguivo una lezione sul moto delle particelle nei gas, e su come quel moto cambiasse al cambiare della pressione. L'idea che, stupidamente, non avevo mai considerato in precedenza è come l'aumentare della pressione non sia altro che un aumentare la "densità di popolazione" delle molecole gassose, inducendo due effetti immediati: 1) una aumento delle collisioni tra le molecole e conseguentemente 2) un aumento della temperatura della massa gassosa, che include un aumento della velocità delle particelle.

      Il parallelo con la situazione nella quale la densità d'una popolazione animale aumenta a parità di disponibilità territoriale è palese, e può almeno in parte fornire ragioni all'incremento delle situazioni conflittuali e all'accelerazione dei cambiamenti ai quali assistiamo da secoli. Dal che deriva l'effetto "falene impazzite", tutt'altro che illusorio -- a mio avviso è la crescita della "pressione" ad alimentare il fenomeno, anche se individualmente e quotidianamente tendiamo a razionalizzare con altre spiegazioni (per conservare una parvenza di salute mentale). Siamo effettivamente costretti a comportarci come ci comportiamo, costretti da una qualche forma di "fisica" sugli effetti della quale non abbiamo controllo. Il controllo potremmo averlo sulle cause, ma le nostre alquanto immoralissime dirigenze dicono sia immorale anche solo parlarne, e molti loro sottoposti amano seguirne scrupolosamente le indicazioni. Chissà, magari anche quello è un effetto di una qualche forma di fisica... che so, una specie di magnetismo...

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    3. Be' applicare PV=nRT alle popolazioni mi pare un po' esagerato, e ulteriore appunto indebita estensione della metafora fisico-energetica al tutto. Siamo ossessionati dall'energia.
      Per spiegare il fenomeno della crescita del PIL come uguale alla crescita della popolazione elevato alla 2,62 come si e' mostrato in un post recente di effettorisorse non e' il caso di scomodare l'equazione di stato dei gas perfetti, e' forse piu' appropriato considerare che nell'uomo l'evoluzione per mutazione e selezione e' presente e in modo enormemente accelerato nella cultura e nei rapporti sociali. Il blog, la discussione, la volonta' di avere ragione a tutti i costi sull'interlocutore nello scontro intellettuale di norma e' molto violenta, e' una di quelle cose di cui non ci accorgiamo nemmeno tanto l'abbiamo sempre davanti, essendo anzi noi stessi specchiati in essa. Gli uomini vogliono a tutti i costi prevalere intellettualmente, vogliono avere ragione, vogliono vincere ed essere i primi, e se serve si inventano un nuovo campo di discussione, meglio se tale da essere indecidibile, in cui credono di essere i dominatori.
      I blog catastrofisti sono un'evidenza particolare in proposito...

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    4. Il nostro enorme e peraltro inutile cervello (tutti gli altri esseri vivono e si riproducono benissimo senza) e' palese che si e' sviluppato in questo modo abnorme solo per questo: la prepotente volonta' di supremazia intellettuale fra i "galletti".

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    5. Ma arriva il momento in cui il cervello comincia a meditare anche su questo...

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    6. Diaz: "applicare PV=nRT alle popolazioni mi pare un po' esagerato"

      A me no. Anzi, ravvedo nella tua affermazione una manifestazione del fenomeno che intendevo scrivendo "individualmente e quotidianamente tendiamo a razionalizzare con altre spiegazioni (per conservare una parvenza di salute mentale)". Non che sia chissà che crimine, intendiamoci. Chissà quante volte, in altri campi, sono io a "razionalizzare" nei modi più... irrazionali... per lo stesso scopo. E' molto, ma molto umano... e non credo sia un complimento!

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    7. Mah, riguardo a densita'/pressione/collisioni, guardiamo a due esempi pratici e recenti, la cina e l'urss del periodo comunista, ai due estremi opposti per densita' di popolazione: in entrambi i paesi la pressione sociale e l'agitazione, al punto di diventare paranoia, erano fortissime. Cosi' come era fortissimo l'impulso a modificare e piegare l'ambiente alle sorti magnifiche e progressive della societa' del futuro.
      Secondo me la tendenza a non farsi gli affaracci propri dipende piu' dalla manìa di massa del momento, che dalla densita' di popolazione in se' (c'e' sempre una mania del momento, una follia tipica del periodo storico, una bolla cognitiva che si gonfia sempre di piu' fino a comprendere tutta l'interpretazione del mondo e infine scoppiare).
      Questa tendenza e' molto forte in particolare negli ambientalisti/pianificatori/apocalittici, che infatti a suo tempo erano affascinati dalle societa' comuniste / meccanicistiche / integrali (vedi eddyburg, tipico residuo culturale di quell'epoca, molto strano da veder citato in un sito il cui impegno "è per una società liberale, con poca burocrazia").
      C'e' la storia, credo vera, di quell'unico abitante del fiordo norvegese che, pur avendo a disposizione esclusiva un'estensione di decine di kmq, quando e' arrivato un intruso che si e' stabilito a qualche chilometro, infastidito per l'affollamento, l'ha ucciso.

