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mercoledì 4 marzo 2015

Grattacieli si e no: quell’antimodernismo che blocca l’Italia



Ho sempre sostenuto su questo blog che la risposta alla crisi ecologica epocale che sta investendo il pianeta non può essere data con una ricetta anti-modernista. La tigre va cavalcata. La tecnologia e la scienza sono un destino dell’uomo e indietro non si torna, perché indietro non si può tornare. Sostengo, al contrario di chi crede nella decrescita tout court e nel ritorno all’economia agricolo-pastorale, che proprio dalla tecnologia e dalla scienza verranno le svolte in grado di mutare la corsa al collasso ambientale della biosfera. Tutti coloro che seguono il blog sanno che credo nella nuova energia della fusione nucleare, credo nella automazione e nei sistemi tecnologici in grado di assicurare una coesistenza tra uomo e ambiente terrestre. La lotta per l’ambiente si fa utilizzando la modernità, non contrastandola. Il mondo si avvia ai nove miliardi di abitanti e nonostante i nostri sforzi per invertire la crescita demografica, tutto lascia credere che li raggiungeremo entro i prossimi 10-20 anni. In questa situazione il processo di inurbamento della popolazione continuerà a ritmi sostenuti in tutto il globo, Italia compresa. Per questo mi sono dichiarato sempre favorevole alla edificazione di grattacieli nelle moderne periferie delle grandi città, comprese quelle italiane. Il processo di antropizzazione che sta rapidamente cambiando la Terra avviene con un consumo di territorio sempre più veloce. L’espansione della presenza umana sulla Terra non è tuttavia bidimensionale, ma tridimensionale, avviene cioè per volumetrie. Nelle periferie urbane e nei progetti di urbanizzazione si parla di “volumetria urbana” per indicare, in metri cubi, la trasformazione del territorio. Al fine di ridurre il consumo di suolo e l’impatto ambientale di una edificazione diffusa e deregolamentata, propongo quindi di utilizzare quello che già avviene in tutte le megalopoli del pianeta: la volumetria in altezza, l’edificazione di megastrutture (grattacieli) sviluppate in altezza che abbiano sistemi di recupero e conservazione energetica tecnologicamente avanzati. Illudersi che l’impatto della ulteriore crescita demografica non ci sarà è appunto una illusione. L’impatto già esiste e l’arrivo di centinaia di migliaia di immigrati alle nostre coste ne è solo un sintomo parziale. L’espansione della cementificazione sul residuo territorio verde  del nostro paese e in quello di tutta l’Europa ne sarà il certo corollario nei prossimi anni. Per questo è necessario prevedere l’espansione inevitabile della presenza umana e  creare il nuovo ambiente antropizzato utilizzando le migliori tecniche edilizie al fine di minimizzare la necessaria  trasformazione ambientale. E’ soprattutto fondamentale  risparmiare il territorio verde, per conservarlo come territorio agricolo o forestale e mantenere per quanto possibile il paesaggio naturale. A tal fine le città che dovranno accogliere nei prossimi anni milioni di cittadini non possono che crescere in altezza con edifici ad alta compatibilità ambientale come i grattacieli di ultima generazione. Tale edilizia ha anche una importante ricaduta economica e occupazionale.
Il Qatar ha comprato nei giorni scorsi con la cifra di 2 miliardi di dollari il gruppo di grattacieli di Milano, appena costruito in occasione della inaugurazione dell’Expo. La cifra, enorme in una economia stagnante come quella attuale italiana, rende l’idea dell’importanza che possono rivestire le giuste scelte urbanistiche ai fini di uno sviluppo del paese che sia al tempo stesso eco-compatibile ed economicamente vantaggioso. L’alternativa è la crescita caotica, dispersiva, ecologicamente disastrosa, di forte impatto e degrado ambientale che ha caratterizzato l’urbanizzazione italiana dal dopoguerra ad oggi, con edifici sciatti, mal costruiti, senza risparmio energetico, mal coibentati, termodisperdenti e fortemente inquinanti. Le periferie delle grandi città italiane testimoniano visivamente il fallimento del criterio spontaneistico e caotico che ha dominato l’urbanistica italiana negli ultimi decenni.
Le città italiane sono cresciute finora e crescono ancora oggi per apposizioni spontanee, con una edilizia d’accatto fatta da famiglie o da piccoli costruttori, spesso in maniera abusiva e comunque al di fuori di un serio piano regolatore. La politica ha le sue colpe in questo disastro urbanistico, architettonico e culturale italiano. Nessuno ha un disegno, nessuno ha un criterio estetico (qualunque esso sia), non vi sono progetti basati su un’idea di futuro. Nulla di nulla. Qualsiasi progetto suscita ripulsa dai soliti nichilisti che odiano le imprese che utilizzano l’alta tecnologia, viene osteggiato chiunque abbia un’idea di sviluppo delle città, un disegno intelligente sul futuro. Tutto il processo di espansione edilizia, al contrario,  secondo costoro – tra cui spiccano i famigerati movimenti sedicenti ecologisti-  deve essere lasciato allo spontaneismo popolare, l’unico concetto tollerato.  Il risultato sono la terzomondizzazione delle cittò italiane, il degrado estremo della struttura urbana, la perdita della qualità della vita, il contrasto tra le città vecchie dei centri storici ricche di arte e di bellezza, e le periferie degradate.
Riporto qui di seguito un articolo tratto dal Corriere sul grattacielo milanese Torre Solaria in cui si specifica alcune caratteristiche della nuova costruzione insieme ad una breve intervista all’architetto che ha guidato il progetto.

"Li incontri già negli ascensori, in ciabatte o diretti verso i parcheggi sotterranei. Sono i nuovi abitanti della torre Solaria, il grattacielo residenziale più alto d'Italia (143 metri di altezza), che svetta nel nuovo quartiere di Porta Nuova-Varesine sviluppato da Hines Italia Sgr. Solamente in una decina hanno già preso possesso delle loro abitazioni, ma i rogiti vanno avanti velocemente e l'85% delle unità sono già state vendute. Presto la torre verrà quasi interamente popolata dai suoi inquilini. «Sul mercato il progetto ha avuto subito un grande successo», afferma l'architetto Bernardo Fort-Brescia che insieme a Laurinda Spear dello studio Arquitectonica di Miami ha disegnato le torri Solaria e Aria (rispettivamente 34 e 17 piani). L'architetto ci ha accompagnato in un tour esclusivo a visitare gli interni del grattacielo.
Alcuni nuovi residenti appena insediati è possibile già incontrarli in ascensore. Alcuni indossano vestiti comodi o addirittura solamente una tuta. Non è di certo perché non si possano permettere abiti più eleganti, visto che per acquistare una casa da sogno nel grattacielo in questione hanno speso in media 9.600 euro al metro quadro. La verità è che probabilmente sono diretti al piano A, quello delle Amenities (scritto in inglese, nonostante la maggior parte degli acquirenti siano italiani) dove si trovano la piscina indoor, la palestra e le aree comuni. Il piano A è appena sotto il primo piano, che in realtà a sua volta è un settimo piano rispetto al livello del suolo: la torre, infatti, posa su un basamento rialzato sotto il quale sono previsti negozi e un'area predisposta per grandi eventi e manifestazioni. Per andare ai parcheggi i residenti devono per forza passare dalla reception, aperta nella hall principale 24 ore su 24: i parcheggi non sono collegati direttamente con le abitazioni per motivi di sicurezza. «Le residenze nelle torri – ci spiega Fort-Brescia – sono state progettate pensando a inquilini che le abitassero tutti i giorni. Non c'è un target specifico, ma abbiamo pensato solamente ad intercettare i bisogni dei futuri residenti della città di Milano. Abbiamo progettato per gli abitanti del posto».
Per questo motivo il team dello studio Architectonica di Miami, guidato da Fort-Brescia (che per l'occasione ha risvegliato le sue origini, per metà italiane da parte di madre ligure), prima di cimentarsi nel design di Solaria e Aria ha condotto diversi studi sul modo di abitare a Milano. «Tutti innanzitutto mi chiedevano la ventilazione naturale in ogni stanza – elenca l'architetto che ha chiesto ai milanesi cosa volevano nelle loro case del futuro – compresa in cucina e in bagno. Poi la luce da più di un lato della casa, se possibile con tripla e perché no addirittura quadrupla esposizione. Grandi finestre per non dover accendere la luce durante il giorno, la circolazione dell'aria in tutte le stanze per non dipendere dall'aria condizionata. Insomma tutti aspetti che rendono la casa davvero sostenibile». A tutte queste richieste ha cercato di rispondere il team di Arquitectonica.
L'architetto, mentre visita per la prima la sua torre volta rifinita e pronta ad essere abitata, sottolinea come a New York un edificio del genere avrebbe potuto essere un semplice parallelepipedo, con appartamenti esposti solamente da un lato, e incontrare lo stesso il successo sul mercato. «In realtà queste richieste – aggiunge l'architetto – hanno rappresentato per noi una sfida. Se devi avere una grande finestra in ogni stanza devi calcolare un perimetro che lo consenta, moltiplicando i punti di vista. Nel progetto della Solaria non c'è ripetizione o modularità. Ho cercato di fare qualcosa che fosse molto più organico, meno industriale, e molto più vicino al modo di pensare di vivere oggi in modo sostenibile nelle nostre case».
L'ultimo rischio da scongiurare è che queste torri restino delle cattedrali nel deserto, abitate per lo più da stranieri. «Per questo sono state inserite in un progetto che prevede diverse destinazioni d'uso, non solo uffici», precisa Fort-Brescia. Secondo gli ultimi dati diffusi da Hines, gli acquisti dei "non italiani" sono in crescita. «Oggi definire un acquirente di una casa straniero è davvero difficile – precisa l'architetto – Anche a New York, Miami o Parigi gli stranieri diventano persone del posto, fanno business nella città, per motivi di lavoro ci vivono, spendono il loro tempo qui. E quindi comprano un appartamento e non vivono in hotel»."

