Già le cornacchie ambientaliste gracchiavano il solito ritornello: Hollande vuole chiudere le centrali nucleari, vuol fare della Francia un paese "denuclearizzato". Tutto mulini a vento, biciclette e specchietti solari, giardini fioriti e massaie sorridenti...
Ovviamente Hollande non è un pazzo e non ha nessuna intenzione di fare della Francia un paese del terzo mondo, una specie di Laos europeo. Ha infatti subito precisato che dismetterà una o un paio di vecchie centrali obsolete, e darà poi il via alla costruzione di centrali nucleari di ultima generazione più sicure e produttive, con minor quantità di scorie facilmente smaltibili. Per ammansire poi gli intellettualoidi ambientalisti della sua coalizione ci ha aggiunto lo zuccherino del ricorso (molto di facciata e poco sostanzioso) alle rinnovabili, ma è evidente che non ci crede minimamente. Anche perché ormai il 70 % della produzione elettrica francese è da nucleare. E le favole vanno bene solo per i bimbi da far addormentare e per gli intellettuali della Gauche vecchio stile.
P.S. Ricordo che l'energia che viene prodotta dal nucleare è a 0 emissioni di CO2, a 0 emissione di particolato PM10. Si tratta di energia gas-serra-free.
P.S. Ricordo che l'energia che viene prodotta dal nucleare è a 0 emissioni di CO2, a 0 emissione di particolato PM10. Si tratta di energia gas-serra-free.
Riporto l'articolo tratto da Greenstyle:
Hollande: sì alle rinnovabili e al nucleare di nuova generazione
17 maggio 2012 18:02 Guido Grassadonio
La vittoria di François Hollande alle Presidenziali francesi dovrebbe significare, stando ai proclami elettorali, una maggiore apertura dell’Eliseo alle questioni ambientaliste. Efficienza energetica, rinnovabili e nucleare sono i temi su cui ci si aspetta di più dal nuovo Presidente.
Soprattutto, come si sa, ad appassionare i francesi sembra essere il tema dell’atomo. La Francia è senz’altro una delle massime potenze nucleari al mondo, sia come numero di centrali attive, sia dal punto di vista dello sviluppo tecnologico, della ricerca e del know how.
Attualmente il nucleare copre il 70% di tutta l’energia prodotta dal Paese. L’obiettivo di Hollande sarebbe quello di ridurlo al 50% in poco più di una decina di anni. Vuol dire che la Francia si sta attrezzando per un abbandono dell’atomo, come Greenpeace (per fare un nome) auspicherebbe? La risposta del nuovo inquilino dell’Eliseo è precisa: assolutamente no!
Nel prossimo quinquennio verrà chiusa una sola centrale, quella di Fessenheim, in Alsazia. Si tratta di una centrale vecchia, la cui unica alternativa alla chiusura sarebbero, secondo l’Agenzia nucleare francese, dei lavori di adeguamento su uno dei reattori per prolungarne la vita per altri 10 anni. Sarkozy era orientato a fare quest’investimento, mentre Hollande marca qui la sua differenza con l’avversario:
Non sono per l’uscita dal nucleare e non sono dogmatico. Ma quella centrale è vecchia e per di più in una zona sismica.
Le precisazioni di Hollande sono importanti per capire il suo progetto. L’aumento degli investimenti nel settore delle rinnovabili farà aumentare la produzione di energia elettrica totale, riducendo matematicamente la quota del nucleare.
Il parco delle centrali atomiche francesi conta, poi, molti reattori decisamente vecchi: la “transizione energetica” di cui parla il nuovo Presidente sembra, allora, quella semplicemente di smettere di investire sul mantenimento di reattori obsoleti, accordando quei fondi alla ricerca ed alla costruzione di centrali di nuova generazione, ritenute più sicure. Difficile, infatti, interpretare diversamente le parole del Presidente:
Ho fiducia nel nucleare, ma bisogna guardare a quello di nuova generazione.
Dunque, quello di Hollande sembra un lento addio alle vecchie centrali, cominciando da quella di Fessenheim, per fare posto sì alle rinnovabili (seguendo il modello tedesco e quello italiano), ma soprattutto rilanciando la costruzione di nuove centrali nucleari.
Caro Agobit, mi dispiace ma sul nucleare non sono d'accordo con te.
RispondiEliminaAl di là degli aspetti ambientali (ovvero dei pericoli connessi con un incidente), è proprio la convenienza energetica del nucleare che non mi convince, perchè mi pare che il suo EROEI effettivo (ovvero tenendo conto di TUTTO il ciclo di vita, dalla costruzione allo smantellamento) sia in realtà NEGATIVO.
Comunque la risposta corretta a certi prblemi è sempre la stessa: dobbiamo ridurre SUBITO e DI MOLTO questa "benedetta" popolazione mondiale.
Ciao.
Caro Lumen, per quanto riguarda la convenienza energetica c'è proprio l'esempio della francia. Se non ci fosse convenienza, non avrebbero costruito 57 centrali. Inoltre bisogna guardare agli sviluppi tecnologici con centrali future sempre più efficienti e con meno scorie. Presto pubblicherò un post sulle nuove centrali a torio che azzerano il problema del possibile uso militare dell'uranio arricchito e riducono di molto il problema scorie. C'è poi la questione di fondo: non ci sono alternative. Non sarà possibile bruciare carbone, gas e petrolio ai ritmi attuali ancora per molto.
RispondiEliminaSul problema sovrappopolazione concordo ovviamente in pieno con te.
Ciao
Caro Agobit, vorrei essere ottimista come te, ma non ci riesco.
RispondiEliminaIn primis, il fatto che una classe politica opti per una certa scelta (in questo caso il nucleare) non vuol dire, ipso facto, che sia la soluzione giusta: tu sai bene quanta parte abbiano, nelle decisioni politiche, le pressioni delle varie lobbies (vedi anche la TAV, ma non solo).
Inoltre mi pare che spesso il cacolo della convenienza economicadel nucleare venga fatto un modo un po' disinvolto, ad esempio ignorando i costi (enormi) di smantellamento e/o riconversione.
E tutto questo senza considerare i rischi ambientali, che pure ci sono.
Ti confesso che, personalmente, non vedo molto "rosa" nel nostro futuro energetico.
Ciao.