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  6. > Nessuno costringe tutta questa gente a correre per il cazzo come falene impazzite da A a B e da B ad A continuamente su bolidi meccanici

    Prima di questo nefasto abbassamento del costo del barile, il traffico su gomma era diminuito fino al 30%.
    Quindi significa che... l'energia è direttamente funzionale mantenimento, accrescimento e diffondersi di compulsioni e patologie comportamentali "energivore".
    Più riduci l'energia, più riduci la crescita del problema.

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    1. Fino a che per la "crisi" (il traffico in gomma diminuito del 30 per cento, e la conseguente tensione familiare dovuta alla forzosa rinuncia alla gita domenicale di 500 km) non scoppia un conflitto nucleare...

      A quel punto rimpiangi la CO2.

      All'inverso, saprete immagino che la produzione abbondante di fertilizzanti chimici deriva dagli impianti che furono sviluppati durante la prima guerra mondiale per la sintesi dell'ammoniaca (da cui e' facile produrre esplosivi di grado militare in grande quantita'). In qualche modo, cio' che fu sviluppato per distruggere fini' per creare le condizioni di abbondanza che, almeno per un certo periodo, avrebbero reso inutile distruggere.

      La storia naturale e' tutta cosi', fai una cosa per uno scopo, e quella finisce per servire a tutt'altro: la chiamano "exaptation".

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    2. > Fino a che per la "crisi" (il traffico in gomma diminuito del 30 per cento, e la conseguente tensione familiare dovuta alla forzosa rinuncia alla gita domenicale di 500 km) non scoppia un conflitto nucleare...

      Ahaha
      Guarda, io ho avuto due donne importanti nella mia vita che erano... autossicodipendenti.
      Tu non sai che litigi, che discussioni sfinenti per scegliere mobilità intelligenti.
      I miei diari ne hanno memoria (qui, qui, ...).

      La questione è che gli homo hanno degli schemi pavloviani (uso l'auto per 22 o 25 giorni di seguito e da quel momento ne divento appendice) che dimostrano che i meccanismi etologici, biologici, sono la base del ghiaccione (iceberg) comportamentale.

      Quindi gli homo fino a che hanno energia la usano tutta e per fare le cose peggiori.
      Questo in un certo senso è la riformulazione di una evidenza biologica: ogni specie tende a saturare lo spazio che la accoglie.
      Il problema è che la specie homo ha, proprio con tecnologia ed energia disponibili alle masse - qualsiasi idiota può condurre una multinazionale del commercio di legname, una impresa per edilizia per la distruzione ambientale, una setta o una religione natalista, un paese - ha possibilità ecocide praticamente illimitate.
      Un po' sotto nella piramide degli homo, la capacità ecocida si riduce un poco ma esplode il numero degli ecocidi: la mia impressione è che sia proprio il non vertice (proprio come in un ghiaccione) a costituire il grosso della azione ecocida.

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    3. "Guarda, io ho avuto due donne importanti nella mia vita che erano... autossicodipendenti.
      Tu non sai che litigi, che discussioni sfinenti per scegliere mobilità intelligenti."

      Che la donna sia il mandante e l'uomo esecutore e' noto fin dalla preistoria. :D
      Modernamente, e' ben noto che in TUTTI gli animali in cui il maschio e' piu' grosso dellla femmina, e' perche' il maschio lotta per la femmina. Vale anche per la specie umana.
      Noto questo, se l'uomo si mette di condizioni di maturare tanto risentimento, e' inutile che poi se la prenda col mondo.

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  7. Il fatto che più energia porti a più popolazione è un retaggio del positivismo che non ha però riscontro con la realtà. Nè si possono paragonare le dinamiche della popolazione con quelle delle molecole di un gas. Queste posizioni sono uno scientismo tecnicistico da inquadrare nelle posizioni "analitiche" della filosofia contemporanea contrapposte a quelle "continentali" che valutano la presenza umana nelle senso della profondità storica. La cultura, le tradizioni, la visione del mondo di un'epoca influenzano l'uso della energia in un modo o in un altro, ma con una successioni di eventi che non possono essere racchiusi in una formula matematica. L'invenzione dell'energia atomica e della bomba nucleare ha cambiato la storia, Ma non nel senso di quello che si sarebbe potuto prevedere solo dal fatto che ci fosse più energia disponibile. Oggi le nazioni nuclearizzate sono in prevalenza a bassa crescita demografica, e i grandi flussi migratori da sovrappopolazione provengono da aree povere, dove si consuma poca energia. Certo poi ci sono i fattori geopolitici e le aspettative. Ma l'energia disponibile è anche il fattore chiave per far evolvere la tecnologia. Diciamo che è più la tecnologia ad influenzare i tassi di natalità che l'energia disponibile. Ma secondo uno strano coktail: un certo grado di tecnologia (non elevato) mescolato a popolazioni con culture arretrate porta ad esplosioni dei tassi di natalità. Man mano che la tecnologia progredisce e le tradizioni culturali di quel popolo si modificano in senso di maggiore modernità (effetto mediato in parte dal progresso tecnologico), i tassi di natalità scendono. Così economie sviluppate passano da livelli di natalità inizialmente alti (in corso di sviluppo) a livelli stazionari nei paesi pienamente sviluppati come economia. La relazione tra livelli di energia disponibile e livelli di natalità quindi non è assolutamente lineare e meccanica, ma complessa e multifattoriale e legata a storia, cultura, eventi, tecnologia, curve di sviluppo, eccetera.

