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lunedì 27 gennaio 2014

L’Europa che verrà




 Il politically correct vuole che non se ne parli, ma il dato esiste già: a Londra la popolazione non autoctona ha superato numericamente i “bianchi” autoctoni. L’effetto è dovuto a due fattori: l’alto tasso di natalità degli immigrati e dei loro discendenti (almeno per le prime generazioni) rispetto ai bassi tassi  degli autoctoni, e l’elevato numero di nuovi immigrati che arrivano ogni anno. Un’inchiesta di Giulio Meotti sul Foglio riferisce che entro sei anni Amsterdam, Rotterdam e Utrecht saranno a  maggioranza musulmana. Oggi più del 90 % della crescita della popolazione mondiale avviene in paesi in via di sviluppo i quali forniscono le masse di migranti che si avviano verso l’Europa e gli Stati Uniti. Quello che è avvenuto in Gran Bretagna costituisce un modello per quello che avverrà in tutto il resto del continente.  Londra è da sempre una delle mete più ambite dei migranti di tutto il mondo. Ogni anno la capitale inglese attira centinaia di migliaia di persone (nel 2012 sono entrati in Gran Bretagna, al netto dei rimpatri, 250 mila immigrati).  Oggi i cittadini di Londra (senza l’interland) sono 8,2 milioni di cui più del  50 % di origine straniera. In Europa solo Istambul e Mosca superano la capitale d’oltre Manica. Negli ultimi 10 anni  la popolazione della Gran Bretagna è aumentata del 14% e non si prevedono inversioni di tendenza, anche perché oltre a quella europea e asiatica, aumenterà nei prossimi anni l’immigrazione dall’Africa in pieno boom demografico.

“La popolazione di Londra è destinata ad aumentare in maniera esponenziale – spiega David Coleman, Professore di Politiche Sociali all’Università di Oxford, esperto di demografia- e la popolazione di tutto il paese continuerà ad aumentare in modo allarmante. Entro la metà del secolo, l’Inghilterra diverrà uno dei paesi più popolati d’Europa, arrivando a superare le dimensioni della Germania. Si calcola che ci saranno 116 milioni di cittadini in più, una significativa parte dei quali ricadranno sulla capitale, che già è ultra popolata”.
Se gli Stati Uniti hanno a disposizione spazio in abbondanza per rispondere ai bisogni di nuove costruzioni per dare casa e infrastrutture ai flussi di immigrati (specie Latinos), in Inghilterra lo spazio è agli sgoccioli. “La sensazione – spiega Ken Wachter, Professore di Demografia all’Università di Berkley- è che Londra funzioni come uno dei poli attrattivi del mondo e sempre più persone scelgono di vivere a Londra, centro finanziario, centro di studi universitari, centro economico e culturale. C’è però un limite al numero di cittadini che una città che funziona può tollerare, e senza dubbio Londra è sovrappopolata”. (Dal sito: www.l’Indro.it).

