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lunedì 27 gennaio 2014

L’Europa che verrà




 Il politically correct vuole che non se ne parli, ma il dato esiste già: a Londra la popolazione non autoctona ha superato numericamente i “bianchi” autoctoni. L’effetto è dovuto a due fattori: l’alto tasso di natalità degli immigrati e dei loro discendenti (almeno per le prime generazioni) rispetto ai bassi tassi  degli autoctoni, e l’elevato numero di nuovi immigrati che arrivano ogni anno. Un’inchiesta di Giulio Meotti sul Foglio riferisce che entro sei anni Amsterdam, Rotterdam e Utrecht saranno a  maggioranza musulmana. Oggi più del 90 % della crescita della popolazione mondiale avviene in paesi in via di sviluppo i quali forniscono le masse di migranti che si avviano verso l’Europa e gli Stati Uniti. Quello che è avvenuto in Gran Bretagna costituisce un modello per quello che avverrà in tutto il resto del continente.  Londra è da sempre una delle mete più ambite dei migranti di tutto il mondo. Ogni anno la capitale inglese attira centinaia di migliaia di persone (nel 2012 sono entrati in Gran Bretagna, al netto dei rimpatri, 250 mila immigrati).  Oggi i cittadini di Londra (senza l’interland) sono 8,2 milioni di cui più del  50 % di origine straniera. In Europa solo Istambul e Mosca superano la capitale d’oltre Manica. Negli ultimi 10 anni  la popolazione della Gran Bretagna è aumentata del 14% e non si prevedono inversioni di tendenza, anche perché oltre a quella europea e asiatica, aumenterà nei prossimi anni l’immigrazione dall’Africa in pieno boom demografico.

“La popolazione di Londra è destinata ad aumentare in maniera esponenziale – spiega David Coleman, Professore di Politiche Sociali all’Università di Oxford, esperto di demografia- e la popolazione di tutto il paese continuerà ad aumentare in modo allarmante. Entro la metà del secolo, l’Inghilterra diverrà uno dei paesi più popolati d’Europa, arrivando a superare le dimensioni della Germania. Si calcola che ci saranno 116 milioni di cittadini in più, una significativa parte dei quali ricadranno sulla capitale, che già è ultra popolata”.
Se gli Stati Uniti hanno a disposizione spazio in abbondanza per rispondere ai bisogni di nuove costruzioni per dare casa e infrastrutture ai flussi di immigrati (specie Latinos), in Inghilterra lo spazio è agli sgoccioli. “La sensazione – spiega Ken Wachter, Professore di Demografia all’Università di Berkley- è che Londra funzioni come uno dei poli attrattivi del mondo e sempre più persone scelgono di vivere a Londra, centro finanziario, centro di studi universitari, centro economico e culturale. C’è però un limite al numero di cittadini che una città che funziona può tollerare, e senza dubbio Londra è sovrappopolata”. (Dal sito: www.l’Indro.it).

Nel resto d’Europa  i fenomeni immigratori sono già in atto da molti anni. Le trasformazioni sociali, demografiche e ambientali riguardano già in modo massiccio la Germania, la Francia, la Spagna, i paesi del nord Europa e l’Italia. Londra, Parigi, Berlino, la Megalopoli renana, con le banlieu e le periferie cementificate e industriali sono solo una prefigurazione di quello che avverrà in altre aree come Milano e Roma. La pressione demografica sta producendo profonde trasformazioni sociali ed anche architettoniche; la domanda di case e infrastrutture è molto alta, nonostante la crisi. A Londra si calcola una richiesta di 50.000 nuove abitazioni ogni anno, un poco meno per Berlino e Parigi. Sarà necessario risparmiare suolo verde, man mano che la richiesta aumenta, e vedremo così sorgere grattacieli e devastanti infrastrutture in tutte le aree megapolitane d’Europa. Il profilo di Londra si sta rapidamente modificando negli ultimi anni con alti grattacieli anche in aree contigue al centro storico. Lo stesso sta cominciando ad accadere a Milano ed in futuro potrebbe accadere a Roma che ha oggi una delle periferie più degradate e da “terzo mondo” d’Europa. Tra l’altro, in presenza del prevedibile massiccio afflusso di nuovi immigrati e della crescita demografica,  la costruzione di grattacieli sulle aree già degradate della periferia romana potrebbe essere l’unica maniera per salvare quel che resta del meraviglioso “Agro Romano” cantato da poeti e ritratto da pittori che nell’ottocento venivano appositamente nel Lazio da tutta Europa.  In presenza di un lungo declino economico, come molti economisti prevedono, e dello spostamento in altre aree di imprese e mercati, è probabile che insieme alle aree megapolitane si sviluppi il degrado ambientale, la violenza sociale collegata alla disoccupazione e sotto-occupazione, la droga, la criminalità organizzata, le tensioni tra gruppi etnici diversi, sempre più agguerriti man mano che divengono più numerosi in maniera da formare enclave, vere città socio-culturali separate all’interno della città megapolitana multiculturale. I tassi di natalità delle popolazioni immigrate si mantengono vicini al 30 per mille per anno, producendo un raddoppio della popolazione dei singoli gruppi etnici  in 20-25 anni, e producendo una richiesta di abitazioni che non è possibile soddisfare nei centri storici, anche per ragioni economiche collegate agli alti tassi di disoccupazione e ai bassi salari. I giovani si vanno quindi a trovare casa nelle periferie dove solo in parte l’espansione è controllata dalle costruzioni popolari e sociali a carico dello stato (in Italia vicine allo zero) . Spesso, come ad esempio a Roma o in altre grandi città del sud Europa, l’espansione è incontrollata, guidata da criteri speculativi quando non addirittura francamente abusiva, attuata senza strade, senza metropolitane, senza  mezzi di trasporto adeguati, andando così ad aggravare il degrado ambientale, la cementificazione di bassa qualità, l’inquinamento da materiali di scarto, emissioni nocive, lavorazioni illegali, polluzioni chimiche, rifiuti non trattati né differenziati. Questi processi stanno portando sotto i nostri occhi ad una profonda trasformazione dell’Europa, la cui economia è fortemente appesantita dalla crisi, con un ulteriore espansione della burocrazia di stato mentre il tradizionale sistema di welfare entra in crisi irreversibile e l’industria privata langue o fugge in altre aree. 

