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mercoledì 7 marzo 2012

LE TASSE COME STRUMENTO ECOLOGICO: A MODEST PROPOSAL





PER UNA NUOVA FISCALITA’ PIU’ LIBERALE E PIU’ AMBIENTALE

Nel nostro paese il prelievo fiscale è intorno al 50% (senza considerare la fiscalità indiretta). Per cultura liberale sono sempre stato contrario ad una alta tassazione. Con questo peso fiscale il nostro paese non potrà mai tornare a crescere. Alte tasse significano alta spesa pubblica (da noi la spesa pubblica è oltre il 50% del PIL), ed alta spesa pubblica significa troppo stato, troppa burocrazia, troppa corruzione, troppa inefficienza. Abbattere energicamente le imposte serve a quattro cose. A riprendere il sentiero della crescita. A sanare il gap con le economie trainanti del mondo e a quelle emergenti in Europa. A dare maggiore libertà agli individui. A realizzare un maggior dinamismo sociale, cioè a far salire più rapidamente in alto nella piramide sociale chi oggi sta in basso.
Ma oltre che abbassare le tasse, bisogna dare ad esse nuovi obiettivi. Quello della cosidetta “giustizia sociale” è una mistificazione. Con le tasse non si fa giustizia sociale, si toglie semplicemente a chi produce per dare allo stato e ai burocrati di stato, si toglie a chi merita per dare ai nullafacenti. Le tasse servono a pagare i servizi, e da noi i servizi non funzionano.
Ma oggi il mondo è cambiato, si sta avviando ad una condizione ambientale catastrofica, e le tasse possono servire a dare un indirizzo che riporti il pianeta ad una condizione ambientale sostenibile e a dare nuovi valori e nuovi obiettivi, come quelli della difesa dell’ ambiente.
A questo scopo sarebbe utile spostare la fiscalità dal lavoro al consumo, dai guadagni ai patrimoni. Un esempio di nuova tassazione potrebbe essere questa: una aliquota massima del trenta per cento sui redditi da lavoro (dall’attuale 45 %), con un corrispettivo aumento dell’Iva su beni che hanno un alto impatto ambientale, come ad esempio auto di lusso, barche, prodotti inquinanti, beni voluttuari, sigarette, alcool ecc. Forte tassazione su impianti industriali inquinanti, quelli con emissioni di fumi o che utilizzano sostanze chimiche tossiche, o che richiedono forti quantitativi di acqua. Tassazione separata ed elevata per case ed edifici costruiti in zone ad alto valore paesaggistico come coste, zone verdi, montagna ecc. (con rispetto assoluto dei piani regolatori e divieto di varianti). Disincentivi fiscali per l’uso del cemento e facilitazioni per l’uso di materiali ecologici come pietra, legno, biomateriali ecc. Tassazione elevata per le seconde case e proibitiva per le terze ecc. Incentivi alla riconversione ad altra attività delle troppe imprese edili del nostro paese. Tassazione elevata dei grandi patrimoni, soprattutto quelli ereditati della seconda generazione . La diversa tassazione avrebbe anche lo scopo di riconvertire l’industria inquinante verso attività più ecosostenibili, con l’aiuto di forti incentivi alla ricerca su fonti alternative di energia e quelle meno inquinanti.
Il programmino sembra facile, in realtà è di difficilissima attuazione: ci sono troppi interessi e troppi potentati da abbattere. Non solo interessi economici, ma anche ideologie antropocentriche. Ci sarebbe infatti una tassa che mi piacerebbe applicare: quella sull'eccessivo numero di figli. Chi figlia molto in un mondo con sette miliardi di umani è uno che sta contribuendo in maniera SOSTANZIALE alla distruzione del pianeta. E' un eco-criminale. Dal secondo figlio in poi si dovrebbe pagare una tassa molto elevata. Ma ve lo immaginate lo strepito di chi ogni giorno predica che nascono troppo pochi bambini, che l'Italia si sta spopolando, che siamo un paese di vecchi, eccetera eccetera?

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