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venerdì 7 novembre 2014

La sconfitta di Obama






Nel 2009 in piena crisi economica, la più grave da quella del ’29, e che ancora oggi blocca l’economia occidentale, il presidente Obama decideva di rimuovere il veto posto dall’amministrazione Bush al finanziamento da parte Usa di programmi e piani sulla pianificazione familiare in patria e  all’estero, anche col ricorso alla contraccezione e all’aborto.
In una intervista alla Abc la allora speaker della camera Usa Nancy Pelosi spiegava la decisione del presidente con la convinzione che il finanziamento di nuovi programmi per il controllo delle nascite avrebbe reso più efficace il pacchetto di “stimoli” all’economia. Questa politica di controllo demografico poteva essere utile non solo per i paesi in via di sviluppo ma anche negli Usa dove la popolazione ha ripreso a crescere dagli anni ’90.   “La contraccezione –affermava Pelosi nel 2009- consentirà di ridurre le spese e i costi sia per i singoli stati che per il governo federale”. Madre di cinque figli, con sei nipoti, la democratica Pelosi ha idee chiarissime in materia: “Una buona pianificazione familiare permetterà di ridurre i costi. Gli stati attraversano una gravissima crisi fiscale dovuta in gran parte anche ai servizi per la salute e l’educazione dei bambini. Sono necessarie misure su questo fronte. E tra queste anche un piano per la contraccezione potrebbe essere importante”.

Il presidente Obama aveva introdotto nella sua legge sull’Obamacare (assistenza sanitaria gratuita ai poveri) l’obbligo per le aziende private di pagare ai propri dipendenti la copertura assicurativa per la contraccezione. La misura ha trovato subito molti ostacoli, tra cui il ricorso alla Corte Suprema di molte associazioni religiose che contestavano la legge per quanto riguarda la contraccezione e soprattutto l’obbligo per le aziende di rimborsare il costo della “pillola del giorno dopo”. Nel giugno di quest’anno (2014) la Corte Suprema ha deciso in favore della associazione religiose e contro l’Obamacare  e ha bocciato la volontà della Casa Bianca di imporre ai datori di lavoro, che la rifiutino per credenze religiose, l'inclusione degli strumenti per il controllo delle nascite nei piani di assistenza sanitaria riservati ai dipendenti.
Per quanto riguarda i finanziamenti alla contraccezione all’estero i programmi del Presidente non sono mai partiti sia per mancanza di fondi (la crisi economica è stata assai più pesante del previsto) sia per il precipitare degli equilibri politici nelle aree del pianeta in cui quel programma avrebbe potuto sviluppare i suoi effetti. In Africa ed in Asia del resto l’influenza americana si è andata affievolendo negli ultimi anni, in favore della Cina che sta estendendo la sua influenza e i suoi interessi economici verso le risorse di quei territori senza  preoccupazioni per l’ambiente e la salute delle popolazioni, secondo le tradizioni prima seguite dal colonialismo occidentale.

Un’altra occasione di influire sui tassi di natalità in maniera efficace è andata così sprecata. La sconfitta dei democratici di questi giorni negli Usa non fa prevedere una ripresa delle posizioni antinataliste. I repubblicani sono ancora in gran parte fermi alla condanna della contraccezione e dell’aborto, in linea con le organizzazioni religiose americane. La sconfitta dei programmi di controllo demografico non può che influenzare pesantemente in senso negativo tutte le posizioni dei vari ideologi della decrescita come via di uscita dalla crisi ambientale planetaria e in particolare il riscaldamento globale per la cappa di carbonio. Nonostante quel che credono i cosiddetti “verdi”, i quali si ostinano a negare ogni rilevanza al controllo della natalità umana per la salvezza del pianeta, la riduzione demografica rimane la base di partenza su cui è possibile impostare programmi realistici di decrescita economica, mantenendo allo stesso tempo adeguati investimenti sulla ricerca e sul livello tecnologico. 