57 commenti:

  1. > e indietro non si torna, perché indietro non si può tornare

    Questo è un dogma di un pensiero religioso che si autoalimenta.
    Claudio Risé, nelle pagine che aprono "Il Maschio Selvatico", cita il caso clinico di un paziente dirigente d'azienda che aveva l'incubo ricorrente di essere su un auto che procede sempre a maggior velocità verso un muro.

    E' simile al pregiudizio positivo Sì TAV de "l'opera s'ha da fare perché s'ha da fare" e a molti altre posizioni che vengono assunte come assiomatiche senza essere discusse.

    La realtà è straordinariamente ricca di esempi di persone che hanno fatto scelte per ... prima fermarsi nel viaggio verso il baratro e poi di invertire la direzione. Il fatto che esse portano a risultati di ben-essere e che siano reali non cambia la posizione ideologica dei tecnoprogressisti. Di fatto, non la può cambiare perché la base di credenze, di valori di una persona è ciò che è più immutabile, che ne costruisce le fondamenta psichiche (il fatto che tali fondamenta siano contestualmente storte e/o instabili aiuta a spiegare non poco la perdita dei lumi della ragione e le conseguenze a cui assistiamo).

    Questo sillogismo "della irreversibilità" è tipico del pensiero tecnoteista, modernista. E' interessante perché esprime con parole semplici, dirette, esplicite, la soccombenza dell'arbitrio e del discernimento al feticcio progressista tecnoteista.

    Tra le altre cose è uno dei fattori che maggiormente sostiene la crescita, compresa quella demografica.

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  2. Come ecologista, esteta, antimodernista non posso che sottolineare che l'associare la dimensione di massa verticalizzata ad una possibile qualità urbanistica è del tutto risibile.
    E' una falsa alternativa_ preferisci la crescita e stare nello sprawl urbanistico o preferisci la crescita e stare nei formicai verticali modulari (riporto sempre le immagini del costipato verticale di Kowlon che dimostra come i formicai verticali possono arrivare ad un orribile distopico artificializzato che supera i peggiori incubi.
    Io cito come esempio di alienazione bruttezza indicibile anche proprio le città moderniste verticali dei vari stati del golfo.

    Ogni risorsa ed energia impiegati a contenere la crescita utilizzando i fattori patologici di cui essa si è nutrita e si nutre è destinata ad ottenere risultati controproducenti.
    Un po' come la credenza di uscire da questa crisi di deficit e debito con la terapia di aumentare deficit e debito.

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    1. Sergio4 marzo 2015 03:39
      "Tra le altre cose è uno dei fattori che maggiormente sostiene la crescita, compresa quella demografica."

      Interessante osservazione. Infatti se si punta sulla tecnica, sull'innovazione, sulla scienza è chiaro che il problema demografico non esiste o si risolve facilmente. E mi sembra che si stia andando proprio in questa direzione: di tutto, di più, in una spirale senza fine (fino al collasso non più temuto, ma quasi voluto). Che sia la freudiana pulsione di morte.
      Luca Mercalli ha scritto un bel libro (cioè un libro che mi è piaciuto): "Prepariamoci". Non vi esalta il modello Dubai, grattacieli di 800 metri, con "amenities" quante ne vuoi. Non si tratta di tornare al modello agricolo-pastorale, ma di recuperare il senso del limite. Qui siamo alla hybris più sfrenata.

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    2. Mercalli? Quello che fa tanti bei discorsetti ma DIMENTICA (diciamo così) sistematicamente di affrontare il problema n. 1 (includendoci la determinante questione migratoria), fosse anche solo in qualcuna delle numerosissime occasioni di visibilità delle quali gode? Ai miei occhi appare come un ambientalista debole, fallace, probabilmente ipocrita (è ben consapevole, ma credo taccia la questione n. 1 con calcolo e determinazione, per scopi utilitaristici). Come tanti... anzi troppi... anzi tutti i suoi pari pseudoambientalisti "di moda". A mio avviso, se scavassero insieme una bella buca profonda e ci si interrassero renderebbero un servizio assai migliore di quello che rendono.

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    3. Incredibile, ieri sera a "Scala Mercalli", il nostro ha osato sussurrare parole che, in caso di vento favorevole e di atmosfera religiosamente silenziosa all'intorno, si sarebbero perfino potute immaginare (ma anche no, o forse sì, dipende, occorrerebbe valutare, quindi vedere se s'alza troppa polvere, che fa starnutire ed è meglio evitare) come una velata allusione alla possibile (non probabile e tantomeno provata, sia inteso) sovrappopolazione. Del pianeta, sia chiaro, mica dell'Italia!!! Non esageriamo. Che c'entra l'Italia?

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  3. "La risposta alla crisi ecologica epocale che sta investendo il pianeta non può essere data con una ricetta anti-modernista. La tigre va cavalcata. La tecnologia e la scienza sono un destino dell’uomo e indietro non si torna, perché indietro non si può tornare. Sostengo, al contrario di chi crede nella decrescita tout court e nel ritorno all’economia agricolo-pastorale, che proprio dalla tecnologia e dalla scienza verranno le svolte in grado di mutare la corsa al collasso ambientale della biosfera."

    Mah, si direbbe che sei rassegnato ai 9 miliardi (entro 20 anni) e ai 10-12 per fine secolo. E che bisogna farsene una ragione "limitando i danni" al territorio ed edificando in altezza. Mah, io che ho abitato una volta al secondo piano e abito ora al primo, anzi al piano rialzato, a duecento metri di altezza dal suolo non vorrei vivere, piuttosto mi suicido. E non mi piacerebbe nemmeno al decimo o quinto piano. Esco di casa e metto i piedi sull'erba, a duecento comincia il bosco. Altro non desidero, non vorrei, appena sono in città soffoco (Zurigo, la più grande città della Svizzera, è un borgo di appena 400'000 abitanti, con l'agglomerazione si arriva forse al milione). Ogni tanto ci vado, ma la sera torno a casa contento.
    Non si può essere contro la scienza e il progresso (inteso come effettivo miglioramento delle condizioni di vita) ma il mondo che prospetti tu nun me piasce e te lo lascio. È il nostro destino, stupido non prepararvisi? Sarà, buon proseguimento e divertimento. Io scendo (anche per motivi anagrafici).

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    2. Su "Stop al consumo del territorio" tempo addietro uscì un saggio (presidente di qualcosa come associazioni o scuole di psicoterapia italiane, dovrei cercare) sui disturbi e sulle patologie psichiche dovute alla distruzione dei paesaggi "infantili" ovvero quelli in cui le persone sono state bambini, poi adolescenti.

      Il fatto di non voler accettare i limiti (qui si torna al pattern verticale proprio della torre a Babele, interessante quanto sia stringente la similitudine) comporta problemi, degrado e danni in cascata.
      Una persona che non sia ancora completamente ammalata di tecnoprogressismo modernista ha ancora un soffio vitale che la porta a poter desiderare ed apprezzare cose come
      o - "Esco di casa e metto i piedi sull'erba"
      o - fare il bagno in una caletta con la scogliera e la macchia mediterranea
      o - fermarmi e sedermi sotto un albero, all'ombra, d'estate, in un parco
      o - andare in vacanza in un maso walser o sudtirolese e non certo al dodicesimo piano della torre Solaria o al centro di un petrolchimico o di un centro elaborazione dati
      o - mangiare un paio di sgombri pescati alla griglia con una misticanza e non delle compresse di proteine, sali minerali gusto sgombro alla griglia con limone
      o - vedere dei campi verdi con il ciclo biologico delle stagioni e non pareti di vetrocemento
      o - ...

      Trovo segno dei tempi il fatto che è... necessario portare e riportare l'attenzione a queste evidenze "residuali".

