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mercoledì 6 novembre 2013

Sovrappopolazione e collasso della civiltà




Sul sito dell' MAHB (Alleanza del Millennio per l'Umanità e la Biosfera)  è apparso un importante articolo del padre del concetto di sovrappopolazione Paul R. Ehrlich. I temi trattati riguardano l'Antropocene cioè la drammatica epoca planetaria che stiamo vivendo  in cui una sola specie, quella di Homo sapiens, sta mettendo a rischio la sopravvivenza della biosfera. Illuminanti sono le descrizioni di Ehrlich sul confronto - decisamente distruttivo allo stato attuale - tra due megasistemi adattativi: quello della biosfera e quello socio-economico umano. Dallo stato di convivenza simbiotica si è passati ad un aperto conflitto. Ehrlich pone poi l'accento su un problema sottovalutato ma che invece ha un posto rilevante sulla futura evoluzione-involuzione della presenza umana sulla terra: quello dell'alimentazione, a cui sono collegati le crisi riguardanti il global warming, l'esaurimento dei suoli, l'inquinamento della terra, l'esaurimento e l'intossicazione delle acque, il problema dell'energia. 
Ehrlich pone il tema centrale del ritardo della politica, dei media  e della cultura sui temi dell'esplosione demografica e fa esempi incredibili, ma a cui siamo abituati noi che viviamo in un paese di tradizione cattolica.  L'ignoranza ed i ritardi riguardano tutti, senza distinzioni politiche. L'associazione MAHB ha lo scopo di contribuire a diffondere la coscienza del problema. Ci sono segni positivi in tante parti del mondo, dobbiamo cercare di unificarli e di creare un vasto movimento di opinione prima, più operativo in seguito, per cambiare la coscienza del problema da parte della nostra specie prima che sia troppo tardi.

Riporto l'articolo di Paul R. Ehrlich, per la cui segnalazione ringrazio il gruppo Fb "Assisi Nature Council"  (traduzione personale).