23 commenti:

  1. Arriviamo sempre lì, all'inquinamento religioso delle menti e alla zootecnia umana intensiva che le religioni patriarcali apologizzano.

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    1. Il controllo delle nascite con l'aborto mi sembra un abominio.
      E la religione non c'entra nulla.
      Mi sembra che nessuna specie animale usi l'aborto come metodo di controllo della propria popolazione.

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    2. > Mi sembra che nessuna specie animale usi l'aborto come metodo di controllo della propria popolazione.

      Per le specie animali il problema dell'aborto non sussiste, il neonato in genere o muore alla nascita, o viene mangiato dalla madre (selezionando i cuccioli in base alla loro capacità di sopravvivere) o ci pensa la selezione naturale a farlo fuori tramite predazione o denutrizione se non ci sono le condizioni ambientali per la sua sopravvivenza.

      Nel caso dell'uomo esiste la possibiltà tecnologica dell'aborto, in casi estremi (ad esempio perché non c'è stata alcuna contraccezione a monte - preservativo, pillola, coitus reservatus etc.) ha senso applicarlo se non ci sono le condizioni per assicurare una vita dignitosa al potenziale individuo nascituro o se semplicemente non era voluto dai genitori, partendo dal presupposto che il feto non è *ancora* un individuo (o se lo è lo è a livelli equivalenti o inferiori di altri esseri senzienti che vengono tranquillamente sterminati per necessità alimentari senza alcuna remora di tipo etico, per il semplice fatto che non sono esemplari di homo sapiens).

      Naturalmente, essendo una pratica violenta (nei confronti della madre e del feto) andrebbe evitata, facendo si che non ci fosse la necessità di doverlo praticare (leggi: prendendo precauzioni e pianificando responsabilmente la nascita di un bambino), ma in certi casi è giusto ed è lecito applicarlo, *specie* in caso di genitori irresponsabili o ineducati che non sono stati in grado di prendere precauzioni per evitare una gravidanza non desiderata.

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  2. Climber: "Il controllo delle nascite con l'aborto mi sembra un abominio."

    E' un punto di vista. Ce ne sono altri.

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    1. "E' un punto di vista. Ce ne sono altri"
      Non c'è dubbio.
      Peraltro il dato di realtà è che con l'aborto uccidi un "individuo"/"essere vivente" chiamalo come vuoi che in assenza del tuo atto avrebbe un evoluzione propria che puoi fermare con un atto che comunque tu lo veda è violento.

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  3. Climber: "Il controllo delle nascite con l'aborto mi sembra un abominio."
    Il vero abominio è quello che sta compiendo la specie Homo con la sua opera e la sua crescita demografica esplosiva. Nessuna altra specie animale si accanisce contro natura e ambiente con tanta arroganza e stupidità. Questo è il vero abominio che sta portando alla estinzione di un numero infinito delle altre specie viventi, alla distruzione delle foreste, del territorio e dell'ambiente naturale, all'inquinamento irreversibile di terra, acqua e aria, e sta portando allo sconvolgimento climatico. Il primo a pagare le conseguenze di tutto questo sarà l'uomo stesso. Il controllo delle nascite non è un'opinione, ma un imperativo categorico e una necessità assoluta proprio per salvaguardare la nostra umanità. E questo controllo deve essere assicurato con ogni mezzo, compreso l'aborto.

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    1. "Il vero abominio è quello che sta compiendo la specie Homo con la sua opera e la sua crescita demografica esplosiva"
      Posso essere d'accordo. ma la soluzione non è quella che proponete: aborto, coercizioni di varia natura, dittature eugenetiche.
      "ha senso applicarlo se non ci sono le condizioni per assicurare una vita dignitosa al potenziale individuo nascituro" : tutto opinabile. cosa è dignitoso? Decidi tu? Con quali categorie ?Quelle dei consumi dell'uomo occidentale o dell'adolescente americano o con quelle del bambino che nasce nel deserto del Gobi?
      Mi rendo conto della sterilità della discussione ed ogni volta che affronto questi temi mi spaventano le vostre certezze.

