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mercoledì 19 ottobre 2011

LA FINE RIDICOLA DEI VERDI ITALIANI



Il movimento dei verdi in Italia è fallito. Neanche in Europa i verdi hanno avuto l'importanza politica che, in base alla situazione oggettiva ambientale, ci si sarebbe aspettato. Perché questo fallimento? Lasciamo stare il pietoso tentativo degli ecologisti italiani di riciclare il pensiero marxista ricollocandolo a spintoni nell'ambientalismo contemporaneo, i motivi sono più di fondo. Il fatto è che quella verde è una aporia politica e filosofica. Contestano il degrado ambientale senza individuarne la vera origine. Le terapie che propongono cercano di correggere gli effetti, non le cause. In questa ottica si fanno paladini degli impianti solari, dell'uso di filtri ai fumi di scarico, di raccolte di rifiuti differenziate sempre più complesse e inapplicate. Si sono specializzati nei divieti: no ad autostrade, no a inceneritori, no a centrali nucleari, no al carbone, no al petrolio, no tav, no no no. Si sono condannati all'impotenza e al ridicolo, perché la devastazione ambientale continua tranquillamente il suo corso, e né gli specchietti solari né i divieti dei verdi hanno sortito un qualche effetto. Ogni giorno l'Italia, l'Europa e il mondo continuano a bruciare migliaia di tonnellate di petrolio e carbone, alla salute dei verdi. Le discariche se ne aprono e se ne chiudono come nel gioco delle tre carte, ma ormai la monnezza tracima nelle periferie delle città, e le facce dei verdi nostrani parlano più chiaro di qualunque discorso: "non sappiamo che fare". I verdi hanno fallito perché non hanno voluto vedere la verità che sta davanti ai nostri occhi: il mondo è devastato dalla sovrappopolazione della specie homo. I verdi non parlano mai di sovrappopolazione e di controllo demografico perché hanno un idolo. E' lo stesso idolo che è all'origine delle catastrofi ambientali: si chiama antropocentrismo. L'ideologia dei verdi è la stessa ideologia di chi brutalizza l'ambiente naturale: ecco il perché del loro fallimento. Che cos'è l'antropocentrismo? E' il sistema tolemaico in cui l'uomo è al centro dell'Universo. Secondo questo sistema la natura, gli animali, le piante, il mare, le campagne, le foreste, tutto, tutto il mondo anzi tutto l'universo esiste per l'uomo e per soddisfare le sue esigenze. Ciò che la filosofia e la politica dovrebbero fare è la rivoluzione di Copernico: scalzare l'uomo dal centro e metterci la Natura, l'ecosistema, la biosfera, tutte cose di cui l'uomo è parte, ed anzi l'uomo esiste perché esiste la natura.
Ma i verdi sono ancora in pieno sistema tolemaico, e per questo sono condannati a fare i giardinieri: a mettere i fiorellini e le aiuole in mezzo alla cementificazione e alla devastazione ambientale. Non saranno gli specchietti solari a salvarci (ed anzi loro stessi si stanno accorgendo che quegli specchietti vanno bene per le allodole...). I verdi-giardinieri restano così alla superficie, coprendo con un panno (verde) il cadavere maleodorante di un mondo sempre più devastato ed invivibile per l'eccesso della popolazione umana. I verdi-giardinieri pensano ad impedire la costruzione di un tunnel, ma non si preoccupano dei tassi di natalità quasi a due cifre di alcune aree del pianeta, dell'inurbamento in megalopoli, dei diritti assoluti dell'uomo in una natura senza diritti. I diritti dell'uomo sono divenuti i diritti di un io metafisico che non ha limiti, diritti assoluti. E, come ogni diritto assoluto, sono diritti totalitari. L'antropocentrismo dei verdi non è solo un errore logico e culturale, tutt'altro. E' un errore maledettamente materiale e concreto che sta mettendo in pericolo il pianeta e il senso stesso della vita di noi uomini.

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