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venerdì 16 gennaio 2015

Voltaire e l'importanza della satira




Nel suo libretto “L’ingenuo” Voltaire racconta di un selvaggio del nord america, un Urone, che portato in Francia descrive, alla luce del suo buon senso e della sua ragione priva di pregiudizi , le usanze e i riti della chiesa cattolica mostrandone il lato comico e irrazionale. Quando tanti anni fa lessi Voltaire ero ancora un credente, ma quella lettura fu per me molto importante perché contribuì a farmi diventare un laico. Ricordo di essermi divertito alla descrizione di come l’Urone non si capacitava di come i francesi adorassero un "cadavere appeso ad un trespolo" e gli accendessero candele così come si fa, appunto, con i morti.O di quando alla luce dell’evangelico: “confessatevi i peccati l’un l’altro” al termine della confessione che gli era stata imposta, l’Urone avesse tirato fuori a peso il frate dal confessionale e lo avesse messo al suo posto, ordinandogli a brutto muso di dire ora i suoi di peccati. Ugualmente pungenti le riflessioni e le descrizioni ironiche  del filosofo verso la religione, i suoi riti e le sue credenze nel suo Candido. Era satira, buona satira contro le religioni confessionali, contro l’intolleranza, la tirannide chiesastica ed ogni potere che pretenda di comprimere la ragione e la libertà dell’uomo. Senza quella lettura sarei stato meno libero di scegliere la mia strada, più soggetto alle imposizioni del potere.

“L’errore e l’ignoranza sono la causa unica dei mali del genere umano, e gli errori della superstizione sono i più funesti, perché corrompono tutte le sorgenti della ragione, e il fanatismo che li alimenta spinge a commettere il delitto senza rimorso” (Voltaire).

Oggi Voltaire prenderebbe di mira gli islamici e  subirebbe certamente una "fatua" dagli integralisti islamici. Ma senza Voltaire tutti noi saremmo meno liberi di scegliere la propria strada.  Nella mia formazione personale quella satira fu utile, mi fece aprire gli occhi, mi spinse verso il laicismo, verso il rifiuto di ogni religione rivelata per essere più libero nei miei pensieri e nei miei convincimenti. La satira di Voltaire contribuì al mio laicismo e senza di essa tutti noi occidentali saremmo più poveri di cultura laica e meno liberi. Rinunciare alla satira ci porta ad  una società più sottomessa al potere della istituzione religiosa e dei potenti che la rappresentano. La satira non può essere limitata, perché chi la limita si arroga il diritto di imporre verità stabilite da altri. Unica eccezione, come ha chiarito Popper nel suo testo  “La Società libera e i suoi nemici” è quello della violenza. Nessuna violenza o incitamento ad essa, anche verbale, può essere accettato in una società libera. Esattamente l’opposto di quello che accade da noi oggi in occidente: si critica la satira poiché deride la religione, come faceva Voltaire, e si accetta invece che barbuti imam minaccino, impuniti, di attentare alla vita di chi non si adegua ai loro diktat. La facilità con cui accettiamo di rinunciare a libertà acquisite da secoli e dimentichiamo il coraggio e lo spirito illuminista di Voltaire, di Locke, di Hume  e di Rousseau, ci fanno capire come siamo fragili e come le conquiste della nostra libertà siano esposte ogni momento ad essere soffocate, se non le difendiamo con la schiena dritta e la coscienza di ciò che rappresentiamo.
Ps: anni dopo quelle letture, quando mi recai a Parigi per la prima volta, volli andare a visitare la tomba di Voltaire al Pantheòn. L’emozione fu grande nel vedere la sua statua sulla tomba: il volto era atteggiato ad un sorriso ironico, a rappresentare la forza della sua satira contro l’ignoranza e la superstizione religiosa e la determinazione del suo carattere. In quel sorriso della ragione nei riguardi dell'ignoranza era uno dei tratti fondamentali dell'occidente. Non ho mai dimenticato quel sorriso…

11 commenti:

  1. << Ai tempi di Voltaire non ci si vergognava a prendere a cannonate il prossimo, tutta li la differenza.>>

    Non avevano ancora inventato il "politicamente corretto".... :-)

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  2. Voltaire era una persona maligna (mi dispiace dirlo perché per me Voltaire era e resta Voltaire, uno dei miei autori). Attentò anche alla vita di Rousseau (è provato). Oggi gli preferisco il barone d'Holbach. A Voltaire l'ateismo non piaceva. E il suo Dio orologiaio fa un po' ridere.