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    2. >Posso essere d'accordo. ma la soluzione non è quella che proponete: aborto, coercizioni di varia natura, >dittature eugenetiche.

      Da lettore del blog non posso che confermare che questo è infatti uno dei punti critici, possiamo assumere due fronti sul problema del controllo delle nascite, dei "pacifisti" - che sostengono che il controllo delle nascite non deve essere imposto dall'alto e/o con la forza, e quello dei "coercizionisti" - che sostengono che un controllo esterno, eventualmente coercitivo, sia doveroso in modo da non peggiorare una soluzione già critica.

      Naturalmente esistono moltissime sfumature tra i due punti di vista: il controllo demografico in Cina veniva attuato tramite penalizzazioni fiscali e legalizzazione dell'aborto, e una vasta operazione di educazione (o di indottrinamento se vuoi) alla contraccezione. In Iran pure fu perseguita una campagna di educazione con mezzi relativamente rudimentali ma efficace e incentrata sull'educazione delle donne, paradossalmente dal regime "integralista" di Khomeini.

      In genere un'azione fiscale sembra la più semplice e di gran lunga la più efficace negli stati occidentali dove la contraccezione è data già per scontata, nei "paesi in via di sviluppo" risulta efficace sui tempi lunghi l'educazione della donna sulla sessualità e sulla contraccezione, dei vincoli di età sul matrimonio, e l'affermazione di uno stile di vita "occidentale" dove la donna occupa mansioni professionali al di fuori della famiglia, ma sono tutti provvedimenti a lungo termine che hanno effetti a distanza di anni (decenni). Inoltre in linea di principio la politica interna demografica di un paese potrebbe essere determinata dalle condizioni (politiche, diplomatiche, commerciali) imposte dai paesi esterni o da un'entità mondiale (ad esempio l'ONU, che però non ha quasi alcun peso politico al momento attuale), ad esempio in materia di emigrazione e di immigrazione.

      In genere i paesi con forte natalità hanno spesso vantaggio a favorire l'emigrazione, perché le rimesse forniscono una cospicua fonte di reddito e di "sviluppo" interno (e viceversa la natalità porta a rendere necessaria l'emigrazione).

      L'aborto non è certo *LA* soluzione e certamente non l'unica, ma sicuramente va considerata come soluzione in certi casi di gravidanze indesiderate o, in extrema ratio, come strumento di contraccezione quando tutti gli altri mezzi più propri hanno fallito.

      [Continua]

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    3. >"ha senso applicarlo se non ci sono le condizioni per assicurare una vita dignitosa al potenziale individuo
      >nascituro" : tutto opinabile. cosa è dignitoso? Decidi tu? Con quali categorie ?Quelle dei consumi dell'uomo >occidentale o dell'adolescente americano o con quelle del bambino che nasce nel deserto del Gobi?

      È chiaro che le condizioni di "dignità" sono opinabili, e i criteri da adottare per definirli sono si soggettivi, ma devono essere in qualche modo posti. Probabilmente chi sta nel deserto del Gobi vive in un tipo di economia di sussistenza e di sostanziale equilibrio con l'ambiente, per cui non impatta al di fuori dell'ambiente in cui risiede. Se però orde di adolescenti o di giovani individui devono abbandonare quell'ambiente per stabilirsi in città o all'estero, inizia ad essere un problema che riguarda anche il resto del pianeta, e che pertanto va regolato. Se poi il nascituro risiede in una metropoli con un impatto ambientale già devastante, allora il problema si deve porre in modo prioritario.

      Il discorso sulle coercizioni è più interessante, perché le coercizioni sugli altri sono imposte indirettamente anche dalla volontà di chi desidera a tutti i costi mettere al mondo un figlio (per vari motivi biologici, culturali, e personali), perché quello ha un'impatto sulla vita degli altri (società ed ambiente), quindi ha senso limitare quel "diritto" (ad esempio tramite mezzi fiscali) in nome del benessere di chi sta già al mondo. Nota che il diritto di riproduzione è sancito nei diritti fondamentali dell'uomo, ma è contestabile su molte basi (perché basato su di un punto di vista antropocentrico, e perché la riproduzione umana senza limiti non è ovviamente sostenibile su un pianeta dalle risorse finite).

