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sabato 29 dicembre 2012

GUERRA DI SPIE TRA FRANCIA E CINA PER LA CORSA AL NUCLEARE




Nel mentre in Italia ci si crogiola con i mulini a vento e gli specchietti solari che dovrebbero essere l’ “energia del futuro”, e altre favolette simili, i paesi che stanno effettivamente lavorando per il loro futuro si fanno la guerra di spie per impossessarsi dei segreti del nucleare di terza generazione. I cinesi sono sempre stati avidi dei segreti atomici francesi, e si sa negli ambienti tecnici specializzati, che le numerose centrali nuclaeari funzionanti in Cina  sono basate soprattutto sulle tecnologie costruttive sviluppate dai francesi.
Della nuova guerra di spionaggio si è saputo da un articolo del “Canard enchainé”, il settimanale più informato sui fatti “non alla luce del sole” della classe dirigente di Parigi.
Il «Canard» mette il becco in casa Edf, il gigante pubblico dell’elettricità (156 mila impiegati, 65,3 miliardi di fatturato) e rivela che l’Ispettorato generale delle Finanze, formato da alti funzionari del relativo ministero, sta indagando su un misterioso accordo firmato nel novembre 2011 da Henri Proglio, boss di Edf, con la Cgnpc, la China Guangdong Nuclear Power Company. Oggetto: la realizzazione in Cina di un nuovo reattore nucleare di tipo Epr. Con due stranezze: non sono chiari i termini del trasferimento di know-how ai cinesi e, misteriosamente, all’accordo non è associato l’altro colosso del nucleare francese, Areva (47 mila dipendenti, 8,8 miliardi di fatturato), cosa tanto più strana perché è Areva che costruisce le centrali: Edf si limita a sfruttarle. Fatto sta che l’11 aprile scorso il Comitato strategico di Edf boccia l’accordo. Di più: interviene l’Agenzia delle partecipazioni di Stato e di conseguenza il 18 aprile, pochi giorni prima delle elezioni, il ministro sarkozysta dell’Economia, François Baroin, lo blocca.  Nel frattempo, Edf ridiscute con i cinesi includendo stavolta anche Areva. Il risultato è un accordo a tre, i due francesi e la Cgnpc, firmato il 19 ottobre ad Avignone, per sviluppare insieme un nuovo reattore da mille megawatt”
  (Da un articolo de La Stampa dei giorni scorsi).

