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domenica 8 dicembre 2019

L'Europa: finanza e culle piene

Gli organismi internazionali Fmi, Commissione Ue, Ocse e i vari burocrati del potere finanziario europeo e internazionale esprimono i dubbi sul futuro del nostro paese. Questi dubbi, che condizionano negativamente i giudizi delle società' di rating e dei mercati , con le note conseguenze sullo spread, si basano su criteri elaborati dal Working Group on Ageing (Wga), di cui si avvale l'Unione Europea per formulare le raccomandazioni ai singoli paesi. Il Wga ha sul nostro paese una visione negativa di fondo: produttività', crescita e occupazione sono stimate al di sotto delle medie europee perche' subiamo tutti gli effetti negativi dell'invecchiamento e l'arresto delle curve di crescita demografica. Cio' fa capire in modo chiaro che cosa i burocrati europei auspicano per l'Italia e il continente europeo: una crescita continua basata principalmente sulla crescita demografica, cioè'l'aumento continuo dei consumatori e dei produttori che assicurino una crescita economica basata sulle curve in salita di produzione e vendite. Talmente gli organi di Bruxells vedono le soluzioni su sviluppo e mercato del lavoro legate alla demografia, che apertamente chiedono l'inversione delle politiche demografiche con incentivi alle nascite e proposte che portino all'aumento della densità' demografica su aree già' densamente popolate come quelle della nostra penisola o del continente europeo. Per chiarire meglio la loro visione pongono poi la solita domanda: con queste poche nascite in Italia la spesa pensionistica sarà' sostenibile in futuro?
Veniamo ai singoli punti del documento della Wga a margine del bilancio italiano. Sulla base delle previsioni dell'Istat, la Ue e gli organismi internazionali ci penalizzano nei giudizi per la riduzione della popolazione, che dagli attuali 60,5 milioni scenderà' nel 2045 a 59 milioni (sic) a causa del basso tasso di fecondità' (che pure aumenta da 1,34 a 1,53 figli per donna - soprattutto per i tassi di fecondità' dei figli degli immigrati). Ma, e qui si viene al succo della visione che gli euroburocrati hanno del futuro dell'Italia e del continente, dicono i documenti Wga, la causa principale del giudizio negativo e' la riduzione della immigrazione da 340 mila ingressi netti l'anno (2014) a 191 mila (2017) e anche molti meno negli anni successivi, fino alle poche decine di migliaia dell'anno scorso. Questa, dicono alla Ue, e' la vera disgrazia dell'Italia che si ritrova così' con una popolazione in decrescita (anche se lentissima) e in progressivo invecchiamento e manca la sostituzione della popolazione invecchiata da parte di nuove generazioni straniere. E si sa che i vecchi spendono meno, acquistano meno, viaggiano meno, insomma consumano meno di una popolazione più' giovane e con numerosi figli.I vecchi inoltre non lavorano e non fanno massa di lavoro, e quindi non contribuiscono a ridurre il costo della mano d'opera. Tutto questo, ricordo, viene pubblicato e affermato dai poteri finanziari e burocratici europei proprio mentre a Madrid si discute alla Cop 25 di come ridurre i consumi impattanti sulle emissioni di carbonio per fermare il riscaldamento climatico. Una contraddizione in termini, una assurda aporia che fa cadere la maschera verde dei cosiddetti ecologisti europei che sarebbe meglio rinominare ego-logisti. Ecco allora che le grandi menti green dell'Ue propongono adeguate politiche familiari e di conciliazione vita-lavoro allo scopo di favorire nei prossimi anni l'aumento della natalità' con riflessi positivi di cui potremo godere nel 2045-50 (se il pianeta ancora esisterà' o non sarà' invece ridotto, come Venere, ad una palla circondata da gas incandescente). Ma le proposte degli euroburocrati non si fermano qui: si potrebbe incentivare l'arrivo e la regolarizzazione di milioni di immigrati per riportare le curve demografiche e la produzione in crescita. Per la sola Italia si potrebbero, ad esempio, regolarizzare 500 mila immigrati che sono attualmente irregolari favorendo magari quelli che già' lavorano. Di colpo aumenteremmo il tasso di occupazione e la popolazione, diminuiremmo l'eta' media italiana e migliorerebbe il rapporto attivi-pensionati. Ma non basta, si auspicano bandi di apertura delle frontiere a migliaia di potenziali lavoratori stranieri ( quali lavoratori se in Italia già' non c'e' lavoro?) auspicando l'arrivo di specialisti: di fatto e' arcinoto a tutti che i barconi in arrivo abbondano di tecnici specializzati.
Quello che in conclusione si deve notare e' che manca in Europa una vera cultura ecologista, che guardi alla riduzione della pressione antropica sul territorio e sull'ambiente naturale come unica strada verso il contenimento del riscaldamento del clima e del disastro ambientale. Quello che e' una benedizione, la riduzione della crescita demografica, viene visto come un ostacolo allo sviluppo e al Pil, alla faccia della riduzione delle emissioni di carbonio e della salvezza planetaria. Proliferano invece gli ego-elogisti che puntano ai profitti della grande finanza e delle banche e alle vendite di massa delle imprese capaci di resistere ai mercati globalizzati. Magari dietro la retorica delle rinnovabili, delle Cop e delle Grete di turno.