      Finalmente di "dittature eugenetiche" nessuno ha parlato in relazione a questo post, quindi menzionarle è fuori luogo.

      Parlando di soluzioni, è certo che soluzioni violente non solo possono essere inaccettabili dal punto di vista morale (ma la distruzione irreversibile della società e dell'ambiente lo è altrettanto, assumendo che sia una possibilità *reale*), ma non sono attuabili se non è presente un'autorità centrale e violenta (leggi: eco-dittatura), che però potrebbe emergere in condizioni disperate (che la crescita demografica alimenta).

      Già sarebbe molto se il problema della demografia venisse affrontato in modo prioritario e onesto, sia a livello personale che a livello di politica interna e globale. In quanto al consumo pro-capite eccessivo nei cosidetti paesi "sviluppati" è certamente anche quello un problema, ma anche quello non può essere risolto senza intaccare i diritti che ormai sono dati acquisiti (istruzione, sanità, pensioni), anche se realisticamente sarà parzialmente risolto in modo indiretto "grazie" alla crisi economica causata in buona parte dall'eccesso demografico crescista (e come al solito a scapito della fascia di popolazione più debole).

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    4. Hai fatto un gran bel discorso che sottoscrivo. Tuttavia secondo me il problema dell'aborto si pone lo stesso, e lo dico come non cattolico o credente. I credenti, e soprattutto i cattolici, ne fanno una questione di principio, per loro la non liceità dell'aborto non è negoziabile perché è contro la legge divina (quinto non uccidere). Io però da agnostico mi pongo oggi il problema della liceità: non so più tanto bene se davvero ne abbiamo il diritto. Il problema si potrebbe evitare, o sicuramente ridurre in modo drastico, con l'educazione sessuale e la contraccezione, ma sappiamo che la Chiesa è contraria (anche all'educazione sessuale perché è un incitamento all'attività sessuale - non so se esista poi un'educazione sessuale cattolica, non credo). In genere sono contrari all'aborto soprattutto i cattolici, ma ci sono anche laici anti, per es. Ferrara. Ferrara non mi piace perché è un ateo devoto e filoclericale (strette di mano e sorrisi tra lui e Ratzinger). Ma mi chiedo se non sia possibile fare un discorso laico sulla questione, veramente indipendente da ogni fede. Noi per es. ne possiamo parlare pacatamente senza lanciare anatemi e condanne e magari dissentiamo però senza usare parole come "abominio" come ha fatto Climber16. Oltretutto l'aborto raramente è usato come metodo di controllo delle nascite (per il semplice fatto che "non conviene", comporta grane di vario tipo, anche soldi pur essendo garantito oggi dal servizio sanitario.

      C'è una domanda a cui non ho ancora trovato risposta: perché l'uomo può essere continuamente sessualmente attivo (uomini e donne)? Mi sembra che sia l'unica specie (sì, i bonobo lo fanno anche loro continuamente). Questa facoltà unica o rarissima nel regno animale una spiegazione evolutiva? C'è un'altra specie evoluta in cui le femmine possono restare incinte in qualsiasi momento dell'anno?

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    5. > non so se esista poi un'educazione sessuale cattolica, non credo

      Qualche tempo mi era stato riferito da una donna che aveva seguito un corso pre-matrimoniale cattolico. Per evitare gravidanze si suggeriva di avere rapporti solo in periodi di non fertilità della donna (a seconda del ciclo mestruale in sostanza). Quindi tecniche anticoncezionali (anche se inefficaci) sono probabilmente accettabili purché non vadano contro i dictat papali in materia di comportamento sessuale.

      Questo è tipico della mentalità "normativa" di alcune religioni, attente più alla forma che alla sostanza (ma d'altronde gran parte dei cattolici "praticanti" probabilmente già ignora tali imposizioni, se non quelli più "integralisti").