L' Onu prevede che, da qui al 2050, ogni anno trecentomila persone lascino il Bangladesh, e altrettante la Cina e l' India. Dal Messico partiranno in oltre duecentomila e dal Pakistan centosettantamila l' anno. Dove andranno? Gli Stati Uniti devono prepararsi ad assorbire un milione di nuovi immigrati l' anno, circa duecentomila ognuno per Canada e Gran Bretagna. In Italia nel 2012 sono entrati 351 mila immigrati (dati Istat).  In questa fiumana, l' Africa ha un posto di primo piano. Fino a oltre metà di questo secolo, mezzo milione di persone abbandonerà, ogni anno, il continente, per più di metà dai paesi al di sotto del Sahara.
in Nigeria, in viaggio verso il miliardo di abitanti, la densità di popolazione, oggi di duecento persone circa per chilometro quadrato, quasi a livello dell' Italia, dovrebbe passare a un incredibile 989 persone per chilometro quadrato. Pare inverosimile che questa pressione non si riversi all' esterno. Non è la sola ragione per cui le previsioni Onu in materia di migrazioni appaiono ottimistiche. Il rapporto si limita a considerare i numeri della demografia. Incrociateli con quelli del riscaldamento globale e il risultato è una miscela esplosiva.
Nonostante il silenzio degli ambienti accademici ufficiali, l’Italia si avvia a subire un profondo cambiamento demografico e ambientale di una realtà già oggi caratterizzata da cementificazione massiccia, inquinamento e degrado. Altri paesi europei sono più attrezzati di noi, sia in senso legislativo, di strutture di governo  ed economico, a far fronte e governare almeno in parte questo cambiamento. Noi, come al solito ci avviamo a subirlo nel peggiore dei modi. 

mercoledì 22 gennaio 2014

Guido Ceronetti: i condannati alla pena di vivere



Riporto il seguente articolo di Guido Ceronetti che non si può non condividere. L'attaccamento alla visione antropocentrica della vita umana come valore assoluto non può che portare alla più grande disumanità. In nome dell'uomo si giustifica l'inumano. Il male è sempre lo stesso, come nella sovrappopolazione: considerare la vita umana un bene assoluto in sé, distaccato da tutto il resto come una monade divina e senza pietà per gli altri esseri viventi e per la natura.

"I condannati alla pena di vivere" di Guido Ceronetti

la Repubblica | 22 Gennaio 2014

NON ho saputo di deplorazioni suscitate dalla permanenza di un qualcosa- di-vivente che fu il generale e il primo ministro Ariel Sharon, per circa otto anni, in coma protratto. Si è detto: è morto, ma aveva cessato di vivere otto anni prima!

E il mantenimento in un simile stato di un infelice essere umano — da obeso a spettro nutrito con le sonde e le flebo — viene considerata una fine da agonia normale? Ci siamo adattati mentalmente, moralmente, ad accettare tutto, purché ci resti un simulacro di esistenza mortale? Sbatti la questione in faccia a questi giubilanti ingoiatori di schegge arroventate, di qualunque portento gli venga dalla corte dei miracoli della Tecnologia onnipotente: vi fa o no arretrare di spavento la prospettiva del coma irreversibile protratto per anni e anni, in una sequenza di domani e dopodomani senza fine?
In un mio libro del 1971 fornivo alcuni dati ricavati da pubblicazioni inglesi. Tra le previsioni più ravvicinate (1975) c'era: «Accresciuto potere di protrarre la morte clinica », insieme a quest'altra meraviglia: «Cancellazione dei ricordi ». Per la fine del secolo XX, il più infame della storia umana, si prometteva quest'altro sollazzo: «Ibernazione e coma prolungati» e anche «Chimere umano-bestiali» (vedi l'isola del dottor Moreau, dove ci invita il genio anticipatore di Herbert George Wells), ma qui siamo un poco in ritardo.