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    3. "L’alternativa è la crescita caotica, dispersiva, ecologicamente disastrosa, di forte impatto e degrado ambientale che ha caratterizzato l’urbanizzazione italiana dal dopoguerra ad oggi, con edifici sciatti, mal costruiti, senza risparmio energetico, mal coibentati, termodisperdenti e fortemente inquinanti."

      Assolutamente no, sono le casette disperse sul territorio, magari costruite col legno prodotto in modo rinnovabile dal territorio stesso, che possono essere invisibili e perfettamente mimetizzate, nonche' in mezzo al bosco (la mia lo e', ed e' totalmente invisibile), mentre cio' non vale per i grattacieli, che inevitabilmente deturpano il paesaggio per decine di chilometri: il fatto che i possessori sia dei grattacieli che delle casette amino eliminare maniacalmente tutto il verde attorno alle loro abitazioni salvo l'erba a prato inglese rasata tutti i giorni con enorme e totalmente inutile dispendio energetico e' un problema del tutto indipendente, e che sta nella testa dei residenti, amanti della "terra bruciata" (le donne moderne inoltre, se ci si puo' arrischiare a dirlo, hanno orrore di ragni, topi, serpenti, formiche, e organismi viventi di qualsiasi tipo che non abbiano l'aspetto da cucciolo di mammifero ... ).

      Inoltre il fatto che l'impronta planimetrica di un grattacielo sia meno importante della somma delle casette con la stessa popolazione e fa si' che sullo stesso territorio sia possibile alloggiare piu' popolazione, come unica conseguenza produce ulteriore l'incremento della densita' di popolazione. La natura aborre il vuoto, c'e' poco da aggiungere.

      A porre argine e' solo la saturazione del territorio secondo i residenti, che lo difendono secondo la loro opinione di cio' che significhi saturo.

      Siamo al solito malinteso: chi produce progresso tecnologico non vuole mettersi in testa che tale progresso sposta solo l'asticella dei problemi un po' piu' in la', aggravandoli sempre di piu': e' vero che cio' e' nella natura dell'uomo (il cui essere tecnologico e' dimostrato in primo luogo dal fatto che si copre di abiti e usa strumenti litici), ma non confondiamo il fatto che l'uomo produce tecnologia col fatto che cio' possa essere utile: l'utilita' e' del tutto irrilevante, e non e' neppure vera sul lungo periodo, lo e' solo nel breve-medio, dell'ordine di una vita umana, che ci e' comprensibile.

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    4. "la mia lo e', ed e' totalmente invisibile"

      tranne che al fisco famelico

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  4. Scusa Agobit, ma non riesco proprio ad accettare il grattacielo come simbolo positivo di un percorso ecologico.
    Forse è un limite mio, del mio modo di pensare, ma proprio non ci riesco...

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  6. L’Italia cresce di 500.000 abitanti circa ogni anno. Queste persone, per motivi economici e sociali vanno ad aggiungersi agli abitanti delle periferie delle grandi città italiane e contribuiscono in maniera sostanziale al fenomeno di espansione della urbanizzazione. Il problema dunque non è ideologico e non riguarda il pensiero o la religione “tecnoteista”. Riguarda invece in maniera molto semplice e pratica dove vogliamo mettere i milioni di abitanti che nei prossimi anni si insedieranno in Italia e quali infrastrutture creeremo per supportarli, e quale energia consumeremo per nutrirli, proteggerli dal freddo, dalle malattie, con quale lavoro li sostenteremo, quale mobilità gli assicureremo (strade, stazioni, ferrovie, porti, areoporti) ecc.
    Predicare loro il senso del limite e la rinuncia all’hybris sviluppista sarà molto bello, ma non li fermerà dal cercare casa, lavoro, passatempi, cibo, mobilità, cura delle malattie ecc. ecc. Qui la TAV sulla cui assurdità concordo, non c’entra nulla. Qui non si tratta di perforare montagne per trasporti inutili. Qui si tratta di dove mettere la gente, milioni di persone. La soluzione –se non provvederemo altrimenti- sarà la solità: una espansione continua di periferie degradate, inquinate, intossicate, piene di spaccio e criminalità, brutte, squallide, anti-ecologiche, termodispersive e alienanti. A Roma, mentre si discuteva per anni e anni da parte delle autorità del comune e della regione su come dovesse essere il piano regolatore (per centri direzionali, con alta o bassa volumetria, a crescita radiale ecc.) si è prodotta spontaneamente una crescita cancerosa e mostruosa di una delle periferie più squallide e degradate del pianeta, paragonabile solo a certe crescite edilizie deteriori di periferie indiane o africane. Tutta la campagna romana , cantata nei secoli da poeti e scrittori come una delle campagne più belle e feconde, è andata distrutta. Basta guardare le foto satellitari di google earth per constatare che al posto del bellissimo e verde Agro Romano c’è oggi una orribile patina grigia costituita da casupole e palazzine di infima qualità in mezzo ad un territorio inquinato in cui i pochi corsi d’acqua rimasti sono fetidi di sostanze chimiche tossiche e di liquami putrefattivi. Paradossalmente verso nord ovest della città è rimasta una zona verde alternata ad aree marroni di terra secca. Un osservatore che non conosca la realtà locale potrebbe pensare che si tratta di un’area risparmiata dalla speculazione e dalla cementificazione (forse grazie all’azione dei verdi che hanno partecipato al governo della città?). Niente affatto purtroppo. Si tratta della più grande discarica di rifiuti d’Europa: la discarica di Malagrotta. Li non ci sono case perché i miasmi e le arie fetide che emanano dal sottosuolo impestano la zona e i paraggi, i corsi d’acqua sono velenosi e neanche le bestie ci possono pascolare.Percolati e gas tossici impediscono quasi la presenza umana. Questo destino è lo stesso delle periferie delle grandi città del nord e del sud, della pianura padana ormai ridotta ad una enorme periferia con una urbanizzazione diffusa che si sta ripercuotendo anche sull’attività agricola e casearia sempre più in crisi per mancanza di suoli. Io non vedo altra soluzione per salvare il residuo territorio verde che circonda i centri urbani, almeno per i maggiori, che di concentrare in alcune aree la volumetria con megastrutture sviluppate in altezza, cosa che del resto sta avvenendo per le megalopoli di tutto il mondo. Ovviamente l’Italia potrebbe essere l’eccezione. Ma l'eccezione di un’Italia che potrebbe essere un incubo: una distesa di territorio urbanizzato nel modo peggiore, degradato, sovrappopolato e povero.



























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    2. Sergio, mi hai rubato le parole... dalla tastiera!
      Aggiungo che "attrezzarsi" può significare tante cose, alcune delle quali decisamente poco ospitali, come in altri contesti ha diffusamente ed opportunamente illustrato UUIC.

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    3. Npn c'e' molto da dire, l'italia ha una densita' di popolazione di 202 ab/kmq, l'africa di 33.

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    4. L'assunzione che "debbano" arrivare qui varie centinaia di milioni di africani ed asiatici è... un'assunzione.
      Allora, se si postula il nostro sistema morale come irreversibile (si arriva ad uno dei cinque fattori di collasso, come osserva Jared Diamond, gli anacronismi culturali, religiosi e morali) è impossibile contrastare questa guerra migratoria.
      Ma se si osserva il mondo, esistono stati in vari continenti, del più vario orientamento politico, di religioni differenti che contrastano efficacemente (col pugno di ferro è pleonastico) la migrazione riuscendoci efficacemente.
      Provate a essere clandestini in Qatar, Cuba, Israele, Australia.
      Sì sì', provate pure.

      Quindi l'assunzione che non si possa contrastare l'immigrazione (di massa) è una credenza assiomatica, come quella che la tecnologia e la scienza siano un destino dell’uomo e indietro non si possa tornare, perché indietro non si potrebbe tornare.

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    5. Concordo su tutto quello che hai scritto Agobit.

      Molti cercano le soluzioni ideali, e si dimenticano di affrontare i problemi reali attuali con tutti i pro e i contro dell'essere umano.

      Costruire in altezza ci risparmia territorio (anche la dispersione del calore è inferiore, meno strade da costruire e territorio risparmiato, possibilità di andare a fare la spesa a piedi ecc).

      Nello stesso tempo si cerca di affrontare il problema demografico.
      Da quello che ho letto, credo che alcune ricerche e studi fatti, hanno stabilito che risulta impossibile controllare la crescita demografica con la democrazia.
      Gli USA ormai si sono rassegnati.

      A chi pensa che è bello vivere al piano terra accanto al verde, dico che: finché si è in pochi, questo è fattibile; ma se lo facessero tutti, se le città si svuotassero per andare a vivere nelle campagne in villette unifamiliari, la superficie edificata nel mondo, passerebbe dal 2% al 30% e più! Altro che disastro ambientale!!

      Facendo un'analisi multicriteriale, si capisce subito che:
      la soluzione di andare a vivere in campagna sarebbe irrealizzabile e insostenibile!

