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mercoledì 24 dicembre 2014

La Turchia sceglie la crescita demografica


Da Adnkronos:
 "Le donne turche dovrebbero dare figli alla patria, non praticare forme di controllo delle nascite attraverso la contraccezione, che rappresentano una forma di "tradimento" della nazione. Il monito, destinato a suscitare ulteriori polemiche, è venuto dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Il capo dello stato turco si trovava ieri nel quadro più adatto a parlare dell'argomento: un matrimonio. Mentre partecipava alle nozze de suo alleato, l'uomo d'affari Mustafa Kefeli, s'è lanciato in una filippica contro la ceontraccezione, che rischierebbe a suo dire di castrare l'ambizione turca di diventare una naziona florida espandendo la sua poopolazione.
"Uno o due (figli) non bastano. Per rendere la nostra nazione più forte, noi abbiamo bisogno di una più dinamica e giovane popolazione. Abbiamo bisogno di portare la Turchia al di sopra del livello delle civiltà moderne", ha detto Erdogan"

Questo è esattamente il modo di ragionare adatto a portare il mondo verso la distruzione. L'enorme crescita delle periferie urbane di Istambul e delle altre grandi città turche sembra non bastare ai governanti di quel paese. La devastazione delle coste e la cementificazione stanno cambiando il volto della Turchia e ne stanno alterando la precedente caratterizzazione politica moderata. L'islamismo radicale cresce insieme al boom delle nascite. Ma quanto accade nel resto del mondo non tranquillizza. La Cina sta tornando indietro rispetto alla politica del figlio unico per gli stessi motivi, ed anche perché una economia in crescita richiede più consumi e più consumatori. L'India persegue gli stessi obiettivi di potenza "patriottica" con la politica delle culle piene. Il Pakistan vuole più figli per motivi religiosi e di espansione dell'Islam, e persino l'Iran che in passato aveva ottenuto un buon controllo delle nascite sta facendo marcia indietro. L'Africa sta attuando la più grande esplosione demografica di ogni tempo, ed ha scoperto nella emigrazione di gran parte della popolazione verso l'Europa la gallina dalle uova d'oro mediante le rimesse degli immigrati clandestini e regolari e i guadagni dei trafficanti. Allo stesso tempo guerre e conflitti locali aumentano per estremismi (fomentati dall'alto numero di giovani) e competizioni sulle risorse generati dall'aumento della popolazione; e le guerre a loro volta alimentano l'emigrazione dei profughi, aiuti e altri incentivi alla crescita demografica ( più figli, più combattenti, più risorse). Anche nel sud e centro  America  si assiste ad un aumento delle nascite, in un periodo in cui la stagnazione economica vede nell'emigrazione verso il Nord America una fonte di risorse per le politiche aperturiste di Obama. Gli Stati Uniti hanno abbandonato gli incentivi economici al controllo demografico ormai da anni. Insomma il mondo si sta incartando e nessuna politica di riduzione delle emissioni di CO2 avrà successo in un pianeta in continua crescita demografica. 

31 commenti:

  1. Non solo la Turchia, mi sembra: anche India, Africa, Pakistan, anche il Sudamerica. Anche la Cina ci sta ripensando. Solo la povera Russia sta andando incontro al declino demografico per la disperazione di Putin (forse sarà costretto a favorire l'immigrazione). A questo punto direi che possiamo chiudere il discorso: non c'è più niente da fare. Cosa stiamo qui a prendercela? Vogliono tutti la crescita e crescita sia. Certo dispiace, ma non possiamo fare più nulla. Io sto cominciando a disinteressarmi della questione (sì, mi sono arreso). Peccato però, c'erano le condizioni per una vita decente per tutti gli abitanti della terra. Ma economia, politica e religione sono risultate più forti. Dobbiamo prenderne atto e ammainare bandiera.
    Se la vedranno loro.