Perl'oltreduemila il radioso futuro dei nostri poveri giorni era caratterizzato dall'arretramento illimitato della morte.Ricordo una mirabile sentenza di Flaiano: «Sei stato condannato alla pena di vivere. La domanda di grazia respinta». Ariel Sharon: otto anni da Englaro.
Eluana Englaro ebbe sepoltura e pace cinque anni fa, dopo essere stata liberata dal coma in cui giaceva priva di morte e orfana di vita da diciotto anni. Un sondino da bocca a stomaco alimentava questa sventurata creatura come un animale da esperimenti, ma quando il padre Beppino rese pubblico il caso per essere autorizzato a togliere da quell'orrore la figlia — ovviamente con tutte le cautele mediche necessarie — si scatenò la peggiore Italia, l'Italia nera, l'Italia dei senza pietà umana. Per farsi perdonare dai cardinali, Berlusconi ebbe un'uscita memorabile: — Può ancora avere figli!! — E impose una legge alla sua maggioranza in cui si vietava di vietare — anche contro la volontà espressa del paziente o degli stretti famigliari — la nutrizione forzata. La legge sul testamento biologico è ferma da allora (2007), per grazia di un Dio migliore dei suoi prelati (l'orripilante clausola del coma illimitato oggi difficilmente passerebbe): ma tuttora manca in Italia una legge che serva a schivare il ghignante inferno di un accanimento terapeutico in cui la sua stessa famiglia ha voluto Sharon per otto interminabili giri d'anno precipitasse. In Israele la legge laica non vieta di staccare la spina: la colpa di questo crimine di accanimento è del suo stesso sangue.
Purtroppo, contare qualcosa nel mondo è quasi sempre punito da un tacito accanimento per prolungare all'ex uomo potente, miserabilmente, la vita vegetativa. In compenso, la posizione elevata e la raggiunta frollitura dei nostri organi invecchiati sono una sufficiente barriera contro indesiderati espianti. Ma il grande generale israeliano ha subìto un intollerabile trattamento da Englaro e contro questa oscena pratica dobbiamo ringhiare minacciosamente. Se vogliamo (lo vogliamo?) definirci ancora umani.

lunedì 13 gennaio 2014

Paul Watson: fermare subito la crescita umana




Il seguente saggio di  Paul Watson, cofondatore di Greenpeace e della Sea Shepherd Conservation Society (una delle organizzazioni più importanti per la protezione dei mari) si trova all’interno del libro " La Vita in gioco . Gli ambientalisti si confrontano sulla sovrappopolazione " 2013 edito  da Philip Cafaro e Eileen Crist .  E’ un testo molto chiaro ed efficace  per spiegare la  crisi planetaria dovuta alla sovrappopolazione . Le pagine che seguono sono  solo una parte del saggio , che merita di essere letto integralmente al capitolo 11 " Le leggi dell’ Ecologia e Crescita della popolazione umana " . Traduzione personale.
Watson ci fa notare come l’assurda attività distruttiva dell’uomo rispetto all’ambiente in cui vive si basa su una dimenticanza di una verità fondamentale. Qual è questa verità? Essa è molto semplice, talmente semplice che gli esseri viventi forniti di intelletto e che si autodefiniscono “sapiens sapiens” l’hanno dimenticata e rimossa. La verità è questa: se viviamo in questo mondo è grazie alla attività di tantissime altre specie, dai batteri ai protozoi, alle piante e agli animali che ci forniscono gli elementi di base di cui sono costituiti i nostri corpi e che vanno a formare i cibi che mangiamo, a produrre l’aria che respiriamo, a purificare l’acqua che beviamo, a creare insomma le condizioni di possibilità della nostra stessa vita. Da arroganti quali siamo, sia come specie che come individui, nascondiamo a noi stessi questa realtà e ce ne fottiamo ampiamente di tutti gli altri esseri viventi: siamo talmente pieni di noi che badiamo soltanto a noi stessi, replicandoci come larve di coleottero o di cavallette e riempiendo il pianeta delle nostre “esternalità” come vengono eufemisticamente definite le polluzioni umane organiche,  inorganiche, prodotti industriali, cemento, asfalto, sostanze chimiche, gas, polveri, particolarti, veleni e altre polluzioni francamente tossiche. Un grande cancro  ogni giorno estende i suoi osceni e grigi tentacoli e invia metastasi sulla superficie della Terra, che perde il suo naturale manto  verde e e si ricopre di una uniforme  patina grigia  intorno alle  città e alle megalopoli, mentre nubi di smog asfissiante ricoprono intere aree delle terre  emerse  e gigantesche isole di plastica soffocano gli oceani uccidendo pesci e microorganismi marini.  Tale è la cecità della specie Homo che la spaventosa crescita demografica prosegue nella più totale indifferenza. Al contrario   su tv, giornali, radio, pulpiti di chiese e minareti,  siti web e sedi di partito si esalta ogni giorno la natalità umana che è sempre troppo bassa, si mostrano immagini che plaudono alla maternità e a nuovi numerosi bambini – “unica speranza” per sette miliardi di umani  che chiedono sempre più spazio e diritti per Homo e sempre più morte e annientamento per animali, piante, alberi, foreste.
Ringrazio Maria Luisa Cohen per la segnalazione dell’Articolo di Watson.



