La prima cosa che colpisce in questa nuova edizione della conferenza Coherence sulle nuove tecnologie energetiche, in particolare le LENR, è la folta presenza di pubblico.
Per
impegni di lavoro ho potuto partecipare solo ad una parte del convegno , organizzato dal professor Vincenzo Valenzi, tenutosi venerdì 14
dicembre alla sala dell’Aviatore di Roma.
Riporto le impressioni sugli interventi cui ho potuto assistere.
Interviene Bob Greenyer del MFMP,
un progetto nato in onore di Martin Fleishmann con l’intento di portare avanti
le ricerche sulle LENR e che attualmente in America sta sperimentando alcuni materiali per la produzione di energia tra cui il
reattore di Francesco Celani. Come fa giustamente notare Passerini sul suo
blog, Greenyer è venuto dall’India (dove si trovava per un congresso), mentre
dalla vicinissima università La Sapienza non è venuto nessuno. Prende la
parola poi l’ex ministro Mattioli
che sottolinea il comportamento “vergognoso” della scienza ufficiale sulle
LENR. Secondo Mattioli la soglia di instabilità del pianeta è ormai superata e
ci dobbiamo confrontare con due crisi che si stanno intersecando: la crescita
demografica che devasta l’ambiente e il problema energetico. E’ poi la volta di Bartolucci (INFN)
che pone alcuni punti fermi sulle LENR: c’è sicuramente eccesso di energia
rispetto a quella immessa. E’ dimostrata
la produzione di Trizio ed Elio. Il trizio è troppo per essere ignorato,
troppo poco per essere collegato al calore anomalo. Un’altra presenza
dimostrata è l’emissione di gamma, ma non costante, a lampi. Inoltre non in
tutti i sistemi Lenr si registrano raggi gamma. Infine si trovano elementi da
trasmutazioni nucleari, in particolare rame in isomeri non naturali. Un problema
è l’incostanza dei risultati: effettuando repliche -anche se si utilizza lo
stesso materiale e lo stesso identico apparecchio-, non si ottengono spesso gli
stessi risultati. Una critica che
Bartolucci rivolge a molti sperimentatori LENR è che non riportano i margini di
errore delle misurazioni, specie quelle calorimetriche. Bartolucci si spinge ad
ipotizzare una influenza ambientale: in certi siti la reazione avviene, in
altri no. Una maggiore costanza si
ha utilizzando i reticoli metallici e le nanoparticelle, ma non ancora
ottimale. Sui meccanismi in gioco Bartolucci ipotizza fenomeni come la
condensazione di Bose-Einstein, o fenomeni di superconduttività. Rapide
variazioni di resistenza potrebbero essere state scambiate per eccesso di
calore.
Interviene
Ubaldo Mastromatteo il quale
rivela che ST
Microelectronics, impresa a cui appartiene, si occupa di LENR dal 1994. Ricorda
una serie di esperimenti condotti dal 2003 in collaborazione con il professor
Nassisi dell’Università di Lecce, in cui si sono studiati i fenomeni di
assorbimento di idrogeno (e Deuterio) da parte dei metalli. Un sottile strato
di Palladio, alternato a strati di ossido di titanio, veniva messo in ambiente a pressione di idrogeno o Deuterio
e irradiato usando Laser al Neon o a eccimeri, a bassa potenza. Si
verificavano, con una certa costanza, trasmutazioni con produzione di tutti
materiali con peso atomico inferiore ai materiali di partenza (Na, Mg, K, Cl,
Ca, alluminio) secondo proporzioni diverse a seconda se si usa l’idrogeno o il
deuterio. Con l’idrogeno inoltre
ci sono materiali come cobalto e cromo che non si trovano quando si usa il
deuterio. Con quest’ultimo gas le reazioni avvengono anche in assenza di
stimolazione laser, forse per la presenza di radiazione cosmica di fondo.