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    6. I metodi cosiddetti naturali (Ogino, Billings ecc.) sono sì ammessi, ma non significa che si possano sempre applicare per prevenire una gravidanza. Chi non vuole figli per principio e previene le gravidanze, anche se solo con i metodi naturali (magari anche per motivi di salute), non può considerarsi cattolico. Però ovviamente la Chiesa chiude un occhio in certi personalissimi casi, immagino per es. se la salute della donna è in pericolo, oppure se una coppia è in missione religiosa in Africa e una gravidanza non sarebbe indicata. Ma l'esclusione per principio è contro la legge naturale e quindi "peccaminosa" (ma si usano ancora queste parole?).
      Mi è rimasta impressa una frase dei salesiani degli anni Cinquanta che io allora non capivo bene: accennavano alla "piaga del figlio unico". Dunque questa piaga è antica, e la Chiesa lo sa, ma non può farci molto. Lo sa del resto che la maggior parte dei cattolici fa quello che vuole. Adesso è a un bivio: insistere sulla dottrina antica e perdere rapidamente tutti i fedeli che ormai fanno di testa loro, o "aprirsi" come tenta di fare - secondo me in modo maldestro - Bergoglio, suscitando le ire dei cristiani tradizionalisti e persino degli atei devoti (Ferrara) che vedono in queste aperture bergogliane (se poi sono tali) il rischio di perdita d'immagine e di autorità della Chiesa. La liberazione sessuale reale che è adesso in corso mette a dura prova il magistero: se resta ancorato agli antichi usi perde, ma perde anche se si adegua al mondo. Io sono convinto che stiamo assistendo alla fine del cristianesimo in diretta - nonostante ci siano ufficialmente oltre un miliardo di cattolici (probabilmente ci sono anch'io nel calcolo pur essendo uscito dalla Chiesa). Nessuno più parla delle verità di fede, si parla solo di cose legate alla sessualità (rapporti pre ed extra-matrimoniali, contraccezione, aborto, omosessualità, famiglia). La forza propulsiva del cristianesimo si è esaurita, è durata fin troppo a lungo.

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  4. OT

    Segnalo un sorprendente (per me) articolo di Odifreddi sul Buthan nel quale si leggono fra le altre cose queste meraviglie:

    "Anche l’edilizia e l’urbanizzazIone selvaggia contribuiscono al Pil, ma pure allo scempio del paesaggio e alla distruzione dell’equilibrio ecologico. In Bhutan dunque due terzi del territorio sono stati dichiarati zone inedificabili, e le costruzioni nel rimanente terzo devono rispettare lo stile del paese e gli standard ecologici.

    Il risultato è che il Bhutan si è preservato come un paradiso terrestre nel mondo della globalizzazione. E poiché ha capito, fra l’altro, che uno dei cancri intellettuali e morali del mondo occidentale è la pubblicità, l’ha dunque bandita totalmente, con un effetto inebriante per chi proviene dalla patria di Pubblitalia e del suo padrone."

    Ma ci sono anche altre cose interessanti, per es. la sostituzione del PIL col FIL (Felicità interna lorda).


    http://odifreddi.blogautore.repubblica.it

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  5. Notizia bomba: il controllo delle nascite è già in atto da tempo, sotto forma di agevolazioni e incentivi alle famiglie numerose -- maggiore il numero, maggiori gli incentivi. Cambiare il segno, ovvero implementare pastoie e penalizzazioni per le famiglie numerose, non può essere considerato peggio in alcun modo, anche perché col sistema di agevolazioni e incentivi attuali per le famiglie numerose si ostacolano e penalizzano le famiglie di piccole dimensioni (anche senza figli) e i single, mentre col sistema inverso si farebbe un danno a chi è affetto da incontinenza riproduttiva, ma si agevolerebbero e incentiverebbero le famiglie meno numerose (anche senza figli) e i single. E' una bilancia, ha due piatti -- se uno sale, l'altro scende. Al momento, la "crudeltà" si esprime penalizzando in particolare chi non ha figli o ne ha comunque un paio al massimo e chi è single. Non vedo perché dovrebbe essere considerato un modo di procedere "migliore".