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    1. Se non vogliamo vedere la fine della nostra amata civiltà occidentale liberal-democratica dobbiamo secondo me fare questi seguenti passi:
      -aiutare i paesi arretrati economicamente SOLO in cambio di garanzie come: lotta a criminalità, estremismi religiosi e politici, inquinamento e imporre MASSIMO 2,5 figli per donna;
      -vietare o almeno limitare fortemente l'immigrazione dai paesi islamici o dittatoriali
      -bloccare tutti gli scambi commerciali con i paesi islamici dove vige la sharia
      -smettere quindi di importare petrolio da dittature, e utilizzare solo fonti rinnovabili e nel caso in cui sia necessario e allo stesso tempo sicuro il nucleare...l'estrazione del petrolio dall'atlantico può continuare (Canada, Usa, Messico, UK, Norvegia e Islanda sono democrazie, possiamo anche comprare il loro petrolio)
      -in situazioni estreme applicare sanzioni economiche ai paesi che hanno più di 3 figli per donna, nel caso in cui ciò non basti organizzare interventi militari per insediare un governo che segua le direttive del mondo libero
      Non possiamo fare un partito politico di livello europeo con simili proposte?

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  2. Uhm, è proprio il caso di dirlo, buon natale...

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  3. Se le parole di Erdogan riportate sono davvero quelle, tempi tristi ci attendono: problema demografico a parte, e' il solito slogan, peraltro recitato a pappagallo, dei regimi totalitari, aggressivi e guerrafondai, attidudine per cui la Turchia ha lunga e inveterata tradizione.
    Leggevo prima qui qualcosa di tendenzialmente molto simile:
    http://www.aldogiannuli.it/ucraina-califfato-est/

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  4. Ritorneremo alle guerre come sistema NORMALE di controllo demografico, come è quasi sempre stato nella storia dell'umanità.
    Che tristezza...

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  5. Sono con Sergio. E non ne ricavo piacere.
    Sergio, una cosa ci rimane: cinicamente, acidamente, senza mezze parole, non nascondendo il disprezzo prendere per il culo chi ci condanna. Conosci l'aneddoto di quel tale che, tornando livido e pesto da una lite con un rivale, ebbe a commentare: "Me ne ha date, ma gliene ho dette!"? Magra consolazione, ma non ce ne saranno altre -- l'alternativa è prendersele in silenzio.

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    1. Magra consolazione, lo dici tu stesso. Ma poi come si fa a disprezzare chi ci condanna? Non ci condannano nemmeno, al massimo ci considerano dei pazzi, dei menagramo, gente strana, "neomalthusiani". Insomma, non si accorgono manco di noi, siamo proprio mosche bianche. Sai cosa se ne fanno del nostro disprezzo! Che poi io francamente non provo. Forse davvero la situazione è "alternativlos" (come dice la Merkel, senza alternativa). Cosa invoca la gente? Lavoro e consumi. Fanno le conferenze sul clima e si dicono preoccupati e intanto vogliono promuovere la crescita ovunque, aumentare i consumi (l'India poi col carbone!). Apprendo da Televideo che la popolazione in Italia è cresciuta di un milione nell'ultimo anno: i giornalisti, il papa, i partiti (destra e sinistra) sono raggianti, il declino demografico italiano ("inverno demografico" per i preti) è superato, comincia la rimonta (la Turchia come modello, tre figli a coppia minimo, tasse per i celibi o per chi non fa almeno tre figli, come già fece Augusto - ricetta vecchia come si vede).
      Bagnasco insiste sul lavoro, sulla necessità di lavoro e stabilità per la famiglia. Ma il lavoro lo creano le imprese, non i preti e il Vaticano. La crisi era una bella opportunità per il ripensamento, ma hurrà è stata superata (negli USA, + 5%). I Pilati odierni rivolti alle folle chiedono retoricamente: "Cosa volete? Pace e benessere ma senza eccessi o la crescita e i consumi?" E le masse urlano: "CRESCITA E CONSUMI, E LE PROSSIME GENERAZIONI SI FOTTANO."
      Solo un asteroide di almeno 10, meglio 50 km di diametro può invertire la tendenza.