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    6. Ho letto una volta che se tutti i Cinesi avessero un automobile e il rispettivo parcheggio non avrebbero più da mangiare per mancanza di terreni da coltivare. Forse un'esagerazione, ma rende bene l'idea del pasticcio in cui ci siamo cacciati. E per fortuna i Cinesi, da gente pragmatica come sono, hanno pensato in tempo di ridurre l'impatto demografico.
      È chiaro che non tutti possono vivere in campagna nel verde e vicino ai boschi. Del resto l'inurbamento continua a livello mondiale. Anzi, restatevene in città e non venite a costruire in campagna.
      Ma quello che non mi piace nei discorsi di agobit e tuo è che la risposta all'esplosione demografica consiste nella tecnologia, nei grattacieli di 800 metri (in cui puoi infilare anche 50'000 persone come nelle Torri gemelle). Dal che se ne deduce che siete rassegnati all'esplosione demografica, ai 10-12 miliardi di polli in batteria (ovviamente saranno batterie supertecnologiche, con ascensori velocissimi, ambienti gradevolissimi, persino con aree colitivabili, piscine, campi da tennis, magari anche di calcio nel sottosuolo o all'ultimo piano). È un mondo che non mi attrae e non m'interessa. Fra parentesi, quanti escrementi produce un parallelepipedo di 800 metri? Ma figuriamoci, nessun problema. E l'acqua? Faremo come gli Israeliani, tante gocce a testa e niente sprechi?
      Insomma, per me è un mondo orribile che vi lascio volentieri. Mi sembrate anche voi nella scia degli sviluppisti.
      Io invece punto sull'asteroide di mille chilometri di diametro (la grandezza di Cerere) che scombussoli un po' i piani degli sviluppisti e dei fanatici della tecnologia.
      Poi si ricomincerà dai pochi rimasti. Ma la volete o non la volete capire che siamo già ora troppi? Dicono un po' tutti che se gli attuali 7 miliardi (del resto viaggiamo spediti verso gli 8) volessero vivere all'americano o all'europea avremmo bisogno di non so quanti altri pianeti (tre o quattro mi pare). E con 10-12 miliardi di consumisti che devono consumare per salvare il capitalismo?
      SÌ, una cosa che dici mi sembra giusta: che è impossibile fermare la crescita demografica con la democrazia (viva la Cina!). E allora diamoci dentro con la tecnologia? Buon divertimento.

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    7. xSergio:
      Lo sai perché gli ambientalisti sono poco ascoltati?
      Perché propongono soluzioni ideali e non reali!

      Se domani tu o un'altra persona che la pensa come te, fosse il presidente del governo e ti chiedessero: come intende affrontare il problema energetico e della sovrappopolazione?

      Se rispondi che aspetti un asteroide come Cerere che ci uccida tutti (dopo un minuto) non saresti più presidente di un bel niente! Se anche la tua fosse stata una provocazione; dopo, alla fine si deve dire qualcosa di sensato e fattibile, allora è normale che non si venga ascoltati.

      Secondo me, si dovrebbe agire contemporaneamente su più fronti.
      1) ricerca scientifica per trovare nuove fonti di energia;
      2) innovazione per ottimizzare le risorse e diminuire l'inquinamento;
      3) Direttive ONU che impongano a tutti i Paesi del mondo, una riduzione delle nascite. Max 2 figli a donna (ho detto max, quindi la media potrebbe essere anche 1,5);
      4) ...

      Ti sbagli se pensi che in un grattacielo da 50.000 persone si vive peggio che in una baraccopoli di periferia.

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    8. Ecco, io comincerei dal punto n° 3 (Direttive ONU che impongano ecc.). Purtroppo l'ONU è sempre fissata sulla libertà di ognuno di avere quanti figli vuole (nonostante uno studio della Pontificia Accademia delle Scienze di 20 anni che raccomandava 2 figli per coppia pena il collasso del pianeta - sono più avanti certi vaticanisti che le grandi menti dell'ONU). Alle solite, si parla sempre e solo di diritti, mai di doveri.

      Mah! Certo in un grattacielo da 50'000 ci saranno tutte le comodità e amenities che vuoi (immagino anche semafori per dirigere il traffico). Vuoi mettere con lo squallore di Ostia!
      Eppure Nanni Moretti in vespa verso Ostia squallida con la musica del Kölner Konzert mi piace ... Squallore sì, ma spazi sterminati senza gente ... Che sia misantropo?

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    9. Non posso che essere d'accordo con il programma di azione di Alessandro. Tuttavia non avrei grande fiducia nell'Onu. Per adesso non ha combinato nulla, se non guai. A Sergio dico che non bisogna confondere quelli che sono i nostri desideri con la realtà dei fatti. La popolazione italiana nei prossimi anni aumenterà, al di là di quello che noi auspichiamo o desideriamo. Le città si espanderanno con noi o senza di noi. Quindi dobbiamo cercare razionalmente di governare questo fenomeno di antropizzazione in maniera da minimizzare per quanto possibile gli effetti sull'ambiente.

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    10. "risulta impossibile controllare la crescita demografica con la democrazia"

      Mi pare che i fatti mostrino ben altro, nel lungo termine la democrazia, dato che responsabilizza i genitori e rende molto costosi i figli, produce equilibrio demografico.

      "Costruire in altezza ci risparmia territorio"

      Come sopra: il fatto che costruire in altezza faccia risparmiare territorio e permetta di impilare MOLTA piu' gente sullo stesso territorio, fa si' che alla fine ci si ritrovi con MOLTA piu' gente. Ci si ritrova con un grattacielo al posto di ogni villetta, non di cento villette. Paradosso di Jevons, banale banale... Questo e' il piu' tipico esempio di come la mentalita' tecnologica badando solo alla risoluzione dei problemi dell'immediato finisca invariabilmente per crearne di moltiplicati nel futuro.

      Le citta' non provocano lo spopolamento delle campagne, le citta' di solito nascono e crescono per contenere il surplus demografico prodotto ed espulso dalle campagne.

      Inoltre quando si suggeriscono dei provvedimenti legislativo-normativi, si deve tenere presente che saranno PROVVISORI, perche' prima o poi il regime che li sostiene crollera' e verra' sostituito con ogni probabilita' da qualcosa di opposto. Perche' non lo so, ma pare che siamo fatti cosi': non ci va mai bene nulla del presente.

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    11. "nel lungo termine la democrazia, dato che responsabilizza i genitori e rende molto costosi i figli, produce equilibrio demografico."

      Non è la democrazia a fare questo, ma il capitalismo; che ci ha abituato al benessere e adesso che i lavoratori si stanno impoverendo risulta impossibile mantenerli.
      Il problema è che non possiamo aspettare che 7 miliardi (e oltre) di persone diventino benestanti (anche perché non ci sono le risorse per farlo).

      "Paradosso di Jevons"

      Penso che nessuno abbia detto che i grattacieli siano la soluzione.
      Servono solo a tamponare il problema prima della sua risoluzione.
      Tanto, ormai si sà come andrà a finire!
      Non ci sarà bisogno di un asteroide; il nostro futuro è pieno di prossime GUERRE, di cui una almeno mondiale e nucleare.

      Quindi perché preoccuparsi della sovrappopolazione, quando ne resteranno pochi e ci sarà il rischio opposto (estinzione).

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    12. "Non ci sarà bisogno di un asteroide; il nostro futuro è pieno di prossime GUERRE, di cui una almeno mondiale e nucleare.
      Quindi perché preoccuparsi della sovrappopolazione, quando ne resteranno pochi e ci sarà il rischio opposto (estinzione)."

      Eventualmente solo perche' piu' se ne mettono al mondo grazie alla tecnologia, piu' ne moriranno in modo cruento.
      Se fossi un tecnologo la questione morale me la porrei prima: conosco bene la storia e il dramma morale dei fisici nucleari, che la questione morale se la posero dopo, ma loro sono perdonabili, perche' era la prima volta, e inoltre, seppure dopo, capirono perfettamente i termini della questione e la loro responsabilita' oggettiva.
      Ma non erano stupidi, erano i fisici di una volta, quelli che in meno di dieci anni passarono dalla scoperta della reazione a catena alle centrali funzionanti ed alla bomba....

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    13. "... dove vogliamo mettere i milioni di abitanti che nei prossimi anni si insedieranno in Italia ..."