Nel resto d’Europa  i fenomeni immigratori sono già in atto da molti anni. Le trasformazioni sociali, demografiche e ambientali riguardano già in modo massiccio la Germania, la Francia, la Spagna, i paesi del nord Europa e l’Italia. Londra, Parigi, Berlino, la Megalopoli renana, con le banlieu e le periferie cementificate e industriali sono solo una prefigurazione di quello che avverrà in altre aree come Milano e Roma. La pressione demografica sta producendo profonde trasformazioni sociali ed anche architettoniche; la domanda di case e infrastrutture è molto alta, nonostante la crisi. A Londra si calcola una richiesta di 50.000 nuove abitazioni ogni anno, un poco meno per Berlino e Parigi. Sarà necessario risparmiare suolo verde, man mano che la richiesta aumenta, e vedremo così sorgere grattacieli e devastanti infrastrutture in tutte le aree megapolitane d’Europa. Il profilo di Londra si sta rapidamente modificando negli ultimi anni con alti grattacieli anche in aree contigue al centro storico. Lo stesso sta cominciando ad accadere a Milano ed in futuro potrebbe accadere a Roma che ha oggi una delle periferie più degradate e da “terzo mondo” d’Europa. Tra l’altro, in presenza del prevedibile massiccio afflusso di nuovi immigrati e della crescita demografica,  la costruzione di grattacieli sulle aree già degradate della periferia romana potrebbe essere l’unica maniera per salvare quel che resta del meraviglioso “Agro Romano” cantato da poeti e ritratto da pittori che nell’ottocento venivano appositamente nel Lazio da tutta Europa.  In presenza di un lungo declino economico, come molti economisti prevedono, e dello spostamento in altre aree di imprese e mercati, è probabile che insieme alle aree megapolitane si sviluppi il degrado ambientale, la violenza sociale collegata alla disoccupazione e sotto-occupazione, la droga, la criminalità organizzata, le tensioni tra gruppi etnici diversi, sempre più agguerriti man mano che divengono più numerosi in maniera da formare enclave, vere città socio-culturali separate all’interno della città megapolitana multiculturale. I tassi di natalità delle popolazioni immigrate si mantengono vicini al 30 per mille per anno, producendo un raddoppio della popolazione dei singoli gruppi etnici  in 20-25 anni, e producendo una richiesta di abitazioni che non è possibile soddisfare nei centri storici, anche per ragioni economiche collegate agli alti tassi di disoccupazione e ai bassi salari. I giovani si vanno quindi a trovare casa nelle periferie dove solo in parte l’espansione è controllata dalle costruzioni popolari e sociali a carico dello stato (in Italia vicine allo zero) . Spesso, come ad esempio a Roma o in altre grandi città del sud Europa, l’espansione è incontrollata, guidata da criteri speculativi quando non addirittura francamente abusiva, attuata senza strade, senza metropolitane, senza  mezzi di trasporto adeguati, andando così ad aggravare il degrado ambientale, la cementificazione di bassa qualità, l’inquinamento da materiali di scarto, emissioni nocive, lavorazioni illegali, polluzioni chimiche, rifiuti non trattati né differenziati. Questi processi stanno portando sotto i nostri occhi ad una profonda trasformazione dell’Europa, la cui economia è fortemente appesantita dalla crisi, con un ulteriore espansione della burocrazia di stato mentre il tradizionale sistema di welfare entra in crisi irreversibile e l’industria privata langue o fugge in altre aree. 

L' Onu prevede che, da qui al 2050, ogni anno trecentomila persone lascino il Bangladesh, e altrettante la Cina e l' India. Dal Messico partiranno in oltre duecentomila e dal Pakistan centosettantamila l' anno. Dove andranno? Gli Stati Uniti devono prepararsi ad assorbire un milione di nuovi immigrati l' anno, circa duecentomila ognuno per Canada e Gran Bretagna. In Italia nel 2012 sono entrati 351 mila immigrati (dati Istat).  In questa fiumana, l' Africa ha un posto di primo piano. Fino a oltre metà di questo secolo, mezzo milione di persone abbandonerà, ogni anno, il continente, per più di metà dai paesi al di sotto del Sahara.
in Nigeria, in viaggio verso il miliardo di abitanti, la densità di popolazione, oggi di duecento persone circa per chilometro quadrato, quasi a livello dell' Italia, dovrebbe passare a un incredibile 989 persone per chilometro quadrato. Pare inverosimile che questa pressione non si riversi all' esterno. Non è la sola ragione per cui le previsioni Onu in materia di migrazioni appaiono ottimistiche. Il rapporto si limita a considerare i numeri della demografia. Incrociateli con quelli del riscaldamento globale e il risultato è una miscela esplosiva.
Nonostante il silenzio degli ambienti accademici ufficiali, l’Italia si avvia a subire un profondo cambiamento demografico e ambientale di una realtà già oggi caratterizzata da cementificazione massiccia, inquinamento e degrado. Altri paesi europei sono più attrezzati di noi, sia in senso legislativo, di strutture di governo  ed economico, a far fronte e governare almeno in parte questo cambiamento. Noi, come al solito ci avviamo a subirlo nel peggiore dei modi. 

25 commenti:

  1. Benvenuti nella stanza con l'elefante dentro.

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  2. Che articolo deprimente! Se le cose stanno davvero così non c'è più niente da fare: siamo perduti, non ci resta che spararci.

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  3. La prospettiva è che: una crescente percentuale della popolazione andrà ad abitare nelle città.
    Per eliminare oltre un miliardo di veicoli privati a benzina/diesel, forse abitare nelle città avrà un senso, perché ha più senso un trasporto pubblico in zone densamente popolate.
    Fine del trasporto privato e mezzi pubblici elettrici (poi vediamo come produrre l'elettricità).

