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venerdì 13 dicembre 2013

Il Corriere e la follia demografica

Il Corriere della Sera, il maggior quotidiano nazionale controllato dai poteri economici forti, continua ad assecondare la folle corsa alla devastazione demografica di questo nostro disgraziato paese. In una risposta della sua rubrica di lettere del 7 dicembre scorso, il giornalista ed ex ambasciatore Sergio Romano rappresenta questa posizione maggioritaria nella redazione del giornale (l'unico contrario è l'editorialista Giovanni Sartori). Riporto alcuni passi:

...Questa tendenza a combattere l'immigrazione coincide con una fase in cui l'incremento della popolazione di molti Paesi europei è garantita soltanto dai nuovi  arrivati. Secondo studi recenti, promossi dall'Istituto Universitario Europeo di Firenze, l'Ue sembra condannata a perdere entro il 2025 un sesto della sua popolazione giovanile in età di lavoro. Accompagnato dall'emigrazione di giovani europei verso altri continenti, il blocco dell'immigrazione avrà l'effetto di rendere l'Europa sempre più vecchia. Sempre secondo lo stesso studio, l'Europa potrebbe conservare gli equilibri demografici del 2010 soltanto se accogliesse almeno 21 milioni e mezzo di nuovi immigrati...

Non ci sono parole. La posizione ricalca le stesse opinioni dei fautori  della crescita economica perpetua e dell'aumento costante del Pil. Secondo Romano anche la popolazione ha bisogno di una vigorosa crescita costante (evidentemente per supportare i poteri economici assetati di nuovi consumatori). Sembra che la Terra (ed anche la nostra povera Italia...) sia -secondo la visione paranoide di costoro- ancora una terra vergine e sconfinata in cui l'arrivo di milioni di persone e la nascita di altri milioni di bambini porterebbe sviluppo e benessere. In Italia l'aumento demografico aggiunge ogni anno una città come Bologna ad un territorio devastato da cementificazione, periferie invivibili, terre dei fuochi, veleni chimici, acque inquinate, aria delle città irrespirabile, asfalto, fumi, amianto, particolati e tumori. Una terra che fino agli inizi del '900 era una delle più belle del mondo per paesaggi, campagna e piccoli borghi ed oggi è ridotta a cementificio sovrappopolato da 62 milioni di abitanti, con il suolo verde quasi completamente urbanizzato. Una terra che solo cento anni fa aveva 25 milioni di abitanti ed oggi si avvia ai 70 milioni, in presenza di future ancora più massicce immigrazioni. In questa situazione c'è chi piange per la ancora troppo scarsa crescita demografica...non ci sono parole.

12 commenti:

  1. Sarà la natura a rimettere tutto in equilibrio, con qualche cataclisma/pandemia/alluvione riporterà l'equilibrio.
    Ormai mi sono disilluso che l'uomo possa cambiare le cose.
    Parlando con le persone, mi accorgo della loro notevole ignoranza su questi argomenti e se provi a "illuminarli" si arrabbiano pure!
    Ti prendono per catastrofista!
    Pazienza... vuol dire che sarà la natura a rimettere tutto in equilibrio.

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    1. > Ti prendono per catastrofista.

      I "tranquillisti" (come li chiama Sartori :) si incazzano di brutto con te e col tuo dito quando indichi loro la luna.

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  2. Ma qual è la linea del Corriere? Romano o Sartori? Sartori è almeno un decennio che lancia l'allarme e dalla prima pagina (per contratto gli spetta l'editoriale collocato a sinistra, dunque ben in vista). La mia impressione è che Sartori sia una rara avis nel giornalismo italiano in merito alla demografia. Forse al Corriere lo tollerano e ridacchiano quando arriva lui con il suo pallino fisso della terra che scoppia.
    A questo punto mi piacerebbe un confronto tra Giovanni e l'ex ambasciatore. Ma temo che Romano resterebbe sulle sue. La popolazione ha bisogno di una vigorosa crescita costante? Cento miliardi ti bastano o non c'è limite al genio dell'uomo. Gesù invitava a non farsi pensieri ("guardate gli uccelli del cielo …"), Romano c'inviterà a osservare i meravigliosi termitai che funzionano a meraviglia …
    Putroppo le parolacce sono proibite, ma ne avrei voglia.

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    1. Anche a me viene spesso voglia di parolacce, ma è meglio argomentare e convincere. Rispetto ad alcuni anni fa le nostre idee si sono diffuse, anche se non ancora abbastanza. Mi ricordo che si veniva guardati come matti a fare certi discorsi. Molta della responsabilità ricade sui movimenti dei verdi. Sono stati loro a tenere colpevolmente la sordina sul problema sovrappopolazione.

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    2. *Molta della responsabilità ricade sui movimenti dei verdi."

      Sì, è parodossale che i Verdi - a cui sta (o stava?) tanto a cuore l'ambiente - non abbiano praticamente mai considerato il problema dei limiti fisici del pianeta e quindi dei danni che provoca una massa esorbitante di esseri umani, oggi poi più voraci che mai - perché ormai tutti vogliono consumare come gli occidentali.