      E dove sta scritto che devono venire proprio in Italia questi milioni? Quanti milioni poi? Dico così approssimativamente. Perché dobbiamo rassegnarci all'invasione? Perché così vuole Bruxelles e anche il governo italiano?
      Intanto non sarà nemmeno facile costruire in breve tempo questa Italia ad alta tecnologia in grado di soddisfare i bisogni dei milioni prossimi venturi (quanti, ripeto, così approssimativamente). Eravamo una volta 22 milioni, 45 dopo la seconda guerra mondiale (troppi per De Gasperi!), poi siamo arrivati a 57 e ci siamo fermati lì per decenni. Adesso ormai può venire chiunque, la tecnologia ci salverà, dici tu, o almeno renderà la vita di quegli 80 e poi 100 milioni vivibile. Mah!
      Le migrazioni di popoli sono ormai inarrestabili, diceva una di sinistra. Dobbiamo farcene una ragione e gestire la situazione al meglio. Gestire tsunami, terremoti, invasioni? Ormai è vietato parlare di clandestini e invasioni.
      Per altro trovo la tua descrizione della situazione presente giusta, corretta.
      Ma ti trovo anche rassegnato al peggio (verranno, non c'è niente da fare, dobbiamo attrezzarci).

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  7. A proposito, non è neppure una questione di scienza e tecnologia.
    Non lo è certo e lo scrivo, polemicamente come antimodernista (dovrei scrivere come utilizzatore cinico di scienza e tecnologia, meglio usare la tecnologia che esserne condizionati, succubi, dipendenti), apparentemente tirandomi la zappa sui piedi.
    Il mefistofelico pattern "antibiotico sì - pillola no" non è né modernista né antimodernista (visto, appunto, che antibiotici e contraccettivi sono entrambi risultati del modernismo).

    Il problema è il commutare, retorico e speculativo, continuo tra biologia/natura <-> cultura/tecnologia.
    Avevo illustrato, ad esempio, in Contenimento prima, riduzione poi che la tecnologia dovrebbe certamente essere usata appieno: ad esempio con la schedatura del DNA dei clandestini prima di rimpatriarli in modo che in caso di rientro illegale essi possano essere identificati e condannati a morte con certezza assoluta. Questo è un uso della tecnologia, non una sua negazione.

    Il commutare speculativo tra natura e cultura è usato massimamente con lo scopo di sostenere la crescita demografica e non solo. Ad esempio esso è usato da cattolici e islamici natalisti, usano gli antibiotici per il loro progetto di zootecnia umana intensiva egemonica) poi passano alla presunta legge secondo natura nei contesti in cui ciò è funzionale alla crescita demografica (no ai contraccettivi, no alla cultura quando riguarda l'emancipazione delle donne, etc.).
    Jared Diamond infatti non mette (direttamente) la tecnologia come fattore di collasso ma certamente elenca gli anacronismi culturali come uno dei cinque fattori di collasso.

    Il finto dilemma modernismo sì e modernismo no in realtà è una sofisticazione, un tentativo di nascondere la crisi dell'apprendere delle assurdità dei propri sistema di presunti valori morali rispetto a un contesto problematico che li rende non solo anacronistici ma causa dei problemi e del loro aggravarsi.

    Da questo punto di vista, come ho osservato in molti contesti, l'invasione migratoria è un ritorno della selezione naturale/culturale. Una delle definizioni operative di intelligenza è proprio quella di capacità di risolvere problemi.
    Quindi o noi risolveremo il problema della devastante crescita demografica dovuta allo tsunami migratorio affrontando il problema e risolvendolo, uscendo dalle sabbie mobili delle nostre fanfaluche morali oppure, come deve essere, la nostra cultura inetta, incapace, soccomberà.
    Da questo punto di vista lo tsunami migratorio risultante dal tumore demografico è esso stesso una rivincita della Natura e delle leggi di selezione e su morali assurde e anacronistiche e sulla nostra stupida hybris.

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  8. Caro UUIC concordo sulla invasione migratoria intesa come fenomeno darwinistico. Il tutto è interpretabile come un collasso della cultura e dell'uomo occidentale e come una prevalenza evoluzionistica di popolazioni umane non occidentali. Il paradosso è che questo evento evoluzionistico si è verificato in seguito alla diffusione della cultura tecnologica e scientifica europea. L'espansione culturale dell'occidente iniziata con le conquiste coloniali del XVI secolo e culminata con la globalizzazione del XX secolo ha creato le condizioni, l'ambiente necessario alla selezione darwiniana in atto: l'europa si sta popolando di popoli extraeuropei (di cultura ed etnia) e gli autoctoni stanno soccombendo in senso evoluzionistico. Bisogna infatti interpretare i fenomeni proiettati in un arco temporale di decenni. Le popolazioni non europee si sanno adattare meglio alla globalizzazione economica e culturale rispetto a chi quella globalizzazione l'ha generata e diretta. La crisi economica occidentale si può leggere anche in questo modo.

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    1. "Le popolazioni non europee si sanno adattare meglio alla globalizzazione economica"

      Non e' perche' sono non europee, e' perche' non sono fatte di figli unici viziati e rammolliti come sono gli europei attuali.
      Gli italiani del dopoguerra, poverissimi e provenienti da famiglie tipicamente di dieci figli, erano identici e produssero il "miracolo economico": si accontentavano di poco, gli andava bene tutto e non avevano niente da perdere.
      Avrete tutti qualche parente o genitore di tal fatta.

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    2. > e' perche' non sono fatte di figli unici viziati e rammolliti come sono gli europei attuali

      E qui si arriva al paradosso apparente.
      Qui facciamo pochi figli (positivo) ma questo comporta che essi abbiano molte più risorse / agio e quindi li rende sempre più spesso viziati, rammolliti,inetti e deboli.

      fanno conigliate di figli che si accontentano di poco e non hanno nulla da perdere (positivo) ma che poi devono invadere altri posti per campare (non così positivo per gli invasi).

      In realtà questo rappresenta ancora una volta l'inconciliabilità di cultura/raziocinio rispetto a biologia/istinto.
      La cosa razionale sarebbe fare (fino ad essere rientrati nella sostenibilità locale) un figlio a donne e allevarli in modo spartano e favorevole all'intelligente.
      Ma questo, a sua volta, sembra contraddire e l'evoluzione e l'esistenza di una capacità raziocinante per gli homo.

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  9. << Le popolazioni non europee si sanno adattare meglio alla globalizzazione economica e culturale rispetto a chi quella globalizzazione l'ha generata e diretta. >>

    E pensare che molti, all'inizio, erano contrari alla globalizzazione per motivi ideologici, perchè la vedevano come l'ennesimo sopruso dell'occidente contro il terzo mondo povero ed indifeso.
    Ed invece...

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  10. OT

    Una distesa di bucaneve nel bosco, non ne avevo mai visti tanti, una meraviglia.

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  11. "risulta impossibile controllare la crescita demografica con la democrazia"

    Infatti in Australia vige un sordido e cruento regime dittatoriale...

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    1. Ma l'Australia non cerca di contenere l'incremento demografico, non subisce però passivamente l'arrembaggio degli invasori (che da noi si chiamano migranti, immigrati, profughi, richiedenti asilo). Stranamente l'Australia non è additata come regime fascista, nazista, xenofobo, razzista dalle nostre anime belle.

      Rileggendo la frase che citi bisogna però osservare che la crescita demografica si è rallentata proprio nei paesi democratici dell'Europa occidentale nel secondo dopoguerra, grazie al boom economico e alla pillola. È ormai assodato: col benessere cala la natalità, vuoi per scelta, vuoi per necessità (perché i figli costano troppo).
      Ma in paesi come la Cina ci volevano direttive chiare e imposte dall'alto (la Cina ha usato però il bastone e la carota, intendendo per carota una capillare opera d'informazione ed educazione, se no la politica del figlio unico non poteva avere il discreto successo che ha avuto.
      Ma ormai il contenimento della popolazione non è più definitivamente nell'agenda dei politici occidentali e nemmeno dei paesi islamici e africani (solo parzialmente in alcune regioni).
      Non c'è più niente da fare, e le buone intenzioni di agobit e alessandro, avranno per corollario un ulteriore incremento, addolcito da qualche trovata tecnologica che renderà forse la vita vivibile (fusione nucleare, grattacieli ecc.). Che bello che non ci saremo più. Però dispiace anche un po' che la nostra bella Italia debba fare una triste fine.

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    2. L'australia, quasi tutta desertica ma ricchissima di materie prime minerali un tempo inutili ma oggi sempre piu' ambite, sente il fiato sul collo dei miliardi di vicini asiatici, per cui ora incoraggia l'immigrazione occidentale perfino dall'italia (nel senso che sono disposti ad accogliere perfino "terronici" italiani). (leggete il bellissimo "australian cargo" di alex roggero)

      La Cina ha avuto la massima esplosione demografica con la dittatura pianificatrice comunista-maoista, al tempo della rivoluzione erano 300 milioni o poco piu' se non ricordo male, al massimo 500 (noi nello stesso periodo, dopoguerra, eravamo 45-50 milioni per fare un esempio... e noi con la democrazia siamo aumentati del 20 per cento, loro con Mao del 300 per cento, nello stesso periodo temporale, peccato che alla fine erano letteralmente alla fame, mentre ora sono tornati ad essere, incredibile, grazie alla rivoluzione verde di Norman Borlaug, esportatori netti anche di alimentari).

      divertitevi su wikipedia voce Mao:
      I sostenitori di Mao[senza fonte] evidenziano, ad esempio,che prima del 1949 il tasso di analfabetismo in Cina era dell'80%, e l'aspettativa di vita arrivava a soli 35 anni. Alla sua morte, essi sostengono che l'analfabetismo era calato a meno del sette percento e che l'aspettativa media di vita aveva oltrepassato i 70 anni[senza fonte] (statistiche alternative citano miglioramenti, anche se non così impressionanti)[senza fonte]. In aggiunta a questi miglioramenti, la popolazione totale della Cina aumentò del 57% a 700 milioni[senza fonte], dalla cifra costante di 400 milioni del periodo che va dalla guerra dell'oppio alla guerra civile cinese.