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  6. << Solo un asteroide di almeno 10, meglio 50 km di diametro può invertire la tendenza. >>

    Ma no, Sergio, l'asteroide non serve, basta la progressiva carenza di petrolio che, come dice giustamente Luca Pardi, non è sostituibile con nessuna altra fonte energetica per troppe delle cose a cui siamo supinamente abituati.
    Poi seguiranno le guerre, la carenza di cibo ed altre piacevolezze.
    No, l'asteroide non è necessario, facciamo tutto da noi (non siamo mica dinosauri).

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    1. Questo benedetto petrolio! Ma il picco è già stato superato o no? Non mi sembra. Addirittura gli USA si apprestano a ridiventare esportatori di petrolio ottenuto poi con metodi magari superinquinanti. Insomma, di petrolio ce n'è ancora parecchio, ho l'impressione. Forse il picco si sposterà al 2050 e oltre. Quindi - per il momento, nella nostra vita - potremo continuare a godercela. Poi caso mai c'è la pietra filosofale in arrivo, l'energia inesauribile e a buon mercato (dalla fusione). L'umanità accenderà tanti piccoli soli ovunque sulla terra che forniranno energia a bizzeffe.
      Risolto il problema energetico! Via al turismo spaziale! Viva il sol dell'avvenire marxista o cattolico (Franza o Spagna purché se magna). Gente di poca fede!
      "Tu scendi dalle stelle, o re del cielo, e vieni in una grotta al freddo e al geeloo! O bambino mio divino, io ti vedo qui a tremaaaar! O Dio beatoooo, oh quanto ti costò l'averci amatooo."

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  7. Ma guarda Sergio che la fusione porterebbe cambiamenti enormi rispetto all'era del petrolio, cambiamenti inimmaginabili e che non si possono prevedere in base alla nostra attuale civiltà. Si tratterebbe di un'altra civiltà. La nuova potenza a disposizione potrà essere utilizzata per evolverci o per distruggerci, per salvare il pianeta o per avviarlo alla catastrofe definitiva. Nuova infinita energia significa liberarci dalle necessità del lavoro continuo, del "fare fare fare" dell'Homo faber conosciuto finora. Potremmo ritrovare un modo di convivenza con la natura, non più vista come un magazzino da sfruttare per la sussistenza di un numero sempre maggiore di umani. Non credo che in un mondo con più energia e tecnologia la gente penserebbe a fare figli, anzi se ne fotterebbe. La storia dell'Europa dimostra che se c'è benessere la gente non figlia, pensa ad altro. Una grande opportunità si aprirebbe per l'uomo. Bisogna uscire fuori dall'ottica dell'era del petrolio...

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    1. "... la fusione porterebbe cambiamenti enormi rispetto all'era del petrolio, cambiamenti inimmaginabili e che non si possono prevedere in base alla nostra attuale civiltà. Si tratterebbe di un'altra civiltà."

      Un'affermazione che mi stupisce e non mi rallegra affatto. Cambiamenti inimmaginabili? Un'altra civiltà? Perbacco, ne vedremo, cioè ne vedranno delle belle i nostri posteri. Non solo non si possono escludere cambiamenti mirabolanti, ma si potrebbero anzi desiderare: un salto di qualità della specie umana, magari con mutazioni indotte per migliorarla. Forse ci sono nella nostra sola galassia civiltà più evolute della nostra. Però questo è galoppare con la fantasia. Intanto siamo alle prese con problemi proprio terre-à-terre, per esempio come sopravvivere e come eliminare i rifiuti.
      Non ho detto e non credo che la gente continuerebbe a far figli in un mondo più sviluppato, anzi è più che probabile il contrario (Italia cattolica docet). Intanto però c'è da gestire una massa di umani in crescita esponenziale. Non so se si farà in tempo a trovare questa energia à gogo prima di qualche catastrofe (pandemie, guerre nucleari, crisi alimentari ecc.). La situazione è già adesso precaria, se non esplosiva, è probabile che si aggravi.
      Tuttavia io non vedo troppo di buon occhio - come te, Alessandro e Zichichi - tutta questa energia che potremmo avere già oggi con le centrali nucleari che tanto vi piacciono (Zichichi: metti un soldino dentro (la centrale), ne escono mille, semplicemente fantastico).

