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mercoledì 6 luglio 2022

La bufala riscaldamento

(La recente conferenza di unificazione tra sinistra e verdi)
Mi convinco sempre di più che la storia del riscaldamento climatico sia una colossale bufala dietro cui ci sono interessi costituiti potenti. Troppo potente il bombardamento mediatico sulla gente, troppo uniforme il messaggio, troppo violenta la espulsione dal contesto civile di chi pone dei dubbi. L'allineamento dei governi al fideismo sul global warming è impressionante, pressoché totale, ma i comportamenti poi sono molto differenti dai declami. La Cina è il primo produttore al mondo di rinnovabili, ma sono anche il primo consumatore al mondo di carbone e petrolio. Anche sul merito del riscaldamento non ci sono certezze. I dati che vengono diffusi sono per lo più manipolazioni, come dimostra in numerose pubblicazioni e convegni il geologo e metereologo Prestininzi dell'Università di Roma, con i suoi studi sulla rilevazione delle temperature degli ultimi secoli o come afferma il più importante climatologo italiano a livello internazionale, Franco Prodi: “Nessuna ricerca scientifica stabilisce una relazione certa tra le attività dell'uomo ed il riscaldamento globale. Perciò, dire che siamo noi i responsabili dei cambiamenti climatici è scientificamente infondato ". Le oscillazioni del clima ci sono sempre state, Carlo Rubbia in un noto discorso al Senato ricordò quelle degli ultimi duemila anni, con punte di caldo ben più corpose di quelle attuali. Questo non significa che le emissioni di carbonio e l'inquinamento da combustibili non esista, esiste e contribuisce alla irrespirabilità dell'aria e al degrado chimico dei suoli e delle acque. Ma ogni discorso sul contenimento delle emissioni è inficiato dall'oblio e dal silenziamento del fattore popolazione, vero tabù dei movimenti verdi. Se il riscaldamento fosse una vera emergenza, il problema popolazione dovrebbe essere al primo posto. Eppure nessuno ne parla: né i governi, né le istituzioni, né gli studiosi del problema che accettano acriticamente il cambiamento climatico,, né tantomeno i movimenti politici che si richiamano alla difesa ambientale.
La storia del riscaldamento globale del resto è un ottimo argomento per permettere ai verdi di sopravvivere e di contare politicamente a livello mondiale, ma sono loro stessi a non crederci, per lo meno nei termini catastrofici che strombazzano su tutti i media. Se ci credessero veramente, la loro battaglia anticonsumista e per una economia della redistribuzione basate solo sulle rinnovabili, verrebbe messa in secondo ordine rispetto al primo fattore all'origine del disastro ambientale: la sovrappopolazione umana del pianeta terra. L'equazione di Ehrlich I = PxAxT mette al primo posto nell'Impatto sull'ambiente la popolazione umana. Ehrlich è molto chiaro al proposito: "L'immissione in atmosfera dei principali gas serra, anidride carbonica e metano, che possono modificare il clima e rovinare la produzione agricola, non è facile da correggere. La concentrazione atmosferica di questi gas è strettamente legata alle dimensioni della popolazione. Conseguentemente, non c'è nessun metodo pratico per ottenere la necessaria riduzione dell'emissione di questi gas senza un controllo demografico " (P. e A. Ehrlich: Un pianeta non basta 1991, pag.61).
Dunque i verdi tacciono sul fattore principale della immissione di gas serra, metre spingono l'acceleratore sul cambiamento politico ed economico: socialismo, carbon tax solo contro i paesi occidentali, redistribuzione a favore dei paesi emergenti e stop ai consumi dei paesi occidentali. Non si accenna minimamente ai tassi di natalità di alcuni paesi dell'Africa o dell'oriente, i quali determinano un accrescimento medio dei consumatori ed emettitori di carbonio sul pianeta di circa 90 milioni ogni anno. Chi è nato negli anni 50 del novecento è nato in un altro pianeta: allora c'erano due miliardi di umani, oggi ce ne sono otto. Tutto questo nel volgere di una sola generazione: una esplosione demografica mostruosa che non si era mai vista per nessuna altra specie sulla terra. Una esplosione che è la causa della scomparsa di migliaia di specie viventi ogni anno con perdita della biodiversità e di interi ambienti naturali. Ciascuno dei nuovi nati della specie Homo cerca benessere e consumi e tutti i discorsi alla Greta servono solo a punire gli occidentali del passato sviluppo. Anzi i movimenti tipo Friday for Future chiedono a gran voce che cinesi, indiani ed africani si allineino ai consumi dei paesi ricchi (o ex ricchi) e che vengano abolite le differenze economiche e sociali su tutto il pianeta. Il risultato pratico di tutto questo si può leggere consultando i grafici delle emissioni di carbonio in atmosfera: nonostante le varie conferenze basate sul nulla (COP nelle varie declinazioni geografiche- Kyoto, Parigi ecc.- e numeriche)e i pareri dei soloni dell'Onu, le emissioni crescono senza mai deflettere, conferenza dopo conferenza.
Cina, India, Pakistan, Africa, ecc. accelerano sui consumi ricorrendo al carbone, petrolio, nucleare ecc. e tutto quello che assicura energia a basso costo, badando al proprio tornaconto e profittando dello stallo occidentale. Nessuno dei paesi in questione adotta più politiche di contenimento demografico, complici gli interessi politici e le politiche di potenza regionale o globale. In questo scenario i verdi vengono a dirci che il futuro del pianeta dipende dallo stop ai consumi in Europa e in Usa (paesi in rapido declino economico, la fine di un mondo dove tra l'altro sono situati i paesi con regime democratico e liberale), ed alla adozione - ma solo da parte occidentale- di energie costose e poco efficienti come le pale eoliche o i pannelli solari. Sul primo fattore di Ehrilch, la popolazione planetaria, silenzio assoluto e chi osa soltanto accennarvi è condannato all'inferno politico, al rigetto morale e all'isolamento dal contesto "civile"del pensiero unico politically correct. Chi accenna al problema è attaccato e deriso, i dati scientifici pubblicati su riviste rigorose considerati carta straccia se non allineati alla nuova ideologia del cocomero verde. L'Antropocentrismo è verde, il pianeta può divenire immensa discarica e cimitero di tutte le altre specie viventi purché si pensi ai diritti di una sola specie: Homo. L'importante è l'uomo verde e progressista, il cocomero verde fuori e rosso dentro, come mostrato al termine della recente conferenza di unione politica tra sinistra e verdi.

