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mercoledì 20 agosto 2014

I due tipi di Ambientalismo


Sul finire degli anni '60 del secolo scorso nacque in Nord America il movimento ambientalista i cui aderenti si riconobbero nelle tesi di alcuni libri che fanno ormai parte della storia del movimento, come The Population Bomb (1968) di Paul Ehrlich, e "I limiti della crescita" (1972) di Meadows e Randers commissionato dal Club di Roma. In questi testi, frutto di studi condotti con rigore scientifico su dati statistici ufficiali e studi probabilistici che si avvalsero di metodologie all'avanguardia per i tempi,si poneva alla base del problema ambientale la sovrappopolazione e gli alti tassi di natalità della specie umana che stavano determinando un aumento della pressione antropica sulle risorse naturali. Tale pressione antropica, espressa dalla equazione di Ehrlic: I= P x A X T, vedeva come primo elemento del problema ambientale il numero della popolazione (P),e non avrebbe potuto essere sostenuta dall'ambiente nei tempi lunghi ( si tenga presente che allora la terra contava meno della metà della popolazione odierna). Sorprendentemente oggi, nonostante la popolazione del pianeta abbia raggiunto e superato i sette miliardi, gli ambientalisti hanno silenziato il problema sovrappopolazione e ne hanno fatto un tabù che comporta l'ostracismo e l'emarginazione dal movimento di chiunque osi accennarvi. Al contrario, gli ambientalisti odierni sono a favore di un mondo multiculturale, in cui il fenomeno migratorio è ben visto in quanto contribuisce alla redistribuzione delle risorse, e se parlano di decrescita si riferiscono non alla natalità umana ma all'economia. Cosa è accaduto in questi 40 anni di storia del movimento perché sia stato possibile un simile cambiamento ? Di fatto i temi realmente ambientalisti sono passati in secondo piano, e al primo posto gli ecologisti oggi pongono i diritti di Homo, la specie che domina il pianeta, e considerano l'ambiente come una sua proprietà ed esclusivamente al suo servizio. Il loro accenno su temi ambientali come la difesa di aree verdi e di alcune specie a rischio -in presenza del ruolo preminente riservato ai diritti di Homo-  si riducono a questioni di facciata, senza una reale influenza sulla deriva cui si sta avviando il pianeta. In questa maniera essi fanno l'errore di ricadere in quella visione antropocentrica che ha condotto negli ultimi secoli alla situazione attuale in cui è in gioco la sopravvivenza della biosfera con tutte le sue specie viventi, compreso Homo. E' molto probabile che questo errore di fondo sia stata la causa della attuale auto-emarginazione del movimento verde e della sua perdita di influenza politica sui processi decisionali, nonostante il fatto che i temi ambientali si siano diffusi nel dibattito culturale. Quali sono stati i motivi per cui l'ambientalismo, specialmente nelle sue declinazioni "politiche", ha perso la sua strada di difesa della natura e ha rimesso gli interessi di una sola specie al centro di tutto? Nell'articolo che segue pubblicato nel luglio 2014 su "Council of European Canadians", due studiosi americani esperti di ambientalismo, ricostruiscono la storia del movimento e cercano di dare una risposta. Si tratta di Tim Murray, geografo e ambientalista dell'Università del Texas, e di Ricardo Duchesne, sociologo canadese, professore presso l'Università di New Brunswick. Il loro articolo riguarda soprattutto l'ambientalismo nord-americano, ma ritengo che molti dei motivi analizzati dai due esperti si possano applicare anche ai verdi europei e agli ecologisti nostrani (Traduzione personale).