      Sergio, secondo Cipolla, e secondo la sua analisi storica di TUTTE le epoche precendenti, la popolazione umana arriva SEMPRE al massimo consentito dalle tecnologie dell'epoca: quindi l'unico modo per essere sotto-popolati e' aumentare continuamente la capacita' di sostentamento della terra e quindi la popolazione, all'infinito, ma in modo che la capacita' di sostentamento aumenti piu' in fretta. Non ci resta percio' che contare su Alessandro e Agobit, sui loro reattori sempre piu' potenti e grattacieli sempre piu' alti.

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    3. I problemi si conoscono, sono le soluzioni quelle difficili da trovare.
      E' chiaro che l'uomo dovrà fare un altro passo in avanti per quanto riguarda le conoscenze scientifiche, se vuole superare (almeno per un altro pò) i problemi che si presentano.

      Il fatto che l'uomo (come tutte le altre specie viventi) raggiunga il massimo della popolazione consentita per un dato ambiente (risorse, tecnologia, ...) non è un male.

      Il male è che, quando tali risorse iniziano a diminuire, nessuno ha voglia di morire per primo!
      Quindi, se si riesce a spingere il carretto (il barattolo) ancora per un pò, sperando che in un futuro la situazione migliori; tutti lo fanno.

      Chi pensa che la situazione migliore sia vivere in un sistema in equilibrio della natura, in cui però, questa natura capricciosa, spesso mandava anni di siccità e carestie ed anni di diluvio (anche Universale); si accomodi pure...
      io preferisco creare le condizioni in cui, l'uomo sia in grado di superare tali capricci della natura.

      Perché ricordiamolo, la natura non è benigna ne maligna, semplicemente se ne frega di noi!
      Con noi o senza di noi, a lei va bene lo stesso;
      è a noi che fa la differenza!

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  12. A tanti (troppi) "nostri" connazionali, specie a quelli in posizioni "visibili", non piace riconoscere l'ovvio: il modo australiano di affrontare l'immigrazione è una forma di contenimento demografico molto efficace. A livello locale, ovvero il livello che conta veramente per la vita degli individui che abitano un certo territorio. Anzi, già l'Australia è un'entità territoriale enorme, per cui m'auguro (per loro) che sappiano ragionare con lo stesso metro in riferimento alle migrazioni interne tra zona e zona della loro complessivamente ancora spaziosa nazione.

    In altro luogo "virtuale", qualcuno provocava chiedendo ad altri cosa avrebbero fatto se avessero avuto ruoli decisionali. Per me, posso rispondere che per prima cosa interverrei sulla mobilità con l'estero (favorendo il "traffico" in uscita e inibendo quello in ingresso), quindi sulla mobilità interna (favorendo con ogni mezzo il rientro sui territori d'origine di chi ha lasciato la propria zona e rendendo il più possibile impraticabile ulteriori spostamenti in gran numero delle persone e in gran quantità delle merci). In questo mi sento molto in sintonia con UUIC.

    Ovviamente tutto questo contrasta con gli interessi dei mandriani dediti alla zootecnia umana (le dirigenze in senso lato), per cui non vedremo mai implementare condotte simili, ragion per cui faccio mia la tua chiusura e la copio/incollo qui: Che bello che non ci saremo più. Però dispiace anche un po' che la nostra bella Italia debba fare una triste fine. Più che dispiacermi mi fa incazzare come una biscia.

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    1. ".... interverrei sulla mobilità con l'estero (favorendo il "traffico" in uscita e inibendo quello in ingresso), quindi sulla mobilità interna (favorendo con ogni mezzo il rientro sui territori d'origine."

      Ammazza che estremista che sei! La mobilità è un diritto acquisito e non negoziabile! Un altro dei famosi "diritti acquisiti" (diritto al lavoro, diritto alla salute, diritto all'istruzione ecc.). Dei doveri non parla nessuno: per es. di non sfruttare il prossimo, di sfruttare piuttosto se stessi (nel senso di mettercela tutta, darsi da fare, prima di stendere la mano o di metterla nelle tasche degli altri).
      Un'anima bella scriveva giorni fa che è ormai un diritto vivere dove uno vuole e questa libertà non ce la faremo togliere da nessuno. Ma ci sono dati di fatto che fanno di noi in gran parte quello che siamo: non abbiamo potuto sceglierci i genitori, il luogo di nascita, la lingua materna (con cui pensiamo e che influisce in parte anche sul nostro modo di pensare). E c'è poi una realtà profonda: ogni animale ha un territorio e lo difende. E abbiamo appreso che l'uomo appartiene al regno animale. Nessuno si fa sloggiare da dove sta, specie se ci sta bene. Ma questa realtà di fondo è considerata, specie a sinistra, retriva, reazionaria (e fascista, razzista). Oggi non è più il razzismo classico che va combattuto, ma il nuovo razzismo "identitario" che emargina ed esclude gli altri. Insomma, devi essere amico e fratello di tutti (dice il papa, dicono gli antirazzisti). Se chiudi la porta di casa per impedire ad altri di rubare e magari buttarti fuori, se frequenti solo le persone che ti piacciono, che sono simpatiche ed interessanti, sei un razzista e fascista. Una di queste decerebrate è una certa Annamaria Rivera che si presenta come "antirazzista", quasi un titolo di studio. Sarebbe anche antropologa, ma la qualifica di antirazzista sembra essere il titolo che la qualifica meglio. Ma dove si studia l'antirazzismo? Forse non si può studiare: sei razzista o antirazzista, ce l'hai nel sangue, nei geni. Pasolini diceva: un borghese resta un borghese (nel suo "Teorema"), non c'è niente da fare, è irredimibile. Mah! Il borghese (oggi il razzista) puoi solo farlo fuori, è e resterà uno sfruttatore. Ah Pierpaolo, quanto eri razzista pure tu!

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    2. Sergio, secondo me questi sono il contraccettivo piu' efficace, nessuno riesce a far passare altrettanto la voglia di fare figli. Del resto, se di fatto siamo il paese col piu' basso o quasi tasso di crescita demografica del mondo e della storia dell'umanita', ci sara' un motivo da qualche parte.

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  13. Scusate un po', ma questa mi giunge proprio nuova: da quando in qua ammassamento di popolazione in falansteri e agricoltura intensiva producono ricchezza e sostenibilita'?
    A me, in tanti decenni di studi per quanto da dilettante, e' sempre risultato il contrario, che la terra da' la massima produttivita' quando e' coltivata in loco da chi vi abita e risiede, non quando e' sfruttata estensivamente in modo industriale da chi abita concentrato in citta' lontane.
    La coltura estensiva da' il massimo ritorno di capitale in quanto e' meno onerosa in termini di impegno umano, ma non la massima produttivita', e tende ad essere "non sostenibile" sul lungo termine, al contrario della coltura stile Amish per intendersi, che poi e' la stessa che e' stata praticata per millenni nelle zone piu' ricche del nostro continente (a differenza di quelle del latifondo e della citta' sovraffollata che erano le piu' povere).

    Inolttre, il grattacielo e' la negazione del risparmio energetico e della sostenibilita', nulla vi puo' succedere senza che vi sia un continuo enorme apporto energetico, senza il quale muore e viene abbandonato immediatamente. Durante le guerre, quando le risorse scarseggiano davvero e non solo sulla carta di qualche teorico troppo affezionato alle sue ipotesi, e' nelle citta che si muore, letteralmente, di fame e di freddo.