" Un importante obiettivo dell’Alleanza del Millennio per l’Umanità e la Biosfera (MAHB) e per la Sostenibilità è ridurre la probabilità di avveramento delle previsioni che la tempesta di problemi ambientali che minacciano l’umanità porti ad un collasso della civiltà. Tali minacce comprendono lo sconvolgimento climatico, la perdita di biodiversità ( e quindi dei connessi ecosistemi), cambiamento di uso del suolo come la cementificazione o l’immissione di rifiuti tossici con il degrado conseguente, l’intossicazione chimica globale, l’acidificazione degli oceani, il degrado e la alterazione dei contesti epidemiologici con la diffusione di nuove malattie, il crescente impoverimento di risorse importanti, e le guerre per l’accaparramento di queste risorse sempre più scarse (guerre che potrebbero essere facilmente caratterizzate dall’uso di armi nucleari). Questo non è solo un elenco di problemi, si tratta di un quadro di numerose criticità collegate tra loro che può essere descritto come  risultante da una interazione tra due complessi sistemi adattativi: il sistema della biosfera e il sistema socio-economico umano. Le manifestazioni di questa interazione sono spesso indicate come la “condizione umana”. Questa condizione è sempre in continuo e rapido peggioramento determinato in particolare da fenomeni come la sovrappopolazione, gli eccessivi consumi da parte dei popoli più sviluppati, l’uso di tecnologie arretrate e dannose all’ambiente. Un ulteriore fattore è il supporto del sistema sociale, economico e politico a consumi inquinanti.
Tutti i problemi sono tuttavia riconducibili in gran parte alla sovrappopolazione e agli eccessivi consumi, specie di quelli  non finalizzati al miglioramento della tecnologia. Si può sperare che sia sempre più chiaro almeno alle persone più istruite che maggiore è la dimensione della popolazione umana e, ceteribus paribus, più è distruttivo l’impatto ambientale. Ma purtroppo non sempre è così e molti ancora negano la rilevanza del problema. L’influenza  della sovrappopolazione sull’ambiente è indicato abbastanza esattamente dall’analisi dell’impronta ecologica, che dimostra come per sostenere la popolazione di oggi con gli attuali modelli di consumo si richiederebbe circa un altro mezzo pianeta vergine disponibile, e che se si considerano i livelli consumistici degli Stati Uniti sarebbero necessarie ulteriori 4 o 5 nuove Terre.
La gravità della situazione può essere meglio compresa se consideriamo l’attività più importante di Homo Sapiens: produrre e procurare cibi. Oggi, almeno due miliardi di persone soffrono la fame e hanno disperato bisogno di più cibo e di migliore qualità, e la maggior parte degli analisti ritengono che sarebbe necessario raddoppiare la produzione di cibo per sfamare una popolazione umana del 35 % più grande e in ulteriore crescita prevista entro il 2050. Per avere una qualche probabilità di successo, l’umanità avrà bisogno di fermare l’espansione delle superfici dedicate all’agricoltura (per salvaguardare i residui ecosistemi); aumentare le rese della terra coltivata, aumentare l’efficienza dei fertilizzanti, l’uso di acqua e di molta più energia. Sarà anche necessario modificare la produzione agricola in senso vegetariano, ridurre lo spreco alimentare, fermare la distruzione degli oceani per inquinamento e acidificazione, aumentare considerevolmente gli investimenti nella ricerca agricola sostenibile, ed infine spostare al primo posto dell’agenda politica il problema dell’alimentazione. Tutti questi compiti richiedono modifiche sostanziali ai comportamenti umani che sono state già raccomandate ma per ora si sono rivelate irraggiungibili. Forse uno dei problemi più critici sono le insormontabili barriere biofisiche all’aumento della resa dei suoli, ed anzi il tema è quello di evitare una riduzione della resa a fronte di perturbazioni climatiche.
La maggior parte delle persone non riescono a capire l’urgenza della situazione alimentare, perché non capiscono il sistema dell’agricoltura e dei suoi complessi componenti, le connessioni non lineari ai fattori di degrado ambientale. Il sistema stesso, per esempio, è uno dei maggiori emettitori di gas serra, e quindi è un importante motore dello sconvolgimento climatico che minaccia seriamente la produzione alimentare. Viene portato avanti un cambiamento epocale nei modelli più che millenari di temperatura e di precipitazioni , con la prospettiva di tempeste climatiche che mettono in pericolo coltivazioni, situazioni di siccità in zone finora temperate, ondate di calore e alluvioni, tutti elementi che sono già sotto i nostri occhi. In queste condizioni, ed anzi in condizioni in continuo aggravamento, la produzione alimentare sarà sempre più difficile nei decenni a venire.
Inoltre, l’agricoltura è una delle principali cause di perdita di biodiversità e degli ecosistemi che sono fondamentali per la sopravvivenza dell’agricoltura stessa e di altre attività umane; e fonte anche di inquinamento chimico e gassoso globale, i quali entrambi pongono ad ulteriore rischio la produzione alimentare. La sola perturbazione climatica è una tale minaccia alla produzione alimentare e alla stessa civiltà umana, che è necessaria urgentemente una mobilitazione di tutta l’umanità per contenere il riscaldamento atmosferico ben al di sotto di un aumento – che sarebbe letale- di 5 gradi centigradi della temperatura media globale. Ciò significa ad esempio che dobbiamo cambiare gran parte delle nostre infrastrutture per il reperimento, il trasporto e la distribuzione dell’acqua per fornire la flessibilità necessaria per il rifornimento idrico alle colture in un contesto di continua evoluzione delle precipitazioni.
