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sabato 9 agosto 2014

Rapporto del WWF sulla cementificazione in Italia



Il Rapporto del Wwf sulla cementificazione delle coste italiane (2014).

UNA delle più grandi ricchezze dell'Italia è il mare. Oltre 8mila chilometri di coste che andrebbero tutelati, valorizzati e preservati dall'invadente intervento dell'uomo. E invece dal 1988 ad oggi ben 312 "macro attività umane" hanno sottratto suolo naturale lungo le nostre coste: villaggi, residence, centri commerciali, porti, autostrade, dighe e barriere hanno alterato il profilo e il paesaggio del nostro paese facendo perdere biodiversità e patrimonio naturale. 

E' questo quanto emerge dall'ultimo dossier del Wwf “Cemento coast-to coast: 25 anni di natura cancellata dalle più pregiate coste italiane”, uno studio che analizza l’evoluzione della situazione delle regioni costiere, mettendo a confronto i dati di oggi con quelli di 25 anni fa, con il supporto di immagini tratte da Google Earth. Il quadro d’insieme è una vera e propria "trasformazione metropolitana" delle coste italiane che, pur conservando angoli suggestivi e incontaminati, hanno subito in questi anni una urbanizzazione molto intensa cancellando angoli di natura del Belpaese. 
I dati parlano chiaro: ben il 10 % delle coste italiane sono artificiali e alterate dalla presenza di infrastrutture pesanti come porti, strutture edilizie, commerciali ed industriali che rispecchiano l’intensa urbanizzazione di questi territori in continuo aumento e dove si concentra il 30% della popolazione. Le più colpite Sicilia e Sardegna, con 95 e 91 casi rispettivamente di nuove aree costiere invase da cemento, ma a segnare un record negativo è la costa adriatica dove meno del 30% del waterfront è libero da urbanizzazioni. Il tutto documentato da una serie di foto che illustrano i casi più eclatanti regione per regione. 
L'intricata giungla normativa non aiuta a preservare le nostre coste: la gestione è "condivisa" a diversi livelli (Stato, Regioni, Enti locali), un disordine normativo che rende impossibile capire chi davvero abbia il compito di intervenire a tutela dell'ambiente costiero. 
La 'ricetta' del Wwf è semplice: innanzitutto "garantire il rispetto delle normative e adottare politiche fiscali incentivanti sui comuni per la conservazione di ciò che resta ancora ‘libero’ da cemento lungo le coste" e poi una moratoria che blocchi nuove costruzioni e che l'associazione ambientalista chiede con forza a Governo, Regioni e Comuni. Infine il Wwf ritiene necessario estendere i vincoli paesaggistici di tutela dai 300 metri ai 1000 metri di battigia.

“Si pensa che lo scempio delle coste sia legato al passato, agli anni del boom delle seconde case e della grande speculazione edilizia o del raddoppio delle concessioni demaniali del 2000: purtroppo  non è così perché l’invasione del cemento non si è mai fermata", ha affermato Gaetano Benedetto, direttore politiche ambientali del Wwf Italia.

"Solo una visione miope e scellerata può consentire questo scempio" afferma Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia, che aggiunge: "Gestione integrata, uso sostenibile e attento, rinaturalizzazione dovranno essere le parole chiave del futuro, magari investendo in un lavoro di recupero e riqualificazione"
(Dal sito di Repubblica)