L’accordo è stato firmato in gran segreto, senza la presenza di alcun ministro francese, e nessuno ha spiegato a quali tecnologie abbiano accesso i cinesi e in cambio di cosa. 
Una sindacalista di Areva, Maureen Kearney,  comincia a insistere per saperne di più. Minaccia azioni legali, contatta ministri e deputati, allerta la stampa. Il 17 dicembre, a casa sua, viene assalita, legata, minacciata e infine i misteriosi aggressori se ne vanno disegnandole addosso una «A». Insomma la vicenda assume tutti i caratteri di una vera guerra di spionaggio, al cui centro sta la sospetta trasmissione di segreti nucleari francesi, riguardanti le centrali di nuova generazione, sul cui sviluppo è in atto una corsa ad accaparrarsi la tecnologia tra tutti i principali paesi del mondo sviluppato, considerandola la nuova fonte di energia del futuro in presenza di una salita ormai costante dei prezzi del petrolio (tutti gli indicatori dicono che il picco di produzione è ormai raggiunto) e di un probabile futuro stop all’energia basata  sulla liberazione di carbonio in atmosfera.
“Finché mercoledì il «Canard» fa esplodere la bomba. Di inchieste su Proglio ce ne sarebbero addirittura due: una delle Finanze, che vogliono sapere se davvero, nell’accordo originale, era previsto di consegnare ai cinesi «i codici di calcolo francesi riservati», «gli strumenti di simulazione» e l’accesso al segreto «centro di crisi di Edf» e alla sua non meno segreta «documentazione operativa». L’altra dei servizi segreti, che indagherebbero «sulla natura dei legami fra i dirigenti Edf e i loro partner cinesi».” (Da  il quotidiano La Stampa).
Il portavoce di Edf, Hervé Machenaud, ha negato che l’accordo sottoscritto metta in pericolo i segreti atomici francesi e che vi siano passaggi di conoscenze tecnologiche innovative e ancora riservate. Nel frattempo il ministero dell’Economia francese sta esaminando tutta la questione per fare un bilancio complessivo e sembra che Henri Proglio, non molto amato da Hollande, possa rischiare il posto.
A commento della vicenda posso solo aggiungere alcune considerazioni: sebbene in pubblico se ne parli poco, per evidenti ragioni di opportunità politica, nelle principali economie del mondo dagli Usa, al Brasile, alla Francia, alla Germania, alla Russia, alla Cina e India, fervono gli studi, i progetti e le realizzazioni – alcune già operative, altre in parte ancora sperimentali- per le centrali di terza e quarta generazione. Le ricerche, come risulta dai siti dedicati, vanno avanti anche in Italia. Ma in Italia i politici non ne possono parlare. Da noi impera la demagogia del politically correct. E ciò significa che quando si parla in pubblico di futuro dell’energia si possa solo parlare di fotovoltaico ed eolico. Energie cosiddette rinnovabili che nelle maggiori economie mondiali sono considerati marginali e tutt’al più, di supporto. Quello che molti ambientalisti non comprendono è che non si tratta solo di banale strategia energetica. Sulle opzioni energetiche è in gioco tutto l'assetto geopolitico dei prossimi decenni. Chi avrà a disposizione energia in quantità elevata ad un prezzo basso sarà in grado di assumere la guida economica e politica in vaste aree del pianeta. In presenza di prezzi del petrolio crescenti (per il picco raggiunto e per i maggiori costi di estrazione del "tight oil") e in presenza di tassi di carbonio atmosferico crescenti anch'essi, i consumi di carbone, gas e petrolio andranno incontro ad un platou con lenta discesa. A quel punto chi avrà a disposizione energia a zero emissioni di carbonio e a costi compatibili con i vecchi idrocarburi, avrà il potere economico, politico (e militare) per dettare le politiche future, comprese quelle ambientali e demografiche.  Ciò significa che c'è il rischio per l'Italia di rimanere indietro, e di dover ricorrere sempre di più in futuro a fonti energetiche tutt'altro che Carbon-free, anzi all'opposto Carbon-full, insieme alle economie più arretrate. La nave Italia continuerà a viaggiare a tutto vapore, anzi a tutto carbone, verso le coste dell'Africa.  Il futuro si giocherà sul nucleare di fissione di terza-quarta generazione e, tra qualche decennio, sulle centrali a fusione (l’Unione Europea continua a finanziare il progetto Iter). E’ solo da noi in Italia -questo disgraziato paese fatto di demagoghi ideologici e sognatori cialtroni- che ci si continua a illudere con le favole stile “mulino bianco”.






2 commenti:

  1. Quindi visto che lo ha scelto anche la Cina,oltre alla Finlandia,l'india e l'italia (era quella la tecnologia su cui aveva puntato enel) devo presumere che
    il reattore EPR si è affermato come standard a danno di quello che proponevano gli americani.



    ps
    ma il pezzo dove dici che siamo vicini al picco è tuo o anche quello lo hai preso da un quotidiano?
    (sarei sorpreso se mi rispondessi la seconda...)

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  2. E' mio, non era trattato nel pezzo del quotidiano. Per i riferimenti ti rinvio al mio post sulle "vere cause della crisi economica mondiale" di qualche giorno addietro: http://sovrappopolazione.blogspot.it/2012/12/le-vere-cause-della-crisi-economica.html.
    Ulteriori riferimenti sul picco del petrolio li puoi trovare sul blog di Ugo Bardi, o sul sito ufficiale di ASPO italia. Ma, al di là delle opinioni, è sufficiente guardare le curve dei prezzi del barile di petrolio, comprese le previsioni per i prossimi anni. Continuando a pagare il doppio per l'energia, l'Italia non uscirà mai dalla recessione o da uno sviluppo stentato. La ricchezza si sta trasferendo e si trasferirà sempre più in futuro verso aree con popolazioni più culturalmente attrezzate.

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