Il cibo è solo l’area di interesse più ovvia in cui la sovrappopolazione tende ad oscurare il futuro umano – praticamente ogni problema umano, dall’inquinamento atmosferico, al brutale sovraffollamento delle megalopoli, alla carenza delle risorse, alla perdita di contesti naturalistici, alla democrazia in declino: tutti questi problemi sono aggravati dalla ulteriore crescita della popolazione. E, naturalmente, uno dei problemi più gravi è il fallimento della leadership politica sulla questione della demografia, sia negli Stati Uniti che in Australia (ma in tanti altri paesi, ad esempio l’India). La situazione è peggiore negli Stati Uniti, dove il governo non menziona mai il problema della popolazione, a causa del timore delle reazioni della gerarchia cattolica in particolare (ed anche di altre organizzazioni religiose) e la destra religiosa in generale, oltre che della quasi totalità dei media, da quelli repubblicani a quelli liberal e di sinistra, i quali mantengono l’ignoranza pubblicando articoli in favore della natalità. In Australia addirittura si è arrivati a pubblicizzare in TV in prima serata programmi per avere altri bambini e famiglie numerose.
Un primo esempio è stato un ridicolo articolo di David Brooks pubblicato sul New York Times nel 2010, in cui si invitano gli americani a rallegrarsi perché “…nei prossimi 40 anni la popolazione degli Stati Uniti aumenterà di ulteriori 100 milioni di persone”, a più di 400 milioni di abitanti complessivamente.
Una simile totale ignoranza della situazione della popolazione in rapporto alle risorse e all’ambiente è stato dimostrato da un altro  articolo apparso sul NYT nel 2012 a firma di Ross Douthat, in cui si invocavano “più bambini, per favore”, ed uno di Rick Newman sul giornale US News in cui si affermava che “un calo della natalità sarebbe un grosso problema”. Entrambi sono segni ulteriori del totale fallimento del sistema educativo degli Stati Uniti che non riesce ad rendere coscienti i cittadini e anche  gli intellettuali –o presunti tali- del problema demografico locale e generale.
E’ pertanto necessario un movimento popolare che conduca campagne informative per correggere tale fallimento e intervenga direttamente sui sistemi culturali fornendo una “intelligenza lungimirante” della situazione e che chiarisca gli aspetti riguardanti i cambiamenti necessari in campo agricolo, ambientale, energetico, e soprattutto di pianificazione demografica; tutti aspetti sui quali le leggi del mercato non intervengono o sono dannose, e non forniscono sufficienti informazioni. Gli analisti della società inoltre dovrebbero smetterla di trattare la crescita della popolazione come un “dato” e prendere in considerazione i benefici nutrizionali e sulla salute, sugli aspetti complessivi della qualità della vita e del rapporto con la natura, e i benefici a tutte le altre specie viventi oggi in pericolo, che deriverebbero dallo stop alla crescita della popolazione umana ad un livello ben al di sotto dei nove miliardi e dall' iniziare un percorso di lento calo demografico. A mio parere, il modo migliore per accelerare il passaggio verso tale calo della popolazione è di dare pieni diritti, istruzione, e le opportunità di lavoro per le donne in tutto il mondo, e di fornire a tutte le persone sessualmente attive informazioni sulla corretta contraccezione, sull’aborto e sugli altri diritti fondamentali di pianificazione familiare. Il grado di riduzione dei tassi di fertilità determinati da queste misure è tuttora controverso, ma sarebbero comunque un programma vincente per la società e il suo miglioramento. Non sarà mai abbastanza sottolineata l’importanza critica di aumentare l’azione attualmente insufficiente sul fattore demografico da parte delle organizzazioni internazionali e dei singoli stati, oltre che delle opinioni pubbliche, affinché nei prossimi decenni si inverta sensibilmente  il trend di crescita per riportare la dimensione della popolazione umana ad un  livello “umano” nel senso più proprio del termine, essendo noi una parte della natura di questo pianeta e non i suoi padroni assoluti. Mentre i modelli di consumo, come abbiamo appreso durante le mobilitazioni della sconda guerra mondiale, possono essere modificati in maniera sostanziale in meno di un anno, in presenza di certe situazioni e dati adeguati incentivi, è molto più difficile alterare i comportamenti demografici. Il movimento cui stiamo lavorando dovrebbe anche mettere in evidenza le conseguenze di queste idee folli quali quella di far crescere l’economia al 3-5 % all’anno nel corso di decenni (o addirittura per sempre), come la maggior parte degli economisti e dei politici pretendono e credono possibile. La maggior parte delle persone “colte” non si rendono conto che nel mondo reale una breve storia di una crescita esponenziale non implica un lungo futuro di tale crescita.
Produrre una mobilitazione nella società civile per sviluppare l’intelligenza e la lungimiranza sui temi della sostenibilità e della crescita demografica eccessiva della specie umana sono obiettivi centrali della Alleanza del Millennio per l’Umanità e la Biosfera (“rischi di incidenti rilevanti” – mahb.stanford.edu) , obiettivi oggi condivisi da una importante missione della University of Technology di Sidney.
I blog di MAHB – UTS  sono una joint venture tra la University of Technology di Sidney e l’Alleanza. Le domande devono essere indirizzate a joan@mahbonline.org."
 (Autore: Paul R. Ehrlich)



