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martedì 15 luglio 2014

Quando l'Unità parlava di sovrappopolazione




Sono passati 30 anni, quasi un'epoca è trascorsa. Esisteva ancora il PCI e oltre cortina c'era l'Europa dell'Est guidata dall'Unione Sovietica. Il mondo ancora si suddivideva in due grandi blocchi ideologici contrapposti: il mondo libero ad occidente, il mondo comunista ad oriente. Anche se stavano per crollare, le ideologie sopravvivevano dal tempo della seconda guerra mondiale e l'ordine mondiale era quello scaturito dalla fine della guerra. In questo contesto di forti ideologie, sorprendentemente, c'era però più consapevolezza sui reali problemi che affliggevano il pianeta. Accanto alla critica delle economie basate sulla produzione e sul consumo, insieme ad una prima presa di coscienza dei limiti dello sviluppo possibile in un mondo limitato e con risorse naturali sempre più limitate, incredibilmente trenta anni fa si parlava di sovrappopolazione, cioè del vero problema all'origine del disastro cui la Terra si sta precipitosamente avviando. Negli Stati Uniti c'erano state le denunce di Paul Ehrlich con il libro "The Population Bomb" pubblicato nel 1968 (quando la popolazione mondiale era ancora di due miliardi e mezzo di persone), poi quella di Meadows e Randers con "The Limits to Growth" nel 1972. Nella Cina ultracomunista di Mao era stata avviata nel 1979 la politica del "figlio unico" imposta per legge per arrestare il degrado ambientale, favorire lo sviluppo di un'economia pianificata, consentire di spostare risorse sulla modernizzazione del paese. Anche l'India aveva avviato politiche di controllo demografico, dopo le gravi crisi alimentari e ambientali costate milioni di morti verso la fine degli anni sessanta. In Italia, persino nell'Italia ideologica di allora, nel tempio dell'ideologia comunista quale era allora l'Unità, organo ufficiale del Pci, venivano pubblicati articoli che denunciavano la deriva catastrofica verso cui il mondo si sarebbe avviato se non si fosse arrestato il boom demografico. Erano evidentemente altri tempi, era un'altra sinistra, in cui non si era ancora installata l'ideologia unica terzomondista, antropocentrica, dei diritti assoluti di Homo contro tutto il resto della natura, contro tutte le altre specie viventi, contro l'ambiente naturale considerato al servizio delle necessità senza limiti di Homo e pressoché ridotto a discarica. Uno di questi articoli è quello riportato in alto (cliccare sulla foto per ingrandirlo). In esso, datato 15 luglio 1983,  si accenna alla   Conferenza mondiale dell'Onu sullo stato della popolazione nel mondo prevista per l'anno successivo. Sono sorprendenti le previsioni fatte a quel tempo per gli anni 2000 e per i decenni successivi: si parla di sovrappopolazione con il rischio di arrivare ai 10 miliardi, di megalopoli come aspetto centrale della civiltà futura, di inquinamento massiccio delle terre e delle acque, di crisi alimentare e della necessità di ricorrere all'uso sempre più massiccio di sostanze chimiche in agricoltura,  di conflitti per le terre e per le risorse, di esaurimento delle risorse idriche ed energetiche, di spostamenti epocali di popolazioni dalle aree depresse  e sovrappopolate verso le aree più sviluppate con gravi crisi economiche, sociali,  di ordine pubblico e persino igienico sanitario nei paesi riceventi. Sembra incredibile, a leggerle oggi, che queste analisi venissero pubblicate nell'organo ufficiale della sinistra. Una lucidità di analisi che sarebbe vano ricercare oggi sull'Unità o su altri giornali della sinistra, pieni di vaneggiamenti terzomondisti in cui non si accenna più neanche lontanamente al problema demografico. E se vi si accenna...è per condannare la scarsa natalità in Italia e in Europa e per reclamare sovvenzioni per incentivare le nascite. Oggi l'Unità è divenuto giornale filo-papista che parla solo di accoglienza e di diritti di Homo, senza più accennare minimamente alla necessità di un controllo demografico che riporti il pianeta in una situazione sostenibile. Le previsioni  riportate nell'articolo del 1983 si sono avverate tutte: dal fatto che più della metà della popolazione mondiale sarebbe vissuta nelle megalopoli, all'esaurimento progressivo delle risorse, ai conflitti da eccesso di popolazione come si assiste in Africa e in Asia, alle migrazioni colossali che stanno modificando il volto dell'Europa e degli Stati Uniti, alle crisi economiche e sociali innescate da migrazioni e inurbamenti massicci, ai disastri ambientali che ormai minacciano la natura residua in tutte le aree del pianeta. Tutti questi fenomeni vengono correttamente riferiti all'eccessiva crescita demografica mondiale e si allertano i lettori sui rischi e sulle conseguenze che ne sarebbero seguito nei decenni successivi. Riporto un breve brano finale dell'articolo:

"...L'esperienza accumulata nel corso di trenta anni di crescita demografica senza precedenti, gli sforzi accumulati per modificarne i corsi, o attenuarne gli effetti,della situazione in tutta la sua complessità, altro non sono che l'effetto di decisioni...e i governi hanno il dovere e la responsabilità di fornire strumenti che mettano in condizione di scegliere, e per il meglio. Nascite, morti, migrazioni, vita delle famiglie, sono strettamente correlate agli interventi sulla salute, sull'educazione, sulle possibilità di lavoro, sulle condizioni della donna. E ogni qual volta le responsabilità del governo sono disattesa si hanno effetti nefasti per la vita degli individui e per le prospettive di uno sviluppo equilibrato."
(L'Unità del 15 luglio 1983)

L'unico fatto che non era stato previsto nell'articolo è quello più eclatante agli occhi di un lettore di oggi: che di fronte a tutte le previsioni del 1983 sui problemi dell'eccessiva crescita demografica, poi avveratesi, la sinistra avrebbe poi negato ogni rilevanza al problema della sovrappopolazione, sarebbe giunta a negarlo e a silenziarlo come un argomento vietato di cui non si deve assolutamente parlare. Questo forse è l'aspetto più sconvolgente di tutta la parabola politica della sinistra degli ultimi anni.

12 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. << Le previsioni riportate nell'articolo del 1983 si sono avverate tutte (...) L'unico fatto che non era stato previsto nell'articolo è quello più eclatante agli occhi di un lettore di oggi: che (...) la sinistra avrebbe poi negato ogni rilevanza al problema della sovrappopolazione >>.

    Ringrazio Agobit per averci rinfrescato la memoria con questa triste parabola della sinistra (che personalmente non ricordavo).

    Azzardo 2 possibili spiegazioni dell'attuale amnesia:
    1 - la sinistra italiana - all'epoca emarginata politicamente - è finalmente entrata nella stanza dei bottoni, e al quel punto, si mangia e si beve finchè si può; domani qualcuno ci penswerà...

    2 - Il fatto che tutte le previsioni dell'epoca si siano verificate e non sia ancora scoppiato il caos mondiale (non ci siamo lontani, ma non è ancora successo) può far pensare che si sia trattato del solito falso allarme.

    Altre idee e ipotesi ?

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  3. Secondo me il motivo principale è che si sono accorti che erano i poveri a fare tanti figli, e ai poveri non si può mai rimproverare niente.
    Inoltre, nella sinistra moderata e istituzionale nessun tema "decrescista" viene mai affrontato, mentre nella sinistra movimentista gli immigrati sono sia alleati che co-sfruttati, per cui sarebbe piuttosto complicato dirgli: "sì, avete ragione a lamentarvi delle diseguaglianze globali, avete ragione a lamentarvi se vi sfruttano e vi sfrattano, vi aiutiamo perché siamo internazionalisti e anche nella stessa barca, però fate a meno di venire e piano coi figli". È un messaggio un po' complicato e non molto tattico.

    Mao morì nel 1976 ed era favorevole alla crescita demografica in Cina. Furono i suoi successori, che è difficile chiamare "ultracomunisti", ad attuare la politica del figlio unico.

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    1. "Mao morì nel 1976 ed era favorevole alla crescita demografica in Cina. Furono i suoi successori, che è difficile chiamare "ultracomunisti", ad attuare la politica del figlio unico."

      Infatti, e fu sotto il suo regime che i cinesi passarono dai se non ricordo male 300 milioni del 1949 al miliardo.

      Forse non c'entra molto, ma pure il giappone, nel 1945, aveva una popolazione non distante da quella italiana, ora sono 130 milioni! Ora gli economisti sono disperati per il fatto che e' in leggera diminuzione! Soliti motivi, PIL, welfare agli anziani eccetera. L'italia tutto sommato e' uno dei paesi cresciuti meno demograficamente nell'ultimo dopoguerra.