    Se invece la popolazione vive sparsa in provincia e nelle campagne, il trasporto privato è indispensabile.

    Sempre nella speranza che le Città non collassino pure per mancanza di risorse, perché se no, sarebbero molto più invivibili delle campagne.

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    1. Il trasporto privato è indispensabile in campagna solo perché le campagne sono dormitori popolati da pendolari e senza servizi. Se ci fossero più lavori, tra cui quelli legati alla terra, scuole e ospedali vicini, e buone reti di trasporto pubblico, non servirebbe avere l'auto per vivere fuori dalla città.
      Inoltre: questa che le città sono più sostenibili è una cosa che si sente dire spesso ma che secondo me non ha senso. Quanto spazio libero serve, poi, per fornire cibo, aria, svago e materie prime agli abitanti addensati in città?

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    2. Nel mondo dell'abbondanza, magari sarebbe come dici tu, ma nel mondo reale della scarsità non è così.
      Gli ospedali hanno dei costi ENORMI e se ne dovessimo fare uno per ogni paesino, sarebbe la fine.
      Certe apparecchiature costano cifre enormi; i medici specialisti di certe particolari malattie, ce ne sono pochi in una intera nazione, immaginiamoci se possono stare in ogni paesino.
      Io abito in un comune di 25000 abitanti, ha la fortuna di avere un ospedale, ma ha solo 2 reparti; per tutto il resto si va in città, in un ospedale grande e costoso che ammortizza i costi in una platea di popolazione molto più grande.

      Dici: "Quanto spazio libero serve, poi, per fornire cibo, aria, svago e materie prime agli abitanti addensati in città?"

      Le città servono solo per raccogliere le persone in spazi limitati, quindi ottimizzare lo spazio delle abitazioni e dei trasporti; per quanto riguarda l'agricoltura e le risorse minerarie verranno sempre ottenute da territori fuori dalla città. Anche qui, il vantaggio sarebbe che, solo poche persone dovrebbero viaggiare per andare a lavorare nei campi o nelle industrie minerarie.

      Alla fine, in una società di scarsità, come potrebbe essere quella futura (quasi presente), bisogna ottimizzare le risorse (di tutti i tipi).

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    3. Scusa, non volevo dire che ci vorrebbe un ospedale per ogni paesino. Basterebbe garantire i servizi d'urgenza e di prossimità (non so, un medico di base) e poi portare le persone negli ospedali più grandi.
      Il problema è che le città molto affollate fanno venire voglia alle persone di scappare, per cui i cittadini poi colonizzano campagna, mare e montagna considerandole estensioni della città a loro uso e consumo e non posti dove la gente vive e vorrebbe anche stare in pace. Meglio pensare a ridurre la popolazione e lasciare a ciascuno un po' di verde attorno a sé. Non parlo del modello "villetta con giardino", semmai dei vecchi borghi relativamente addensati (perché non c'erano le auto) dove chi voleva aveva anche un orto ma per raggiungere spazi naturali bastava camminare un po'.

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  4. quando ne parlo ai genitori del mio ragazzo che mi chiedono il nipotino loro mi dicono che "almeno uno lo puoi fare" (di bambino),
    oppure che Il Fatto che gli altri facciano tanti figli non deve farmi rinunciare a questo sogno ,
    oppure mi liquidano con frasi tipo "allora che si facessero fuori tante persone vero?" (come se il mio essere preoccupata per sovrappopolazione e crisi ambientale sia da folli e sottintenda come unica possibilità quella di ammazzare la gente,
    come se è impossibile invece far simplicemente calare le nascite)

    insomma la scema la strana sono io. (in effetti ogni tanto nel vedere che nessuno ne parla e che tutti gioiscono di fronte a nuove nascite e di fronte ai continui bambini degli spot delle associazioni internazionali mi viene il dubbio che sia io la strana e che vedo problemi che non esistono)
    Azz....il nipote!!

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    1. Penso che chi si preoccupa dell'esplosione demografica o abbia almeno percepito il problema può reagire o non procreando o limitando il numero dei propri figli a uno o due al massimo. È evidente che i genitori del tuo ragazzo non hanno la minima idea di ciò che sta accadendo a livello planetario oppure sono degli inguaribili ottimisti convinti che un miliardo di persone in più ogni dieci-dodici anni non sia un grosso problema, che ne verremo a capo.
      Oppure semplicemente vorrebbero tanto un nipotino e considerano le tue riserve fuori luogo, innaturali (perché tutti hanno sempre desiderato dei bambini).