16 commenti:

  1. quote: "A mio parere, il modo migliore per accelerare il passaggio verso tale calo della popolazione è di dare pieni diritti, istruzione, e le opportunità di lavoro per le donne in tutto il mondo, e di fornire a tutte le persone sessualmente attive informazioni sulla corretta contraccezione, sull’aborto e sugli altri diritti fondamentali di pianificazione familiare. "
    sufficiente al raggiungimento dello scopo nel giro di poco sarebbe il seguente; istruzione si, specie Africa e Asia dove l analfabetismo ancora regna sovrano, FARLA FINITA CON I MATRIMONI IN ETà INFANTILE E ADOLESCENZIALE, SPECIE ETà INFANTILE E' OLTREMODO VERGOGNOSO, quanto agli adulti sessualmente attivi, poiche continuo a sentire fino alla nausea il discorso "ma se non hanno il cinema, la tivù , le uscite serali, altro da fare non c e," allora sarebbe meglio innanzi tutto cominciare con l imparare e alla svelta il detto di Dante Alighieri "fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtute e conoscenza", che mica di fatto siamo 100% istinto come gli animali che appna scatta il periodo di riproduzione non hanno altri pensieri, insomma anche una passeggiata fuori aiuterebbe, che dire.........ovvio che la promozione e il corretto uso dei contraccettivi si trova tra le misure sufficientissime, l aborto no perche religiosi o laici che si fosse si opera immancabilmente una scelta tra individui che devono restare e individui che devono morire prematuramente e dunque non puo rientrare nello scopo "cerchiamo di fare stare bene chi qui c e ", come se si dovesse scegliere tra vecchi e giovani chi ha più diritto di vivere, non esistono esseri umani di serie A e esseri umani di serie B. basterebbe e avanzerebbe quel di cui sopra (istruzione, accesso al lavoro per tutte le donne, fine dei matrimoni in età infantile e adolescenziale, contraccezione per pianificare la famiglia -i flop dei contraccettivi sono irrisori paragonati alla piaga dei matrimoni infantili e scolarizzazione zero, nemeno il solletico gli fanno-)
    quote "Il grado di riduzione dei tassi di fertilità determinati da queste misure è tuttora controverso" in tal caso (più i casi che ho aggiunto ) si ridurrebbe non il tasso di fertilità ma quello della natalità calerebbe di certo ai minimi storici, ovviamente che in Africa e i n Asia non sarebbe mai più la stessa cosa se si fa studiare le donne e invece che a 12 anni (la media) sposarsi per esempio a 30 (età comunque indicativa, comunque a studi ultimati) . quanto agli Stati Uniti, oramai sono ampiamente popolati da musulmani , sappiamo più o meno qual e la loro visione della famiglia e siccome (da quel che mi sembra di avere letto non ricordo dove) hanno tutti o quasi tutti il diritto di voto, avranno voce in capitolo in materia. gli Stati Uniti sono sempre meno un paese protestante (che storicamente, il protestantesimo ha sempre avuto visioni diametralmente opposte al cattolicesimo in materia di contraccezione) e sempre più multiculturale ove gli appartenenti alle varie culture possono votare in tempi molto più rapidi degli stranieri in Europa.
    si sente dire poi qui e la che un paese di giovani meglio di un paese di vecchi e il guaio appunto di non valorizzare i vecchi (insomma un vecchio non e certo meno persona di un giovane...........) mi spiace per la punteggiatura soliti problemi tastiera

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  2. << La maggior parte delle persone non riescono a capire l’urgenza della situazione alimentare, perché non capiscono il sistema dell’agricoltura e dei suoi complessi componenti >>

    Questo è un'altro dei tanti effetti distorti dell'urbanizzazione di massa.
    Chi vive in campagna conosce benissimo tutta la fatica, l'alea e la pazienza che ci sono dietro un piatto pieno di cibo.
    Per chi invece vive in città, si può anche credere che il cibo si trova al supermercato, che se ne può comprare quanto si vuole, e che se c'è oggi vuol dire che ci sarà anche domani.
    Sarà un brutto risveglio, per molte persone.