Purtroppo al WWF continuano a girare intorno al problema senza affrontare la questione di fondo. Nel rapporto si parla di 25 anni in cui la cementificazione delle coste in Italia è proseguita peggio di prima, nonostante tutti i piani di tutela e tutte le leggi a protezione dell'ambiente. Ma nessuno al Wwf dice la cosa che andrebbe detta, e cioè che in questi 25 anni la popolazione di questo disgraziato paese è passata da 50 milioni a 62 milioni di abitanti. Questa cosa, come sempre quando a parlare sono le associazioni verdi e ambientaliste, NON DEVE essere detta. Eppure è così: nonostante i bassi tassi di natalità, la popolazione italiana è spaventosamente aumentata in 25 anni. Una popolazione che era già sopra rappresentata 25 anni fa rispetto al territorio nazionale. C'era stato il boom demografico del dopoguerra, e che oggi paghiamo in termini di un'alto numero di anziani. E' ovvio che lo spaventoso aumento in atto è in parte collegato alla natalità (che in alcune regioni, specie al sud, si è mantenuta alta) in relazione a tassi di mortalità fortunatamente bassi. Ma il vertiginoso aumento demografico è soprattutto dovuto ai fenomeni immigratori che proprio in questi 25 anni sono esplosi per gli spostamenti di massa di intere popolazioni, basti pensare agli albanesi degli anni 80-90, alla trasmigrazione di una buona parte della popolazione rumena,       ai fenomeni di migrazioni epocali dall'Asia e dall'Africa ( e che aumenteranno secondo tutte le previsioni fino a riguardare decine di milioni di persone nel prossimo futuro). E' evidente che di fronte ad un macrofenomeno di questo tipo, parlare, a proposito delle cause della cementificazione, di legislazione inadeguata, di conflitti di poteri tra regioni comuni e stato, di mancata tutela del paesaggio da parte degli organi di controllo, è chiaramente riduttivo ed inadeguato. Nessun disincentivo fiscale -nonostante quel che dicono al Wwf- potrà contrastare l'ulteriore cementificazione in presenza di una richiesta antropica di nuove case, di nuovi servizi e infrastrutture determinata dall'aumento della densità demografica. In presenza di massicci nuovi fenomeni immigratori come quelli che sono in atto, tutte queste questioni cui accenna il Wwf non risolvono minimamente  ciò che sta alla radice del problema. Quello che è avvenuto, ad esempio, in Germania o in Francia può essere di ammaestramento. Lì la legislazione e il rispetto della legge ha funzionato molto meglio che da noi, ed infatti qualche area verde di particolare valore paesaggistico si è riuscita a salvare. Ma nel complesso la cementificazione delle aree verdi è molto aumentata anche in questi paesi, in cui ormai le aree verdi presentano tutte l'effetto "parco-giochi", sembrano aree riservate per lo svago di turisti e hanno un aspetto maledettamente  artificiale.  In Italia la situazione è sicuramente peggiore perché il fenomeno immigratorio è completamente libero e incontrastato, e le leggi a tutela dei paesaggi non vengono fatte rispettare. Da noi si preferisce tutelare i diritti antropici, i diritti umani a fare tutto quello che si desidera a spese dell'ambiente  di quello che alcuni decenni fa era uno dei paesi naturalisticamente  più belli del mondo. Ciò che sta avvenendo nelle periferie delle città italiane, nelle aree verdi che circondano i centri abitati, nella urbanizzazione spinta delle campagne, delle rive di fiumi e laghi, delle coste marine,  nella costruzione di strade e infrastrutture che riguarda ogni residua area verde del territorio italiano  è sotto gli occhi di tutti noi. Il nuovo rapporto del Wwf finirà, come tutti gli altri, nella pattumiera delle cose inutili perché per l'ennesima volta si preferisce tacere sul fenomeno che è alla radice della cementificazione dell'Italia. 

10 commenti:

  1. Provo a fare l'avvocato del diavolo e vi chiedo: cosa volete fare per stabilizzare la popolazione nella speranza che poi si riduca seppur lentamente? Molto concretamente, quali sono le vostre richieste? Un figlio o due per coppia e basta, insomma una politica cinese? Siamo sinceri: in occidente nessuno oserà mai fare una proposta simile perché è indecente. Persino gli scapoli e le coppie senza figli o con uno soltanto si stracceranno le vesti perché una simile richiesta lede la libertà individuale, è inammissibile. La politica del figlio unico era fatta per i Cinesi, non per gli occidentali (e checché se ne dica qualche buon risultato è stato ottenuto: ci sono almeno quattrocento milioni di Cinesi in meno: G. Ferrara se ne dispiace, io no). Eppure - la cosa è semplicemente straordinaria - senza politiche imposte e repressive l'occidente, con l'Italia in testa, ha applicato anche lei la politica del figlio unico o quasi unico (viaggiamo a 1,4 figli per coppia, uno dei tassi di natalità più bassi del mondo, con tutto che l'Italia sia la sede del papato, uno dei più feroci natalisti). Senza manco accorgersene l'Italia ha copiato la Cina: potenza del mercato, del benessere (e anche della pillola). Ma se un'associazione o la politica avessero voluto imporre le regole cinesi sarebbe scoppiato il finimondo. Il più potente contraccettivo è stato il benessere (anche se irelativo, i simboli del benessere sono stati poi la Cinquecento e la Seicento). È anche per questo che molti insistono sulla crescita economica nei paesi in via di sviluppo piuttosto che su campagne d'informazione per favorire la pianificazione familiare e quindi l'abbassamento del tasso di natalità (in fondo ciò che è successo in Italia nel dopoguerra). Solo che adesso non siamo più 2,5-3 mld ma qualcosa come 7,3 mld ciò che complica maledettamente le cose: non c'è quasi più tempo per un raddrizzamento della situazione o forse è ormai troppo tardi. E poi cosa vogliamo: che i paesi poveri raggiungano i nostri livelli di consumo?

    La seconda possibilità sarebbe di chiudere le frontiere o per lo meno di non tenerle spalancate e subire un'invasione che stravolgerà le condizioni di vita nel nostro paese, sotto tutti i punti di vista, economici e culturali (davvero trovate divertente o commovenente vedere in Piazza Duomo i musulmani pregare con la fronte per terra? Non ci erano bastati 1700 anni di cristianesimo? Ora che il cristianesimo è morto o moribondo dobbiamo rispettare noi in casa nostra gli usi e costumi di una religione illiberale per non dire altro.
    Ma anche questa richiesta - rifiuto di apertura illimitata delle frontiere , immigrazione controllata e moderata - viene bollata come una forma di xenofobia e razzismo da politici, economisti, verdi e rossi, Chiesa.

    Ho citato le due leve per frenare o rallentare l'incremento demografico, per stabilizzare la popolazione: benessere economico, ritorno alla sovranità nazionale con gestione autonoma del fenomeno immigratorio. Come ognuno di noi sa gestire i propri affari cercando di far quadrare il bilancio, entrate e uscite in equilibrio, anche lo Stato o la nazione dovrebbe poter fare altrettanto. Invece ti dicono che la sovranità nazionale è un'anticaglia, non serve più, i problemi superano le frontiere e si risolvono insieme. Ah be', certo, bisogna pensare in grande: l'Italia da sola è condannata, può salvarsi solo perdendosi (non diceva Gesù: chi vuol salvare la sua vita la perderà, invece chi la perderà si salverà?).

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  2. Caro Sergio, sicuramente, oggi come oggi, le due leve che tu hai citato (e che sono probabilmente le uniche ragionevoli) non sono ancora praticabili.
    Ma nel prossimo futuro, chissa ?
    La spinta demografica è destinata a salire ancora e non è impossibile che sotto la pressione sempre maggiore di certi problemi, la gente non incominci a chiedere ai propri politici di "fare qualcosa".
    Sperando che non sia troppo tardi...

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    1. "Sperando che non sia troppo tardi..."

      Appunto. Perché aspettare che la situazione si faccia esplosiva, ingestibile, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili? A meno che "in alto loco" non ritengano assolutamente necessario favorire l'immigrazione per compensare il deficit di natalità degli europei. Non dimentichiamo che l'UE voleva diventare la prima economia mondiale (sogno ormai defunto), forte del numero (500 - 600 milioni di consumatori, con la Turchia). E il declino demografico europeo in corso da tempo (l'Italia è un paese di vecchi, almeno così dicono) minaccia seriamente il sogno di potenza economica mondiale (se non egemoni dobbiamo essere almeno concorrenziali, quindi numerosi).
      Quindi ben vengano africani, asiatici, latino-americani. Non so se hai mai sentito parlare del piano Kalergi - di cui io non so che pensare (su Wikipedia trovi informazioni al riguardo).
      Comunque questa leva - recupero della sovranità nazionale e gestione autonoma dell'immigrazione - potrebbe (dovrebbe) essere subito azionata - volendo. E se non si vuole un motivo ci sarà. Non so in che misura la nostra cattiva coscienza di ex colonizzatori e sfruttatori dell'intero pianeta ci impedisca di chiamare il fenomeno in corso col suo nome: stiamo subendo un'invasione, per il momento ancora in parte gestibile.