3 commenti:

  1. https://www.ambiente.it/informazione/focus-on/ministero-dell-ambiente-le-linee-programmatiche.html

    Anche qui manca la voce fondamentale cioè il necessario calo della popolazione umana.
    Eppure anche in questo testo si parla di:
    - evitare il consumo di suolo
    - evitare che il suolo eccetera vengono consumati più della loro capacità di rigenerarsi.

    Tutto questo è impossibile se la popolazione continua ad aumentare.
    Dopodiché parlano di nominare una squadra di tecnici per la salvaguardia ambientale, che faranno cose del tipo autorizzare il mega centro commerciale con di fianco quattro nuove piante di alberi per attutire l'impatto del cemento e dell'inquinamento.
    Non c'è speranza.

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    1. Non solo, hanno montato tutto questo apparato di propaganda sul cambiamento climatico, senza accettare dubbi o libere discussioni anche da esperti, con lo scopo di lucrare su produzioni e nuovi consumi "ecologicamente corretti" e di aumentare la massa dei consumatori-produttori. Si criticano le emissioni di carbonio di una parte sola, l'occidente, mentre si tace sulla Cina che va a carbone e sulla bomba demografica africana e asiatica.

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  2. A dir la verità qualche articolo che critica Cina e India per l'aumento dell'utilizzo dei combustibili fossili l'ho letto.
    Anche il Presidente delle Nazioni Unite ha di recente dichiarato che l'umanità è su un baratro.
    Indovina per cosa? Per l'utilizzo dei combustibili fossili .
    Non un accenno al fatto che siamo 8 miliardi e continuiamo ad aumentare.

    Purtroppo se provo a parlare con persone comuni sono seccate e dicono che è impossibile che la gente faccia meno figli ( come se le culture non cambiano nel tempo, come se tutti vogliono davvero riprodursi) che già in Italia c'è il dramma ( secondo loro è un dramma perché tutti sognano il neonato ) che la gente fa meno figli perché non ha soldi.
    Non c'è speranza.
    Ecco un altro triste articolo dove si vuole aumentare la natalità:

    https://www.iltempo.it/economia/2022/07/18/news/perche-la-popolazione-italiana-e-in-calo-crisi-demografica-mondiale-dati-istat-2022-32445011/amp/

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