      Una delle obiezioni più stupide quando ti mostri preoccupato per l'incremento demografico e osi persino affermare che siamo troppi è: comincia allora tu a toglierti dai piedi, oppure appunto: dobbiamo forse far fuori una parte dell'umanità? Nessuno vuol far fuori nessuno, chi c'è c'è. Però potremmo cercare di non renderci la vita ancora più grama di quello che è già distruggendo l'ambiente.
      È un fatto però che la coscienza del pericolo costituito dall'ipertrofico incremento demografico non sembra molto diffusa. Una mia conoscente osservava: ma l'Italia è ormai un paese di vecchi (sottinteso: che schifo!). Strana questa incoscienza! Eppure i disastri sono sotto gli occhi di tutti, a cominciare dalla mancanza di lavoro!

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    2. Questo articolo inqualificabile comparso sulla stampa locale dimostra quanto siamo lontani ancora da capire il vero problema. http://messaggeroveneto.gelocal.it/italia-mondo/2014/01/20/news/la-crisi-svuota-le-culle-1.8506574?id=2.600&fsp=2.1798
      Quando leggo cose del genere vengo presa da rabbia e disperazione insieme.
      È anche vero che non è giusto che chi vuole due figli anziché uno si limiti, mentre in altre parti del mondo se ne fanno tranquillamente cinque o sei. Come non è giusto che qui si consumi così tanto e in quelle stesse parti del mondo se ne facciano le spese (sfruttamento di risorse, cambiamento climatico...) Bisognerebbe parlarsi e dividersi le reciproche responsabilità di decrescita.

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    3. "Quando leggo cose del genere vengo presa da rabbia e disperazione insieme."

      Ho letto gli articoli del Messaggero ma non mi sono arrabbiato né disperato. Mi sono sembrati fotografie della situazione ma senza incitamenti a cambiare decisamente rotta, cioè a fare più figli.
      Certo si auspica una ripresa del tasso di natalità che in Italia è basso e non garantisce la sostituzione generazionale. Anche Livo Bacci non soffia sul fuoco, si limita a illustrare la situazione. Non so fra parentesi se Livo Bacci si preoccupi dell'incremento demografico mondiale.

      Sono naturalmente in disaccordo con queste donne che fanno tutti i figli che vogliono e pretendono particolari attenzioni sia dal lato servizi che dal lato fiscale. Proprio il fatto che in un anno terribile come il 1944 siano nati in Italia oltre 800'000 bambini, con una popolazione di 15 milioni inferiore, mostra che il calo ha altre motivazioni che non la precarietà dell'esistenza (che allora era sicuramente maggiore). Certo precarietà e disoccupazione non "aiutano", ma io potrei anche immaginarmi una tassazione al rialzo per le famiglie troppo numerose. Se pretendi qualcosa dalla collettività questa ha anche il diritto di esigere qualcosa, per es. un numero di figli ecocompatibile. L'assoluta libertà riproduttiva non può essere accettata, specie nel mondo attuale.
      Inoltre proprio l'etica cattolica parla di "genitorialità responsabile" che significa avere tanti figli quanti se ne possono crescere decentemente.

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    4. Io invece penso che siano proprio articoli come questo a perpetuare il problema. È pieno zeppo di giudizi: "il futuro non sorride più", le famiglie numerose sono definite come "coraggiose" e mostrate come esempio, la politica familiare non è generosa, anzi è "avara", e così via. È chiarissimo da che parte pende l'articolo. Inoltre il giornalista avrebbe il dovere di fare due cose: ricordare che la popolazione italiana è comunque in crescita, e che ci sono anche lati positivi se la popolazione cala (cosa che intanto non fa). Questo è articolo è ripugnante e fazioso.
      Riguardo all'etica cattolica, vai a vedere cosa fa la chiesa nelle Filippine: campagne con tanto di minacce ai politici per non far passare una legge che garantirebbe i contraccettivi anche alle famiglie più povere. Le vittime ovviamente sono le famiglie che non possono permettersi la contraccezione ma neanche di mantenere più di due o tre figli. Altro che genitorialità responsabile. Inoltre l'idea di fare tanti figli quanti se ne possono mantenere dovrebbe essere applicata anche a livello collettivo, e non solo familiare. Quanti figli si può permettere il pianeta?
      Il papa ha recentemente detto che fare un figlio solo non basta, che le coppie sono egoiste perché preferiscono una vacanza o una casa a un figlio in più. Anche se magari a un bambino un tetto sulla testa e una casa decente farebbero tanto bene.