      Quanto all'altra leva - applicazione del metodo cinese per moderare l'incremento demografico - in Italia non c'è stato bisogno d'imporla o incoraggiarla: si è imposta da sola con il boom economico, la gente voleva star bene e ha ridotto spontaneamente il numero dei figli senza alcuna direttiva o coercizione. Una cosa dunque "naturale". È la ricetta che si vorrebbe applicassero i paesi in via di sviluppo: prima il benessere o serie prospettive di sviluppo economico e poi - spontaneamente come nell'Italia del dopoguerra - si farebbero meno figli. Ma questo è un processo lungo e siamo già fuori tempo massimo. Sicuramente occorrerà aumentare gli aiuti allo sviluppo ma ad alcune condizioni.

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  3. Non credo a piani né a complotti. L'immigrazione è un epifenomeno, logico e quasi matematico, dell'esplosione demografica nei paesi dell'Asia e dell'Africa che hanno beneficiato dei prodotti della tecnologia (vaccini, antibiotici, misure igieniche, cibo e fertilizzanti ecc.) ma non hanno fatto fronte per vari motivi, sociali, politici e religiosi, alla responsabilità che ne consegue: igiene della gravidanza, controllo delle nascite, uso di contraccettivi ecc. L'esplosione demografica in terre che non hanno una produzione agricola sufficiente , nè risorse economiche e strutturali adeguate, produce ovviamente non cittadini ma migranti -nel migliore dei casi- combattenti e fanatici nel peggiore. Che poi da noi in occidente ci siano organizzazioni che sfruttano economicamente (come onlus, cooperative, imprenditori al nero ecc.) o politicamente ( contestatori e rivoluzionari reduci dal 68, centri sociali, estremisti, cattolici nichilisti ecc,) il fenomeno è un altro discorso. Parlare di complotti è eccessivo. Sicuramente c'è una sottovalutazione del problema da parte della classe politica e interessi commerciali da parte dei grossi gruppi industriali, costruttori, cementificatori, mafie ecc.

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    1. "Sicuramente c'è una sottovalutazione del problema da parte della classe politica ..."

      Mi è quasi impossibile credere che i politici non si rendano conto di cosa sta succedendo. Del resto basta sentire i discorsi di Napolitano, della Boldrini ecc. per capire che a loro degli italiani non gliene frega niente. Quindi perseguono un progetto che a me sembra fin troppo evidente: il superamento della sovranità nazionale, la cancellazione degli stati europei e la creazione degli Stati Uniti d'Europa con una popolazione mista. L'insistenza su termini come xenofobia e razzismo è plateale. Addirittura si dà del razzista ad Alfano per aver pronunciato la parola vu' cumprà. C'è anche il fatto del declino demografico degli europei - Italiani in testa - da contrastare. Io penso che ci siano chiare direttive dai centri di potere (per es. da Bruxelles, ma anche dagli USA - sono gli USA che vogliono la Turchia nell'UE). Ma più che un "gomblotto" è forse una tendenza (all'unficazione, alla semplificazione, al fantomatico governo mondiale che però non è certo per domani).

      Ma non hai risposto alla mia domanda. Cosa possiamo fare, che richieste dobbiamo porre oltre a sfogarci qui e ad assistere allo scempio. Io ero una volta socio di Italia Nostra quando era presidente Giorgio Bassani (chissà se esiste ancora questa associazione).
      Poi nel nostro piccolo (di formiche incazzate) noi di Ecopop - quattro gatti, appena mille soci - siamo riusciti ad imporre all'agenda politica il problema tabù della sovrappopolazione e il popolo svizzero dovrà esprimersi in materia. Purtroppo l'iniziativa non ha il vento in poppa e sarà quasi sicuramente bocciata (un verde ha persino pubblicato un libro chiamandoci gli "ecologisti che fanno paura" ovviamente razzisti e filonazisti). Però almeno si parla di Svizzera - e mondo! - sovrappopolati.