Le leggi dell’ecologia e la crescita della popolazione umana.

La Terra è un pianeta , ma poiché contiene ecosistemi complessi ed esseri viventi su un corpo celeste che sfreccia attraverso lo spazio , può anche essere descritta come una navicella spaziale .
Le entità viventi che compongono questo equipaggio spaziale sono milioni di specie che lavorano all'interno di diverse nicchie ecologiche per mantenere il complesso sistema di supporto vitale della nave . Il motore di base che fa funzionare la nave spaziale si compone delle specie che gli esseri umani guardano come le forme di vita più basse : batteri , insetti , plancton , piante , invertebrati e pesci.
Potremmo chiamarli i custodi o il personale di lavoro del Space-ship Earth . L'astronave in realtà appartiene a loro , non a noi. Sono loro che reggono il sistema Terra . Noi uomini siamo  solo i passeggeri . I custodi non hanno bisogno di noi , ma noi abbiamo bisogno dei custodi .
Noi esseri umani soffriamo per questa situazione che non ci rende padroni assoluti e ricorriamo  all'illusione di  possedere da soli  questo pianeta . Ma la realtà è che noi non siamo padroni assoluti . Non lo siamo mai stati e mai lo saremo . Noi non stiamo qui da molto tempo (se consideriamo la storia della Terra), e non saremo qui ancora a lungo se continueremo ad operare con il disprezzo delle regole dell’ ecologia e con la mancanza di rispetto totale verso l’intero equipaggio della nave .
Un sistema di supporto vitale richiede un po ' di regole organizzative . Dobbiamo respirare, e noi possiamo farlo solo  grazie agli alberi , alle piante, ai batteri e al plancton che rinnovano l’ossigeno e consumano l’anidride. Un'altra necessità  è l'acqua , e questa ha la sua qualità e può essere da noi usata e ingerita solo perché mantenuta pura  dalle zone umide , gli estuari, il plancton  e i batteri e dai cicli di ricircolo idrico garantiti dalle montagne, dai terreni adatti, dalle falde, dai corsi e bacini naturali di raccolta . Mangiare è un altro componente del nostro sistema di supporto vitale , e la nostra gratitudine deve estendersi ai batteri, ai microorganismi fissatori di azoto,  ai lombrichi , alle  api , ai coleotteri , alle formiche , alle piante e tanti  animali  per tale privilegio. Senza di loro non saremmo qui.  Dobbiamo anche avere un gradiente di temperatura confortevole in cui vivere . Ancora sono il  Plancton , le piante , gli animali a garantire che sia mantenuta l' integrità di un clima globale  adatto alla nostra vita. Infine , ci deve essere un meccanismo per il riciclaggio dei rifiuti . I batteri , le piante, gli insetti (i disprezzati insetti!) , i funghi e gli animali possono tutti prendersi il merito di questa funzione vitale e spesso sottovalutata . Perfino dentro di noi abbiamo miliardi di microorganismi che contribuiscono a disintossicare l’intestino e a darci  le vitamine e gli enzimi necessari.
La realtà ecologica è che nessuna specie può sopravvivere a lungo al di fuori delle leggi dell'ecologia . La violazione di queste leggi porta all'estinzione . Una violazione estrema di queste leggi porta ad un grande evento di estinzione . Questa è la situazione in cui ci troviamo in questo momento . Una specie , la nostra, ha violato radicalmente le leggi fondamentali dell'ecologia , piazzandoci nel bel mezzo di un grande evento di estinzione . Tra il 2000 e l'anno 2065 , perderemo più specie di piante e animali di quelle che il pianeta ha perso negli ultimi 65 milioni di anni. L' ultimo evento di  grande estinzione si è determinato quando una cometa entrò in collisione con la nostra astronave . Noi oggi, con la nostra stupidità, stiamo collidendo con la Terra in un modo ancora più devastante,