      "Nuova infinita energia significa liberarci dalle necessità del lavoro continuo, del "fare fare fare" dell'Homo faber conosciuto finora."

      Ma il nostro fisico è fatto per lavorare, senza lavoro deperisce, senza occupazioni ci annoiamo. Tra massacrarsi di lavoro come una volta (e ancora oggi in molte parti del mondo) e lavori a misura d'uomo come da noi in occidente c'è qualche differenza. Ma lavorare bisogna, è una necessità biologica e anche soddisfacente. Non riesco a immaginarmi (mancanza di fantasia?) un'attività puramente ludica, dedicata ai passatempi o allo studio.
      Sarebbe bello o curioso "ripassare" tra un millennio per vedere cosa hanno combinato questi umani (ammesso che ci siano ancora).
      Credo che una disponibilità illimitata di energia contribuirebbe a un'ulteriore antropizzazione del pianeta. Non dico che si faranno ancora più figli, ma sarà certamente possibile una maggiore produzione di ogni cosa immaginabile (ergo crescita). O forse l'homo sapiens diventerà sapiens al cubo? (H. sapiens 3).

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  8. Agobit:: "Nuova infinita energia significa liberarci dalle necessità del lavoro continuo"

    E' da tanto di quel tempo che ci sventolano questa carotina davanti al naso che ormai abbiamo ampiamente dimostrato d'essere asini e d'essere in grado di berci qualsiasi bufala. Di avanzamenti ne abbiamo avuto talmente tanti, di meccanizzazione ne abbiamo certe dosi, che ormai dovremmo poter lavorare non più di due ore al giorno, e invece...

    Sergio, lavorare è una cosa che si può fare anche per scelta, non necessariamente per schiavitù. Ma stai pure tranquillo, che sulla schiavitù non esiste e non esisterà dirigenza che conceda o concederà sconti, se non col coltello alla gola e per pochi istanti (il tempo di inventarsi nuove balle per circuire gli schiavi in modo originale e convincente).

    Ah, giustamente mi chiedi cosa se ne fanno le dirigenze, gli incontinenti riproduttivi e gli "accoglienti" del nostro disprezzo. Nulla, dici giustamente, manco se ne accorgono. Pazienza, quel disprezzo serve a me per non perdere del tutto la mia integrità. Anche questa è una magra consolazione, ma è sempre meglio che niente.