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  4. Caro Sergio, sinceramente non ti ho risposto perché non so come risponderti. Questo blog è nato con l'intento di chiarire le idee...anche a me stesso, cercare delle strade per portare avanti la battaglia per la salvezza del pianeta. Forse è già troppo tardi ma ci avremo provato. Bisogna essere pragmatici: tutte le politiche che portano ad una riduzione della natalità mondiale sono legittime, che siano di tipo coercitivo come in Cina o di tipo economico e culturale come in occidente. C'è un intervento di Dahrendorf di qualche anno fa in cui egli afferma che di fronte alla salvezza del pianeta è persino legittimo rimettere in questione le regole della democrazia e della società liberale; e questo lo afferma uno dei maggiori filosofi liberali contemporanei. Quello che fate voi di Ecopop mi sembra interessante e non dovete farvi intimidire dagli apologeti dei diritti assoluti di Homo (di fatto apologeti della distruzione del pianeta) che ricorrono a invettive e faziosità del secolo scorso ma sono del tutto ignoranti di quello che è in gioco oggi e quello che abbiamo di fronte a noi. Il nostro destino è nelle nostre mani e io ho ancora una minima speranza che l'intelletto degli uomini li porti a capire che noi apparteniamo alla natura e non siamo i suoi dominatori. Lo scopo di questo blog non è di fornire risposte che non ho, ma quello di aumentare la consapevolezza. Più persone prendono coscienza del problema di fondo più si potrà fare qualcosa per la salvezza.

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    1. "Lo scopo di questo blog non è di fornire risposte che non ho, ma quello di aumentare la consapevolezza."

      Sì, va bene, è una speranza - o un'illusione. Nei nostri blog, del resto pochissimo frequentati (io sono il più assiduo e ciarliero - me ne scuso) siamo appunto sempre i soliti quattro gatti. Alla fine è un po' frustrante, in fondo noi qui siamo tutti più o meno d'accordo sul problema di fondo - che però non sfonda! Quasi nessuno ne parla e rischiamo di crogiolarci nella nostra consapevolezza, nella nostra indignazione, nella nostra rabbia. Non siamo certo i soli a vedere la situazione in un certo modo, ma a livello di conoscenza diffusa, di discorso pubblico siamo alla casella di partenza. Però una certa coscienza ecologica si è diffusa, anche il capitalismo non può ignorare il problema dell'inquinamento dovuto anche o soprattutto alla sovrappopolazione. Persino il papa esorta alla salvaguardia della natura. Insomma, l'ecologia sarebbe un buon punto di partenza, anzi una leva per sollevare il problema. Per questo io ho avuto simpatie per Grillo. Non dovrebbe essere così difficile acquisire la consapevolezza che l'inquinamento e tanti dissesti (economici, idrogeologici, climatici ecc.) hanno una causa ben precisa: l'aumento dei commensali al tavolo della vita e l'aumento iperbolico dei consumi dei commensali (l'appetito vien mangiando ...).
      Sono curioso di vedere se la nostra iniziativa riuscirà a scuotere le coscienze, a fare presa su un largo pubblico. Sarebbe già qualcosa se si dibattesse pubblicamente dell'assurdità della crescita economica continua o infinita, della impossibilità di smaltire le montagne di rifiuti che produciamo.