E' come se i passeggeri di un  transatlantico siano sempre in festa  ed in mezzo al lusso, mentre i lavori sporchi e il dover provvedere all'alimentazione siano a carico dei mozzi e dei marinai di basso rango , dei navigatori , e dell'equipaggio lasciati senza cibo e nella sporcizia, per poi ritrovarsi alla deriva , senza un posto dove andare e niente da mangiare o bere , e chiedendosi dove è andato l'equipaggio che lentamente è stato ridotto a morire di fame . Tutto ciò è molto sgradevole per i festaioli e  non è qualcosa che molte persone vogliono sentire .
Il problema più grande è che la maggior parte della gente non si preoccupa e si disinteressa di questi problemi. Quello che abbiamo è una apatia collettiva alimentata da distrazioni e diversivi . Ciò è evidente in quello che le società umane considerano importante. Per la maggior parte delle persone è importante la Religione , lo sport e il divertimento, in quanto costituiscono forme  di evasione collettiva di massa dalle realtà sgradevoli dell’ ecologia . Si consideri che il videogioco “World of Warcraft” ha  negli Usa oltre 11 milioni di abbonati , e non c'è al mondo una singola organizzazione dell'ambiente o della conservazione della natura  che possa eguagliare questo numero di sostenitori .
Le persone intelligenti ed interessate all’ecologia dichiarano di voler  abolire il diritto di caccia   e di non  volere  figli . Considerando che il numero di queste persone potrebbe difficilmente superare i giocatori regolari di “World of Warcraft“, ciò non fa ben sperare in una soluzione. Purtroppo i comportamenti corretti verso l’ambiente –se non sono intrapresi da tutti gli abitanti – possono portare ad effetti paradossali. Uomini e donne ecologicamente intelligenti che vogliono astenersi dalla riproduzione, di fatto lasciano il mondo nelle mani  degli ignoranti dal punto di vista ecologico e di coloro che sono affetti da arroganza antropocentrica . Chi si riproduce come conigli trasmette ai figli anche la cultura del riprodursi e l’ignoranza ambientale. Coloro che non fanno figli, o ne fanno uno o due, soccombono numericamente nel tempo. E con loro la coscienza del controllo demografico e della conservazione  ambientale. Se da parte delle persone sensibili alla biosfera ci si astiene dall’ avere figli  e gli    ignoranti ecologici si riproducono incessantemente , quelli che si sacrificano per il bene della Terra finiscono per agire come quegli uccelli cucù in estinzione , che pagano un prezzo biologico per far crescere invece il numero  di figli di persone che faranno ben poco per risolvere i nostri problemi . In questo modo, se non si prendono subito provvedimenti affinché tutti gli abitanti in ogni area del pianeta seguano politiche di controllo demografico, la popolazione crescerà in maniera ancora più grande , con una percentuale più alta di eco - stupidi .
Poi c'è l'immigrazione , che consente ai paesi meno responsabili come il Messico cattolico e il Pakistan mussulmano, di esportare il loro surplus numerico di abitanti in altri paesi mettendolo sulle spalle di chi –riducendo le nascite- ha migliorato l’economia . E poiché i paesi ricchi consumano molte volte più risorse pro capite rispetto ai paesi poveri , gli immigrati che si spostano da paesi poveri ai paesi ricchi aumentano il loro consumo enormemente , contribuendo a peggiorare i problemi ecologici globali . Avviene il contrario di quello che dovrebbe: invece di ridurre i nostri consumi, aumentano quelli di tutti gli altri.