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    1. > Diciamo che è più la tecnologia ad influenzare i tassi di natalità che l'energia disponibile.

      Mmmh

      > un certo grado di tecnologia (non elevato) mescolato a popolazioni con culture arretrate porta ad esplosioni dei tassi di natalità

      Infatti: Israele e la Francia non sono certo paesi arretrati tecnologicamente ma sono pessimi per la loro crescita demografica (la crescita demografica è molto vicina all'aggressività di una nazione).
      Io lo chiamo il pattern "antibiotico sì, pillola no".
      I paesi arabi, ad esempio, sono abbastanza tecnologizzati, non meno tecnologizzati rispetto ai paesi ex-comunisti: eppure essi sono in esplosione demografica.
      Non è neppure il reddito, visto che paesi di reddito simili hanno tendenze opposte (si pensi ad esempio a Francia e Germania).

      la peggiore condizione è in genere povertà - tecnologia a metà - religiosismo. E' il motivo per cui Africa e parte dei paesi islamici sono bombe demografiche in crescita fuori controllo.
      Secondo in gravità il connubbio tecnologia a metà - religiosismo che caratterizza i rimanenti paesi islamici.
      I ricchi paesi arabi del golfo, ad esempio, hanno tassi di crescita mostruosi anche se redditi elevati.

      I paesi nei quali le donne sono emancipate, hanno scelta nel controllo della riproduzione, forme di reddito, in genere, sono paesi nei quali la demografia è meno grave o addirittura virtuosa (decrescitiva).

      Bisogna dire che la rimozione dell'inquinamento religioso tradizionale avvenuta nei paesi comunisti ha contribuito grandemente a elevare la donna dal ruolo di fattrici sfornapargoli.
      Si consideri la Cina, Cuba oppure gli ex paesi dell'URSS.

      E' proprio il duo tecnologia - religiosismo che è nefasto. La povertà peggiora ancora le cose.

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    2. Per dati concreti che spazzano via le elucubrazioni, anche riguardo la religione, consiglio le conferenze TED di hans rosling.
      http://www.ted.com/speakers/hans_rosling
      I link alle conferenzen sottotitolate anche in italianon sono verso la meta' delle pagina web.
      Ad esempio questa:
      http://www.ted.com/talks/hans_rosling_religions_and_babies
      Rosling e' un grande.

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  8. "che più energia porti a più popolazione è un retaggio del positivismo"

    Be' non proprio del positivismo in senso lato: diciamo di quel positivismo che si e' evoluto nel materialismo dialettico: i nostri nostalgici infatti ritengono che la popolazione vada misurata in termini di impronta ecologica, e non del numero dei suoi componenti (nel qual caso comunque +energia = +popolazione). Del resto e' la stessa ideologia per la quale i voti vanno pesati e non contati. E per la quale alcuni "illuminati" sono piu' uguali di altri, e le loro opinioni valgono di piu'.

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    1. > i nostri nostalgici infatti ritengono che la popolazione vada misurata in termini di impronta ecologica, e non del numero dei suoi componenti

      No.
      Il problema dei sinistri e dei cocomeri è proprio che essi rifiutano di considerare l'impronta ecologica totale (quella che ha un senso, che è ecologicamente determinante) e si basano sul numero di homo ovvero sull'impronta ecologica pro capite.
      Come scrivevo a casa "L'ecologia è assolutista, se ne fotte se il mare è vuoto perché tanti mangiano poco o pochi mangiano tanto: è vuoto e basta".

      E' l'ideologia in cui ugualizzazione e la demagogia del più consumismo per tutti (la parafrasi del motto berlusconista la dice lunga sulla contiguità demagogica), del terzomonsismo d'accatto) del diritto (?) alla procreazione, del diritto (?) ad andare in qualsiasi numero in qualsiasi posto, etc. .
      Un coacervo di stupide fanfaluche campate per aria che non ha alcuna corrispondenza con i limiti della realtà, fisici, oggettivi.
      Da questo punto la demagogia di destra è meno inquinante, perché almeno rimuove l'ugualizzazione.

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