Come volevasi dimostrare: lo smog uccide. Come più volte segnalato su questo blog il particolato derivante dalle combustioni di idrocarburi (motori diesel , ma anche benzina, cherosene, carbone ecc.) è una delle cause determinanti sia di patologie croniche come broncopatia ostruttiva, cardiopatia, infarto, che del tumore al polmone. Riporto l'articolo del Corriere della Sera del 28 marzo 2012 che conferma il dato in base a studi recenti dell'ARC.
Con i gas di scarico diesel più rischi
di cancro ai polmoni
Già classificati nel 1989 come possibili cancerogeni dall’Agenzia per la Ricerca sul Cancro, ora arrivano nuove prove da uno studio ventennale

LE CITTA’ INQUINATE UGUALI A MINIERE - I ricercatori statunitensi (nei due studi noti come Diesel Exhaust in Miners Study condotti da Michael D. Attfield e Debra T. Silvermanhanno analizzato i dati di oltre 12mila minatori che in otto miniere diverse utilizzavano macchinari con motori diesel, trovandosi a respirarne in varia misura i gas di scarico in livelli comunque generalmente più alti rispetto al resto della popolazione e ad altre categorie di lavoratori. Le loro conclusioni indicano che i minatori più esposti ai gas (quelli attivi a lungo sottoterra più di quelli addetti alle aree minerarie in superficie) hanno maggiori rischi sia di ammalarsi di tumore ai polmoni che di morirne. «I risultati delle nostre ricerche sono importanti non sono per chi lavora in miniera ma anche per l’1,4 milioni di americani e i tre milioni di europei che quotidianamente devono usare macchinari diesel. E per chi vive in città molto inquinate, dove l’esposizione ai gas di scarico diesel è simile» ha spiegato Debra Silverman, facendo riferimento ai centri urbani di Cina, Messico e Portogallo che nell’ultimo decennio hanno raggiunto livelli di smog simili a quelli registrati sottoterra in miniera.
L’ARIA INQUINATA SARA’ IL PRIMO BIG KILLER -Secondo l’ultimo rapporto dell’Ocse da qui al 2050 l’inquinamento dell’aria diventerà il «big killer» principale causa di 3,6 milioni di morti all’anno in tutto il mondo (attualmente è già il responsabile di oltre un milione di decessi). Oggi, sottolinea il documento, solo il due per cento della popolazione urbana mondiale vive con concentrazioni di pm10 accettabili, sotto i 20 microgrammi per metro cubo, mentre il 70 per cento ne deve subire più di 70, una cifra che è destinata a crescere nei prossimi anni. Un altro aspetto preoccupante è quello dell’ozono nelle città, che raddoppierà le proprie vittime dalle 385 mila l’anno a più di 800 mila. Secondo il rapporto, molte di queste morti saranno concentrate in Asia, ma anche i paesi occidentali saranno colpiti soprattutto a causa del fatto che gli anziani, sempre più numerosi, sono più sensibili a questo gas. Anche i livelli di ossidi di zolfo e azoto sono destinati, in assenza di interventi, ad aumentare rispettivamente del 90 e del 50 per cento e, nello stesso lasso di tempo, le emissioni di gas serra potrebbero aumentare del 50 per cento.
Nessun commento:
Posta un commento