I sostenitori della giustizia sociale saranno arrabbiati per le posizioni che sto sostenendo , ma la realtà è che le leggi dell'ecologia sono indifferenti a come gli esseri umani si trattano a vicenda . Alleviare la povertà e dare potere e diritti alle minoranze sono tentativi nobili , ma irrilevanti per  il fatto fondamentale che le risorse sono finite e  ci sono limiti alla crescita .
Come le popolazioni aumentano e la capacità di carico si riduce , i costi di cibo e materie prime continueranno ad aumentare . Le società non saranno in grado di mantenere la farsa della "sostenibilità" , una parola che è stata usata per mascherare la distruzione delle risorse .
Prima di trovarci di fronte ad un potenziale collasso , soprattutto quando le risorse di combustibili fossili saranno diminuite e la capacità complessiva di carico globale sarà ridotta al minimo ,   dovrebbero essere compiuti tutti i tentativi possibili  per ridurre la crescita demografica delle nostre popolazioni ad un livello accettabile.
Piuttosto che sopportare il genocidio , la guerra , la carestia , o la pestilenza , le società possono scegliere di implementare una risposta più umana , anche se questo  è in opposizione a ciò che è considerato erroneamente un fondamentale diritto umano   : il diritto alla procreazione illimitata.
Avere figli dovrebbero essere visto come un diritto limitato a delle  responsabilità commisurate .
Bisogna limitare la paternità a coloro che sono in grado di dimostrare che possono provvedere  finanziariamente al sostentamento e alla formazione ed educazione della loro prole , e scoraggiare tutte le coppie ad avere più di 2 figli , i quali    non devono essere allevati in condizioni di estrema povertà o ignoranza. Né devono i futuri figli essere costretti a vivere in un mondo  affollato, fatto di megalopoli e bidonville invivibili  e da una natura in pieno disastro. Già oggi possiamo assistere a situazioni di vita reale da film horror, in cui violenza, stress, droga e malattie sono il frutto della convivenza forzata di milioni di persone in aree degradate, cementificate, inquinate dove il cielo è offuscato da una coltre di smog.
Limitare da subito le nascite della specie Homo  ridurrebbe non solo la nostra attuale pressione sulla biosfera , ma contribuirebbe anche a prepararci per un futuro rapporto equilibrato tra l'umanità e una Terra ricondotta in parametri ecologici accettabili. Questo nuovo rapporto potrebbe contribuire a garantire che le coppie di persone, tra qualche secolo,   possano esercitare il loro diritto di avere un figlio o due senza doversi preoccupare per la sopravvivenza delle altre specie e della salute ambientale. Forse riusciremmo a ritrovare il colore del cielo in tante città e campagne oggi fortemente urbanizzate.
Il mondo tra 100 o 200 anni   sarà molto diverso da quello che vediamo oggi . La fine del petrolio sarà la fine della civiltà come noi la conosciamo e l'inizio di un nuovo rapporto tra uomo e natura . Le alternative all'energia da combustibili fossili non sono pratiche , almeno se   ci aspettiamo  di continuare ad usufruire di energia a basso costo e abbondante come ci siamo abituati ad avere negli ultimi decenni. L'energia solare ed eolica probabilmente non saranno in grado di soddisfare le esigenze di 7 o 8 miliardi di persone, figurarsi se arriveremo –come sembra- a 11 o 12 miliardi per la fine del secolo, cioè domani . L'energia nucleare richiede grandi quantità di combustibile fossile per estrarre le limitate risorse di minerale di uranio , per il  processo di trasporto e trasformazione dell'uranio , e non c'è ancora un modo sicuro di stoccare le scorie nucleari .
E 'il momento di fare marcia indietro dal buffet “all-you - can-eat”  offerto ai passeggeri spensierati della nave Terra. L'equipaggio di “inservienti” e addetti alle macchine di questa magnifica astronave ha bisogno del nostro rispetto e del nostro sostegno, e dobbiamo smetterla di affamarli e trattarli come semplici mezzi per soddisfare i nostri appetiti . Hanno anche bisogno che gli siano assicurati    alcuni diritti:  soprattutto  il diritto di sopravvivere , di svilupparsi e continuare a fare quello che sanno fare meglio.  Tutti ci tengono in vita .
Le esigenze dell'equipaggio sono più importanti delle esigenze dei passeggeri , e noi esseri umani abbiamo  goduto del  servizio di prima classe a scapito del resto dell’equipaggio per troppo tempo . Noi umani sopravviveremo  solo rifiutando la prospettiva antropocentrica in favore di quella  biocentrica , basata sul rispetto  delle esigenze di tutte le specie, e  vivendo in armonia con la natura che ci sostiene e ci rende la vita degna di essere vissuta . Dobbiamo renderci conto che ogni specie , inclusa la nostra , sopravvive come parte di un tutto collettivo , in conformità con le leggi della diversità , interdipendenza e risorse limitate .
(Paul Watson: “Life on te Brink. Environmentalists Confront Overpopulation” . Chapter 11 “The Laws of Ecology and Human Population Growth" ).

Il Capitano Paul Watson ha contribuito a fondare Greenpeace nel 1972 e la Sea Shepherd Conservation Society in1977 
 Tra i suoi libri :
Sea Shepherd : La mia lotta per balene e foche
gridare al lupo
Ocean Warrior
Forza Terrestre
Guerre Seal

giovedì 9 gennaio 2014

Tom Regan: la rivoluzione animalista





L’uomo non l’ha combinata bella e ha ridotto il pianeta terra – cioè l’ambiente in cui vive e da cui dipende la sua sopravvivenza- a gigantesca discarica piena di fumi tossici. Da cosa dipende il disastro di Homo che vede così ridimensionarsi il suo epiteto di "sapiens"? Molti filosofi, specie in area anglosassone, si stanno interrogando sulle cause dell’errore di Homo. Tom Regan , uno dei teorici più rappresentativi di quest’area di pensiero, analizza il tema riconducendolo alla deriva antropocentrica , o antropomorfica come lui la definisce, del pensiero occidentale. Regan attacca soprattutto l’utilitarismo di Bentham e seguaci e l’etica normativa di Kant, basata solo sugli interessi di un malinteso “progresso” umano. Fondamentale in questo percorso che deve portarci ad una nuova considerazione della natura e della stretta co-appartenenza tra uomo e altre specie viventi, è il tema dei diritti degli animali. I diritti non sono riservati solo all’uomo nell’interesse dell’utilità generale (degli umani) come sosteneva Bentham, al contrario i diritti riguardano tutti gli esseri senzienti, specialmente quelli forniti di una soggettività come gli animali superiori. La novità è che i diritti vanno individualmente considerati per ciascun soggetto animale, in virtù di un valore intrinseco che deve essere riconosciuto a ciascun esemplare, considerato quindi come fine in sé e non come mezzo per ottenere scopi che sono solo nostri. Regan nega che i diritti riguardino solo i soggetti forniti di intelletto –come noi lo intendiamo- e cioè individui razionali che accampano pretese valide. In questo caso avrebbero diritti nel pianeta solo gli esseri umani: è quello che avviene adesso e abbiamo tutti sotto gli occhi dove porta questa morale antropocentrica.  Del resto se questo presupposto fosse vero si avrebbe che un bambino piccolo non ancora in grado di dare giudizi  o un minorato incapace di intendere e volere non sarebbero depositari di diritti. Al contrario anche un bambino e un minorato hanno diritti in quanto, come gli animali e tutti gli esseri viventi, hanno un valore intrinseco e come tali hanno diritto ad un trattamento rispettoso. Persino le piante hanno un valore che le rapporta all’ambiente in cui sono inserite e costituiscono un mondo dove si esperisce il senso di tutti gli   animali umani e non umani che lo abitano.
In questa ottica che vede negli animali dei soggetti  a cui competono diritti individuali (nel senso che ogni soggetto ha i suoi - sia esso un uccello, un cane o uno scimpanzè )  è possibile comprendere come questa sorta di  liberalismo in cui si contrappongono diritti di soggetti di specie viventi diverse sia l'unico sistema che possa portare ad un equilibrio ecologico tra specie diverse, e non ad un totalitarismo della specie Homo.   
Regan contesta la visione non liberale che hanno molti ecologisti di fronte  ai problemi posti dal degrado ambientale.  

