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lunedì 23 aprile 2012

LA TERRA-MONDO






LE DUE VISIONI ANTROPICHE DELLA TERRA:
1)   LA TERRA COME CONTENITORE
2)   LA TERRA COME MONDO

E’ sempre presente nei discorsi degli ambientalisti il rischio di considerare il pianeta come un semplice contenitore per esseri umani. Anche tra i verdi si sente spesso dire che la sovrappopolazione non è un problema perché ci sono ancora tanti spazi da occupare, e semmai è una questione di migliore distribuzione demografica. Questa idea del pianeta-recipiente è una profonda mistificazione, esprime una incomprensione di fondo su ciò che è la natura e sul rapporto tra uomo e natura.
Alla base dell’errore c’è una considerazione esclusivamente scientifica della questione ambientale, un modo di vedere di un pensiero “numerante” che non coglie la radice da cui origina la devastazione antropica dell’ambiente. Per questo propongo di introdurre il concetto di Terra-Mondo, in cui il pianeta non venga considerato esclusivamente in base a parametri scientifici di superficie, composizione chimica, strutture fisiche, numeri, percentuali, popolazione, variabili matematiche eccetera. Nel termine Terra-Mondo è invece indicato un rapporto esistenziale: quello tra vissuti fenomenici del pianeta e coscienza. La Terra non è semplicemente la superficie in cui si delinea la biosfera con le manifestazioni della vita, è anche il Mondo che ci appare nella coscienza con gli aspetti di meraviglia, di sacralità, di vissuto esistenziale, di comprensione delle cose che compongono la nostra vita di uomini. In questa ottica la Terra non è una semplice superficie su cui distribuire un dato numero di umani e i prodotti della loro attività (visione antropizzante del pianeta), ma è quella serie potenzialmente infinita di “mondi” che compongono la nostra esperienza di vita come coscienza del singolo individuo e come coscienza collettiva. E’ l’ambito della nostra libertà sia di agire contro i fenomeni e gli enti naturali (secondo i concetti antropocentrici  di appropriazione e trasformazione) sia di agire con rispetto e senso di appartenenza  verso la natura. La terra è allora tante cose che la fanno essere  vita concreta: paesaggi, alberi, fiumi, laghi, animali, montagne, vegetazione, cielo stellato, nuvole, sole. Ma anche cultura, rapporto tra uomo e natura, stupore, bellezza, amore verso di essa –sia verso gli esseri biologici che gli enti inanimati, comprensione, senso del rispetto verso qualcosa che meravigliosamente c’è e non ci appartiene e che trascende la pura fisicità delle cose. Se si comprende questo concetto ci si rende conto della estrema povertà ideologica di chi considera la Terra un puro oggetto fisico che fa da sfondo alla attività e alla replicazione numerica dell’uomo. Un grande supermercato antropico. Il mondo così non ha senso. E’ proprio per ridare un senso al mondo, alle cose, che bisogna rimettere al centro il  rapporto tra uomo e natura, in un concetto più vasto di pianeta che non sia esclusivamente relegato al dato fisico. Il pianeta allora può essere inteso non più come puro contenitore, ma come orizzonte in cui si aprono le infinite possibilità dei tanti mondi e significati che l’uomo, ritrovando se stesso, può dare alla vita sulla terra.
La lotta contro la sovrappopolazione della specie umana acquista dunque un significato più profondo: non solo un più equilibrato rapporto tra popolazione antropica e superficie del pianeta, non solo minore devastazione ambientale e minore quantità di inquinanti immessi nella biosfera, ma soprattutto un dare senso all’esistenza umana attraverso una riappropriazione del rapporto tra coscienza e mondo naturale.

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