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  3. Direi che se non ci fosse il problema degli approcci religiosi (tradizionali) e neoreligiosi (accrescitivismo, economicismo neoclassico, pseudo liberismo (in realtà il peggior capitalismo citronesco, un'orrenda commistione del peggio del liberismo e dello statalismo, progressismo, panmixismo, tecnoteismo, globalismo... ) che ottundono le menti, spengono le poche facoltà e di osservazione, deduttive e quindi critiche e rinforzano la disonestà intellettuale (la malafede informata, cosciente se non colta, come ricordava Sartre), le osservazioni di Ehrlich apparirebbero ai più elementari, disarmanti nella loro precisa semplicità come sono.

    I limiti geobiofisici del pianeta finito sono messi a dura prova da crescite demografiche e di altro tipo esponenziali.
    Matematicamente non può andare avanti.

    x Lumen:
    > effetti distorti dell'urbanizzazione di massa
    Alcuni demografi sostengono (in un certo senso con ragione) che l'urbanesimo comporta una sensibile diminuzione della prolificità.
    Ma, come sottolinei, purtroppo, esso aumenta lo sradicamente delle masse dalla Terra, la crescita di masse di homo svampiti, che pensano che le bistecche vengano dal supermercato e che si arrabbiano quando piove perché interrompe il lungo periodo di .giornate soleggiate (e relativa siccità), rancorosi per la neve d'inverno e con gli alberi in autunno perché sporcano con le loro foglie che cadono.

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  4. quote "accrescitivismo, economicismo neoclassico, pseudo liberismo" sembrano assolutamente correnti di pensiero laiche in quanto liberismo e buona parte del progressismo sono storicamente atee, dunque deve avere a che vedere con la corrente di pensiero che vorrebbe vedere una popolazione nella stragrande maggioranza giovanissima (insomma non si capisce perche si debbano sempre sottovalutare i vecchi come se fossero loro la piaga del pianeta), ma si sente sempre "popolazione di vecchi, poche nascite" -questo pero non e vero-, che c e di male in una popolazione vecchia..........

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  5. > sembrano assolutamente correnti di pensiero laiche [...] sono storicamente atee
    Le ho qualificate come forme neoreligiose in quanto, nella maggior parte tendono all'autoreferenzialità, all'anacronismo, alla mancanza completa di capacità di osservazione, di critica e di cambiamento, tendono a totalizzarsi dal contestuale all'universale e alla mistica "salvifica", alla deresponsabilizzazione personale, al transfer/delega rispetto ad un qualcosa/qualcuno che_risolvewrà_ogni_problema. Insomma, i relativi devoti, esibiscono tutti i pattern "fideistici" e spesso pure la cecità fanatica degli osservanti delle religioni tradizionali.

