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sabato 6 giugno 2015

Come la demografia cambia il mondo


(In alto: il candidato alla presidenza Usa Marco Rubio di origine cubana).

Il presidente degli Stati Uniti è un uomo di colore, una cosa impensabile solo qualche decennio fa. Il prossimo presidente americano potrebbe essere di madre lingua spagnola e di origini cubane, un certo Rubio. Obama è stato eletto per il voto determinante delle forti comunità di immigrati latinos e per il bacino elettorale di colore in forte espansione negli Usa, in seguito ai tassi di natalità assai più alti rispetto a quelli delle popolazioni bianche di origine europea. E' così che tutto l'assetto geo-politico dell'america del nord si sta modificando, con forti ripercussioni sulla politica internazionale. Gli stessi tradizionali poteri finanziari nordamericani si stanno adeguando, modificando le loro strategie in funzione delle nuove popolazioni emergenti. In politica interna si fanno strada politiche redistributive e di forte intervento dello Stato che non avevano mai avuto in precedenza molta rilevanza negli Stati Uniti e in Canada. Negli ultimi decenni la politica estera americana ha visto diminuire di molto l'interesse verso l'Europa, sia per una minore transazione finanziaria che di scambi industriali, sia per un minor interesse militare. Le truppe americane in Germania e Italia si sono ridotte a poche migliaia, e gli interessi militari si sono spostati verso il medio oriente sia per l'importanza delle risorse energetiche che per la forte instabilità di quell'area in seguito anche alla grande espansione demografica successiva agli anni 70 del secolo scorso e al gran numero di giovani che hanno creato insoddisfazioni e tensioni in quelle popolazioni. Molti interessi americani si stanno indirizzando verso l'america latina, conseguenza diretta del cambiamento nello stesso senso della popolazione nord-americana. Al cambiamento di scenario geo-politico contribuisce l'imponente fenomeno migratorio conseguenza diretta dell'eplosione demografica nord africana e medio orientale. L'Europa sta rapidamente cambiando la sua popolazione in senso multietnico e multiculturale, le grandi città europee si avviano a divenire megalopoli con forti minoranze o, in alcuni casi e nei prossimi anni, a maggioranza di etnie ad origine  extra-europea.
L'economia mondiale, sulla spinta delle forti crescite demografiche di Cina e India, si sta modificando a vista d'occhio con lo spostamento di grandi interessi finanziari in oriente. La Cina ha acquistato in anni recenti grandi quantità di titoli di stato del debito pubblico americano ed ha oggi una influenza diretta sulla finanza nord americana. In seguito alla necessità di acquisizione di aree con riserve energetiche e possibilità di espansione il colosso orientale ha iniziato da qualche decennio una serie di acquisizioni di vaste aree africane e di attività edilizie e industriali nel continente nero. Estese aree di savana  e di foreste stanno andando distrutte, gli animali sono cacciati via, gli viene tolto ogni abitat e si vanno estinguendo.  Intere regioni vengono adibite a discariche di materiali spesso tossici provenienti dalla Cina e altri paesi  portando a danni irreversibili di tutto un ecosistema. Anche l'india sta ampliando i suoi interessi africani dietro un certo movimento immigratorio di lavoratori indiani in africa e in altri paesi (soprattutto medio-oriente). L'espansione demografica del Pakistan e del Bangla Desh sta riacuendo i conflitti religiosi tra islamici e induisti e i contrasti tra le varie nazioni del continente indiano. Un fenomeno analogo si configura in estremo oriente tra Thailandia e Vietnam e Cina. In Malesia i conflitti religiosi si sommano agli interessi industriali e finanziari che, sull'onda dell'esplosione demografica di quella regione, sta portando alla perdita di tanti scenari naturali e alla deforestazione di intere aree fluviali. Le migrazioni da Malesia Borneo e Indonesia stanno creando tensioni con l'Australia e Nuova Zelanda. Questi ultimi contrastano con una certa efficacia il fenomeno, anche per salvaguardare dalla antropizzazione gli ultimi paesaggi vergini del pianeta. Se analizziamo i vari cambiamenti demografici dinamicamente nei prossimi decenni assistiamo ad una perdita di rilevanza economica e politica oltre che culturale di molte popolazioni che in precedenza rivestivano un ruolo di potenza egemone come quelle della vecchia europa o di derivazione europea in Nord america, e all'espansione di nuove popolazioni non solo demografica, ma anche economica e politica. L'espansione di queste nuove popolazioni  appartenenti ad altre aree etniche e culturali  avrà conseguenze sul mondo di domani che  si attueranno nella seconda metà di questo secolo, disegnando scenari che -anche per l'impostazione politically correct di molti studiosi- non sono stati ancora analizzati a sufficienza. Gli Stati Uniti a maggioranza di neri e latinos rivestiranno ancora il ruolo di potenza egemone dell'occidente? Una Europa multietnica e multiculturale avrà ancora il suo ruolo di area di libertà e democrazia o non sarà invece preda di conflitti interetnici e tra culture diverse? Quali saranno le influenze cinesi nella politica mondiale dopo il 2050? La democrazia potrà essere a rischio in un pianeta dominato da culture spesso autoritarie o a sfondo religioso? Come cambieranno gli scenari energetici? Quale sarà la geografia dei consumi e le conseguenze sull'ambiente di un mondo profondamente mutato rispetto ad oggi e sovrappopolato? Come si porrà il problema del cibo e delle risorse idriche? Quale ruolo mondiale avrà un continente africano abitato da due miliardi di persone senza risorse sufficienti? Quale il destino di tante specie animali?