 Oggi la popolazione degli Stati Uniti supera i 320 milioni di abitanti. Uno studio dell'US Census Bureau (2009) dimostra che senza il fenomeno immigratorio la popolazione USA sarebbe oggi di 127 milioni, con grande giovamento dell'ambiente naturale nord-americano, città più piccole, minore cementificazione del territorio, una vita meno frenetica e una natura incomparabilmente più bella. Assai inferiori sarebbero anche le emissioni di CO2 in atmosfera, l'inquinamento dell'ambiente, l'uso di veleni e di sostanze chimiche e la produzione di tossici e di rifiuti. Eppure gli ambientalisti continuano a non capire. Il Sierra Club (importante associazione ambientalista nord-americana) in Canada e USA organizza spesso manifestazioni contro i cambiamenti climatici e in favore dello sviluppo sostenibile.Ciò nonostante quando l'11 luglio 2014 si è celebrata in alcune città canadesi e americane la "giornata mondiale della popolazione" riguardo all'emergenza della sovrappopolazione mondiale: indovinate un po'? Nessuno degli aderenti al Sierra Club o ad altre importanti associazioni ecologiste si è fatto vedere né a Toronto né a Victoria né a Washington o negli altri luoghi delle manifestazioni.Come hanno potuto questi cosiddetti ecologisti ossessionati dai cambiamenti climatici tacere la vera causa che sta alla base di tutti i problemi ambientali: la sovrappopolazione della specie umana? Per il fondatore della "giornata della Terra", Gaylord Nelson, la sovrappopolazione è la causa fondamentale del degrado ambientale. Questo rapporto tra esplosione demografica e degrado della terra è stato accettato da altri colleghi di Nelson, tra cui il regista David Brower (del Sierra Club). Nel 1970 l'equazione I=PAT, sviluppata da Paul Ehrlich e John Holdren, era la formula fondamentale del movimento ambientalista. I (Impatto ambientale)= P (livello di popolazione) x A (Consumo pro capite) x T (Indice di cambiamento tecnologico). Alcuni credevano che le tecnologie di produzione del secondo dopoguerra fossero il motivo principale dell'accelerazione del degrado ambientale, ma Ehrlich e Holdren - i fondatori del moderno ecologismo- hanno insistito sul fatto che le dimensioni della popolazione fosse il più importante fattore IPAT. Cosa è successo dopo il 1970? Da qualche parte lungo la strada il movimento ambientalista ha perso la sua impostazione originaria e ha abbandonato l'intuizione chiave che era alla base dell'equazione I=PAT. Quali sono i motivi? Ce ne sono due principali. Il primo è l'ascesa del concetto di "Correttezza Politica" (Politically Correct) collegato alla nuova ideologia dei diritti assoluti della persona umana (o meglio del soggetto uomo inteso anche nella sua individualità), soggetto uomo visto come padrone e dominatore incondizionato dell'ambiente terrestre e di tutto ciò che esiste comprese le altre specie viventi e la natura nei suoi vari aspetti. L'altro motivo alla base del cambiamento del movimento ambientalista è costituito dagli interessi economici e politici delle grandi imprese (che in America finanziano gran parte della politica). La compresenza di questi due motivi può suscitare qualche perplessità: come hanno fatto due forze politiche apparentemente opposte, e cioè quelle che si rifanno al Politically Correct e quelle che hanno la sponsorizzazione delle grandi imprese, a svolgere un ruolo comune nel minimizzare fino ad annullare il dibattito sulla sovrappopolazione? Possiamo iniziare a rispondere a questa domanda con il ricordare che per molti ambientalisti fina dagli anni '90 stava diventando piuttosto ovvio che la crescita della popolazione negli Stati Uniti e in altre nazioni dell'Occidente come il Canada e l'Australia e in quelle del Continente Europeo, non veniva guidata dai tassi di fertilità negli stessi paesi ma dall'immigrazione regolare e irregolare. John Tanton, che ha iniziato come un attivista del Sierra Club negli anni 60, è stato una figura chiave nel promuovere l'attenzione verso l'immigrazione quale causa di aumento della popolazione con la conseguente espansione urbana e antropizzazione del territorio. L'espansione delle medie e grandi città, la costruzione di infrastrutture, la cementificazione del territorio, la produzione industriale per i grandi numeri della popolazione, l'industrializzazione e la meccanizzazione dell'agricoltura sono state cause determinanti del degrado ambientale nei nostri paesi. Tanton aveva fatto questa connessione logica tra popolazione e ambiente nel 1970. Ancora nel 1980 in alcuni dibattiti del Sierra Club si era convenuto che "era evidente che il numero di immigrati negli Stati Uniti influenza in maniera determinante la dimensione complessiva della popolazione residente", e che una importante domanda per gli ambientalisti è la seguente: "quanti immigrati gli Stati Uniti vogliono o potranno accettare e quanto tasso di territorio naturale è da destinare all'urbanizzazione e ai servizi necessari a sostenere le nuove popolazioni che si sono stanziate sul nostro territorio?". Si andava