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  6. nel caso delle religioni tradizionali (bisogna anche vedere cosa si intenda per tradizionali) c e comunque una bella divisione in materia (che purtroppo in pochi conoscono perche storicamente il cattolicesimo ha dominato l Europa del sud , nella triste epoca medievale proibiva di leggere la Bibbia, mettiamoci in più che la quasi totalità della popolazione era analfabeta e forse purtroppo alle dittature di allora faceva pure comodo l analfabetismo dilagante, purtroppo i proibizionismi continuarono fino a poco dopo la seconda guerra mondiale e di fatto faceva comodo ,ad esempio, nascondere che nel nord Europa c era il luteranesimo, il battismo, in America il metodismo, ecc ) poiche un prelato cattolico e un reverendo protestante (specie se non e mai stato influenzato dalla cultura cattolica) risponderebbero in maniera diametralmente opposta (il primo direbbe che la procreazione e lo scopo principale del matrimonio e che gli anticoncezionali sono innaturali e peccaminosi, il secondo risponderebbe che Dio ci lascia liberi nell uso degli anticoncezionali , che il matrimonio ha anche altri scopi e la ricerca del concepimento non consista affatto in un passo obbligato), gli ebrei non si pongono la questione perche privi di crucci finanziari (vero che non potranno mangiarsi i futures ne le carte di credito, vero , verissimo, che non possono condire l humus con le obbligazioni ma non hanno bisogno di dire a un figlio "dopo la terza media cercati presto un impiego che non possiamo permetterci nemmeno il liceo", non devono tormentarsi per eventuali cure mediche costose ne che il figlio diventi un futuro disoccupato e men che meno devono preoccuparsi di cosa gli daranno da mangiare al prossimo pasto come invece sappiamo bene avvenire nei villaggi africani e asiatici e le cose che saltano immediatamente all occhio sono proprio queste ultime -dopotutto quando i viveri cominciano a scarseggiare, chi ha denaro riesce a ottenere comunque quel poco rimasto per se, dunque una preoccupazione di meno, l amara realtà, come pure avvenne nei tempi della seconda guerra mondiale, era questa, che con la scarsità pioveva sempre sul bagnato, dunque su chi già era colpito da povertà, purtroppo mentre gli uni -numerosi- non trovavano più pane, i ricchi continuavano a vivere nel lusso e non dovevano porsi il problema di come avrebbero mangiato), quanto ai musulmani, nella loro ottica di voler dominare su tutti gli altri, potrebbero appunto per questo desiderare di essere i più numerosi (in barba al fatto che nei loro paesi di origine fanno veramente la fame), anche se non conosco la loro cultura fin nei minimi termini da sapere se davvero sia questo il motivo per cui le donne musulmane siano continuamente in stato di gravidanza
    e a causa della poca istruzione purtroppo puo capitare che le persone confondano il fideismo con la tradizione culturale, altrimenti in che contesto metterebbero "Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella carne, e io vorrei risparmiarvele."(1Corinzi 7 28) ? vero e che si riferisce al matrimonio, ma sappiamo perfettamente che oltre 2000 anni fa (e anche poco meno di 40 anni fa) il matrimonio era il preludio di una prole numerosa, mentre oggi abbiamo il beneficio degli anticoncezionali, storicamente proprio da pochissimo
    ma spesso al di la di ogni qualsiasi forma di fideismo,si sente proprio la continua lamentela "paese di vecchi" quasi come se i vecchi fossero da buttare, ma per la preoccupazione di chi pagherà per le pensioni dei vecchi se non addirittura per la futile impressione dell "occhio che vuole la sua parte" (che sembri più bello vedere una popolazione giovane di una vecchia, purtroppo sembra succedere)

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  7. ps
    quando i viveri cominciano a scarseggiare, chi ha denaro riesce a ottenere comunque quel poco rimasto per se
    non intendevo comunque dire nulla di male contro gli ebrei (tra cui per giunta ho antenati, anche se di fatto non nuoto mica nell oro) , soltanto che le classi sociali alte (che comprendono anche non ebrei), quando i prezzi dei generi alimentari saliranno alle stelle in maniera vertiginosa avendo grosse disponibilità finanziarie riusciranno comunque a comprare, come avveniva durante la seconda guerra mondiale (anche se in tal caso la disparità finanziaria verrebancor più accentuata rispetto ad allora), mentre gli altri non potranno permetterselo

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  8. @Last nana: sui matrimoni delle fanciulle in India e Africa e in alcuni paesi islamici è uscito recentemente un bell'articolo sul Corriere. Pare che in terza media alcune abbiano già tre-quattro figli. Il fenomeno influisce in maniera sostanziale con l'eccesso di natalità in quelle aree.
    @UnUomo.InCammino:
    "...che ottundono le menti, spengono le poche facoltà e di osservazione, deduttive e quindi critiche e rinforzano la disonestà intellettuale.."
    Come sai in questo blog ho spesso insistito sul fatto che ragioniamo spesso con idee preconfezionate: sia di tipo religioso, che di tipo laico. Anche la scienza è un modo totalitario di vedere il mondo, derivazione diretta della metafisica occidentale, che ci sta portando in un vicolo chiuso. La trasformazione tecnica del mondo non mi pare gli stia facendo bene, e questo lo avevano detto Nietzsche, Heidegger, Adorno, Horkhaimer, Habermas e molti altri, tutta gente in grado di pensare. Purtroppo è proprio la capacità di pensare con un pensiero che sappia andare al fondo delle cose che abbiamo perso. Dominati dalla scienza sappiamo tutti misurare, calcolare, pesare, formulare, vedere la chimica, gli atomi, l'energia,i rapporti numerici, le grandezze fisiche, i costi ecc. Ma non sappiamo vedere il senso di tutto questo. Mi pare che in un tuo precedente intervento hai definito "neo-paganesimo" questa critica al pensiero moderno. Essendo un ateo totale non mi posso riconoscere in questa definizione. Non si tratta di alcun ritorno a pseudo-religioni ma è, molto semplicemente, una critica al pensiero calcolante della scienza, affinché si possa tornare a pensare (se mai lo si è fatto) con un pensiero meditante che sappia restituire un senso alla nostra presenza, alla natura, a un mondo che stiamo stravolgendo...