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    5. Hai naturalmente ragione: si tratta di articoli di chiara marca natalista, però non vi si dice che gli Italiani devono assolutamente tornare a fare figli à gogo. Le famiglie numerose esistono e se non sono troppe ci possono stare, visto che non pochi di figli non ne hanno e non ne vogliono. Prendere a modello queste donne con 6-8 figli è assurdo. Se a loro piacciono tanto i bambini se li mantengano come facevano i nostri avi.
      Quanto alla "genitorialità responsabile" dei cattolici hai di nuovo ragione. Nella pratica per la Chiesa i figli non possono essere mai troppi, anzi più ne hai più acquisti meriti (in cielo e in terra). Forse la Chiesa pensa piuttosto alla responsabilità di impartire loro un'educazione religiosa.

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    6. L'articolo mi suggerisce, quando confronta le curve dielle nascite degli italiani (in diminuzione) con quelle della disoccupazione (in crescita), una riflessione positiva: abbassandosi il tasso di natalità, tra venti-trenta anni si dovrebbe anche abbassare il tasso di disoccupazione. Possiamo leggere la disoccupazione odierna anche come un eccesso di nascite ( e di immigrati) degli ultimi decenni. Se poi vogliamo affrontare il tema della decrescita del Pil, questo dimostra che preliminare a qualsiasi discorso di decrescita economica è la decrescita demografica. Inoltre, a differenze di quello che sostiene l'articolo, le tasse dovrebbero essere più alte, non più basse, per le famiglie numerose, in quanto va calcolato il maggiore impatto della presenza umana sui sistemi ecologici del pianeta anche come costo economico (e sociale).

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    7. Una tassazione più elevata per le famiglie numerose è un metodo cinese (che funziona pure - in Cina). Se provi a esprimere un'idea del genere da noi apriti cielo, non so cosa ti fanno.

      Un argomento però interessante delle famiglie numerose è che i tanti figli produrranno un giorno molto di più di quello che lo Stato ha investito nella loro educazione e sostentamento. Ammesso però che trovino un lavoro, il che non è più sicuro.
      Comunque la decrescita o anche solo la stabilizzazione demografica sono temi tabù nella nostra società. Dire che la disoccupazione calerà se cala la popolazione è un discorso inaccettabile, sconveniente, per taluni anche blasfemo e sacrilego. Eppure la popolazione italiana si era stabilizzata a quota 57 mln per una ventina d'anni senza nessuna propaganda antinatalista, spontaneamente, e alla stabilizzazione sarebbe naturalmente seguito il decremento senza l'invasione in corso, per altro voluta dall'economia, dalla Chiesa, dagli ex comunisti famosi, oggi tutti sistemati e benestanti, a cominciare dall'inquilino del colle. Ma non credo che i lavoratori italiani siano molto contenti: invece del sol dell'avvenire è arrivata una disoccupazione ormai endemica.

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    8. Io feci feci una stima di massima del costo (solo quello finanziario) di una famiglia di integralisti cattolici, Aurelio Anania e Rita Procopio e delle loro compulsioni di zootecnia umana intensiva.
      Le famiglie numerose sono estremamente pesanti anche sulla comunità, non solo sull'ambiente.

      Ancora una volta,la riproduzione è un atto violento con la quale si esercita una prevaricazione sugli altri. Ad essa si aggiunge l'arroganza immorale per cui non solo devi subire nella tua vita gli effetti della progressiva costipazione antropica, ma devi pure pagare, con le tue tasse, devi sostenere le mie compulsioni.
      C'è anche una violenza psicologica, l'irrisione, oltre a quella fisica, biologica.

