Sette miliardi di umani si affaccendano sulla superficie
del pianeta cercando di distruggere quel che resta della natura. Tutti sono
animati dal sacro furore del proprio Ego ipertrofico, vedono solo se stessi,
tutto il resto è considerato un magazzino per i propri bisogni, un terreno
vuoto da riempire di cemento e manufatti. Gli animali, le altre specie
torturate e seviziate, inseguite cacciate e uccise, oppure asfissiate togliendo
loro l’ambiente, il cibo, l’acqua, l’aria, tutto. Peggio ancora rinchiuse in
allevamenti intensivi, in una specie di campo di concentramento e di tortura,
poi uccise in maniera industriale, con l’uso dei mezzi tecnici moderni. Per la
Terra e la sua superficie la presenza ipertrofica umana rappresenta una vera e
propria infezione cancrenosa, una parassitosi, una infestazione velenosa in cui
il parassita che è cresciuto fino a soffocarla è la specie autodenominata Homo.
Questa malattia della Terra è davanti a noi, manifesta in tutta la sua
evidenza, eppure ci rifiutiamo di vederla e riconoscerla, aggiriamo il problema
con gli artifizi dialettici, usando parole totem che hanno poco o nessun senso
come sostenibilità, eco-compatibilità, rinnovabili, resilienza, eccetera. Il
senso vero della tragedia della Terra
viene accuratamente nascosto: l’incredibile, inusitata, spaventosa
crescita numerica della nostra specie, una infestazione di un pianeta malato.
Eppure questa crescita esplosiva così chiara, così evidente, è passata sotto silenzio. Dai governi,
dai parlamenti, dai politici di tutte le fazioni, dai verdi e dagli
ambientalisti che corrono dietro alle conseguenze di quella crescita
distruttiva, senza vederne l’origine, oppure vedendone l’origine ma tacendola
per pregiudizio e ideologia, bloccati da una visione antropocentrica che vede
solo Homo e i suoi diritti assoluti. Una crescita senza precedenti e senza
paragoni taciuta dai giornali, dalle Tv, e perfino dagli scienziati, da chi si
occupa in maniera professionale di ambiente e di fenomeni naturali. Qualcuno si
azzarda a dire che si consuma troppo, che basterebbe ridurre i consumi sia a
livello individuale che collettivo. I fautori della decrescita hanno l’aspetto
di chi ha capito tutto, declamano le loro verità come se tutti gli altri
fossero emeriti imbecilli. Ricordano, ed a volte lo sono stati realmente nel
loro passato, gli epigoni del marxismo che avevano capito tutto della storia
del mondo. Ma costoro si fermano alla decrescita dei consumi, non parlano di
altro. Anche loro sono preda della grande rimozione. Vedono con un occhio solo
le curve che mostrano le impennate di consumi di merci e di energia. Ma poi
chiudono ambedue gli occhi quando hanno davanti le curve verticali
dell’esplosione demografica dell’ultimo secolo. Lì, davanti all’evidenza più
chiara, divengono ciechi e muti. No, secondo costoro, le curve demografiche non
contano; contano solo i consumi, il prodotto interno lordo. Ma se i consumi
crescono con il crescere della popolazione? A quel punto ci vuole una bella
rimozione del problema, cosciente o incosciente che sia (ma io credo che lo
sappiano bene!). Non vedono le masse umane di migranti: sembra quasi che i
migranti vengano dal nulla, forse scendono da barconi-astronavi provenienti da
altri pianeti. Non vedono i tassi di natalità di zone della Terra sempre più
vaste; non vedono come –uno dopo l’altro- falliscono i tentativi di contenere
la crescita della popolazione fatta dai governi più accorti, spesso del terzo
mondo stesso. Se in occidente la popolazione si era stabilizzata in passato ciò
era avvenuto per motivi economici: i figli costano sia in Europa che in Us. Ma
ormai anche in Europa e in Us la popolazione torna impetuosamente a crescere
per le migrazioni: Cosa cercano i migranti? La pace?
Si in piccola quota-parte. Diciamolo a La Touche: la
grande maggioranza dei migranti cerca i consumi, si i consumi. Cercano di
vivere meglio. E come? Consumando di più: più caldo di inverno, più fresco di
estate, più cibo, più mezzi, più cellulari, più auto, più vestiti,
più elettrodomestici, più viaggi,
più case, più cemento, più strade, più rifiuti. E allora insegnamo ai vari
fautori della decrescita felice, che questa si potrà sperare solo
regolamentando i consumi, ma a
fronte di una decrescita – e si qui bisogna dire le cose che non si vogliono
sentire…- a fronte di decrescita demografica, minori tassi di natalità, minor
numero di figli, minor numero di bimbi dagli occhi grossi e dai volti magri che
vengono sfornati senza sapere come fare per nutrirli e per crescerli…tanto poi
ci pensano in Europa. Invece di denunciare questa irresponsabilità nel mettere
al mondo figli destinati ai barconi, tutti tacciono, tutti fanno le anime
belle, tutti si riempiono di parole umanitarie senza senso finché ci sarà la
grande rimozione, finché ci nasconderemo l’origine del problema, anche a noi
stessi. Dietro questo falso umanitarismo c’è il più radicale anti-umanesimo
possibile: quello che minaccia l’uomo nella sua esistenza e nella sua essenza.