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    1. Neo paganesimo per sottolineare una sacralità del umano in contrapposizione ai monoteismi che sono antropocentrici nelle idee e ecocidi nella prassi.

      La mia provocazione è duplice.
      La vita sta diventando sempre più grettamente materialistica e consumistica: la fissazione delle moltitudini è l'aumento quantitativo di figli prodotti, di materia ed energia consumati e nell'intensità e frequenza di tali consumi(smi). Non è un abbruttimento peggiore di quello deprecato a suo tempo da Dante, ma lo è per la scala delle masse umane e per la ampia e diffusa disponibilità di tecnologia ed energia utilizzate per una distruzione sistematica della vita, come osserva Marco Pie in una , incultura del trionfo della morte.

      D'altra parte il pensiero sta diventando sempre più irraziionale, incapace di un'osservazione attenta, di misure, di un procedimento scientifico ed agnostico di misura - osservazione - studio - proposta - implementazione - verifica dei risultati - aggiustamento e riparti. Il pensiero che domina è di tipo spesso autoreferenziale: è giusto perché lo diciamo e lo affermiamo noi. Non c'è più una mappa oggettiva sulla quale tentare di comunicare, un insieme comune per quanto minimo di oggettività e di leggi della realtà sul quale confrontare delle teorie.
      Ma il pensiero "modernista" dopo decenni passati ad approfondire e all'analisi, spesso persosi in specializzazioni iperspecifiche deve tornare ad avere un punto di vista complessivo, alto. Inutile se non nocivo fare benissimo e con efficienza e con ingegno un passo di un cammino che sostanzialmente conduce ad un problema o a un baratro.

      Infine è necessario tornare alla dimensione della consapevolezza dei limiti e al valore spirituale della scelta che essi determinano, impongono. Rispettare i limiti trasgredendoli saltuariamente per voler loro bene come opposto all'hybris del volerli ignorare.

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  9. quote "@Last nana: sui matrimoni delle fanciulle in India e Africa e in alcuni paesi islamici è uscito recentemente un bell'articolo sul Corriere. Pare che in terza media alcune abbiano già tre-quattro figli. Il fenomeno influisce in maniera sostanziale con l'eccesso di natalità in quelle aree."
    altro che se influisce!..........e alla terza media sfortunatamente non sempre ci arrivano, dato l altissimo tasso di analfabetismo, esattamente per questo sono arciconvinta che se questa abominevole pratica (e appunto quella corrente di pensiero che vuole raccontarci la favola che si tratta di altre culture dunque non fanno nulla si sbagliato ma solo di diverso, allora ci raccontino pure, mentre ci siamo, che dove rubare viene considerato normale, data la differenza culturale, si tratta unicamente di una forma di .....diversamente legale, che va rispettato in quanto culturalmente diverso, tanto oramai sembra sufficiente cambiare la terminologia per rendere accettabile l inaccettabile) del matrimonio infantile (e magari anche adolescenziale) venisse abolita, insieme all uso dei contraccettivi, vedremmo un calo della natalità che toccherebbe i minimi storici (oltre al vedere ovviamente la fine di una pratica che non dovrebbe proprio trovare luogo)
    il termine neopaganesimo mi sembra che uomo in cammino non l abbia usato, si trovava in un mio intervento che pero si riferiva non a questo articolo, ma era una mia risposta all articolo sull istigazione alla natalità in cui mi riferivo unicamente alle abitudini di chi pende dalle labbra (anzi dallo schermo) dei media ripetendo a pappagallo quello che dicono senza un minimo di comprendonio, link al mio post http://sovrappopolazione.blogspot.it/2013/10/istigazione-alla-natalita.html#comment-form

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  10. OT:
    Ho pubblicato un video intitolato "Crisi economica e crisi energetica".
    Penso che, solo mettendo in evidenza le conseguenze economiche, si può portare all'attenzione il problema energetico.
    Il link del video si può trovare sia nel mio sito:
    www.singolarsoft.it

    o andare direttamente su Youtube:
    https://www.youtube.com/watch?v=eRDPuLGcMGo