      Una spiegazione per questa cecità dei Verdi però c'è. I primi Verdi erano i delusi del '68 (per es. Cohn-Bendit, tuttora sulla breccia), dunque reduci della sinistra - come me! E sono rimasti "di sinistra", al punto che si sono dimenticati l'ambiente e fanno politica con la sinistra classica. Non c'è per es. nessuna differenza tra i Verdi svizzeri e il partito socialista svizzero: i Verdi votano sempre compatti con i socialisti, tanto che potrebbero benissimo fondersi. E alla sinistra della questione demografica non è mai importato un pene. La demografia è sempre stata una questione estranea - per non dire reazionaria - per la sinistra (la colpa è sempre ed unicamente del capitale che affama l'umanità). E i Verdi continuano per questa strada, incuranti della loro incoerenza. I Verdi sono in realtà più rossi di un peperone.
      In Italia sono comunque marginali e irrilevanti mentre i Verdi francesi, svizzeri e tedeschi possono contare su un 10% dell'elettorato e hanno dunque un certo peso.

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  3. I verdi hanno cultura di sinistra e, a sinistra come a destra e in centro, la (in)cultura è accrescivista anche se con sfumature diverse.
    I cattolici per imprinting religioso classico, i socialisti e i comunisti per il tecnoteismo (Engels fu feroce detrattore e denigratore di Malthus, egli affermava che il progresso tecnico avrebbe permesso di superare ogni limite), la destra sia per fondamentalismo religioso tradizionale sia per quello (neo)liberista centrato sul BAU e sull'aumento del volume della piramide capitalista.
    I cocomeri sono quindi in ottima e nutrita compagnia diversamente cromatica.
    A sinistra sono i razionalisti anarchici (e.g. UAAR) a sollevare da tempo la questione demografica, al centro una corrente dei radicali. Scusate, ma per la destra cosa metto?
    Anche la "nuova destra" (Massimo Fini in Italia, Alain De Benoist in Francia è tiepida sulla sciagura demografica, mi pare, se non forse in chiave giustamente ostile al panmixismo e al globalismo).

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  4. "per la destra cosa metto?"
    Giusta osservazione. Eppure il pensiero di destra avrebbe molti richiami ad un certo anti-antropocentrismo, basti pensare a Maurras o agli anti illuministi scettici come Burke in Inghilterra, de Maistre e Taine in Francia, Herder in Germania. La triste piega nazionalista o addirittura razzista presa dalla destra europea nel novecento l'ha messa fuori gioco. Oggi la destra balbetta idee scopiazzate da altri o vaneggia in senso xenofobo. E' incapace di elaborare un pensiero autonomo che si richiami alla natura e all'ambiente e ricollochi l'uomo nei giusti limiti. Il Bau neoliberista ha contribuito a portarci nel vicolo cieco planetario in cui ci stiamo arenando. Il pensiero antropocentrico basato sui diritti assoluti di Homo è ormai l'ideologia unica internazionale, e nella variante italiana terzomondista e statalista è particolarmente distruttiva. Il cattolicesimo ha svolto purtroppo il suo lavoro mortifero per secoli nella mente degli italioti producendo un antropocentrismo acritico e irrazionale. Una visione del mondo che andava bene in una Terra abitata da poche centinaia di milioni di umani viene applicata come regola morale per un mondo di sette miliardi di umani, con esiti a dir poco catastrofici. A questo riguardo né la destra né la sinistra se la passano bene...

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  5. Fosse solo il Corriere! Anche gli altri quotidiani e i giornali locali sono tutti un: "la popolazione cresce solo grazie agli immigrati", "culle vuote" (perché magari si sono fatti lo 0.1% di figli in meno dell'anno prima), "non si fanno più figli", e così via... E io aggiungerei a questa retorica anche, e qui so di entrare in terreno ancora più controverso, l'esaltazione ossessiva della longevità: uno può essere malato, rincoglionito o stufo della vita, ma si festeggia ogni compleanno oltre i cento come se fosse un successo di cui andare fieri: immaginatevi gli attuali sette miliardi di esseri umani che diventano centenari, mentre altri miliardi continuano a nascere...

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  6. Concordo sull'informazione dei media in Italia e non solo. Il discorso sulla longevità in linea teorica è giusto, specialmente per persone che sono ridotte quasi ad uno stato vegetativo. Non sono contrario all'eutanasia in certi casi di malattie incurabili ed in presenza di forti sofferenze. Tuttavia la questione non mi sembra attinente al problema demografico: sulla natalità possiamo intervenire in senso limitativo; sulla longevità delle persone no, almeno finora, né mi sembra opportuno. Una società con più anziani non è negativa, tutt'altro, come ho già dimostrato in questo post: http://sovrappopolazione.blogspot.it/2012/11/linvecchiamento-della-popolazione.html

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  7. IL tasso di fecondità delle italiane è intorno all 1,2 , quindi garantirebbe per sè un rientro accettabile nella sostenibilità nell'arco di qualche decennio; il problema è la gobba lunga demografica prevista, che mai si verificherà peraltro, e cioè l'allungamento della vita media; poi cè da dire che negli ultimi 5 anni l'età media della primipara italiana è passata da 32 anni a 35, segno di un collasso imminente degli attuale gerarchie sociali sbilanciate sul lato dei più anziani.

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  8. La bomba demografica africana sta per scoppiare e farà impallidire le carrette del mare che ora portano quattro malcapitati qui da noi. E i nostri governanti che fanno? Girano per il Magreb come madonne pellegrine ad elargire montagne di soldi a dritta e a manca sotto il ricatto dei trafficanti di schiavi. Sanno solo parlare di "ius soli" in contrapposizione allo "ius sanguinis". Quello che verseranno le nostre future (povere) generazioni per accaparrarsi un pezzo di pane e una boccata d'aria.

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