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    1. "il controllo delle nascite è già in atto da tempo, sotto forma di agevolazioni e incentivi alle famiglie numerose " Certo non Italia. In Francia e Germania sicuramente.
      In realtà la leva fiscale non ha alcun peso nei paesi dove c'è il vero problema demografico, nei paesi in via di sviluppo dove è più difficile fare una pianificazione famigliare il fisco non sposta le scelte delle famiglie.

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    2. A me interessa prima di tutto quello che accade nel mio immediato circondario. Solo dopo, se e solo se ne i mezzi e la voglia, mi interesso di quel che accade più in là. Dunque, dico e ribadisco che il controllo delle nascite è già in atto ed è estremamente aggressivo qui da noi, ora. Inoltre, sempre qui da noi ora, è ancor più aggressivo l'impeto di crescita demografica violenta imposto con la forza alla collettività tramite l'immigrazione pianificata dall'alto per interessi che non sono certo quelli della comunità. Per queste ragioni non mi faccio scrupoli a sostenere che un controllo delle nascite e un controllo "muscolare" delle migrazioni in senso opposto a quelli attualmente messi in atto dalle dirigenze sarebbero del tutto leciti, etici, moralmente inattaccabili. Oppure chi sta implementando le forme di controllo attuali scavi una bella buca in una letamaia e ci si seppelisca dentro, perché è almeno altrettanto marcio di chi sostiene "altre vie", nonostante i proclami di "verginità" recitati come un mantra in ogni occasione. A me interessa prima di tutto quello che accade nel mio immediato circondario. Solo dopo, se e solo se ne i mezzi e la voglia, mi interesso di quel che accade più in là. Dunque, dico e ribadisco che il controllo delle nascite è già in atto ed è estremamente aggressivo qui da noi, ora. Inoltre, sempre qui da noi ora, è ancor più aggressivo l'impeto di crescita demografica violenta imposto con la forza alla collettività tramite l'immigrazione pianificata dall'alto per interessi che non sono certo quelli della comunità. Per queste ragioni non mi faccio scrupoli a sostenere che un controllo delle nascite e un controllo "muscolare" delle migrazioni in senso opposto a quelli attualmente messi in atto dalle dirigenze sarebbe del tutto lecito, etico, morale. Oppure chi sta implementando le forme di controllo attuali scavi una bella buca in una letamaia e ci si seppelisca dentro perché, nonostante i proclami di "verginità" recitati come un mantra in ogni occasione, è almeno altrettanto marcio di chi sostiene "altre vie".

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  6. Quel che ho scritto nel commento precedente potrebbe non essere chiaro: il sistema attuale pesa sulle famiglie poco numerose e sui single in quanto questi pagano più tasse (non hanno sconti) e ricevono meno servizi. Dunque, chi ha pochi o nessun figlio è a tutti gli effetti obbligatoriamente al servizio di chi ha figli in misura crescente. Un sistema nel quale si viene costretti a lavorare per sostenere qualcosa che non si approva è un sistema violento, un sistema di rapina, dunque non mi si venga a raccontare che sarebbe più "etico" sostenere le famiglie numerose anziché lasciare che se la cavino con le proprie gambe.

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    1. Effettivamente il tuo commento precedente non era molto chiaro. La tassazione maggiore dei singles o poco prolifici era già stata applicata da Augusto (più tasse per chi aveva solo tre figli). È chiaro che chi non ha il "peso" di una famiglia numerosa dispone di un reddito maggiore per se stesso ed è perciò anche logico che gliene si porti via una quota a favore di altri: si chiara redistribuzione del reddito, credo sia applicata un po' ovunque (almeno nei paesi in cui si produce reddito). I compiti dello Stato sono ormai tanti e tali che deve svuotale le tasche di chi ha ancora qualcosa, è logico. La prossima tassa sarà sui metri quadrati occupati: giusto, no, chi occupa più spazio ha più reddito ed è giusto che versi qualcosa a chi ha tanti figli e pochi metri quadrati.
      Viva il socialismo, viva le famiglie numerose, la vera ricchezza del paese.