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    1. Caro Alessandro non ho avuto ancora il tempo di vedere tutto il video, ne ho visto circa il 50%. Mi riprometto quanto prima di terminare di vederlo. Mi sembra ben fatto e con analisi complete e particolareggiate, ti faccio i complimenti. Sono ovviamente, come sai, d'accordo con l'analisi delle cause che fai della crisi economica, riconducibile essenzialmente allo squilibrio tra produzione energetica e richiesta da parte soprattutto delle nuove economie emergenti. Non si tratta solo di aumento dei prezzi, ma anche di riduzione della produzione, per ora compensata per quanto riguarda petrolio e gas dal fracking e da nuovi giacimenti. Il tutto mentre stiamo pagando prezzi ambientali sempre più alti con il global warming e con le pioggie acide, i particolati nelle megalopoli. Mi sembra di capire che anche tu non vedi male il nucleare, almeno stando alla tua analisi, anche temporaneamente in attesa delle nuove tecnologie a fusione. Tuttavia non sei esplicito al riguardo; non vorrei per adeguamento al politically correct imperante. Concordo con la prospettiva che l'Europa se continua ad ignorare il tema energia è destinata al declino economico e in seguito ad esso alla fine politica dell'unità. Non mi sembra che affidarsi alle torri eoliche e ai pannelli fotovoltaici, come sta facendo la Germania, e in maniera ancora più grave l'Italia che non sta preparando una strategia energetica adeguata e non ha un piano energetico degno di questo nome, porti a reali possibilità di superamento della crisi. Termino con il consiglio di essere più sintetico nei tempi, ma mi rendo conto che il tema è complesso.

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    2. > affidarsi alle torri eoliche e ai pannelli fotovoltaici, come sta facendo la Germania

      Germania, noto paese sul lastrico, l'unico in Europa ad avere grossi problemi.
      Arretrati, importano tutto, si stanno impoverendo. E la loro politica energetica "pessima" per cui non si sa come abbiano fatto a esportare parecchi TWh al resto dei paesi.
      Avranno qualche magia.
      Maledetti.
      Saranno forse i crauti?
      Più crauti per tutti!

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    3. La Germania ha 25 centrali nucleari in attività. E' grazie ad esse che la Germania importa solo il 50 % dell'energia di cui ha bisogno, mentre l'Italia ( noto paese con uno sviluppo stratosferico ed in pieno arricchimento) importa più dell' 80 % dell'energia di cui necessita e paga l'energia più del doppio di quello che paga la Germania. La quale ha annunciato una politica di dismissioni delle centrali che avverrà tra....20 anni! Facile, facilissimo prevedere, visto l'aumento dei prezzi di gas-carbone-petrolio, che le dismissioni delle centrali nucleari non avverranno mai. Al massimo chiuderanno qualcuna obsoleta per costruirne altre di ultima generazione. Quanto alle rinnovabili ho usato il presente in modo non esatto. Non ...come "sta facendo" la Germania..., ma come STAVA facendo...visto che persino la Siemens ha chiuso con le rinnovabili

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  11. Nel pomeriggio ho avuto il tempo di finire di vedere il filmato. Ti confermo che concordo in pieno. Uscire dall'euro sarebbe folle, soprattutto per la nostra situazione energetica: importiamo l'81 % dell'energia che ci necessita. Pagare queste importazioni con una moneta nostra ci verrebbe a costare, come ben spieghi nel tuo video, 100 miliardi l'anno. Staremmo oggi peggio della Nigeria, molto peggio della Grecia. Concordo in pieno su quanto affermi al riguardo delle rinnovabili. Attendo il prossimo video sull'argomento.

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  12. immaginate cosa accadrà tra qualche decennio, quando saremo 12/13 miliardi di esseri umani e una tecnologia che avrà automatizzato la stragrande maggioranza delle aziende. questo è il problema piu grande, 11 miliardi di disoccupati che si ammazzeranno tra loro per sopravvivere, senza rispettare nulla, ne i propri simili ne la natura. Ecco spiegato il motivo della crisi economica globale, il poveraccio deve morire, il poveraccio non deve avere un futuro. eliminare oggi la fame nel mondo è semplicissimo, ma innescherebbe il countdown per l'estinzione del genere umano.

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