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    1. Ti ricordi lo slogan di venti o persino trent'anni fa? "Lavorare tutti, lavorare meno". Morto e sepolto. Se lo ricordi rischi che ti facciano un c... così, perché vogliono, esigono tutti la "piena occupazione" che significa, oltre a farsi un mazzo così, le solite 42 ore come minimo. In effetti basterebbero un paio d'ore al giorno per coprire tutte le vere necessità. Solo che ormai troppo superfluo è diventato un "diritto umano*, non negoziabile.
      Bisogna pur dire però che le 35 ore introdotte in Francia (e che andavano un po' nella direzione dello slogan summenzionato) sembrano un fallimento, a detta di molti. Non so bene perché. Sarkozy Napoléon aveva coniato un altro slogan (che per la sua elezione funzionò): "Travailler plus, pour gagner plus" (lavorare di più per guadagnare di più). Quando però di travail ce n'è, il che non è il caso né nel paese dei Galli né in Italia. È molto semplice: la libera impresa o il libero mercato non possono garantire a tutti un lavoro e a tempo indeterminato. In tempi di espansione economica qualche lavoro c'è per quasi tutti, ma se è crisi come oggi, che vuoi garantire. Venti o trent'anni fa leggevo André Gorz, socialista, che sosteneva lavorare tutti lavorare meno (ma riconosceva nella logica produttiva capitalista l'unica logica). Allora però non c'era ancora la globalizzazione di oggi: oggi in Italia lavorare meno significherebbe fare la fame, avere una paga misera.
      Adesso si parla di reddito di cittadinanza o di base garantito ("bedingungsloses Grundeinkommen" - BGE). In Svizzera voteremo fra un paio d'anni su questa iniziativa. Questo reddito sarebbe di ca. 2000 euro a testa (non sono pochi, in due si avrebbe un reddito di ben 4000 euro). A prima vista sembra una bellissima idea, ma questo reddito consentirebbe però in Svizzera la mera sopravvivenza o poco più (verrebbero aboliti anche tutti gli altri sussidi). Il finanziamento di 200 miliardi di franchi sarebbe assicurato dall'IVA che passerebbe dall'attuale 8% a una percentuale pazzesca (magari anche il 35% secondo il calcolo di un socialista contrario all'iniziativa).
      L'idea di fondo del BGE è simpatica: finalmente l'uomo sarebbe liberato dalla necessità di guadagnarsi il pane, dalla paura di restare disoccupato, il minimo sarebbe garantito. Appunto, il minimo. La vita, la vera vita, comincia poi dal minimo, perché è chiaro che non basterà a una vita "dignitosa", anche se hai un tetto e da mangiare. A me il BGE non piace e non lo voterei perché il lavoro è una necessità, fa bene alla salute, fisica e mentale. Tutti devono partecipare in qualche modo alla produzione dei beni indispensabili alla comunità (anche solo due ore al giorno).

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    2. Ripeto che puoi lavorare anche senza l'obbligo dell'orario, lavorare quando vuoi e se vuoi (metti che un giorno ti alzi male: oggi come oggi non puoi dire "chi me lo fa fare?" e voltarti dall'altra parte, sei gravato da un obbligo, ovvero dalla schiavitù). Qualora tu non dovessi lavorare quel tot di ore, potresti comunque decidere di lavorare, chi te lo vieterebbe? Tra dovere e potere c'è una differenza non da poco. La differenza tra schiavitù e libertà.

      Prima che qualcuno pensi che chi lavora in proprio esula dalla condizione di schiavitù, preciso che l'imprenditoria dà solo apparentemente la possibilità di gestirsi liberamente. Di fatto esistono tanti e tali obblighi da rendere quella libertà nulla più che una mera apparenza. E' proprio che la specie umana genera sistemi sociali marci fino alle fondamenta. Ho ragioni di credere che gli altri sistemi sociali in giro per il mondo siano magari diversi dal nostro ma non migliori (alcuni anche peggiori, perché al peggio non c'è mai limite).

      Sul reddito di cittadinanza o di base garantito o comunque lo si voglia chiamare, ti rimando a quanto ho scritto sopra quando parlavo de "il tempo di inventarsi nuove balle per circuire gli schiavi in modo originale e convincente". Me ne hai appena fornito un bell'esempio. Sicuramente si tratta d'ellennesima truffa. Come nei sottopassi di Napoli, hai presente? "La mano è più veloce dell'occhio... dov'è la pallina? Oh, che peccato, hai perso! Vuoi riprovare?".

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    3. @sergio
      "leggevo André Gorz"

      Non lo conoscevo (o non lo ricordavo).
      Che parabola, a leggere qua:
      http://it.wikipedia.org/wiki/Andr%C3%A9_Gorz
      Interessante, vedo che trasse ispirazione, fra i tanti, da Illich, che un po' conosco e apprezzo nella sua critica intellettualistica radicale.