      P.S. Ovviamente ho scherzato.

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    2. "La prossima tassa sarà sui metri quadrati occupati"

      C'e' gia' da un bel pezzo, le imposte locali sono in congrua parte a mq di casa, e la tendenza e' ad aumentarne sempre di piu' l'ammontare (lo chiamano "federalismo fiscale").

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  7. > Il controllo delle nascite con l'aborto mi sembra un abominio.
    > E la religione non c'entra nulla.

    In contesti in cui per la sopravvivenza della comunità era indispensabile il controllo e la stabilità demografica sia il suicidio che l'aborto erano moralmente accettati e sostenuti.
    E' riportato da Jared Diamond (non mi ricordo se in "Armi, acciaio e malattie" o se in "Collasso - Come le culture decidono di morire o vivere").
    Peraltro le zone in cui vigeva tale morale sono state stravolte ed ecologicamente disastrate proprio dal cambio di morale dovuto all'inquinamento cristiano arrivato con i pionieri europei e alla esplosione demografica conseguente (il nefasto pattern Sì antibiotici - No pillola).

    Il numero di figli che una coppia poteva avere era decisione comunitaria in molte culture native dell'America settentrionale.

    Questo è del tutto ovvio e sarebbe del tutto ovvio se non fosse per lo stravolgimento etico indotto dai monoteismi e dall'impazzimento dell'ideologia dell'individualismo più becero (sì diritti - no doveri - limiti non esistono).
    La riproduzione è l'atto che ha l'impatto sociale più pesante e quindi DEVE essere regolato comunitariamente ed è assurdo che sia stato “elevato” a diritto individuale. Siamo alla sovversione dell'etica. E' stato proprio sovvertito il primo fondamento di giustizia e quindi etico dell'essere responsabili delle proprie azioni (mentre la riproduzione compulsiva incontinente ha proprio la mira di scaricarne gli effetti sugli altri è, appunto, un arma sociale e tra i popoli come è sempre stato, si veda proprio in queste pagine la lotta egemonica in Egitto dei mussulmani contro i laici, la conquista islamica dell'Europa fatta con i ventri delle donne, il soccombere della società laica nelle comunità ebree per alluvione riproduttiva da parte degli ortodossi).
    Demografia come atto di violenza sorda (come è sempre stato) contro altre comunità e contro il pianeta vivente (come ben raffigurato da Nina Paley in La cicogna...)

    > Mi sembra che nessuna specie animale usi l'aborto come metodo di controllo della propria popolazione.
    In etologia è noto di molti meccanismi di soppressione dei cuccioli quando non ci sono le condizioni ambientali che garantiscano risorse a tutto il branco/gruppo e questo avviene in molteplici modi, da parte dei maschi o delle stesse madri.
    Anche le femmine di homo, come quelle di altri animali, perdono temporaneamente la fertilità in caso di condizioni ambientali avverse.

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  8. Uno dei cinque fattori di collasso delle culture, ricorda Jared Diamond, sono proprio gli anacronismi religiosi, morali e culturali.
    Il mondo è stipato ed in ulteriore esplosione demografica e la maggior parte degli homo crede ancora che le parole scritte da qualche astuto capo tribù semitica a rischio di estinzione in deserti e la morale natalista, antropocentrica che ne deriva siano sacri, la salvezza, etc. e invece sono esattamente tra i principali fattori del disastro e, sul piano ideologico, culturale, morale, Il Problema, il primo e più importante fattore.