    Quanto alla satira è nella sua natura di essere irriverente, pungente, graffiante, offensiva, cattiva ecc. Se no che satira sarebbe? Il problema che si pone oggi è però se si può ridere dell'Islam (di Gesù, Giuseppe, Sant'Anna e Maria, dello Spirito santo ecc. ridiamo da secoli). Parrebbe di no perché gli islamici, o una parte di loro, sono incazzosi e non scherzano.
    E Bergoglio corre persino in loro aiuto (sperando forse di ripristinare il divieto di offesa alla religione cattolica). "Se parli male di mia mamma ti do un pugno."
    Vi ricordate di "cujus regio, ejus religio" ? Certo non era il massimo, forse era anche contro i diritti dell'uomo, ma intanto nella regio del cujus regnava una certa tranquillità. A chi non piaceva la religio del cujus poteva emigrare o almeno starsi zitto, non rompere i coglioni. Domanda: dopo quasi duemila anni avevamo superato il cristianesimo (che esiste ancora ma è più folklore che altro). Chi ce l'ha fatto fare di facilitare la diffusione di una religione ancora viva e prospera nel nostro mondo? E con la quale non possiamo scendere a compromessi. O loro o noi.
    Non escluderei però in assoluto che il benessere (se tornerà, se si diffonderà) seppellirà anche l'islamismo. Certo non subito, ormai dovremo conviverci in qualche modo. Ma affermazioni come quelle della Merkel o di Sarkozy - l'islam è parte della Germania, della Francia - sono davvero sorprendenti. A nulla sono valsi Lepanto e la resistenza di Vienna. S. Pietro un giorno una moschea come Santa Sofia?

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  3. << Vi ricordate di "cujus regio, ejus religio" ? Certo non era il massimo, forse era anche contro i diritti dell'uomo, ma intanto nella regio del cujus regnava una certa tranquillità. >>

    Caro Sergio, la penso esattamente come te.
    E chi voleva restare ateo ? Bastava che si facesse gli affari suoi con una certa discrezione.

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  4. "E chi voleva restare ateo ? Bastava che si facesse gli affari suoi con una certa discrezione."

    A meno che non ci fosse qualche crisi: in tal caso diveniva necessario dare in pasto al popolo (vox populi vox dei) il capro espiatorio, sacrificale. Accade anche attualmente, nella quotidianita', basta leggere un qualsiasi notiziario, l'elemento comune delle "notizie" che interessano davvero e' questo. Non siamo per niente cambiati, non saremmo piu' uomini se lo fossimo.
    Capro espiatorio che non e' necessariamente fatto di carne e sangue, e puo' risiedere in qualsivoglia teoria della catastrofe: l'importante e' che sia preciso e ben identificabile, altrimenti non funziona piu' come tale, in quanto non chiude piu' i meccanismi del pensiero razionale e percio' scettico.

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  5. Fantastico! Bergoglio invoca la genitorialità responsabile: non è giusto figliare come conigli! Addirittura fa la predica a una donna che ha già sei o sette figli (con sei parti cesarei) ed è in attesa del prossimo. La condanna persino perché rischia di lasciare sette orfani! Il suo comportamento sarebbe una sfida a Dio! A dir la verità la "genitorialità responsabile" è un mantra cattolico che io conosco fin da bambino, dunque niente di veramente nuovo.

    Comunque in questa occasione Bergoglio è strepitoso, ammettiamolo. Aspettiamo ora la smentita o una rettifica, come già fa Avvenire:

    http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/papa-paternita-responsabile-don-gentili.aspx

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    1. Questa dichiarazione del Papa è comunque un piccolo passo avanti, ma io non sono per niente entusiasta.
      Dopo aver comunque stigmatizzato (in risposta alla 4° domanda su Paolo VI) il "neo-Malthusianismo universale che cercava un controllo dell’umanità da parte delle potenze" (!), rispetto alla domanda posta dal giornalista tedesco (la 10°), che ha posto un problema serio di povertà causata dalla sovrappopolazione nelle Filippine, la risposta del Papa è alquanto elusiva e irresponsabile:
      "Io credo il numero di 3 per famiglia che lei menziona, credo che è quello che dicono i tecnici: che è importante per mantenere la popolazione, no? 3 per coppia, no?" No Bergoglio, mi risulta essere di 2.1, decisamente più vicino a 2 che a 3! Nelle Filippine la speranza di vita è di 70 anni, il tasso di fertilità è attualmente di 3.1 (era di 7.15 nel 1960!), la popolazione è aumentata da 26.3 milioni nel '60 a 98.4 milioni nel 2013, la densità da 91 a 330 p/kmq! evidentemente per il Papa è una situazione ottimale, della povertà non ha proprio parlato: o non la cede o per lui va bene!
      "Quando scende questo, accade l’altro estremo, che accade in Italia, dove ho sentito – non so se è vero – che nel 2024 non ci saranno i soldi per pagare i pensionati. Il calo della popolazione, no?" Già, la solita scusa, bisogna continuare a crescere se no non si pagano le pensioni! E dove lo vede questo calo di popolazione in Italia? Siamo passati da 50,2 milioni nel '60 a 61,9 milioni attuali, con una densità cresciuta da 172 a 212 p/kmq, questa si chiama crescita Bergoglio! E non confonderci/ti le idee con i dati al netto dell'immigrazione, perché questa è causata dalla sovrappopolazione, dalla povertà e dalle guerre che devastano i paesi del terzo mondo.
      "Per questo la parola chiave per rispondere è quella che usa la Chiesa sempre, anche io: è paternità responsabile. Come si fa questo? Col dialogo." Non con i preservativi, con il dialogo!
      "...Per la gente più povera un figlio è un tesoro. È vero, si deve essere anche qui prudenti. Ma per loro un figlio è un tesoro. Dio sa come aiutarli. Forse alcuni non sono prudenti in questo, è vero. Paternità responsabile. Ma guardare anche la generosità di quel papà e di quella mamma che vede in ogni figlio un tesoro." Questa è una perla di saggezza, i genitori poveri sono generosi perché mettono al mondo un povero disgraziato, che per loro è un tesoro, senza avere i mezzi per crescerlo con una qualche speranza di una vita dignitosa... ma tanto c'è Dio che sa come aiutarli, e si vede il risultato!!
      http://it.radiovaticana.va/…/papa,_aereo_trascrizio…/1119009