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    4. Ho letto l'articolo di Wikipedia su Gorz che citi. Anche lui era per il reddito di cittadinanza, non lo sapevo o non mi ricordavo. C'è da dire che un reddito di cittadinanza già esiste con tutti i servizi gratuiti di cui disponiamo (la sanità è fuori controllo ovunque in occidente). Si tratterebbe dunque non tanto d'introdurre questo reddito quanto di accrescerlo. In teoria col reddito di base senza condizioni uno potrebbe anche non lavorare del tutto perché tale reddito gli basterebbe per campare (modestamente). Ma la maggior parte vorrà integrarlo con altre entrate. L'uomo libero dal bisogno e dalla paura, secondo gli iniziativisti, potrebbe sviluppare tutta la sua sua creatività arricchendo se stesso e la collettività.

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    5. Un po' mi ricorda l'intelligenza critica di Bertrand Russell di cui in gioventu', al liceo, ho letto tutto quello che ho trovato.
      B. Russell, forse da molto prima, ricordo vagamente che in qualcuno dei suoi libri sostenesse che grazie alle macchine e alla tecnologia in genere sarebbe stato assurdo dedicare al lavoro "obbligato" piu' di poche ore della giornata.
      Abbiamo visto come e' finita invece poi, che il lavoro produttivo, l'industria e soprattutto le merci da esso prodotti da mezzo sono divenuti fini, cosa che peraltro e' sempre piu' d'attualita' con la crisi conseguente alla progressiva chiusura delle attivita' economiche a causa della concorrenza dei paesi piu' giovani e meno schizzinosi del nostro (intendo italia).

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  9. Sono contrario al reddito di cittadinanza. Fa parte del nuovo nomos dei diritti assoluti di Homo. Quei soldi andrebbero meglio spesi per proteggere le specie a rischio e l'ambiente naturale, fagocitati da Homo ogni giorno. Inoltre è "abominevole" nel senso proprio del termine in quanto estremamente diseducativo. Ogni diritto deve essere generato da un dovere. Se si perde questo principio, si va contro il principio di Responsabilità. La caduta dell'impero romano fu accelerata dalla distribuzione gratuita del grano ai cittadini di Roma. Il reddito minimo potrebbe essere etico se legato ad un lavoro, ad un ciclo di formazione, comunque ad un impegno verso la società. Se è una pura regalia, è un sopruso verso l'uomo e verso la natura, perché per generare quei 2000 euro si è dovuto (in qualche modo) consumare natura per dare cibo e diritti a chi di quella natura sta facendo strame.

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    1. Siamo perfettamente d'accordo. C'è da osservare però che ormai tutti beneficiano di tanti beni gratuiti, ritenuti indispensabili e "dovuti" (dalla società: diritti acquisiti): istruzione, sanità, sussidi vari. L'abolizione o anche solo il ridimensionamento di uno di questi diritti scatena subito le più vivaci proteste. Il reddito di base "garantito" (la traduzione letterale dall'espressione tedesca rende meglio l'idea: "bedingungslos" = senza condizioni) andrebbe ad aggiungersi agli altri diritti. Difficile, quasi impossibile che l'iniziativa passi (gli Svizzeri hanno rifiutato il salario minimo di 2300 euro, la quinta settimana di vacanza, l'iniziativa 1:12 e tante altre cose).
      Gli iniziativisti partono dall'idea che - nonostante il reddito garantito - tutti vorranno fare qualcosa perché non si può restare inattivi, s'impazzisce. Ma lo farebbero in piena o maggiore libertà perché il pane sarebbe assicurato e non sarebbero obbligati ad accettare qualsiasi lavoro e a qualsiasi condizione come adesso. Maggiore libertà dunque e necessità per il datore di lavoro di offrire buone condizioni di lavoro.
      Il punto debole del reddito garantito è che lo stesso non basta (a una vita dignitosa o consumistica) e verrebbe considerato una cosa dovuta senza nessuna contropartita. Ma i beni e i servizi che si acquistano col reddito garantito da qualcuno devono essere prodotti e prestati. Dunque una parte della collettività lavorerebbe per gli altri a titolo onorifico. Meglio sarebbe invece se tutti partecipassero alla produzione di quei beni. Meglio anche per l'autostima.