Studiando le lastre di palladio si nota che le reazioni esotermiche (punti in
cui la lastra è fusa) avvengono solo in zone determinate, in altre no. Si è
ipotizzato che la zonalità avviene in quanto le reazioni esotermiche avvengono
solo in presenza di più particelle incastrate nel reticolo. In quei punti in
cui sono più particelle avverrebbe la reazione. L’Elio sarebbe un prodotto di
fissione del palladio. Si è studiato anche un sistema composto da uno strato di
nanoparticelle di Nichel immerse in atmosfera di idrogeno a 500 mbar e portato
a temperatura di 400 °C. Anche in questo caso avviene un eccesso di calore con
punti di fusione della superficie. Non si sono registrate emissioni gamma,
mentre si sono rilevati 5-6 neutroni l’ora. Evidentemente non c’è fusione tra H
e Ni. Recentemente ST Microelectronics ha iniziato a studiare reazioni con il
filo di Costantana di Celani: si è visto che il filo non ha iniziato subito a
produrre calore. Ma quando inizia
a produrre calore, lo fa
stabilmente, rimanendo attivo. Una volta attivato il filo aveva bisogno
di meno potenza di input per dare lo stesso output. Sul filo di Celani,
Mastromatteo ha riscontrato, oltre all’eccesso di potenza, anche le
trasmutazioni ormai viste in tanti esperimenti. Qualcuno dal pubblico contesta
che gli elementi trovati potrebbero essere inquinanti e non derivati da
trasmutazioni. Mastromatteo, richiamandosi ai grafici di analisi spettroscopica
mostrati, dice che avrebbe dovuto essere molto bravo ad inquinare sempre allo
stesso modo e con i medesimi rapporti quantitativi. Dopo un breve intervento
del professor Abundo, presente con alcuni studenti con cui ha sviluppato il suo
reattore sperimentale, inizia a parlare il professor Celani. Poco prima ho
dovuto abbandonare la sala per gli impegni di lavoro. Riporto pertanto
l’intervento di Celani riprendendolo dal sito 22passi:
13.00 Ha iniziato a parlare Francesco Celani. Ha premesso
che lavorando col Palladio si ottiene sempre qualche risultato, ma - ahimè -
quasi sempre rompendo e rendendo non più utilizzabile il campione. Inoltre il
prezzo del Palladio è ulteriormente salito a causa della grande richiesta
dell'industria automobilistica per le marmitte catalitiche. Ecco perché il
gruppo di ricerca di Celani ha cercato nuove strade. Preso atto che il
Nichel funzionava quanto il Palladio, se non meglio, hanno cercato altri
materiali, fino ad arrivare alla fine al filo di costantana (lega di Rame e
Nichel) con superficie elaborata a livello nanometrico. La costantana ha - è
ben documentato in letteratura - una resistenza quasi costante al variare della
temperatura ed era un ottimo candidato per assorbire l'idrogeno, ma non così
com'è. Portandola a temperatura superiore ai 600° si "danneggia" in
modo tale da riuscire a caricare idrogeno. Ha appena spiegato (pag. 29
dell'articolo di cui al link precedente) che una volta caricata di Idrogeno la
costantana perde la caratteristica della resistenza costante e acquista nuove
proprietà (pag. 30). Hanno trovato dunque correlazione tra caricamento
dell'Idrogeno, diminuzione della resistenza della costantana, aumento di
eccesso di calore nel sistema. Celani ribadisce che il fenomeno avviene
all'interno del reattore (e non dipende da condizionatori e stufette esterne
come sostengono certi critici!) e che una minima instabilità
ambientale favorisce solo l'innesco della reazione. Per caso (c'era una piccola
perdita nella cella) si sono poi accorti che al diminuire della pressione del
gas la reazione migliorava... Celani ritiene di aver compreso il meccanismo di
ciò, ma ne parlerà in altra occasione (oggi si è già abbondantemente sforato
nei tempi da parte di tutti) Tra tante prove hanno anche provato a scaricare
dall'Idrogeno la costantana (è complicato, ma ci si può riuscire) e a
ricaricarla una seconda volta, scoprendo che il processo è perfettamente
riversibile: nel filo s'innescava la reazione esattamente come dopo che era
stato caricato la prima volta. Hanno poi osservato che sostituendo il Deuterio
all'Idrogeno, si hanno deboli emissioni gamma (non pericolose), ma il filo si è
fuso. Sottolinea che i risultati ottenuti a Roma, sono stati riottenuti questa
estate ad Austin, in occasione del convegno della National Instruments,
utilizzando strumentazioni differenti (le migliori) e sotto la supervisione dei
migliori tecnici esperti in misurazioni del mondo. Portato in Corea subito
dopo, il reattore ha nuovamente prodotto eccessi di calore osservabili e
registrabili. Da qui l'idea di rendere disponibile il filo di costantana a più
ricercatori possibili, in modo che partisse una campagna di repliche. Degno di
noto è il lavoro "open source" e totalmente trasparente del MFMP che
coinvolge una ventina di ricercatori in tutto il mondo. Celani inizia a mostrare
un report avuto appunto dal MFMP. Celani spiega che il MFMP ha riscontrato
15-30W/g di eccesso di potenza una volta superata una certa soglia di
attivazione.