10 commenti:

  1. Caro Agobit, mamma mia quante domande.
    E CHE domande ?
    Tutte giustificate, tutte di grandissima importanza e tutte, al momento... senza risposta.
    Certo ci aspetta un nuovo mondo molto, ma molto diverso da quello attuale.

    Su due cose, però, mi sento di fare una previsione, basata sulla inevitabile riduzione dell'energia fossile disponibile: il nuovo mondo sarà di nuovo localistico come una volta (ma in modo diverso, perchè i flussi migratori ormai hanno modificato tutto), e con una netta riduzione dei governi democratici.
    Per il resto vedremo.

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    1. Per il momento, alzo gli occhi al cielo e vedo stormi d'aerei carichi di idioti affetti da mobilità compulsiva; passo sul cavalcavia dell'autostrada nei pressi, e vedo una teoria di camion che arriva fino all'orizzonte trasportando mercimmondizia da un capo all'altro di questa ormai lurida Pianura Padana; entro in qualsiasi edificio più o meno aperto al pubblico e vengo investito da una specie di "tormenta condizionata" alla quale manca solo la neve per essere completamente artica; apro le finestre, di notte, e vedo un bagliore all'orizzonte come se il cielo stesso ardesse di fuoco radioattivo (no, tranquilli, è "solo" l'illuminazione delle città dei dintorni). Il problema, mi sa, non è l'energia fossile o non fossile -- è lo scollegamento tra gonadi e cervello. Anzi lo scollegamento dei cervelli da qualsiasi forma di concretezza.

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    2. MrkeySmasher, questo è l'effetto della ugualizzazione verso il mediocre di masse di idioti compulsivi consumisti sradicati dalla Terra sempre più grandi.
      Prendi tecnologia ed energia e dalli a miliardi di persone e osserva cosa succede. Il risultato è l'orribile, nefasto teratoma artificializzante che abbiamo sotto il naso.
      Il tumore si nutre di energia e tecnologia che nutrono il tumore.

