Possibile che il mondo sta andando verso la catastrofe e nessuna
forza politica in Italia ne prenda coscienza e ponga finalmente al centro
la salvezza della Terra? E' per questo che ogni volta che esce un programma
politico di qualunque tendenza sia, vado subito a leggermi i punti
qualificanti, nella speranza di trovarvi una presa in carico dei problemi reali
del pianeta senza paraocchi ideologici o, peggio, religiosi. La Carta di
Intenti dei Democratici e progressisti firmata qualche giorno fa è stata però
una ennesima doccia fredda, una occasione mancata nell'ottica di una mentalità
statalista e antropocentrica dura a morire. Risparmio al lettore le frasi
stereotipe sui diritti, sull'equità, sulla sostenibilità, sulla democrazia
partecipata, sui "grandi" piani, sulla ricerca, sulla condivisione
sociale, sulla equità di genere, sullo sviluppo "solidale" ed altre
amenità del politically correct che fanno del linguaggio di certi politici
l'equivalente delle litanie delle vecchie bigotte frequentatrici delle chiese
d'epoca ottocentesca. Nel documento domina ovunque un linguaggio generico e
fumoso (probabilmente dovuto alla necessità di mettere d'accordo parti
politiche e visioni frammentate e contrastanti). Arrivati ad un certo
punto della Carta si parla dei diritti della donna in ambito lavorativo:
"Serve un grande piano per aumentare e migliorare
l’occupazione femminile, contrastare la disparità nei redditi e nelle carriere,
sradicare i pregiudizi sulla presenza delle donne nel mondo del lavoro e delle
professioni. A tale scopo è indispensabile alleggerire la distribuzione del
carico di lavoro e di cura nella famiglia, sostenendo una riforma del welfare,
politiche di conciliazione e condivisione e varando un programma straordinario
per la diffusione degli asili nido".
Fin qui nulla da dire, se non ché il compilatore della Carta si
spinge a questo punto oltre il dovuto e si incarta nella frase conclusiva del
ragionamento:
"Anche grazie a politiche di questo tipo sarà possibile
sostenere concretamente le famiglie e favorire una ripresa della natalità"...
Ma come, il mondo sta soffocando sotto le polluzioni di sette
miliardi di persone, avviati a diventare presto 10 miliardi, e quello che si
augurano i "democratici e progressisti" è che in Italia vi sia una
ripresa della natalità! Sembra di stare a sentire Casini, o i monsignori della
Curia. Dunque non basta che in Italia si sia passati in pochi anni da 50 a 60
milioni di abitanti, se ne auspicano tanti altri e questo, purtroppo, da chi si
definisce laico e progressista. Viene il sospetto che il progresso auspicato
sia quello del cemento, della costruzione degli edifici e delle colate di
asfalto a scapito di quel poco verde che è ancora rimasto nel nostro povero
paese. tanto più che nella Carta di Intenti non è previsto alcun contrasto alla
immigrazione clandestina anzi:
"Sul piano dei diritti di cittadinanza l’Italia attende da
troppo tempo una legge semplice ma irrinunciabile: un bambino, figlio d’immigrati,
nato e cresciuto in Italia, è un cittadino italiano. L’approvazione di
questa norma sarà simbolicamente il primo atto che ci proponiamo di compiere
nella prossima legislatura".
Il che
può essere anche accettabile se si accompagnasse ad un programma di contrasto
alla immigrazione illegale. Ma di questo non c'è traccia. Nessun accenno al riscaldamento globale in atto e a politiche energetiche che rallentino l'immissione di carbonio in atmosfera.
Anche
dal lato della lotta alla burocrazia corrotta che soffoca il paese nella carta
non c'è nulla, se non vuote parole di contrasto alla illegalità. Ma contro ciò
che è all'origine della burocrazia e della corruzione, cioè l'enorme espansione
del carrozzone statale costoso e inefficiente, si cerca invano qualcosa nella carta di intenti. Al contrario ci sono pericolosi programmi di
ampliamento dello stato e della burocrazia:
"Per
tutto questo, introdurremo normative che definiscano i parametri della gestione
pubblica o, in alternativa, i compiti delle autorità di controllo a tutela delle
finalità pubbliche dei servizi. In ogni caso non può venir meno una responsabilità
pubblica dei cicli e dei processi, che garantisca l’universalità di accesso e
la sostenibilità nel lungo periodo".
Traduco
dal politichese: più stato e più burocrazie a svolgere i servizi, i cicli e i
processi che a loro volta richiedono più stato e burocrazia che controllino i
servizi, i cicli e i processi...e così via all'infinito. Questo è quello che
propone il centro-sinistra laico e democratico. Ma quello che propone il
centro-destra non è molto diverso, nel campo della natalità e della
demografia si auspicano le stesse cose. Per non parlare del Centro cattolico che
vuole legare gli aiuti e gli sgravi fiscali al numero dei figli (esattamente il
contrario di quello che si dovrebbe fare!). E in quanto a burocrazia e
corruzione basta vedere quello che hanno combinato nel Lazio. Povera Italia
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