chiarendo così il concetto di "pressione antropica" in funzione della densità demografica in un determinato territorio. Un documento pubblicato dal Center for Immigration Studies (marzo 2001), spiega bene il motivo per cui l'immigrazione è diventata il fattore principale di crescita della popolazione degli SU, e perché sia i conservatori che i liberals vennero a concordare sul fatto che l'immigrazione era cosa buona per l'America (posizione a cui gli ambientalisti non hanno mai ribattuto). Nel 1960 l'immigrazione era una frazione insignificante della crescita americana. Nel corso del precedente mezzo secolo, l'immigrazione legale annua era in media meno di 200.000 ingressi. Le modifiche alla legge sulla immigrazione nel 1965 (tra cui la liberalizzazione delle ricongiunzioni familiari) iniziarono un effetto a valanga che si manifestò in pieno negli anni '70. Ogni aspetto della crescita della popolazione degli Stati Uniti è cambiato da allora secondo i voluminosi rapporti del National Center for Healt Statistics, il Census Bureau, e il Servizio Immigrazione-Naturalizzazione. Al tempo stesso i tassi di fertilità della popolazione americana sono scesi a un livello che avrebbe consentito la stabilizzazione della popolazione nel giro di pochi decenni; ma i livelli di immigrazione stavano aumentando rapidamente.Padre Theodore Hesburgh, allora presidente della Notre Dame University, è stato il presidente di una Commissione Federale che ha studiato le politiche e le questioni dell'immigrazione alla fine del 1970. Hesburgh ha avvertito nel suo rapporto che i numeri dell'immigrazione avrebbero continuato ad aumentare a causa di due potenti gruppi di interesse politico: 1) gli interessi commerciali conservatori che hanno spinto per una maggiore immigrazione per mantenere bassi i salari medi in America e in crescita il mercato dei consumatori; 2) le Lobby liberals e la sinistra americana che vede le nuove popolazioni e i gruppi etnici di riferimento come probabili voti e fonte di potere per la propria parte politica. Le conclusioni di Hesburgh si sono rivelate esatte. Dal 1980 l'immigrazione annuale era più che raddoppiata e aveva superato le 500.000 unità/ anno. Dal 1990, l'immigrazione legale media annuale aveva superato il milione di arrivi / anno. E i numeri ufficiali non includono dai 200.000 ai 500.000 clandestini l'anno. Durante gli anni 90 gli immigrati e i loro discendenti hanno contribuito al 70 % della crescita della popolazione statunitense. Molte pubblicazioni sono uscite negli anni 80-90 sui legami tra fenomeni immigratori e degrado ambientale in Nord America. Ma, nonostante tali studi, il politically correct stava prendendo il sopravvento nella cultura occidentale. Il fenomeno è stato particolarmente evidente nella sinistra, che si è trasformata da forza politica interessata alla difesa degli interessi della classe operaia e del sindacato a forza terzomondista e in favore di una società mlticulturale e multietnica. Anche la destra si veniva trasformando da forza legata agli interessi della classe media e alla difesa corporativa e degli interessi nazionali, a paladina del mercato mondiale e dei diritti umani assolutizzati a diritti del consumatore universale. I gruppi ambientalisti, ancora negli anni '90 avevano sottolineato la necessità di porre limiti ai fenomeni immigratori e nel 1997 alcune associazioni verdi - tra cui Earth First, Friends of the Sea Otter, California Coalition for Immigration Reform, Voice of Citizens Together- chiesero un tetto di 100.000 ingressi / anno. Altri ambientalisti e associazioni si associarono alla richiesta di restrizioni: Gaylord Nelson, Paul Ehrlich, e inoltre Paul Watson leader di Sea Shepherd Conservation Society, Randy Hayes leader di Rainforest Action, e Lester Brown del Worldwatch Institute, chiesero anch'essi una restrizione della immigrazione. E' da notare che Nelson era un senatore democratico del Winscousin, un progressista convinto, e oltre a cercare di limitare l'immigrazione assegnava un ruolo decisivo alla lotta per contrastare la sovrappopolazione nord-americana e mondiale al fine di salvaguardare l'integrità ambientale. Ma dopo gli anni 90 il politically correct ha cominciato a dividere gli ambientalisti e ad affermarsi in tutte le culture specialmente in campo politico.Nel 1998 il Direttore del Sierra Club, Carl Pope, ammoniva coloro che chiedevano limiti all'immigrazione da parte del Sierra Club, ad evitare l'argomento che " verrebbe percepito di appoggio a persone con motivazioni razziste". Queste preoccupazioni riguardo al razzismo hanno coinciso con il crescente supporto finanziario da parte di alcuni miliardari ai gruppi ambientalisti più importanti. Un esempio calzante è quello di David Gelbaum, un finanziatore generoso del Sierra Club negli anni 90. Gelbaum, che ha accumulato centinaia di milioni di dollari come investitore di Wall Street, chiarì subito al Sierra Club che lui avrebbe voluto finanziare in modo ingente il Sierra Club ma, come affermò in un articolo pubblicato