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lunedì 13 maggio 2019

Nuovi ecologisti crescono

(Demagogia e semplificazioni sono sempre in primo piano nell'azione dei movimenti verdi)
Accade sempre più spesso, persino in ambito ecologista, di sentir parlare di bomba demografica, crescita eccessiva di popolazione, ecc. In un articolo sul supplemento letterario del Corriere, Antonio Massarutto che insegna economia applicata all'Università di Udine, nonché esperto di sostenibilità ambientale ed ecologia, afferma che i limiti della crescita derivano dalla nostre aspirazioni insaziabili (al consumo) ma anche dalla bomba demografica. La cosa mi ha colpito perché la citazione della demografia in un ambientalista è di una rarità assoluta.Ma che il professor Massarutto abbia la vista lunga e ben indirizzata risalta anche da un'altra affermazione. Esplicitamente cita l'opinione di molti ambientalisti che l'alternativa allo sviluppo attuale sia una frenata nella economia e una retromarcia tecnologica. "Io sono tra quelli che ritengono, al contrario, che serva una accelerazione. Serve una radicale transizione tecnologica. Nuovi materiali, nuove fonti di energia, nuovi modelli di infrastrutture smart" scrive, "Una crescita basata sui servizi e non sugli oggetti". Intermodalità, condivisione, efficienza energetica: tutte parole dell'armamentario ecologista declinate però in un contesto credibile e realistico. "Nessuna mano invisibile ci guida" e il pensiero va subito alla polemica anti-liberista di molti verdi mainstream. Ma una nuova politica che diriga lo sviluppo e ne controlli le modalità richiede una condivisione che non può che passare attraverso lo stato liberale, di una democrazia partecipata. E' un "adelante ...ma con judicio" al ritorno di Hegel, di uno stato che regola e indirizza ma nel consenso. I costi sociali saranno enormi, dice Massarutto con un bagno di realismo, e la rivolta dei gilet gialli innescata dalla carbon tax in Francia è un monito di cui tener conto. Del resto il problema dei limiti ambientali e della distruzione delle risorse è frutto della potenza tecnologica mal gestita dall'uomo, e non un mero problema politico. Dice il professor Massarutto: "E' un errore descrivere il problema ambientale come la lotta dei cattivi capitalisti, che traggono profitto dalla distruzione del pianeta, contro il popolo sfruttato e depredato dei beni comuni", come affermano certi verdi di impostazione marxista. Ma altrettanto errato e fuorviante è credere lo sviluppo sostenibile come un irenico Mulino Bianco globale, dal quale scompariranno magicamente discariche e centrali elettriche, come se da ogni cosa rinascerà cosa e tutti pedaleremo felici nutrendoci di ortaggi a chilometro zero. Almeno la religione aveva spostato il paradiso nell'oltretomba, questi verdi naïf vogliono farci credere invece che il paradiso può essere creato qui sulla terra, una terra che si avvia ad avere in pochi decenni 10 miliardi di umani e la scomparsa di gran parte delle altre specie. Massarutto auspica una nuova etica che ci permetta di gestire lo smisurato potere della tecnica, in modo non di arrestarne lo sviluppo, ma di indirizzarla alla salvezza del pianeta.Nuove istituzioni, una nuova scienza, una tecnologia che rispetti l'ambiente, una limitazione dei consumi secondo modelli che mantengano un certo grado di benessere e standard qualitativi adeguati delle merci e della produzione. Quanto ciò sia difficile lo dimostra l'enorme richiamo che gli attuali standard di vita occidentali hanno verso i 7,7 miliardi di umani, che li vedono come una chimera da desiderare e basta senza farsi molti scrupoli sull'ambiente ( a parte le molto costruite e mediatiche prese di posizione di Greta). E allora, dopo le giuste affermazioni di Antonio Massarutto, viene da chiedersi: quando i verdi cominceranno a porsi il problema della sovrappopolazione e della eccessiva crescita umana in una terra sempre più stretta, inquinata e soffocata dalle emissioni di gas serra?

5 commenti:

  1. Un sincero applauso al prof. Massarutto e un umile invito a prestare molta attenzione al 'ritorno di Hegel', dall'autentico liberale Popper eloquentemente ritenuto uno dei padri intellettuali dello Stato etico e autoritario otto-novecentesco ... ma soprattutto la domanda finale (purtroppo) va rivolta non soltanto ai Verdi mainstream ma anche alla maggior parte dei Cattolici, degli Islamici, delle Destre nazionaliste e protezioniste (tutte quante ultra-nataliste e tradizionalmente poco attente al problema delle emissioni inquinanti), delle Sinistre populiste, pauperiste & terzomondiste, dei Turbo-capitalisti d'ogni latitudine (a loro volta ultra-natalisti) e perfino delle Femministe suprematiste (visceralmente ostili ad ogni proposta "maschile" a favore di birth control & family planning)... Saluti

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  2. Quando tocchi gli istinti (e siamo stracolmi di istinti, anche se ci piace raccontarci e raccontare che non è così) sai già come vanno a finire le cose. La presunta razionalità umana non esiste che in minima parte, soprattutto quando a "ragionare" non è un individuo, ma un gruppo. La numerosità del gruppo e la sua capacità/possibilità di essere razionale sono grandezze inversamente proporzionali.

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  3. Eppure, il 'cosa fare', in linea teorica, ed avendo la consapevolezza del problema, non sarebbe così impossibile.

    Per i paesi più fortunati (in genere occidentali), che hanno una tendenza naturale alla riduzione del tasso di fertilità, si tratta semplicmente di continuare così.
    Non è difficile.

    Per gli altri paesi, si tratta di copiare i meccanismi dei primi, magari anche sotto la pressione delle istituzioni internazionali, che dovrebbero condizionare i loro aiuti al perseguimento di questi obbiettivi.
    Questo è già più difficile, ma resta fattibile.

    Purtroppo, a monte dovrebbe esserci la piena consapevolezza della questione: ma è questa che manca tragicamente.

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    1. No, la consapevolezza non manca. Manca la disponibilità ad affrontare il rischio d'andare contro i propri interessi particolari del momento, tanto che si tratti di un'indisponibilità pienamente conscia, parzialmente conscia o del tutto inconscia. Andare contro i propri interessi particolari del momento è una di quelle cose che cozza contro gli istinti ai quali facevo cenno: nessun animale lo fa. Aggiungiamo tranquillamente il fatto che chi aspira a posizioni dirigenziali non è mai propriamente equilibrato (anzi), e abbiamo il quadro.

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  4. Una voce ottimista per bilanciare il pessimismo di questo blog e del suo moderatore:

    http://www.ilgiornale.it/news/astronauti-sono-loro-i-veri-leader-futuro-1694046.html

    Forse un po' troppo ottimista la signora, ma perché no? Vita da nababbi per 10 miliardi di persone?

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