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    2. "Gli iniziativisti partono dall'idea che - nonostante il reddito garantito - tutti vorranno fare qualcosa perché non si può restare inattivi, s'impazzisce. Ma lo farebbero in piena o maggiore libertà perché il pane sarebbe assicurato"

      Assicurato da chi, se tutti possono divertirsi a produrre qualcos'altro o produrlo per se stessi, liberi dal bisogno? Mi pare veramente un'idea balzana, implica la necessita' di dedicare una parte della popolazione, quella dedicata alla produzione dei beni essenziali, al lavoro schiavistico, che e' cosa che sta gia' succedendo in italia, sotto mentite spoglie, da un pezzo.
      Ma in svizzera forse si riuscirebbe a mettere in pratica questa idea, grazie al fatto di essere centro finanziario, col lavoro schiavistico altrui, senza averne nemmeno diretta consapevolezza.

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  10. Caro Agobit, anche io sono fermamente contrario al reddito di cittadinanza, sia per motivi etici (è diseducativo), che pratici (risolve ben poco).
    Qualche tempo fa, sul mio blog, avevo fatto alcune (modeste) riflessioni sul tema, in forma di breve dialogo. Chi fosse interessato lo può trovare a questo link: http://ilfenotipoconsapevole.blogspot.it/2012/01/vinca-il-migliore.html

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  11. André Gorz ha tentato la conciliazione tra marxismo ed ecologia, profondamente influenzato dai "Limiti dello sviluppo" pubblicato negli anni 70. Appartiene alla lunga schiera degli utopisti, di coloro cioè che credono di giungere al paradiso sulla terra (in questo caso un paradiso ecologico e sociale) su base costruttivista, in base a idee logiche sviluppate a tavolino partendo da ideologie per lo più egualitarie o, in ogni caso, totalitarie. Purtroppo per loro la storia, almeno finora, ha funzionato con altri meccanismi. Il filosofo ed economista anti-costruttivista per eccellenza Van Hayek, diceva che " Ci è dato sapere solo che la decisione ultima su cos'è bene o male non sarà presa dalla saggezza individuale di un uomo, ma dal declino dei gruppi che hanno delle credenze sbagliate". Finora la storia ha funzionato così. Aggiungerei che spesso alla base di cambiamenti epocali non stanno teorie, ma eventi. Uno di questi, ad esempio, l'invenzione della bomba atomica ha condizionato la storia del XX secolo più di tutte le teorie politiche e filosofiche degli ultimi due secoli. Sia impedendo lo scoppio di guerre generalizzate, sia consentendo il mantenimento di equilibri geo-politici altrimenti impossibili da controllare. Credo che il destino del pianeta terra non è legato a delle teorie ma al declino di chi non si adatta e dall'irrompere di eventi più o meno prevedibili. Nessuna teoria influenzerà granché l'evoluzione della presenza umana sul pianeta nei prossimi decenni, men che meno quella della cosiddetta decrescita. L'utopia fa parte, tuttavia, dell'animo umano e anche noi che crediamo nella lotta alla sovrappopolazione siamo degli utopisti. Per ora