      E' una lotta di forza a livello biologico alla quale è del tutto morale contrapporre contromisure sullo stesso piano, a partire da sterilizzazioni, aborti coercitivi, e misure draconiane anche per difendersi dalla crescita demografica immigratoria.
      Il grande inganno è che si spaccia per persone devote, religiose, per bene, moderate persone sostanzialmente violente e si additano come violenti, estremisti, intolleranti coloro che non sono disposti ad accettare questa logica di prevaricazione.
      Ritengo quindi importante divulgare e aumentare la comprensione che la riproduzione irresponsabile è uno degli atti più violenti e che necessita di opportune contromisure, anche sullo stesso piano.

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    9. concordo. Ma non abbiamo bisogno di alcuna violenza. Le nostre armi sono l'educazione sanitaria, la cultura, il rispetto per la natura e tutte le specie viventi, la responsabilita', e poi pillola, profilattici ecc.

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    10. Sei un inguaribile ottimista, agobit.
      Io penso che non ci sia nulla da inventare o scoprire. E'sufficiente osservare come i cinesi hanno cercato tutti i sotterfugi possibile per violare la legge sul figlio unico.
      In quanto alle immigrazioni di massa, non è che puoi gestirle con la cultura, con i fogli di via. Cosa fai quando ti arrivano 350k homo all'anno se non procedi con rastrellamenti e reimpatri velocissimi immediati e i rispingimenti alle frontiere, compresi regole di ingaggio piuttosto drastiche?

      La nostra cultura e morale è del tutto inadeguata a trovare mezzi EFFICACI di contrasto alla violenza della crescita demografica (endogena o per immigrazione) e non ha ancora metabolizzato che quando sei sul ring e ti arriva un cartone o un calcio potente, non è che puoi iniziare un tavolo di trattative, o pensare di risolvere il problema accendendo un bastoncino profumato o iniziando a informare, acculturare.
      Quasi sempre quello che ti sta tirando il cartone o il calcio sa benissimo che non dovrebbe farlo, che non va bene, che è illegale etc. e sa pure che tu non reagirai o reagirai con mezzi ridicoli, del tutto inefficaci, un po' farseschi per dirla tutta. E ovviamente aumenterà l'intensità della sua proposta fino a che tu soccomberai.
      E' poi la lotta della Natura, questa.
      Direi che prendere atto dell'etica dell'ecologia è anche prendere atto dei processi e delle dinamiche che avvengono in Natura. Non puoi accettare la Natura a metà o per il 55%. ;)
      Lo so, agobit, che sei uno dei pochi che è consapevole del baratro che homo si sta scavando come fossa collettiva. Solo che è anche necessario pensare a come fare per salvare la propria pellaccia su 'sta piccola scialuppa sovraccarica che viene arrembata di giorno in giorno.

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  5. "È anche vero che non è giusto che chi vuole due figli anziché uno si limiti, mentre in altre parti del mondo se ne fanno tranquillamente cinque o sei. Come non è giusto che qui si consumi così tanto e in quelle stesse parti del mondo se ne facciano le spese (sfruttamento di risorse, cambiamento climatico..."

    Forse ci vuole un governo mondiale, una Onu "governativa" che imponga regole e riequilibri i punti di squilibrio (eccessive nascite, eccessivi consumi...). Oppure dobbiamo continuare ad affidarci a equilibri tra potenze regionali, alle zone di influenza geo-politica, ma ponendo come regola fondamentale il rispetto dell'ambiente e la salvezza del pianeta. Mi sembra che la coscienza dei problemi si impone sempre di più, la politica sia ancora ferma ai temi della crescita infinita dell'economia e a quello altrettanto assurdo delle culle vuote...

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  6. ciao Gaia anche io ho sentito ho letto il recente discorso del Papa su chi fa un solo figlio certamente per l'egoismo perchè vuole magari potersi permettere una vacanza o la macchina o che ne so la cena fuori.
    se ti sei irritata con quell'articolo, ti invito a leggere questo:
    http://costanzamiriano.com/2013/05/21/uscire-dalla-crisi-fare-figli/

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    1. Deprimente. Conoscevo già le teorie di Ettore Gotti Tedeschi, ma un tale concentrato di idiozia lascia senza fiato.
      Ancora più deprimenti i commenti. Questi cattolici davvero pensano che non c'è limite alla crescita demografica e che più siamo meglio è, più cresce il PIL. Anche mille miliardi forse? Pendono dalle labbra del papa, applaudono ogni sciocchezza che dice (qualcuno chiama giustamente papa Francesco Sua Banalità), parlano senza scherzi di sacralità della vita (vita umana s'intende), citano le encicliche di GP II, di BXVI, la Rerum novarum ecc. Ma che pagliacci!