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    3. MrkeySmasher, questo è l'effetto della ugualizzazione verso il mediocre di masse di idioti compulsivi consumisti sradicati dalla Terra sempre più grandi.
      Prendi tecnologia ed energia e dalli a miliardi di persone e osserva cosa succede. Il risultato è l'orribile, nefasto teratoma artificializzante che abbiamo sotto il naso.
      Il tumore si nutre di energia e tecnologia che nutrono il tumore.

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  2. Le popolazioni religiose sono sempre violente anche dal punto di vista demografico oltre che ideologico.

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  3. Articolo istruttivo e opportunamente "politically uncorrect", che si conclude con una serie di domande importanti (e spesso dolosamente/colposamente sottaciute)... Resta forse solo da aggiungere che, contrariamente a quanto costantemente e impietosamente propagandato dai natalisti di ogni colore ideologico-politico-religioso, a questo punto l'unica maniera per LIMITARE I DANNI certo non è incrementare il tasso di fecondità nei Paesi occidentali (a cominciare dall'Italia, il cui territorio è già sovrappopolato e sottoposto ad una crescente pressione migratoria latino-americana, medio-orientale e soprattutto nordafricana) bensì RIDURRE il medesimo tasso nei Paesi appartenenti al c.d. Terzo Mondo...

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  4. E' un pò che non vi leggo.
    Ci sono novità...
    Ho partecipato a una conferenza internazionale sui cambiamenti climatici che si è svolta a Roma dal 27 al 29 maggio.
    Trovate una mia mini relazione nel Blog di Ugo Bardi:
    http://ugobardi.blogspot.it/2015/06/dal-nostro-uomo-roma-un-rapporto-sull.html

    Il sito dell'evento:
    http://www.romesymposium.org/index.php/it/

    E la registrazione video dell'evento:
    http://www.esa.int/spaceinvideos/Sets/International_Symposium_on_Climate_Change_-_Rome_2015/(sortBy)/rating

    I 20 esperti di cambiamenti climatici si sono consultati per analizzare i problemi e trovare delle soluzioni.
    Indovinate quale problema hanno dimenticato di analizzare, che ho dovuto farglielo notare io nel mio intervento

    http://www.esa.int/spaceinvideos/Videos/2015/05/International_Symposium_on_Climate_Change_Concluding_discussions/(lang)/it

    Se andate a 1h 36' trovate il mio intervento dal pubblico, per far notare ai 20 esperti che, uno dei pù gravi problemi è dovuto al problema demografico che incide sui consumi di riserse energetiche ed ambientali.

    Stranamente non ci avevano fatto caso!

    Della serie... dei problemi demografici se ne stanno tutti fregando!
    Come siamo messi bene! :-(

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    1. Scusa se chiedo approfondimenti, ma mi interessa. Il tuo intervento, che reazioni ha suscitato? I relatori hanno modificato le proprie attitudini? Hanno aggiornato le proprie agende per "ricordarsi" di inserire la questione, col risalto che merita, nei loro incontri futuri? Il resto del pubblico che atteggiamento ha avuto nei confronti delle tue osservazioni?
      Chiedo anche perché il tipo della connessione della quale posso disporre non mi permette di vedere video in quel formato e di quel "peso" (nel senso della banda dati richiesta), quindi non posso scoprirlo da me.

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    2. Hanno detto che avevano trascurato questo problema e che ne terranno in considerazione nella versione finale del testo che avrebbero redatto; però, ancora non mi risulta sia stato reso disponibile tale testo.

      Alcuni esperti sottovalutano questo problema, in quanto dicono che la natalità è in caduta libera in tutto il mondo che si sta sviluppando; solo nell'Africa sud-sahariana è ancora alto.

      Della serie, non percepiscono la gravità del problema.

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    3. Se "sottovalutano questo problema", lasciami dire, quelli non possono essere "esperti" o, se lo sono davvero, sono tremendamente in mala fede.

      "Tenere in considerazione" non vuol dire "inserire con risalto". E' il classico giochetto con le parole che ho già visto usare fin troppe volte per eludere una questione, quale che sia.

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