La difficoltà è quella di riconciliare la natura individualistica dei diritti morali con la visione eminentemente olistica della natura, sottolineata da molti dei più illustri ambientalisti. Quest’ultima tendenza è ben rappresentata da Aldo Leopold. “Una cosa è moralmente giusta – egli afferma- quando favorisce la conservazione dell’integrità, della stabilità e della bellezza della comunità biotica. E’ moralmente sbagliata quando non la favorisce”. Tra le implicazioni di questa prospettiva rientra chiaramente la possibilità che, in nome “dell’ integrità, della stabilità e della bellezza della comunità biotica”, l’individuo sia sacrificato in vista di un maggior beneficio biotico. Riesce difficile vedere come la nozione di diritto individuale possa trovar posto in una prospettiva che, connotazioni emotive a parte, potrebbe essere chiamata “fascismo ambientalistico”.

Chi infatti dovrebbe stabilire cosa maggiormente contribuirà “all’integrità, alla stabilità e alla bellezza della comunità biotica” ? Si prospetta di nuovo nella storia, che condizioni aggregative e di tipo collettivistico vadano a sopravanzare i diritti individuali e a preparare così nuove aristocrazie burocratiche e nuovi totalitarismi (che finirebbero per essere umano-centrici come tutti gli altri).

…poiché non è mai lecito calpestare i diritti degli individui semplicemente sulla scorta dell’aggregazione dei valori per tutti coloro che risentono dell’esito, un’etica dell’ambiente basata sui diritti sbarrerebbe la strada a chiunque volesse sconvolgere la flora e la fauna naturali in nome del progresso umano…se dessimo prova di maggiore rispetto per i diritti degli individui che costituiscono la comunità biotica, non è vero che la comunità stessa sarebbe preservata? E non è a questo che mirano, con la loro visione più olistica e sistemica, gli ambientalisti?

La visione olistica inoltre prevede delle misure di contrasto al degrado ambientale di tipo “prescrittivo” il che presuppone una burocrazia e un potere di stato che applichino norme in base a visioni generali; la teoria dei diritti invece è più liberale in quanto il contrasto ai comportamenti anti-ecologici deriva in primo luogo dal contrasto tra diritti individuali incoercibili. La conservazione di una foresta che mantiene  un ambiente naturale di soggetti senzienti come mammiferi, uccelli e altri animali costituisce un diritto per i singoli animali i quali devono essere rispettati nella loro autonomia di vita all’interno di un mondo che gli appartiene. Tale diritto  non può essere stravolto da interessi commerciali o di mera espansione ambientale della sola specie Homo.
Per validare la sua teoria che vede negli animali dei soggetti depositari di diritti Regan contesta quanto afferma John Rawls nel suo libro “Una teoria della giustizia” e cioè che gli animali non sono agenti morali come gli umani e che quindi non siamo obbligati a rendere giustizia in modo rigoroso alle creature che mancano di capacità morali, ad eccezione del fatto che dobbiamo evitare per essi sofferenze inutili. Ma Rawls stesso riconosce che “la capacità per i sentimenti di piacere e sofferenza e per le forme di vita di cui sono capaci gli animali chiaramente ci impone dei doveri “ (tra cui quello di non essere crudeli verso di loro). Gli animali, dice Regan, pur non essendo agenti morali, sono certamente pazienti morali, subiscono cioè come esseri senzienti le scelte degli agenti morali. Così come abbiamo dei doveri verso i diritti insiti nei pazienti morali umani (ad esempio verso neonati, persone con gravi deficit intellettivi, malati ecc.) così li abbiamo verso animali senzienti che hanno una loro soggettività emotiva, al di là del fatto che non posseggano una razionalità "superiore" di tipo umano. Non dobbiamo dimenticare che anche Homo è un animale.  La nostra natura animale è documentata dal fatto oggettivo che a livello embrionale non vi sono distinzioni rilevanti tra un embrione animale ed uno umano, le differenze intervengono solo a sviluppo avanzato, in particolare a livello del sistema nervoso centrale. Se immaginiamo uno stato ontologico dei singoli soggetti che precede il loro incarnarsi nel singolo animale o uomo, uno stadio ancora indifferenziato che ancora non prevede il tipo di essere vivente cui darà luogo,  possiamo considerare  una “posizione originaria” indistinta a cui tutti gli animali appartengono che precede l’entrata nella vita reale.  Su questa originaria appartenenza comune ad un mondo naturale si basa il valore intrinseco di ciascuna soggettività vivente, e non ci possono essere distinzioni tra i doveri naturali che abbiamo verso gli umani e quelli verso gli animali.    

