Nel
mentre in Italia ci si crogiola con i mulini a vento e gli specchietti solari
che dovrebbero essere l’ “energia del futuro”, e altre favolette simili, i
paesi che stanno effettivamente lavorando per il loro futuro si fanno la guerra
di spie per impossessarsi dei segreti del nucleare di terza generazione. I
cinesi sono sempre stati avidi dei segreti atomici francesi, e si sa negli
ambienti tecnici specializzati, che le numerose centrali nuclaeari
funzionanti in Cina sono basate soprattutto sulle tecnologie costruttive sviluppate dai francesi.
Della
nuova guerra di spionaggio si è saputo da un articolo del “Canard enchainé”, il
settimanale più informato sui fatti “non alla luce del sole” della classe dirigente
di Parigi.
“Il «Canard» mette il becco in casa
Edf, il gigante pubblico dell’elettricità (156 mila impiegati, 65,3 miliardi di
fatturato) e rivela che l’Ispettorato generale delle Finanze, formato da alti
funzionari del relativo ministero, sta indagando su un misterioso accordo
firmato nel novembre 2011 da Henri Proglio, boss di Edf, con la Cgnpc, la China
Guangdong Nuclear Power Company. Oggetto: la realizzazione in Cina di un nuovo
reattore nucleare di tipo Epr. Con due stranezze: non sono chiari i termini del
trasferimento di know-how ai cinesi e, misteriosamente, all’accordo non è
associato l’altro colosso del nucleare francese, Areva (47 mila dipendenti, 8,8
miliardi di fatturato), cosa tanto più strana perché è Areva che costruisce le
centrali: Edf si limita a sfruttarle. Fatto sta che l’11 aprile scorso il
Comitato strategico di Edf boccia l’accordo. Di più: interviene l’Agenzia delle
partecipazioni di Stato e di conseguenza il 18 aprile, pochi giorni prima delle
elezioni, il ministro sarkozysta dell’Economia, François Baroin, lo blocca.
Nel frattempo, Edf ridiscute con i cinesi includendo stavolta anche
Areva. Il risultato è un accordo a tre, i due francesi e la Cgnpc, firmato il
19 ottobre ad Avignone, per sviluppare insieme un nuovo reattore da mille
megawatt”
(Da un articolo de La Stampa dei giorni
scorsi).
L’accordo
è stato firmato in gran segreto, senza la presenza di alcun ministro francese,
e nessuno ha spiegato a quali tecnologie abbiano accesso i cinesi e in cambio
di cosa.
Una
sindacalista di Areva, Maureen Kearney, comincia a insistere per saperne di
più. Minaccia azioni legali, contatta ministri e deputati, allerta la stampa.
Il 17 dicembre, a casa sua, viene assalita, legata, minacciata e infine i
misteriosi aggressori se ne vanno disegnandole addosso una «A». Insomma la
vicenda assume tutti i caratteri di una vera guerra di spionaggio, al cui
centro sta la sospetta trasmissione di segreti nucleari francesi, riguardanti
le centrali di nuova generazione, sul cui sviluppo è in atto una corsa ad
accaparrarsi la tecnologia tra tutti i principali paesi del mondo sviluppato,
considerandola la nuova fonte di energia del futuro in presenza di una salita ormai
costante dei prezzi del petrolio (tutti gli indicatori dicono che il picco di produzione è ormai raggiunto) e di un probabile futuro stop all’energia basata sulla liberazione di carbonio in atmosfera.
“Finché
mercoledì il «Canard» fa esplodere la bomba. Di inchieste su Proglio ce ne
sarebbero addirittura due: una delle Finanze, che vogliono sapere se davvero,
nell’accordo originale, era previsto di consegnare ai cinesi «i codici di calcolo
francesi riservati», «gli strumenti di simulazione» e l’accesso al segreto
«centro di crisi di Edf» e alla sua non meno segreta «documentazione
operativa». L’altra dei servizi segreti, che indagherebbero «sulla natura dei
legami fra i dirigenti Edf e i loro partner cinesi».” (Da il quotidiano La Stampa).