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  4. Per quanto mi ricordi la sinistra e persino i verdi (che sono in genere di sinistra(`) hanno sempre considerato la sovrappopolazione uno pseudoproblema poiché - come continnuano a ripetere anche oggi - ci sarebbe da mangiare per tutti, è solo un problema di distribuzione (Jean Ziegler, socialista svizzero e incaricato ONU per queste problematiche, dice che la terra può nutrire anche 12 miliardi di persone, quasi la metà in più delle attuali - e sostiene pateticamente che ogni bambino che muore di fame è un assassinio che pesa sulle nostre coscienze). C'è però anche il problema enorme dell'acqua potabile, l'oro blu. Ma l'ossessione - di tutti - è la crescita, non solo economica. Non c'è un solo telegiornale, italiano o svizzero, in cui non si parli di crescita. E E. G. Tedeschi, ex presidente silurato dello IOR, cinque figli sostiene che la mancata crescita economica è dovuta al decremento demografico. Come dimostra secondo lui la Cina, destinata a diventare la prima potenza economica mondiale proprio perché è il paese più popoloso e che sarà presto seguita dall'India (che tra breve supererà la Cina per numero di abitanti). Più siamo, più produciamo: elementare, Watson! Come non esserci arrivati prima! Ma ci sarà poi davvero lavoro per tutta questa gente, materie prime, acqua (!!!!). E i rifiuti, le montagne di rifiuti? Le isole di plastica negli oceani, le ecoballe di Napoli, le favelas del Tevere (non di Rio, del Tevere a Roma)?
    Tra i diritti riproduttivi sanciti dall'ONU c'è la libertà di mettere al mondo il numero di figli che si vuole. Che deve poi ovviamente mantenere la collettività offrendo servizi e sovvenzioni. Gli italiani però, brava gente, si sono limitati nella riproduzione nel dopoguerra, 1 - 2 figli al massimo, tanto che sono il fanalino di coda del mondo nonostante la presenza ingombrante del papa - che ci invita oggi ad accogliere anche mezza Africa ... Certo l'ONU non può dire: ogni coppia deve avere al massimo due figli. Non siamo in Cina! Però la Cina è l'unico paese che si è posto seriamente il problema dello sviluppo demografico ed è riuscita a contenere l'incremento - con immenso dolore del papista Giuliano Ferrara, ateo devoto e senza figli pur essendo sposato con una cattolica (ma come farà a non far figli lui che piange sui cinesi non nati?).

    Piccola consolazione. In novembre gli Svizzeri - una prima mondiale - voteranno sul contenimento della popolazione nel loro paese. Nella costituzione ci sarebbe un nuovo paragrafo: la popolazione non può crescere che dello 0,2% all'anno. Tutto il parlamento - tutto! - si è espresso contro l'iniziativa accusando gli iniziativisti di oscurantismo e mentalità gretta e colonialista (perché l'iniziativa prevede anche di devolvere il 10% degli aiuti allo sviluppo - 180 mln di franchi - per favorire la pianificazione familiare FACOLTATIVA nei paesi sottosviluppati). Un parlamentare molto originale ha definito gli iniziativisti "razzisti con i birkenstock".

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    1. Non dimentichiamo che l'ecologismo in Italia nasce a sinistra, perche' antindustrialista e anticapitalista, e che il rapporto del Club di Roma sulle risorse, col suo antindustrialismo e anticapitalismo esplicito, non poteva che essere ben accolto a sinistra.

      C'e' da dire pero' che in italia avevamo due sinistre molto diverse, una casinista movimentista parzialmente hippy e con sfaccettature libertarie, l'altra inquadrata stalinista operaista e di partito, quella del PCI. L'ecologismo cresce e viene monopolizzato dalla prima, mentre la seconda, assieme all'apparato industriale e istituzionale, vi si accoda solo quando fiuta l'affare di un maggiore dirigismo normativo-impositivo di Stato (PCI), mentre l'apparato industriale e burocratico-normativo ovviamente vede nell'ecologismo di moda, l'affare economico del futuro. (C'e' stato un recente periodo in cui se ne occupava moltissimo il sole24ore con la sua radio, hanno battuto la grancassa sul global warming fino alla nausea.) Per un esempio sulla profonda differenza fra i due rami della sinistra, al nucleare l'ecologismo movimentista e' sempre stato contrario, mentre la sinistra inquadrata e di partito del PCI a favore, se non altro per la centralizzazione e l'industrialismo della grande fabbrica che il nucleare implica (e il movimentismo aborre).