Vanno denunciati preti e organizzazioni falsamente umanitarie per le loro irresponsabilità.
Ma lì si può capire: lì ci speculano, ci ricavano soldi e carriere sotto le
bandiere dell’umanitarismo solidaristico d’accatto. Quello che non si capisce è
il grande silenzio dei verdi e degli ambientalisti europei. Eppure in gioco
ormai non c’è più la politica, il potere, la gestione delle risorse economiche.
In gioco ormai è il pianeta stesso, la sopravvivenza della specie Homo e quella
(purtroppo) di tutte le altre specie che non hanno colpa.
L'articolo ha ragioni da vendere! Tuttavia, sfortunatamente possiamo essere ragionevolmente certi che destre clerico-nazionaliste e sinistre pauperiste/terzomondiste, leaders religioso-confessionali, turbo-capital-liberisti e femministe dure & pure (le quali considerano ogni invito al birth control e alla family planning un intollerabile attacco all'Autodeterminazione della Donna) continueranno la propria implacabile propaganda natalista o cmq. ad opporsi ferocemente ad ogni proposta neomalthusiana, salvo poi alzare indignate geremiadi e stracciarsi pubblicamente le vesti di fronte a ogni (nuovo) disastro economico-sociale e/o ecologico assurto agli onori della cronaca locale, nazionale o globale... In questo desolante quadro, rig.do all'assordante silenzio dei movimenti ambientalisti meritano un applauso le poche eccezioni (da L.Brown a F.Pratesi) che in evidente controtendenza denunciano (anche) la piaga della sovrappopolazione...
RispondiEliminaA proposito di rimozioni... provate a proporre a qualcuno questa serie di connessioni:
RispondiElimina1. ammettiamo che chi vive in Italia alla maniera italiana sia veramente predatore delle risorse delle aree cosiddette povere, provocando danno a chi vive in quelle aree
2. ammettiamo che ogni persona che vive in Italia sia per la sua quota-parte corresponsabile di quella predazione
3. dati i presupposti 1. e 2. è oggettivo che che più persone vivono in Italia più aumenta la quantità delle risorse predate nelle aree cosiddette povere, procando danno a chi vive in quelle aree
4. è oggettivo (ed è patetico chi non lo riconosce) che ammettere milioni di persone in Italia aumenta il numero delle persone che vivono in Italia (una pura e semplice tautologia), con il conseguente aumento della quantità delle risorse predate nelle aree cosiddette povere, procando danno a chi vive in quelle aree
5. dati come presupposti i punti precedenti, è oggettivo che chi viene in Italia proveniendo da una delle aree oggetto della predazione peggiora la predazione della propria area di provenienza, contribuendo in prima persona ad aumentare la quantità delle risorse predate e apportando danno a chi vive in quelle aree
6. la cosiddetta "accoglienza" provoca danni ai conterranei degli accolti oltre a crearli agli "accoglienti" coattati dalle proprie dirigenze in assoluta malafede
7. la "accoglienza" è un processo antiumanitario e, soprattutto, ecologicamente insensato nella sua dannosità
E' anche interessante notare come nei discorsi che inneggiano alla "accoglienza" non vengano mai citati i miliardari conterranei dei poveracci che migrano e non vengano mai ricordate la loro bassezza etica e il livello del loro obbligo alla solidarietà, sicuramente maggiore di quello dovuto (per fare un esempio) dal bidello italiano che lavora per 1000/1100 euro al mese barcamenandosi per "fare la giornata" tra una bolletta e l'altra, tra una tassa e l'altra, tra un quantitative easing e l'altro. Ah, c'è tanta gente che 1000 euro al mese, proprio in Italia, li vede col binocolo. E' lecito sapere quante migliaia d'euro al mese fa su un alto dirigente nigeriano (che sia un industriale, un burocrate, un religioso... poco importa)? E' lecito sapere quanto ha contribuito per mitigare la "sfortuna" di chi viene imbarcato verso i nostri lidi?
P.S. Ho parlato di Nigeria a puro titolo d'esempio. Ci sono anche i Cinesi, gli Indiani, i Bengalesi, i Colombiani, i Filippini, i Rumeni (lo so che sono comunitari e, francamente, non me ne può fregare di meno), i Moldavi...
PP.SS. Son curioso di vedere quali arrampicate di specchi verranno implementate per dire che "si, però...", che "hai ragione, ma...", che "potrebbe essere così, se non fosse che...". O magari non s'aggiungerà verbo.
