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venerdì 11 dicembre 2009

Ipocrisia a Copenaghen

Uno spettro s'aggira a Copenaghen, lo spettro della Sovrappopolazione. Un pianeta soffocato da sette miliardi e mezzo di umani che presto saranno dieci miliardi. Ma per i grandi e piccoli della terra il problema non esiste. Miliardi di esseri umani che, solo per l'alimentazione e la sussistenza (abitazione, riscaldamento) stanno portando alla distruzione di milioni di ettari di foresta e alla cementificazione intensa di immense aree ex verdi. Ci si chiude gli occhi per non vedere, ci si tappa le orecchie per non udire. Si parla di ridurre le emissioni di CO2 come se il problema fosse di porre filtri alle ciminiere o costruire mulini a vento. Si spera negli specchietti solari, ma nessuno guarda in faccia il pianeta ridotto ad un contenitore di immense masse umane, le vaste megalopoli inquinate e sovraffollate e per questo cariche di aggressività e violenza. Alcuni imbecilli sperano nella nuova ideologia della decrescita (ovviamente della economia, non della popolazione, tutt'altro!): la chiamano DECRESCITA FELICE!
Si illudono che la gente volontariamente abbandoni automobili e aerei per tornare alla carrozza trainata da cavalli e alla mongolfiera. Sognano cinesi e americani intenti a coltivare carote e fagiolini in colcoz collettivisti. Ma i Cinesi non costruiscono più biciclette, oggi fabbricano SUV! Le politiche demografiche, che pure in passato avevano avuto qualche successo, consentendo lo sviluppo di alcuni paesi arretrati specie in Asia, oggi non vengono più supportate e quasi nessuno ne parla. I Soloni dell'ecologia politically correct se la prendono con il capitale, che è invece l'unico sistema in grado di sfamare le masse. NESSUNO al consesso di Copenhagen ha detto che al ritmo di ottanta milioni di inquinatori- consumatori al giorno in più (tale è la crescita demografica attuale) non ci sarà nessuna inversione di tendenza, e la politica ipocrita della riduzione marginale dei gas di scarico non servirà all'ambiente e porterà solo ad un aumento delle tasse sui cittadini. In questo modo il vero scarico è quello della coscienza e il mondo è avviato alla distruzione ambientale. Senza una politica di riduzione del tasso demografico vivremo presto in una immensa Honkong sotto un cielo scuro di fuliggine.

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