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  14. "Con le migliori intenzioni"

    La via dell'inferno è lastricata di buone intenzioni. Secondo me vi è contraddizione tra le buone intenzioni di Alessandro e Agobit e i risultati a cui approderanno. Mettendo a disposizione fonti di energia inesauribili e a buon mercato creeranno inevitabilmente le condizioni per un ulteriore incremento demografico esponenziale. Se già adesso consideriamo i numeri eccessivi e incompatibili, già nel breve e medio periodo, con le risorse disponibili non capisco perché si voglia accelerare l'incremento demografico rendendo disponibili quantità di energia illimitate.
    Dicono Alessandro e Agobit che senza questa energia la nostra vita (ri)diventerà infernale, considerati i numeri attuali e quelli prossimi, dando per scontato l'incremento visto l'andazzo odierno (il problema della sovrappopolazione non interessando nessuno dei potenti, tutti protesi la verso crescita economica a tutti i costi per prevenire sollevamenti e rivoluzioni).
    Io speravo che la crisi economica inducesse a qualche considerazione sul numero degli "invitati al tavolo della vita" (Paolo VI). Niente. I Verdi vogliono sfruttare meglio le aree edificabili, che significa appunto costruire in altezza. Proprio come Alessandro e Agobit.
    Nel 2000 circolavano nel mondo circa 500 milioni di vetture (nel 2000!). Appena quindici anni dopo abbiamo raddoppiato il numero delle vetture e Marchionne sogna altri traguardi, tutti sono felici che si vendano di nuovo automobili (la crisi è alle spalle!). "Eh no, se va avanti così chissà come finirà!" (Il ragazzo della via Gluck).
    Dobbiamo imparare da Diaz!

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  15. Ma la soluzione, caro Sergio, non verrà né dalle pale eoliche né dagli specchietti solari. Questi potrebbero bastare in un mondo di un miliardo di umani, ma è una pia illusione che possano sostenere energeticamente un mondo di otto o nove miliardi di umani. A meno che gli umani non si adattino a tornare a vivere nelle caverne o nella "casetta nel bosco" come qualcuno sosteneva in un post precedente. Purtroppo questo mondo che attrae tante anime romantiche è finito per sempre. Chi lo propone non ha capito fino in fondo l'entità della esplosione demografica in atto da un secolo e che sta divorando il pianeta. Solo un rientro del numero di umani ad un livello sostenibile dal pianeta terra potrà farci ritrovare un rapporto con la natura e allo stesso tempo salvarci come specie. Io e Alessandro non abbiamo buone intenzioni, ma solo opinioni di fronte ad una realtà catastrofica che ci impone e ci imporrà sempre più scelte di sopravvivenza nei prossimi anni, fino a che l'umanità non prenderà coscienza del problema che riguarda l'insostenibile e spaventosa crescita umana.

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    1. "Solo un rientro del numero di umani ad un livello sostenibile dal pianeta terra potrà farci ritrovare un rapporto con la natura e allo stesso tempo salvarci come specie."

      Strano perché su questo siamo d'accordissimo (che siamo troppi e dovremmo rientrare - in modo dolce o brutale - in un numero di abitanti del pianeta ecocompatibile). Ma intanto stiamo distruggendo il pianeta. Continuando così di natura ne resterà ben poca (forse stiamo andando verso un mondo artificiale, supertecnologico, con tanti aggeggi sofisticatissimi ma che francamente non mi attrae troppo). Non si tratta di tornare a vivere nelle caverne o sognare di casette nel bosco (ma in un mondo meno affollato e caotico con in più il progresso ci sarebbe sicuramente anche posto per casette nel bosco: se fossimo un miliardo o due la densità di popolazione sarebbe molto minore, avremmo più spazio, potremmo farci anche la casetta nel bosco con email e altre piacevolezze). Andrea Furcht, demografo, dice che per rientrare al miliardo o due ci vorranno .... secoli. Mah, lui di calcoli se ne intende, ma non vedo proprio come potremo rientrare se non lo decidiamo adesso (ciò che sarà o non sarà fra alcuni secoli non m'interessa molto). A me sembra che tu e Alessandro siate rassegnati ai 12 miliardi e vogliate creare i presupposti perché questi 12 o anche più miliardi non debbano vivere da cavernicoli o in condizioni spaventose. E per fare questo ci vorrà appunto molta energia. Io spero invece ancora, sarò ingenuo, che ai 12 miliardi non ci arriveremo (o arriveranno, visto che noi non ci saremo più). Ci vorrebbe una bella crisi, mica come l'attuale che è (o sarebbe) in via di superamento.
      P.S. Le pale eoliche sono bruttissime, grazie tante. E sicuramente non forniscono così tanta energia, come pure i pannelli solari, buoni solo per il riscaldamento. Qualcuno proponeva di fare del Sahara un enorme collettore e rifornire così l'Europa di energia. A me sembrano idee balorde. Energia per che cosa? Per continuare ad andare in automobile e fabbricare idiozie?

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    2. Allora le soluzioni quali sono?
      dici:
      "Ci vorrebbe una bella crisi..."

      Quindi, tu sei per un rientro cruento, atroce...
      E chi ti dice che con una crisi, non scoppi una guerra mondiale (cosa probabile al 99,99% con una crisi come quella che intendi tu); e poi, dato che verrebbero usate anche le armi nucleari; i superstiti non vivrebbero nell'Eden poco popolato che immagini tu, ma in un infermo mostruoso!

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    3. Ma perché cruento, atroce? I Greci devono mettersi il cuore in pace e non pensare di poter vivere alle spalle degli altri. E anche tanti altri (Portoghesi, Spagnoli, Francesi, Italiani, Russi, Ucraini, Vietnamiti, Africani ecc.). C'è innanzi tutto il problema della mera sopravvivenza (primum vivere deide, certo) e quindi di evitare una crisi agroalimentare. Poi, e non è uno scherzo, c'è anche il problema dell'acqua (da bere e per l'agricoltura). Scongiurata questa crisi potremo pensare a tutte le altre cose utili e magari anche necessarie (la salute, l'istruzione, l'occupazione, la ricerca, l'arte ecc.). La crisi non dovrebbe sboccare (addirittura al 99,99%) in una guerra mondiale e nucleare. Sono ingenuo? La crisi, ma quella vera, non quella di Marchionne, costringerebbe (almeno lo spero) a riflettere sul fatto che non possiamo vivere tutti all'americana, che bisogna porre le priorità (e l'occupazione potrebbe essere davvero un'urgenza, la gente senza lavorare o impazzisce o spacca tutto - ma si potrebbero mettere anche tranquillanti nell'acquedotto - e perché no contraccettivi?).
      Alla resa dei conti qual è il problema? Chi ha diritto a quanti beni e perché? Il comunismo non lo vogliamo, sappiamo perché. Qualche differenziazione ci dovrà essere per forza, chi si fa il mazzo avrà ben diritto a qualcosa in più. In più quanto? La discussione è aperta.

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    4. xSergio:
      "Poi, e non è uno scherzo, c'è anche il problema dell'acqua (da bere e per l'agricoltura)"

      Da bere?!
      L'energia per purificare l'acqua da bere è veramente irrisoria.

      Se dovessimo desalinizzarla per tutto il mondo avremo:
      ____9 Mbep/anno per acqua potabile
      _1.120 Mbep/anno per acqua ad uso civile
      13.000 Mbep/anno Consumi energetici mondiali

      Quindi, l'energia da consumare per desalinizzare l'acqua da bere, sarebbe meno dello 0,1 % del consumo totale mondiale; circa il 9% per l'acqua ad uso civile.

      (Mbep = Milione di barili di petrolio equivalente)

      In caso di crisi economica/energetica vera è quasi matematico (al 99,99%) che scoppia la guerra.
      Chi ha di meno cercherà di togliere a chi ha di più (ci sono sempre delle differenze).

      Il tuo è un sogno utopistico.
      Nel mondo si ridurrebbe la popolazione, ma l'ambiente non diventerebbe un paradiso ma un inferno!

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    5. Se vuoi vedere i valori reali, guarda qui:
      http://www.sviluppoerisorse.it/sez_energia/base/conversione_unita.aspx

      nella scheda "Società" ci sono i valori per desalinizzare l'acqua.

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    6. "Il tuo è un sogno utopistico."

      Sarei curioso di sapere qual è il mio sogno perché di sogni non ne ho. Non sogno però né la guerra mondiale nucleare né sofferenze e crudeltà per gli altri. Più che un sogno ho un desiderio: che la gente riflettesse un po', già adesso, sul mondo che lasceranno ai propri figli e nipoti e che forse faranno in tempo a vivere loro stessi.

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    7. Il sogno è: sperare che le persone, in momento di grave crisi (economica / alimentare / energetica) patiscano passivamente la sorte e muoiano senza disturbare gli altri.

      Già oggi ci sono persone che rubano per mangiare, immaginati cosa potrebbe succedere se fosse una grossa fetta della popolazione a non riuscire ad arrivare a fine mese.

      Ci sarebbe la legge del più forte all'interno dei singoli Paesi, con sommosse e disordini.

      Invece i Paesi armati farebbero la guerra, ai Paesi con le risorse per appropriarsene.
      Mai sentito parlare di guerre per il petrolio?

      E' vero, però, che un'adeguata informazione potrebbe almeno un pò aiutare.
      Conosco persone che, nate in famiglie numerose, sentono una specie di disagio ad avere anche solo 2 figli, e ne fanno un terzo solo perché pensano che sia giusto avere una famiglia numerosa.

      In questo caso, un'adeguata informazione gli farebbe capire che: meno figli fa è meglio è!