Eccellente ed ineccepibile l'eptalogo di mr.Key.
RispondiEliminaMi complimento con lui e lo sottoscrivo in pieno.
Lumen a parte... visto che silenzio? Tutto quadra.
RispondiEliminaIl silenzio è universale. Bisogna riconoscere che i coscienti del problema sono pochi. La maggioranza bela dietro i benpensanti. Ho notato che sui media vengono ormai guardati con sospetto anche quelli che dicono che bisogna portare sviluppo nei paesi poveri come Africa o India. Forse, pensano costoro, sono dei razzisti che vogliono portare benessere e sviluppo nei paesi poveri solo con l'intento di non accogliere i milioni di migranti. Chi porta aiuti in africa è gente che non vuole l'accoglienza. Si raggiunge così la follia: non si può fare nulla neanche aiutarli a casa loro. Ricordo che una nota giornalista politicamente corretta che straparla spesso su rai3 ha affermato: "è una ingiustizia che c'è gente nata in Italia da famiglie benestanti, mentre c'è in africa gente che nasce senza il cibo". La consecutio logica è che i migranti andrebbero tutti adottati e mantenuti a nostre spese e che nascere senza essere morti di fame è una colpa imperdonabile. Ovviamente logica vorrebbe che questi benpensanti nostrani, spesso straricchi con terze e quarte case di villeggiatura, offrissero le loro case di vacanza e i loro conti bancari per sanare l'orrenda ingiustizia. Ma sembra che le leggi della logica valgano per gli altri, non per loro. Del problema dell'eccesso di natalità e del controllo demografico a questa gente non importa nulla. La disperazione degli altri serve a questa gente per fare le anime belle. Senza migranti da accogliere rischierebbero di farsi schifo
RispondiElimina<< Del problema dell'eccesso di natalità e del controllo demografico a questa gente non importa nulla. >>
RispondiEliminaNon importa nulla del problema, perchè non lo comprendono appieno.
Non si rendono conto che la campana, prima o poi, suonerà anche per loro.
Quando succederà, sentiremo anche loro. Ma sarà troppo tardi.
quello che semmai ci siamo scordati è che di questi tempi fatti "c'è gente nata in Italia da famiglie indigenti", "ci sono fin troppi anziani costretti a vivere con una pensione da fame", "ci sono famiglie che hanno dovuto dire addio ai loro risparmi perché un familiare ha una malattia cronica grave", ma con l'Africa, qualcuno ha detto, ci si riempie la bocca. I problemi in Africa ce li hanno per davvero e non intendo sminuirli, ma ci sono anche in Europa. Altro punto non ammissibile è il trattare gli italiani da cittadini di serie B. E a proposito della Cina, per legge i cinesi che aprono i loro empori non pagano le tasse mentre chiunque di qualunque nazionalità le deve pagare. Non è ammissibile riservare intere categorie di posti di lavoro unicamente a chi ha (oramai si può dire) il privilegio di una cittadinanza rumena, albanese, marocchina e compagnia bella. Raccontando che gli italiani alcuni lavoro non li vogliono fare (tanto si sa che la popolazione, anche se non so esattamente in che percentuale, continua a ripetere a pappagallo tale trita e ritrita frase presa in prestito dai media). Vero è che oggi dall'Africa scappano (ma non è la maggioranza) persone perseguitate dai regimi musulmani accusati di apostasia (per loro abbandonare la religione musulmana è un reato capitale) per avere abbracciato il cristianesimo e queste persone non le si deve certo rispedire dove le aspetta una condanna certa. Il guaio è semmai non fare la differenza tra chi arriva per "coronare il sogno europeo" e chi ha bisogno davvero. Va bene, anni fa era maggiore rispetto a oggi il numero di coloro che venivano per coronare il sogno europeo dunque il latte è stato versato parecchi anni fa. Il Brasile queste distinzioni a tutt'ora le fa e di fatto è difficile entrarvi per coronare sogni esteri, parecchi tornano al proprio paese con la coda tra le gambe dopo che non sono riusciti a rimanerci. Ma fa eccezione per casi particolari. Il resto l'ho risposto qui
RispondiEliminahttp://sovrappopolazione.blogspot.it/2013/02/italia-cementificata.html
a causa di un indirizzamento di Google che mi ci ha spedita, mi sono accorta dell'anno solo in seguito
E l'ulteriore guaio è l'analfabetismo imperante nel sud del mondo. Ricordo di una cara mica il cui sogno era quello di partire lei stessa per l'Africa in qualità di missionaria insegnante, spero ce l'abbia fatta
RispondiEliminaQuote "Quello che non si capisce è il grande silenzio dei verdi e degli ambientalisti europei." Per verdi intendi il partito politico? Se si, allora c'è una logica, poiché politicamente si colloca a sinistra dunque segue le linee direttive dei partiti con cui collabora
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