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    1. André Gorz un utopista? E utopisti anche noi? Va bene che l'utopia fa parte dell'animo umano, ma direi che sia Gorz che noi siamo invece piuttosto realisti. Gorz mi piaceva proprio per il suo modo di ragionare pacato e convincente. Era di sinistra, ma respingeva l'utopia della piena occupazione come la intendono ancora i nostri di sinistra (40 ore, lavoro sicuro, niente licenziamenti, una sfilza di garanzie - in regime di libero mercato!). I lavori socialmente utili sono da ridistribuire, tutti devono fare la loro parte. E per quanto nella sua visione l'uomo avrebbe avuto molto più tempo per attività piacevoli, per la convivialità eccetera sarebbe restato pur sempre uno zoccolo duro di lavori necessari ma duri e poco piacevoli, ma appunto equamente distribuiti. Era anche spiritoso, diceva per es. che per aumentar il PIL i coniugi potevano pagarsi le prestazioni sessuali o le coppie assumere altre coppie e pagarle per fargli fare i lavori di casa ...
      Non conoscevo il suo percorso intellettuale come descritto su Wikipedia (piuttosto avventuroso). Ma per quel che ho letto ho di lui il ricordo di una persona raziocinante. Tranne l'innamorarsi di nuovo di sua moglie in tarda età. Ho letto il suo libriccino dedicato alla moglie. Se ne sono andati insieme con eleganza, lasciando un biglietto sulla porta: "Avertissez la gendarmerie".

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  12. OT

    Avete sentito il papa oggi che accoglieva rappresentanti delle "famiglie numerose"? Queste si sentono abbandonate o non adeguatamente sostenute dallo Stato. Be', il papa ha detto che l'attuale tasso di natalità in Italia - l'1% o poco più - «è niente».

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    1. L'ho sentito, l'ho sentito... Evidentemente il fatto d'essere papa non è sufficiente a garantire che la persona che incarna quell'altisonante carica non dica delle sonore stronzate. A raffica, tra l'altro.

      Ciliegina sulla torta, la quantità trabordante di gente disposta a dargli credito anche quando è nell'esercizio di questa sua prerogativa. Chissà se capivano cosa stava dicendo o se si limitavano a bearsi della soavità della sua voce e del luminoso candore della sua figura...

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    2. Sarebbe interessante o divertente sapere da questo gesuita qual è secondo lui il tasso di natalità giusto o ideale per l'Italia, ma anche per il resto del mondo. Non credo che avrebbe la faccia tosta di sparare: quello della Nigeria, ma sicuramente il tasso di sostituzione (2,1%) gli va stretto. "Dominus providebit" (c'è scritto sul bordo della moneta da 5 franchi svizzeri). E si vede come provvede proprio ieri: ha abbattuto un aereo con ca. 180 persone a bordo e ha dato alle fiamme un traghetto con 450 persone che rischiano di essere arrostite o di morire di freddo. Questa è una cattiveria, diranno le pie pecorelle: sono incidenti dovuti ad imperizia umana! E da dove viene questa imperizia, non ha le mani in pasta pure lui?

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    3. A voler essere acidi (e mi resta sempre più semplice esserlo) verrebbe da osservare che della pletora di navi in giro per il mediterraneo a "salvare" invasori clandestini a diverse centinaia a botta non se ne è vista una intervenire in soccorso del traghetto realmente in avaria a due passi da casa nostra. Forse nessuno dei passeggeri del traghetto era munito di cellulare satellitare, sai, tipo quelli dai quali arrivano le chiamate di soccorso dai natanti invasori, quelli che curiosamente finiscono sempre per rischiare l'affondamento con un tempismo che definirei "elvetico".

      A proposito di monete e provvidenza... non è Dio a provvedere, ma le nostre tasse, quelle che paghiamo per tutti loro. L'acido scorre a fiumi nelle mie vene, e non c'è argine in grado di contenerlo.

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    4. T'è mica caduto l'occhio sulla campagna pubblicitaria FIAT (la nota azienda automobilistica statunitense nata rapinando per decenni i contribuenti italiani) di questi giorni?

      P.S. Mi verrebbe da augurare a tutti voi un buon anno, ma non vedo i presupposti affinché l'augurio possa sembrare qualcosa di diverso da una presa in giro. Scusate, ma passo fino al prossimo giro.

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  13. Aggiungo lo scontro tra navi da trasporto merci, tra cui fertilizzanti. Tonnellate di fertilizzanti necessari a sostenere un'agricoltura tossica a sua volta necessaria a sostenere 7 miliardi di umani. Tutto è collegato

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