Il convegno è poi proseguito nel pomeriggio, con le relazioni
sul piezonucleare su cui hanno riferito il ricercatore Amedeo Manuello e il
professor Yogendra Srivastava.
Dalla conferenza Coherence 2012 apprendiamo dunque che la
ricerca sulla cosiddetta fusione fredda va avanti in tutto il mondo. Negli
Stati Uniti è sorta una fondazione di ricerca, la Martin Fleischmenn Memorial
Project, che sta portando avanti le sperimentazioni tra cui quella sul reattore
messo a punto da Celani. Anche in Italia la ricerca sulle Lenr va
avanti e da anni sono in campo alcune università e imprese come la ST Microelectronics.
I risultati ci sono, le misurazioni concordano nel dimostrare eccesso di calore
e trasmutazioni. Siamo ancora lontani, a livello ufficiale, da una dimostrata
utilizzabilità della nuova energia, da un suo possibile sfruttamento. Siamo
lontanissimi da una accettabile spiegazione teorica dei fenomeni, e questo
condiziona tutto il resto, compreso il fatto che sebbene ci siano laboratori al
lavoro, si tratta ancora di piccoli laboratori, con pochi finanziamenti. Mentre
–vista l’importanza della posta in gioco- dovrebbero intervenire anche in
Italia i “grandi laboratori” con finanziamenti adeguati.
Intanto continuano gli annunci da parte di Rossi riguardo al
suo E-Cat. Gli annunci, fino ad ora, non sono stati seguiti da fatti concreti
che dimostrino l’efficienza e la reale commerciabilità del suo reattore. Le
notizie sono altalenanti e contrastanti. I tempi si allungano, senza adeguate spiegazioni. Ma la vicenda di
Rossi ormai rappresenta solo una parte, limitata, dell’interesse intorno alle
Lenr. Gli studi riguardano
istituti e ricercatori in ogni parte del mondo. Gli eccessi di energia ci sono,
le misurazioni sono state migliorate e certificate; manca ancora la costanza
della produzione e lo sviluppo di quantità tali di energia da renderla
commerciabile. E’ in movimento il
campo del piezonucleare, e molto interesse suscitano le trasmutazioni di
materiali, dimostrate in tanti laboratori. Dispiace che il mondo della scienza
ufficiale abbia sul fenomeno Lenr , posizioni di chiusura netta, a priori, e non
stupisce che questo avvenga soprattutto in Italia. Ma la ripetizione degli
esperimenti in tanti laboratori diversi
e la sempre più evidente riproducibilità, dimostra che non può trattarsi
banalmente di un abbaglio
collettivo, o di errori nelle misurazioni, nella taratura degli strumenti. Le
segnalazioni degli eccessi di energia si succedono ad un ritmo incalzante. Qualcosa c’è, e
Fleishman e Pons non si erano inventati nulla. Ci vuole ancora tempo per sapere se si tratta di una rivoluzione per il mondo o di una
semplice curiosità scientifica.
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