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  5. Non condivido questo pessimismo. Quando nel 1968 Paul Ehrlich pubblicò "The population bomb" nessuno parlava del problema della sovrappopolazione. Nel 1979 il paese più popolato del pianeta, la Cina, introdusse leggi severissime per instaurare la politica del figlio unico e del controllo demografico. Anche l'India provò a fare politiche di riduzione dei tassi di natalità (anche se con minor successo). Da allora la consapevolezza sul primo problema che riguarda la salvezza della Terra e del suo ambiente si è molto diffusa ed esiste ormai una vasta letteratura, più o meno scientifica, che tratta del problema. In questo blog ho pubblicato la recensione di numerosi libri ed interventi che trattano del problema. Oggi la maggioranza delle persone almeno in occidente ha sentito parlare del tema, pur non condividendolo. Molte resistenze provengono da ambienti religiosi o da quelle parti politiche (in Italia direi tutte) che utilizzano la metafisica dei diritti assoluti di Homo come line guida. Ma la mentalità sta lentamente cambiando, ed oggi esiste un'area (ancora limitata) di ambientalisti che cominciano a trattare del tema. In ambito internazionale molti paesi stanno prendendo coscienza e già molti successi sul controllo della natalità si sono ottenuti in paesi come l'Iran, Egitto, alcuni stati del sud America. Oggi in Europa, il continente con la più alta densità demografica, i tassi di natalità sono bassi tanto che la popolazione sarebbe stabile e in lento declino, se non vi fosse il fenomeno immigratorio. E' su questo che oggi bisogna concentrarsi: le cause stanno negli alti tassi di natalità in aree dell'Africa e dell'Asia, in cui i nuovi nati non trovano risorse sufficienti e scelgono la via dell'emigrazione. Sono paesi che ricevono dall'occidente una grande quantità di aiuti economici e in materiali, quindi vi sono le condizioni per intervenire sui tassi di natalità solo che lo volessimo. Purtroppo i nostri politici parlano del problema immigratorio solo in termini di accoglienza, senza individuarne le cause e senza pensare a politiche di lungo respiro che possano interrompere in futuro la migrazione di massa (aiuti alle popolazioni locali condizionati a politiche di contraccezione e igiene della gravidanza, sviluppo delle economie locali, ecc.). Eppure nelle stesse popolazioni africane, ad esempio, avanza la consapevolezza, come dimostra questo articolo: http://demographie-responsabile.org/demographie/surpopulation/nous-rejoindre.html

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    1. La nostra iniziativa "Stop alla sovrappopolazione - sì alla conservazione delle basi naturali della vita" pone due richieste: limitare l'incremento demografico annuo da immigrazione allo 0,2% della popolazione residente e devolvere il 10% dell'aiuto ai paesi sottosviluppati in favore della pianificazione familiare VOLONTARIA in quei paesi. Ed è proprio questo secondo punto che indigna persino i verdi (ma un po' tutti): punteremmo al decremento demografico altrove per continuare a mantenere il nostro standard di vita! Una mentalità coloniale per non dire razzista! I problemi non si risolvono coi preservativi ma .... già, ma come? Con lo sviluppo economico e l'elevazione del tenore di vita, dopodiché si fanno anche meno figli, com'è successo da noi e nel primo mondo in genere.
      Questo è vero che il benessere fa fare meno figli, è probabilmente il miglior contraccettivo. Ma siamo in emergenza, questo quelle teste di ... dei verdi non lo vogliono capire. E pensare che vogliono salvare l'ambiente, vanno in estasi per 1 lupo o 1 orso che fanno la loro riapparizione. Intanto li fanno subito fuori perché è chiaro che l'orso in paese non può circolare, ma è chiaro che la natura deve ritirarsi davanti alla marcia inesorabile delle popolazioni umane, non c'è più posto per leoni, leopardi, rinoceronti, tigri, elefanti, giraffe, ippopotami ecc. Il mondo è già pieno di teste di ..., ma qualcuno ne vuole ancora di più.

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  6. Ragazzi (ehm, vabbè) guardatevi questo breve video di Ecopop (purtroppo è in tedesco, ma qualcosa si può capire). Ma vi rendete conto che Ecopop ha portato i temi della sovrappopolazione, della crescita assurda, della qualità della vita ecc. nel dibattito pubblico? Non è quello che vorreste anche voi, che se ne parlasse e discutesse sui giornali e alla televisione?

    Altre informazioni su Ecopop e l'iniziativa popolare (= referendum propositivo in Italia) sul nostro sito: www.ecopop.ch
    Il sito è in tedesco e francese, ma ne ho tradotto alcune parti in italiano. Il risultato positivo di una iniziativa popolare comporta una MODIFICA DELLA COSTITUZIONE.

    Link per il video (io lo trovo molto carino e convincente: sembra che sia stato copiato o ripreso da Melinda Gates):

    https://www.youtube.com/watch?v=ThIpOJamppQ&feature=em-upload_owner#action=share

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