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    2. Difficile dire se fa queste boutade per piacere, essere popolare (dopo quel menagramo di Ratzinger) o se davvero fa qualche modesta apertura, come per i divorziati. Visto che il cristianesimo è ormai opzionale (anche a scuola) la Chiesa qualcosa deve concedere se no le chiese saranno presto vuote. Ma non basterà a risalire la china perché la fede è appunto opzionale e la Chiesa non può più fare la voce grossa, scomunicare, minacciare l'inferno, tagliare teste come ai bei tempi.

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  6. Quando parla la Chiesa è sempre meglio non farsi troppe illusioni.
    Nel caso di questo Papa, poi, ho l'impressione che il "buon" Francesco parli sostanzialmente a titolo personale, e che la struttura della Chiesa non sia assolutamente dietro di lui.
    Per questo lo lasciano dire quello che vuole, anche cose provocatorie, senza che nessuno si senta in dovere di intervenire per precisare o correggere.

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    1. Caro Lumen,

      certamente Bergoglio non ha tutta la Chiesa dietro di lui, ma qualche novità di sostanza potrebbe pure introdurla, piaccia o non piaccia ad alcuni (per es. rapporto coi divorziati, innovazioni nell'etica sessuale e nella dottrina sociale della chiesa (più egualitarismo e socialismo). Il problema è che queste per noi modeste novità costituiscono per non pochi cattolici una vera e propria rivoluzione che non tutti sono disposti ad accettare, nemmeno certi atei devoti (a Ferrara questo papa piace poco proprio perché innova troppo e rischia di destabilizzare la Chiesa - che serve ancora, anche agli atei devoti e non devoti, perché è un fattore di stabilità sociale.
      D'altra parte non si può nemmeno escludere che la rivoluzione di Bergoglio riscuota successo e alla fine venga accettata anche dai suoi critici odierni (tra cui cattolici di spicco come Messori e Socci). Anzi, fra qualche tempo nessuno si ricorderà più della sessuofobia cattolica e la Chiesa pretenderà di aver sempre considerato la sessualità un dono di Dio. Ieri proteggeva i preti pedofili (venivano semplicemente spostati in altre sedi dove magari recidivavano), oggi è in prima fila nella lotta alla pedofilia. La Chiesa sa adattarsi, ha una lunga esperienza.
      Lo stesso è in grave difficoltà perché non può più imporre la fede e deve farsi voler bene, se no le pecorelle vanno a pascolare altrove.

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    2. "queste per noi modeste novità costituiscono per non pochi cattolici una vera e propria rivoluzione"

      Mah, in teoria forse si', ma la pratica e' tutt'altra cosa: guardate che i cattolici, anche molto praticanti quando non fondamentalisti, parlano parlano ma delle prescrizioni della Chiesa di norma se ne infischiano alla grande, oserei dire piu' dei non cattolici (il moralismo e' MOLTO piu' severo e preso sul serio oggi come oggi nei partiti della sinistra atea di derivazione comunista e azionista (partito d'azione, tipo ex-PRI-scalfari-bocca-travaglio)).

      COme gia' detto, l'errore madornale in cui ci intestardiamo oggi, che tendiamo tutti a prenderci troppo sul serio e interpretiamo tutto negli schemi della metafora della macchina, e' nel pensare di trasferire le rigidissime prescrizioni morali della Chiesa, che rappresentano un limite sovrumano-disumano verso cui tendere, in leggi puntuali dello Stato da rispettare pena la galera e la vessazione fiscale, qui ed ora. Una violazione della legge dello Stato non si espìa con due semplici pater e due ave marie. Ma questa e' piena responsabilita' dei politici nonche' della weltanschauung in cui siamo immersi, negli ultimi decenni tipica della sinistra comunista o repubblicana atea non meno che del centro democristiano.
      Poi, una volta polarizzate le rivalita' tribali, le cose si estremizzano per conto loro a prescindere dai moventi iniziali (come sperimentiamo noi stessi qui in ogni momento!).
      Diamo a cesare quel che e' di cesare ;)

      Di quelli che conosco, il bestemmiatore piu' incallito e' il cattolico piu' praticante. ;)

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