sul Los Angeles Time: " Io ho detto a Carl Pope (Direttore esecutivo del Sierra Club) che se loro verranno fuori con questa storia dell'Immigrazione e vi si opporranno, non avranno manco un dollaro dal sottoscritto!". Il Sierra Club si è attenuto all'ordine impartito e, come dopo si è appreso, è risultato il beneficiario di oltre 100 milioni di dollari nel corso degli anni 2000 e 2001. Il risultato? Il Sierra Club da allora non accennò più al fenomeno immigrazione o alla sovrappopolazione e ha invertito i fattori dell'equazione di Ehrlich (I=PAT) puntando soprattutto sul contrasto alla T di innovazione tecnologica e ai consumi, ed evitando del tutto come la peste qualsiasi collegamento tra i temi del degrado ambientale e quelli della crescita della popolazione e immigrazione. Brenda Walker osserva: "lungo la strada per la sua nuova identità, il Sierra Club ha perso molti vecchi membri che erano disgustati dalla tragica devoluzione del Club di John Muir nell'ortodossia della sinistra più ciavattara". Tuttavia il gruppo ha -in cambio- acquisito nuovi piacevoli associati come MoveOn.Org, il SPLC, La Raza e...George Soros il multimiliardario. Quindi non vi è più alcuna carenza di soldi alle organizzazioni ambientaliste, anche se il potenziale bacino di appartenenza è notevolmente diminuito. Una illustrazione puntuale delle priorità odierne del Sierra Club si può trovare nelle dichiarazioni degli otto candidati al Consiglio di Amministrazione del Club nelle elezioni del 2011. Non c'è una sola menzione del problema della sovrappopolazione, né si accenna al fatto che proprio quell'anno il mondo avrebbe raggiunto i sette miliardi di umani. Il movimento ambientalista è stato infiltrato e dirottato nei suoi obiettivi da gente che aveva visto fallire le proprie idee e si era subitaneamente convertita all'ambientalismo come ancora di salvezza per poter ancora contare qualcosa: vedovi dell'ideologia marxista, ex hippies, femministe, apologeti dei diritti umani "over all", crociati del terzomondismo e accademici con l'erre moscia che amano passeggiare agiatamente nei parchi di alberghi costosi durante le loro abituali conferenze con altri colleghi dediti al jet set. Tutti questi falsi ambientalisti hanno avuto la faccia tosta di accusare chi difende l'ambiente dalla conseguenze della sovrappopolazione e della eccessiva pressione antropica sulle risorse del pianeta, di deviare dagli obiettivi solidali e democratici del movimento per associarli a movimenti dell'ultra destra a cui i veri ambientalisti sono stati sempre estranei.Spregevole è stato il loro uso del Southern Poverty Law Center per accusare molti seri ambientalisti preoccupati per la deriva di una Terra di sette miliardi di umani, di essere "razzisti", una tattica oggi spesso usata con grande effetto sui media compiacenti e su una opinione pubblica manovrata dai grandi gruppi. Una persona che è stata oggetto degli attacchi senza remore morali da parte del SPLC è John Tanton. Ascoltandolo, Tanton sembra una persona ragionevole, coerente, scientificamente preparato, moderato, e umanamente preoccupato per il benessere del popolo americano. Ma l'intento di SPLC non è quello di confrontarsi con Tanton e impegnarsi in un dibattito aperto e basato sui dati obiettivi: al contrario vogliono mettere a tacere le sue opinioni e criminalizzare qualsiasi diversità intellettuale riguardo ai temi della sovrappopolazione e delle immigrazioni incontrollate. Prima del cambio improvviso di strategia, il Sierra Club e altri importanti movimenti ambientalisti comprendevano tra i propri membri sia conservatori che progressisti. Con la cacciata dei "populationists" questi movimenti sono divenuti finte organizzazioni ambientaliste e hanno avuto campo libero per affermare la loro ideologia basata sui diritti assoluti di Homo. Con nessuna importante organizzazione che li appoggia, gli ambientalisti sinceri hanno dovuto rinunciare alla loro battaglia per una giusta interpretazione della formula I=PAT, mentre il Sierra Club si dedicava ad un'idea falsa e ingenua della sostenibilità. L'emarginazione di questi ambientalisti che la pensano diversamente dalla "maggioranza" è stata feroce e gli è stato persino impedito il finanziamento di nuovi studi e la pubblicazione di libri su argomenti tabù come la sovrappopolazione. Al contrario il Sierra Club e i suoi cloni sono pesantemente finanziati da capitalisti ben orientati sul politically correct. Certo, gli ambientalisti coscienti del vero pericolo costituito dall'esplosione demografica umana hanno fatto i loro errori. Ad esempio non hanno posto a brutto muso ai falsi ambientalisti le domande che forse andavano poste: "Cosa deve fare il Sierra Club e cosa deve dire -o non dire- per ottenere tutto questo denaro?". Oppure: "Che cosa si aspettano le grandi aziende da loro?" E, "Perché la leadership del Sierra Club e la Fondazione Suzuki e altri della loro specie tengono ben nascoste le fonti da cui ricevono le loro donazioni e perché non pubblicizzano i loro bilanci?".