    Ovviamente gli approcci moralisti / religiosi sono basati su mezze verità.
    E' vero che l'aborto è un atto cruento, violento, drammatico.
    Ma le persone religiose omettono l'altra metà scomoda: la natalità compulsiva, irresponsabile porta morte, porta violenze, porta sopraffazioni, distruzione, annientamento.
    Lo sanno molto bene i cinesi che hanno vissuto carestie con decine di milioni di morti e le cose più orribili che possono succedere in una società. Infatti, saggiamente, hanno detto :- Mai più!
    Allora, l'aborto è come la chirurgia, un atto terapeutico, ecologico non quotidiano, che deve essere utilizzato quando necessario, dopo che altre misure, come la contraccezione e l'emancipazione delle donne hanno fallito (e qui si torna di nuovo al problema religioni patriarcali) per prevenire altri morti, alti disastri, altri assassini umani e non .

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  9. Ricordo un documentario sul Neandertaler: mi aveva molto colpito che eliminassero - per ovvie ragione di sopravvivenza della specie ovvero per mancanza di risorse - non già i neonati ma persino bambini di alcuni anni. Non sono in grado di verificare questa notizia ma la cosa è molto probabilmente vera. Le specie animali - e anche il sapiens sapiens è fra queste - agiscono sempre sotto la spinta delle necessità immediate. L'animale culturale per eccelle nza, il sapiens, ha sviluppato tante doti, tra le quali il senso morale che però ha delle controindicazioni: ha volte il sapiens infatti si fa così tanti scrupoli che non solo non ci capisce più niente ma addirittura rischia l'estinzione.
    Ovviamente questo non è un plaidoyer contro la morale, ci mancherebbe.
    Ciò che dice qui sopra UUIC è però vero. L'ONU dice che ognuno ha il diritto di decidere il numero di figli che vuole, sarebbe un diritto umano non negoziabile. Ma siccome viviamo in società questa ha qualcosa da dire, specie poi se i prolifici mettono i propri figli a carico della società. Augusto voleva più figli per ovvie ragioni, la Cina meno per altrettante ovvie ragioni (Augusto e la Cina si sono fatti due conti e hanno deciso ciò che più conveniva al popolo romano e cinese). Sia i Romani che i Cinesi erano e sono popoli molto pragmatici non infestati da religioni totalitarie con cosiddetti libri sacri (gli dèi dei Romani erano molto umani, la religione dei Romani piuttosto un insieme di riti che di credenze - Cicerone non ci credeva, e nemmeno personaggi scafati come Cesare e Ottaviano, che pur facevano innalzare templi a Venere Genitrice e Marte Ultore). Il monoteismo semita è stato di altra pasta.

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  10. Segnalo l'articolo di un "personaggio" che usa talvolta un linguaggio infiorito di parolacce che a qualche persona "educata e sensibile" possono dare molto fastidio. Ma questo personaggio, un ex docente di filosofia che considera la filosofia ormai fallita e si è fatta una cultura scientifica da autodidatta, dice delle cose sensate e ragionevoli. Per cui io consiglio di badare alla sostanza. Del resto il titolo del suo ultimo post nel suo blog dovrebbe far battere i cuori di molti lettori di questo sito:

    "AUMENTARE LE TASSE A PARTIRE DAL SECONDO FIGLIO"

    Seguono ampie e comprensibili spiegazioni. Il nostro ex filosofo non usa il linguaggio oscuro dei grandi della filosofia (Kant, Hegel, Heidegger e compagnia bella). Dice pane al pane. Le intemperanze linguistiche - che evita ovviamente nelle sue pubblicazioni - saranno dovute all'esasperazione.

    Sul suo progetto di aumentare le tasse per chi ha troppi figli ci sarebbe da discutere perché con l'aumento delle tasse si colpirebbero proprio i figli che non hanno nessuna colpa. Certamente però bisognerebbe infliggere delle sanzioni.
    Viva l'Italia che ha superato la Cina nella politica familiare e demografica (e senza coercizione). O volete forse un'Italia di cento milioni di abitanti ridotti alla miseria in un ambiente degradato?

    http://pietromelis.blogspot.ch

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