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    8. "A meno che gli umani non si adattino a tornare a vivere nelle caverne o nella "casetta nel bosco""

      Provate a sedervi di lato ad una nostra strada media, cioe' trafficata... adesso la nostra gente mi pare passi circa un'ora al giorno in una dei circa 36 milioni di autovetture circolanti... e considera un vantaggio irrinunciabile poterlo fare, anche se poi gran parte di quel suo correre serve solo a procurarsi i mezzi per continuare a correre... qualche volta sarebbe il caso di fermarsi a pensare a cosa si sta facendo, prima di sventolare lo spauracchio del "ritorno alle caverne"... ma il problema e' che anche solo il pensare di rallentare provoca sfracelli socioeconomici, un sacco di gente si troverebbe disoccupata e senza mezzi di sostentamento, nonostante adesso cio' che fa produca solo altra propensione al consumo.

      In tempo di guerra per il reato di disfattismo si andava in galera e si rischiava anche la pelle, cioe' tutto sommato poco rispetto all'alternativa di continuare a vivere in compagnia degli altri animali.

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  16. Per fare un calcolo approssimativo di quanto tempo ci vorrebbe per un rientro a una popolazione più ecocompatibile basta fare così:
    Ipotesi che la vita media sia di 80 anni e che ogni coppia faccia un solo figlio.

    Dopo 80 anni la popolazione si dimezza, quindi 3,5 Miliardi;

    dopo altri 80 anni (e siamo a 160 anni) si dimezza di nuovo, quindi 1,75 Miliardi di persone.

    Penso che nessuno vorrebbe dimezzare ancora la popolazione.
    Quindi, per dimezzare la popolazione in modo indolore ci vogliono 80 anni.

    Se invece la si volesse dimezzare in meno tempo la popolazione mondiale, non si dovrebbero fare figli per 40 anni di fila!!!
    In 40 anni senza figli la popolazione tornerebbe a 3,5 Miliardi di persone.

    Certo che poi però le future mamme più giovani avrebbero il primo figlio a 40 anni, con tutti i rischi del caso.

    Riassumendo, si può dimezzare la popolazione mondiale in:
    40 anni senza fare figli;
    80 anni facendo 1 figlio solo.

    E’ chiaro che anche 3,5 miliardi di persone che vivessero con il tenore di vita degli occidentali, sarebbero ancora molti.

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    1. Interessante questo calcolo, più facile di quanto immaginassi, grazie. Se invece ci si mette d'accordo su due figli (come raccomandato 20 anni fa da studiosi dell'Accademia Pontificia delle Scienze - ci tengo a ricordarlo sempre perché di quello studio si sono dimenticati tutti) allora ci vorranno chiaramente più di 80 anni (forse il doppio?).
      Però appunto 3,5 miliardi che vivono all'americana sono sempre troppi. Ma a quel punto gli esseri umani saranno più consapevoli dei limiti del pianeta (si spera).

      In caso di guerra nucleare, che tu ritieni tutt'altro che improbabile, anzi quasi sicura, be' inutile preoccuparsi. Sarä quel che sarà, certo saranno sofferenze, distruzione, magari ritorno all'età della pietra. Gesù, Giuseppe, Sant'Anna e Maria - siate la salvezza dell'anima mia (o nostra).

      P.S. Si sarà capito - spero - che non sono una persona seria, piuttosto uno che si diverte a picchiettare sulla tastiera. Spero però di aver un po' contribuito alle chiacchiere: chiacchierare è una delle quattro attività più piacevoli della gente, non solo delle comari. Le altre tre non ve le dico (no no, niente sesso).

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    2. Se i figli sono 2, la popolazione resta costante per sempre (in realtà sarebbe con una media di 2,1 figli a coppia).

      3,5 Miliardi di persone che vivono anche solo all'Europea (che consuma la metà degli USA), sarebbe troppo!

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    3. "Se i figli sono 2, la popolazione resta costante per sempre"

      Solo se anche l'eta media non cambia!
      2 figli per coppia con un'eta' media di 20 anni oppure 80 credo implichi una bella differenza, forse di tre volte o piu' sul totale, anche se non la so calcolare esattamente. Se nessuno morisse piu', anche un solo figlio per ogni miliardo di persone per decennio farebbe aumentare la popolazione all'infinito, in un tempo infinito...

      Per tornare un attimo ai grattacieli, visto che vogliamo restare ben ancorati ai problemi reali e concreti, mi viene in mente che uno dei motivi reali e concreti per cui viene non solo tollerata ma anche incoraggiata l'ìimmigrazione nel nostro paese e' che altrimenti resterebbero vuoti interi quartieri delle nostre citta', il che farebbe ulteriormente crollare i valori immobiliari, e quindi il prelievo fiscale, e si incepperebbe il resto dell'economia, eccetera... per il solito effetto domino per cui qualsiasi calo in un settore crea effetti a cascata negli altri... quindi approntare nuovi grattacieli quale risultato otterrebbe? In cambio demoliamo con le ruspe le case sparse come decide il governo? Distopia orwelliana... Mentre tutto deve crescere e sempre, altrimenti l'economia monetaria, che e' basata sul debito/credito, (la moneta di fatto e' un'obbligazione, un credito) vede scappare via esponenzialmente il debito e crolla!
      Inoltre c'e' il problema della sostenibilita' del welfare nella vecchiaia, una popolazione con eta' media sempre piu' avanzata (quindi ricca) non puo' restare tale all'infinito (cioe' sia ricca che vecchia: o una cosa o l'altra) a meno che la popolazione non aumenti in continuazione.

      I problemi sono correlati, risolvere uno (l'aumento dell'eta' media, che e' universalmente considerato un indicatore assoluto del miglioramento delle condizioni di vita, come il calo della mortalita' infantile) implicitamente agggrava l'altro. La mia e' un'analisi abborracciata, ma credo richiami problemi che sono reali e concreti.

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    4. "Solo se anche l'eta media non cambia!"

      Anche se l'età media cambia, a regime la popolazione non cambia.
      Se si fanno i figli ogni 20 anni, vorrà dire che ci saranno le generazioni di 40 anni, di 60 anni e di 80 anni.
      Ogni 20 anni entra una nuova generazione e ne esce una vecchia.

      Se l'età di procreazione è ogni 40 anni, non cambia niente.
      Ogni 40 anni entra una nuova generazione e ne esce una vecchia.
      -----

      Per quanto riguarda l'immigrazione; non mi sembra tanto astuto fare entrare immigrati che non hanno niente, per riempire le case.
      Se restano senza lavoro, le case le riempiono abusivamente!

      Proprio un'ora fa, mi hanno detto che: a un cugino che ha una casa fuori paese, per cercare di rubargli, visto che aveva la porta blindata, i ladri hanno fatto un buco nel muro!!

      Se le persone non hanno lavoro, non possono far andare avanti l'economia (sia Italiani che immigrati)!
      Far entrare le persone, per sfruttarle sottopagandole, non migliora l'economia, visto che avranno un potere d'acquisto molto basso; anzi, le case rischiano di perdere valore, se sono in luoghi con alta delinquenza (bassa occupazione)!

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    5. non mi sembra tanto astuto fare entrare immigrati eccetera

      Lo sappiamo bene ma le cose funzionano sempre cosi': non comandano gli "illuminati", comanda il "colpo al cerchio e quello alla botte", l'adattamento al "qui ed ora" in tutte le sue molteplici sfaccettature, che sono tante e non inquadrabili in un "sistema del mondo a forma di orologio svizzero". E tutto sommato forse e' giusto cosi', e' stupido fare piani particolareggiatissimi in un mondo in cui, in fondo, domina l'alea, come sanno bene perfino i militari quando preparano i piani di guerra.

      Sulla popolazione a regime, giusto, ma poiche' grazie al progresso ;) si suppone che presto tutti godranno di un'eta' media di 80 anni minimo, in notevole aumento rispetto al presente, allora per un bel po' di tempo, probabilmente ben oltre quanto sia esattamente estrapolabile il futuro, la popolazione aumentera' anche in caso di riproduzione al solo tasso di sostituzione. Non e' un'ipotesi, e' di fatto quello che sta succedendo gia' da un pezzo, il tasso di incremento e' maggiore di quanto il solo tasso riproduttivo giustifichi, e proprio grazie al progresso tecnologico.
      Su TED ci sono chiarissimi, e a differenza dell'aria inutilmente tetra e controproducente per le stesse idee che sostiene, che si respira qui, speranzosi interventi di Hans Rosling che fareste bene a visionare tutti.
      La retorica ha la sua importanza, non viviamo di solo pane, e un'escatologia non troppo negativamente millenaristica, peraltro regolarmente smentita dai fatti, forse aiuterebbe.
      Forse ci stiamo facendo un po' troppe, inutili, seghe mentali. :)

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  17. l'unica cosa positiva di questo "stabulario" umano è che, data l'aria di Milano, fose chi vivrà agli ultimi piani avrà la speranza di respirare aria un pò migliore

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