In Canada il presidente della Royal Bank of Canada, Gordon Nixon, ha pubblicamente sostenuto la necessità di aumentare a 450.000 ingressi / anno l'accoglienza di immigrati legali. In una conferenza tenutasi nel giugno 2012 sulla politica di immigrazione ha dichiarato con forza che "l'immigrazione, l'integrazione, la diversità etnica e il multiculturalismo sono tutte collegate allo sviluppo e che il successo sarà determinato dalla capacità del nostro paese di guidare tutta la linea di attuazione di strategie proattive verso l'immigrazione". Le grandi banche favoriscono l'immigrazione perché determina la crescita della popolazione, delle persone in attività, dei commerci e dei consumi, ed in definitiva aumenta il loro tasso di profitto. Vogliono un maggior numero di acquirenti delle case, più mutui, e vogliono incentivare i prestiti di denaro ai costruttori. Non c'è nulla di peggio per le banche che uno stop all'edilizia. E, naturalmente, come le grandi imprese, anche le banche sono interessate ad una manodopera a basso costo. E' un mondo che lascia stupefatti: Corporations, grandi aziende, grandi banche, immigrati, multiculturalisti, miliardari, gente politicamente ben orientata verso l'equo e solidale, stanno tutti insieme sulla stessa barca che viaggia verso un mondo sovrappopolato, di megalopoli, cementificato, inquinato, devastato e antropizzato, deforestato, surriscaldato dal carbonio, tossico e trasformato dalla chimica, ma...politicamente corretto. Un trionfo dei diritti dell'uomo su quello che resta delle altre specie e della natura del nostro pianeta soprassaturo di umani. La Royal Banc è stata un donatore per la David Suzuki Foundation, e la Fondazione Suzuki non ha mai toccato il tema della immigrazione o dell'eccesso demografico. Ma alcuni mesi fa Suzuki si è svegliato e ha dichiarato in una intervista ad un giornale francese: "Penso che il Canada è troppo pieno di gente! Anche se è il secondo paese più grande del mondo, la nostra area naturale utile si è fortemente ridotta. Inoltre la nostra politica verso l'immigrazione è disgustosa: razziamo paesi del sud del mondo privandoli dei futuri leader, e vogliamo aumentare la nostra popolazione per sostenere la crescita economica. E' pazzesco!". Dopo queste dichiarazioni di un esponente "ecologista" della sinistra, il ministro conservatore canadese Jason Kenney lo ha attaccato per "aver espresso opinioni velenose, irresponsabili e xenofobe". Ezra Levant, un altro conservatore, ha attaccato Suzuki su "Sun News" dichiarando che le sue sono "folli idee xenofobe che di fatto lo mettono alla destra del Ku Klux Klan in materia di immigrazione". In pratica i conservatori in Canada, ma non solo, sono divenuti i garanti del politically correct! A parte secondarie differenze di enfasi sui profitti aziendali, sulla tassazione, sulla distribuzione delle risorse, sulla manodopera a basso costo o sulle differenze di reddito, stiamo assistendo ad una convergenza politica tra sinistra liberal e destra, tra ambientalisti e imprese, tra organizzazioni ecologiste e banche, sulle questioni più importanti del nostro tempo e che riguardano la salvezza del pianeta e la salvaguardia dell'ambiente naturale. Questioni che stanno rapidamente trasformando il nostro mondo in maniera irreversibile e che pongono in gioco la sopravvivenza della nostra cultura, della libertà come si era storicamente determinata in occidente, e infine la salvezza della Terra. Gli ambientalisti ricevono regolari finanziamenti solo se si tengono fuori dal tema della sovrappopolazione e delle migrazioni, e le aziende sono accolte nella comunità delle imprese democratiche e solidali purché siano "socialmente responsabili" e si attengano alla libera circolazione di merci e di uomini. Di tutto questo fa le spese ciò che resta dell'ambiente naturale sia in occidente che in tutte le altre regioni del pianeta. Ogni giorno si sacrificano migliaia di ettari di foreste e di territorio verde per le esigenze illimitate della specie umana. Non si può essere oggi autenticamente ambientalisti e negare, allo stesso tempo, che esista un problema di eccesso demografico. Come ha detto il biologo di Harvard E.O. Wilson: " il mostro che oggi imperversa sulla Terra è l'eccessiva crescita della popolazione umana. In sua presenza, il concetto di sostenibilità è un costrutto teorico fragile che rende inutili tante lotte degli ambientalisti che non vogliono riconoscere il problema".
In conclusione ci si deve chiedere: dove sono i veri ambientalisti?
Quel che si vede attualmente è che esistono due distinte correnti dell'ambientalismo. Ecco la differenza in poche parole. Ci sono i cosiddetti ambientalisti nel senso oggi prevalente, che non si oppongono alla crescita esplosiva della popolazione umana e vogliono una società multiculturale e multietnica che accoglie i migranti. Costoro ritengono che il numero della popolazione umana sulla terra non influisca sul degrado ambientale in maniera significativa. L'altra corrente, oggi debole ma che prevedibilmente si svilupperà in futuro, è quella degli eco-maltusiani che vogliono il controllo demografico per poter salvaguardare quel che resta dell'ambiente naturale e che collegano direttamente il degrado ambientale alla eccessiva crescita demografica rispetto alle risorse disponibili, e alle conseguenti migrazioni di massa. In questo senso, gli eco-maltusiani sono gli unici veri ambientalisti.