Il
portavoce di Edf, Hervé Machenaud, ha negato che l’accordo sottoscritto metta
in pericolo i segreti atomici francesi e che vi siano passaggi di conoscenze
tecnologiche innovative e ancora riservate. Nel frattempo il ministero
dell’Economia francese sta esaminando tutta la questione per fare un bilancio
complessivo e sembra che Henri Proglio, non molto amato da Hollande, possa
rischiare il posto.
A
commento della vicenda posso solo aggiungere alcune considerazioni: sebbene in
pubblico se ne parli poco, per evidenti ragioni di opportunità politica, nelle
principali economie del mondo dagli Usa, al Brasile, alla Francia, alla
Germania, alla Russia, alla Cina e India, fervono gli studi, i progetti e le
realizzazioni – alcune già operative, altre in parte ancora sperimentali- per
le centrali di terza e quarta generazione. Le ricerche, come risulta dai siti
dedicati, vanno avanti anche in Italia. Ma in Italia i politici non ne possono
parlare. Da noi impera la demagogia del politically correct. E ciò significa
che quando si parla in pubblico di futuro dell’energia si possa solo parlare di
fotovoltaico ed eolico. Energie cosiddette rinnovabili che nelle maggiori
economie mondiali sono considerati marginali e tutt’al più, di supporto. Quello che molti ambientalisti non comprendono è che non si tratta solo di banale strategia energetica. Sulle opzioni energetiche è in gioco tutto l'assetto geopolitico dei prossimi decenni. Chi avrà a disposizione energia in quantità elevata ad un prezzo basso sarà in grado di assumere la guida economica e politica in vaste aree del pianeta. In presenza di prezzi del petrolio crescenti (per il picco raggiunto e per i maggiori costi di estrazione del "tight oil") e in presenza di tassi di carbonio atmosferico crescenti anch'essi, i consumi di carbone, gas e petrolio andranno incontro ad un platou con lenta discesa. A quel punto chi avrà a disposizione energia a zero emissioni di carbonio e a costi compatibili con i vecchi idrocarburi, avrà il potere economico, politico (e militare) per dettare le politiche future, comprese quelle ambientali e demografiche. Ciò significa che c'è il rischio per l'Italia di rimanere indietro, e di dover ricorrere sempre di più in futuro a fonti energetiche tutt'altro che Carbon-free, anzi all'opposto Carbon-full, insieme alle economie più arretrate. La nave Italia continuerà a viaggiare a tutto vapore, anzi a tutto carbone, verso le coste dell'Africa. Il
futuro si giocherà sul nucleare di fissione di terza-quarta generazione e, tra
qualche decennio, sulle centrali a fusione (l’Unione Europea continua a
finanziare il progetto Iter). E’ solo da noi in Italia -questo disgraziato paese fatto di demagoghi ideologici e sognatori cialtroni- che ci si continua a illudere
con le favole stile “mulino bianco”.
Quindi visto che lo ha scelto anche la Cina,oltre alla Finlandia,l'india e l'italia (era quella la tecnologia su cui aveva puntato enel) devo presumere che
RispondiEliminail reattore EPR si è affermato come standard a danno di quello che proponevano gli americani.
ps
ma il pezzo dove dici che siamo vicini al picco è tuo o anche quello lo hai preso da un quotidiano?
(sarei sorpreso se mi rispondessi la seconda...)
E' mio, non era trattato nel pezzo del quotidiano. Per i riferimenti ti rinvio al mio post sulle "vere cause della crisi economica mondiale" di qualche giorno addietro: http://sovrappopolazione.blogspot.it/2012/12/le-vere-cause-della-crisi-economica.html.
RispondiEliminaUlteriori riferimenti sul picco del petrolio li puoi trovare sul blog di Ugo Bardi, o sul sito ufficiale di ASPO italia. Ma, al di là delle opinioni, è sufficiente guardare le curve dei prezzi del barile di petrolio, comprese le previsioni per i prossimi anni. Continuando a pagare il doppio per l'energia, l'Italia non uscirà mai dalla recessione o da uno sviluppo stentato. La ricchezza si sta trasferendo e si trasferirà sempre più in futuro verso aree con popolazioni più culturalmente attrezzate.