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  7. << Forse ci vuole un governo mondiale, una Onu "governativa" che imponga regole e riequilibri i punti di squilibrio >>

    Cari amici, i tentativi di controllo demografico dall'alto sono sempre stati, nella storia dell'umanità, pochi e di scarsa efficacia (salvo lodevolissime eccezioni, come la Cine attuale).
    In genere, quando la popolazione calava (e succedeva spesso) era sempre per cause tragiche, ovvero per l'intervento dei Cavalieri dell'Apocalisse.
    Non credo che questa volta sarà diverso.
    I fenotipi continueranno a soffrire e morire in gran numero, come sempre, mentre i piccoli geni egoisti - ignari e indifferenti - continueranno a fare il loro millenario lavoro.

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  8. << Forse ci vuole un governo mondiale, una Onu "governativa" che imponga regole e riequilibri i punti di squilibrio >>

    E pensare che basterebbero due parole del papa o di qualche altro guru internazionale per indurre un cambiamento senza ricorrere ai metodi cinesi! Un guru di questo tipo c'è, il Dalai Lama, che è anche lui del parere che la crescita demografica sia abnorme, ma non ha molto seguito.

    Una Onu governativa o un governo mondiale è al momento impensabile: tutti i grandi attori della scena mondiale sono solo interessati a rafforzare le proprie posizioni e ad assicurarsi le risorse del pianeta.

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  9. " E pensare che basterebbero due parole del papa o di qualche altro guru internazionale per indurre un cambiamento senza ricorrere ai metodi cinesi! "

    quanto è vero!!
    ecco perchè io mi allontano dalla religione cattolica e nemmeno le altre religioni Mi "prendono".
    Il lamaismo invece,e il Dalai Lama come sua guida spirituale, Pare non siano ciechi.

    Nel testo da me citato, avete notato fra i commenti, quelli di un certo Gianpaolo,
    Che all'inizio dei suoi commenti dice che altri si esprimono con sarcasmo e con tono irriverente (" Noto un pizzico di sarcasmo e ironia irriverente da parte di “filosofiazzero” (io aggiungerei anche “logicazero”), circa quanto affermato dal Professore nell’intervista. Si ricordi, caro irriverente, che una cosa è dissentire legittimamente, un’altra è fare allusioni imbecilli e battute denigratorie e fuori luogo. Le consiglio più studio, più applicazione, e una buona dose di silenzio ignaziano."),

    ma la realtà è che poi e lui a usare questo tono per dare degli ignoranti, stupidi creduloni a coloro (vedi il povero ashantyr che pone il quesito) che credono alla stupidata che in un pianista limitato e con risorse limitate la popolazione non possa crescere all'infinito.......

    avete notato con che arroganza risponde Giampaolo?
    però ci gira intorno non risponde direttamente alla domanda: ma se anche il pianeta potesse ospitare tot miliardi di persone (e supponendo che ancora non abbiamo raggiunto e/o superato tale limite...)
    prima o poi ci sarà un limite o no?!?!

    :(

    Che tristezza,che ottusita'!
    Vero,basterebbe un papa o altra guida spirituale che parli del necessario controllo democratico fatto con intelligenza e responsabilità senza dover aspettare eventi apocalittici o costrizioni con violenza......

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    1. Sì, quel Gianpaolo è semplicemente strepitoso, ha un'aria di superiorità da non credere. Dà anche del criminale a Sartori e ai neomalthusiani. Ma né lui né E. G. Tedeschi rispondono alla domanda: quanti miliardi può nutrire - e a lungo - la terra? Cinquanta, cento, mille miliardi magari? Dio ci ha creato per moltiplicarci, più siamo più produciamo, più posti di lavoro ci sono. Una logica perfetta. Dominus providebit! Si vede come provvede oggi che siamo "solo" sette miliardi.

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  10. << E pensare che basterebbero due parole del papa >>

    Forse, ahimè, non funzionerebbe lo stesso.
    Basta vedere quante cose dice il Papa (e la Chiesa) in merito a vari argomenti (per esempio la pratica sessuale), senza che la maggioranza dei fedeli si senta in dovere di seguirle....
    Ma è inutile sognare, tanto certe cose non le diranno mai.

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