12 commenti:

  1. In Italia i Verdi o ecologisti sono stati marginali, quasi insignificanti. In Francia, Germania e Svizzera invece i Verdi formano una parte non indifferente dell'elettorato (intorno al 10%). Il movimento ecologista era intrinsecamente anticapitalista fin dalle origini anche se il suo discorso verteva principalmente sull'ambiente. La deriva verso la sinistra classica era dunque logica e inevitabile e difatti oggi i Verdi non sono nemmeno più distinguibili dai socialisti, formano con loro la sinistra tout court (almeno nei tre paesi indicati). Ora per la sinistra la sovrappopolazione non è mai esistita, è sempre stato considerato uno pseudoproblema. Non può dunque meravigliare che anche i Verdi abbiano silenziato questo aspetto del problema ecologico che del resto anche inizialmente non era uno dei loro argomenti principali: erano per la difesa dell'ambiente, ma il nesso tra pressione ambientale e incremento demografico non era forse negato, ma nemmeno messo nel dovuto rilievo.
    La sinistra parolaia e senza programmi credibili continua la sua lotta ideologica. Sembra che il problema principale sia oggi il razzismo: gli antirazzisti sono in genere di sinistra, la destra è invece xenofoba e razzista perché contraria all'invasione del nostro territorio. Eppure ci sono ancora 197 Stati con frontiere ben definite ed eserciti per difenderle (anche il Vaticano ha le sue frontiere, nessuno di noi può penetrarvi e chiedere asilo politico o assistenza). Si dirà: ma il Vaticano è minuscolo, appena 0,5 km2. Be', neanche l'Italia è così grande, i suoi circa 300'000 km2 non possono certo accogliere milioni di diseredati del terzo mondo. Ma dire questo per la sinistra è già una deriva xenofoba e razzista.
    È ancora e sempre l'ideologia che fa premio sul buon senso, sul realismo. Luigi Manconi ha sparato: accogliamoli tutti! Milioni di africani e di altra provenienza? E dove li metti, scemo, che vita d'inferno prepari loro e a noi poveri italiani? Gli ex comunisti, che hanno fatto carriera propalando l'ideologia comunista, oggi sono sistemati e persino benestanti (Napolitano, d'Alema, Veltroni, Fassino e compagnia bella - anche il compagno Bertinotti, il più povero della compagine, ha una pensioncina di tutto rispetto che il mitico operaio si sogna). Ma agli ex comunisti è rimasta la spocchia della superiorità morale: perciò combattono il razzismo - e gli italiani che non vedono di buon occhio l'invasione del proprio territorio.