Liberare gli animali, conclude Regan, è un modo anche per liberare gli uomini dalla violenza che stiamo attuando verso la biosfera. Respingere l’alimentazione carnea, diventare vegetariani è un obbligo: soprattutto eliminare quei campi di concentramento e macellazione che sono gli allevamenti intensivi. La Terra non è una proprietà dell’uomo, ma un ambiente di vita che deve essere condiviso tra tutti gli esseri senzienti. La più grande rivoluzione che possiamo compiere, necessaria per la salvezza della nostra specie e del pianeta, è rinunciare al nostro antropocentrismo e ritrovare l’animale che è in noi rispettando gli altri animali. Questo ritrovarsi come esseri senzienti deve andare oltre i singoli  linguaggi e i diversi significati che diamo alle cose, per ritrovarci tutti nel gioco della vita. E’ solo così che possiamo cambiare in maniera radicale il nostro approccio morale alla vita sulla Terra, affinché la vita umana si radichi di nuovo nella natura con un ritrovato equilibrio tra noi e gli altri esseri viventi. 

lunedì 6 gennaio 2014

Nuovo riconoscimento alle LENR

Il giorno 27 settembre 2013 il Dipartimento dell'Energia degli US - Department of Energy Advanced Research Projects Agency -Energy ( ARPA - E) - ha annunciato per la prima volta una opportunità di finanziamento per le Reazioni Nucleari a bassa energia (Lenr). Il finanziamento dell'ammontare complessivo di 10 milioni di dollari è riservato a gruppi di ricerca che si occupano di nuove forme di energia, tra cui -al punto 3.6- è espressamente nominata la fonte Lenr. Il bando esclude il nome di "fusione fredda" ritenendolo non giustificato dalle evidenze finora raccolte.

Questo ulteriore riconoscimento è il terzo passo in ordine di tempo di un percorso che sta portando lentamente le Lenr sotto l'osservazione della scienza mainstream, e delinea un cambio di atteggiamento della comunità scientifica verso questo campo della ricerca. Il primo passo si è verificato nel marzo del 2012 quando una delle istituzioni per la fisica nucleare più affermate, il CERN (Centro Europeo per la ricerca nucleare) ha ospitato un convegno in Svizzera sulla ricerca Lenr. E' stato il primo incontro della scienza ufficiale sul tema dopo la conferenza di Martin Fleischmann e Stanely Pons nel 1989. L'altro evento si è verificato nel novembre 2012, quando l'American Nuclear Society ha tenuto una tavola rotonda sulle Lenr a San Diego in California. Con la notizia del finanziamento dell'ARPA-E si apre una ulteriore prospettiva di sviluppo della ricerca ufficiale che segue quelle del dipartimento  della Difesa (Marina) e dell'industria privata (Boeing, National Instruments).

Sul sito dell'ARPA-E si può leggere che il finanziamento rientra nel programma sulla ricerca di tecnologie ad alta resa energetica e ad alto impatto tecnologico e che non hanno ancora raggiunto un livello adeguato di finanziamenti dal settore privato.
Ulteriore interesse ai fenomeni collegati alle Lenr è reperibile in una recente pubblicazione del Dipartimento della Difesa. In essa vengono passati in rassegna alcuni fenomeni inspiegabili, conosciuti già da studi e pubblicazioni che risalgono al 1962, e che vengono attualmente inquadrati nelle Lenr. Uno di questi è il fenomeno conosciuto come E.W.P. (Exploding wire phenomena) e che riguarda sia fili che altri tipi di conduttori elettrici, che in maniera fino ad oggi inspiegabile sono soggetti ad esplosioni con liberazione di energia.
Che questo tipo di reazioni esistano e siano fonte potenziale di grandi quantità di energia sembra ormai accertato dai tanti studi esistenti; il problema rimane il controllo della reazione e la sua replicabilità in maniera controllata, presupposto indispensabile per la sua utilizzabilità come fonte di energia. Un grosso passo in avanti nel campo delle Lenr è stato il reattore realizzato in Italia da Celani che ha coniugato semplicità di realizzazione, replicabilità  e facilità di studio ad uso della ricerca.

(Fonte: New Energy Times)