      Per quanto riguarda la Cina, non c'e' migliore esempio di quanto convenga limitare la crescita demografica per avere la crescita economica, la cina cresce a due cifre da quando ha adottato la politica del figlio unico. Bisogna dire pero' per onesta' che contemporaneamente sono passati dal modello collettivista maoista al capitalismo sfrenato, che forse come causa di crescita e' molto piu' probante...

      Ultima cosa, sull'articolo in oggetto si legge in piccolo che e' di Maria Giovanna Maglie, che dall'Unita' e' finita poi a scrivere sul Giornale e vedo su wikipedia essere anche editorialista di Libero. Non ricordo bene, ma credo che allora fosse una femminista, quindi molto piu' movimentista che stalinista, come del resto Ida Magli che ha avuto parabola simile. Da femminista, era normale che vedesse negativamente la crescita demografica eccessiva, dato che cio' implica quella che allora si considerava una posizione subordinata della donna, in casa ad allevare figli.

      Quindi il fatto che quell'articolo sia sull'Unita' non implica niente, puo' essere solo per caso.
      Anzi, a guardare meglio vedo che non fu solo per caso, perche' in quel periodo ne era direttore Emanuele Macaluso, distintosi per le posizioni socialiste-riformiste all'interno del suo partito. In Italia, che io ricordi, la modernita' civile, l'apertura alle novita' e' sempre stata appannaggio della sinistra socialista, mai o quasi mai di quella comunista del PCI, col suo gravame ideologico.

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  5. Un cancro all'ultimo stadio non ha altro obiettivo che crescere, fino all'annientamento di sé e dell'ospite. E' programmato per questo e non potrebbe fare altro. La specie umana sta facendo la stessa cosa. Si vede che la sua "mission" è semplicemente quella di far fuori sé stessa insieme alll'ecosistema per passare ad altro.

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  6. L’astro-fisico francese Francois Roddier - nel suo libro "Termodinamica dell'evoluzione" - è giunto ad una conclusione molto simile a quella di Massimo,
    Una recensione del libro, scritta da Matthieu Auzanneau, la potete trovare qui:
    http://ilfenotipoconsapevole.blogspot.it/2014/02/ecce-homo.html

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    1. fin qui ho letto solo commenti eccezionali..grazie.

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  7. Bene, per una volta hai parlato al passato per interpretare il PRESENTE alla luce di quel che è già accaduto. Secondo me è importante, perché aiuta a tenere i piedi per terra ed evita "fughe" emotive del tipo "quando sarà, si vedrà".
    A mio avviso è questa la strada da seguire quando si parla di queste cose.

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  8. Uno degli aspetti più nichilisti del pensiero dei verdi ed ecologisti è quello del "...ci sarebbe spazio per altri miliardi di umani sul pianeta". In questo modo di pensare c'è la considerazione del pianeta Terra ridotto a semplice contenitore, a spazio da colmare a piacimento e secondo le esigenze egoistiche di Homo. Su questa strada non ci si può stupire che poi il mondo venga ridotto a discarica dei rifiuti umani. Al fondo di questo modo di pensare c'è il rifiuto di un rapporto equilibrato tra uomo e natura, tra Homo e le altre specie, in favore di un rapporto di dominio e di annientamento. Che è poi un auto-annientamento, perché ci si dimentica che anche noi apparteniamo e dipendiamo dalla natura.

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  9. Che vergogna.
    Purtroppo conosco persone che leggono Unità e Repubblica, ripetere a pappagallo che "gli italiani non fanno più figli" (il che è comunque una bugia) e "meno male che ci sono gli stranieri sennò gli asili chiuderebbero...",
    il tutto seguito da critiche a me che non procreò perché una donna deve farlo.
    Persino la capacita di scelta e i desideri vanno annientati, la donna DEVE procreare e gli stranieri amano di più la vita,i bambini (che sono vita,per loro,solite frasi poetiche e patetiche. Sì, è vita che nasce,ma come le cavallette se la vita è troppa diventa morte!!) e la famiglia, come i bravi italiani del passato.

    Sono io la cattiva e la strana.

    Posso dire viva gli svizzeri? Viva!

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