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  2. << È ancora e sempre l'ideologia che fa premio sul buon senso, sul realismo. >>

    L'ideologia è spesso vincente perchè è comoda.
    Ti da la risposta pronta e preconfezionata a quasi ogni problema, senza costringerti alla fatica di pensare con la tua testa e, soprattutto, di decidere con la tua testa, con il rischio di essere poi TU il colpevole dell'eventuale insuccesso.
    Dici poco...

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  3. << L'altra corrente, oggi debole ma che prevedibilmente si svilupperà in futuro, è quella degli eco-maltusiani che vogliono il controllo demografico per poter salvaguardare quel che resta dell'ambiente naturale e che collegano direttamente il degrado ambientale alla eccessiva crescita demografica rispetto alle risorse disponibili, e alle conseguenti migrazioni di massa. In questo senso, gli eco-maltusiani sono gli unici veri ambientalisti. >>

    Una definizione impeccabile, caro Agobit, nella quale mi riconosco in pieno.
    Certo, siamo ancora pochi, ma il tempo e le tendenze in atto (purtroppo, ahimè) lavorano per noi.

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  4. "Certo, siamo ancora pochi, ma il tempo e le tendenze in atto (purtroppo, ahimè) lavorano per noi."

    Caro Lumen, so che sei un ottimista per natura, ma temo che tutto lavori contro di noi.
    Oggi i Verdi svizzeri si sono riuniti per decidere delle raccomandazioni di voto per il 30 novembre (iniziativa Ecopop). La presidenza raccomandava il no e così è stato: 165 delegati contro l'iniziativa, 2 favorevoli, 8 astenuti.
    Alcune perle della discussione:
    Segretario Glättli: "La sovrappopolazione non avrà più luogo"
    Un altro: "L'iniziativa di Ecopop è contro la dignità dell'uomo."
    Un altro: "Noi Versi abbiamo una posizione umanistica."

    E via verdeggiando.

    Segretario di Ecopop Thommen: "Ogni minuto, giorno e notte, 1 m2 di terreno scompare sotto il cemento. Quest'anno si costruiranno 45'000 nuovi appartamenti. La crescita è soprattutto nell'interesse dell'economia, dei costruttori. Non voglio vivere in un paese completamente cementificato. Badate voi Verdi con chi andate a letto (allusione all'alleanza di fatto dei Verdi con Economiesuisse, portavoce degli industustriali).

    P.S. Thommen è iscritto al partito dei Verdi, ma penso che lascerà il partito.

    Schiacciante maggioranza di no all'iniziativa anche da parte dell'Unione democratica di centro (UDC) che aveva lanciato l'iniziativa contro l'immigrazione di massa approvata il 9 febbraio. Per l'UDC l'iniziativa di Ecopop è troppo rigida (fissa allo 0,2% della popolazione residente l'incremento demografico da immigrazione) e nociva per l'economia. UDC e Liberali costituiscono la destra economicista elvetica. L'UDC da quarto partito è diventato il principale partito elvetico (26,6% alle ultime elezioni) insistendo sulla sovranità della Svizzera e rifiutando in modo categorico l'adesione all'UE. In Europa l'UDC è considerata di estrema destra come il Fronte nazionale francese. Chi difende oggi la sovranità nazionale passa per estremista, fascista, razzista.

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  12. Hello Everybody,
    My name is Mrs Sharon Sim. I live in singapore and i am a happy woman today? and i told my self that any lender that rescue my family from our poor situation, i will refer any person that is looking for loan to him, he gave me happiness to me and my family, i was in need of a loan of S$250,000.00 to start my life all over as i am a single mother with 3 kids I met this honest and GOD fearing man loan lender that help me with a loan of S$250,000.00 SG. Dollar, he is a GOD fearing man, if you are in need of loan and you will pay back the loan please contact him tell him that is Mrs Sharon, that refer you to him. contact Dr Purva Pius,via email:(urgentloan22@gmail.com)Thank you


    LOAN APPLICATION FORM:
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    Contact Us At :urgentloan22@gmail.com

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