7 commenti:

  1. << Quello che in conclusione si deve notare e' che manca in Europa una vera cultura ecologista, che guardi alla riduzione della pressione antropica sul territorio e sull'ambiente naturale come unica strada verso il contenimento del riscaldamento del clima e del disastro ambientale. >>

    Caro Agobit, quella cultura, al di là delle belle parole di maniera, manca a tutti.
    Perchè una cultura di quel tipo vorrebbe dire accettare come dato ineluttabile la contrazione dell'economia e quindi - correttamente dal punto di vista oggettivo (anche se la qualità della vita è una cosa diversa) - la riduzione della ricchezza.
    Nessuno, tra i politici e i decisori sociali, ha il coraggio di propugnare una scelta simile, perchè sono pochissimi i cittadini disposti ad accettarne il prezzo in cambio della sopravvivenza ambientale.
    E' il classico gatto che si morde la cosa.

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  2. Da queste "notizie" ricaviamo che...

    1) il controllo demografico è ammissibile ("gli organi di Bruxells [...] apertamente chiedono l'inversione delle politiche demografiche con incentivi alle nascite")

    2) il tanto sbandierato Green Deal è una truffa, come era fin troppo facile capire anche senza questo articolo

    3) questi fanno finta di non aver di fatto già azzerato il sistema pensionistico per le generazioni a partire da quella del baby boom

    4) del benessere delle persone "comuni", a costoro, interessa men che niente; nella loro mente bacata, siamo capi di bestiame e nulla più

    Non aggiungo dove dovrebbero andare secondo il mio sentire. E' intuibile senza troppo sforzo.

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    1. Preciso: "il controllo demografico è ammissibile" e ampiamente praticato dalla notte dei tempi, inclusi quelli odierni. E nessuno si scandalizza, a quel che mi risulta.

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  3. Cercare di parlare di pianificazione familiare, è praticamente impossibile, ho tentato più volte in ambienti diversi ma non c'è stato verso. I sistemi per equilibrare demografia ed economia ci sono, da molto tempo, Il problema è che la massa è sempre più indifferente ed ignorante, e spaventata senza sapere il perché, gli spot di informazione nei tg non danno nessuna spiegazione, si limitano alla notizia. All'apertura della Cop 25 aa Madrid, il segretario dell'ONU a ripetuto praticamente le stesse parole, il significato, dell'allora segretario U Thant, son passati 50n anni e non è cambiato niente. Adesso è finito il tempo, siamo in piena emergenza, adesso tutto è permesso e rischiamo di ricorrere a estremi rimedi.

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  4. La pianificazione famigliare di Stato è una realtà dalla notte dei tempi. Ce l'abbiamo perfino in Costituzione. E' una pianificazione che punta all'incremento, ma sempre di pianificazione si tratta. Dunque, dovrebbero finirla con questa panzana per la quale non sarebbe proponibile puntare alla riduzione delle popolazioni tramite forme di controllo "dall'alto".

    Se davvero non si vuole la pianificazione famigliare, si revochino immediatamente tutte le forme di sostegno alle famiglie, incluse quelle che riguardano istruzione e sanità. Non accadrà, perché chi governa (chiunque) VUOLE il controllo demografico, e lo attua senza mezzi termini. Per alimentare la crescita. E se le nascite non bastano, vai con l'importazione dei "capi" da qualche altrove!

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  5. Osservare l'orrore dei cocomeri, ohsp, dei pseudo verdi.
    Un programma cosi' contraddittorio (immigrazioni/deportazioni di massa e pseudo ambientalismo da cittadini da salotto) che confligge con stridore con la maggior parte dei fondamenti dell'ecologia.

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  6. FUORI TEMPO MASSIMO

    L'India tenta la carta dei due figli per coppia

    A partire dal 2021 nello stato indiano dell'Assam le coppie dovranno limitarsi a due figli. Chi non si attiene alla regola non potrà essere assunto dallo Stato. Ma anche postini, insegnanti e poliziotti inadempienti dovranno licenziarsi ovvero saranno licenziati. L'India tenta così di frenare l'incremento demografico di questo Stato che ha attualmente 31 milioni di abitanti.

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    Troppo poco e troppo tardi. La popolazione indiana è destinata a superare quella cinese che è di 1,4 miliardi di abitanti. Come in economia non sembra esserci alternativa alla crescita demografica. Un drastico calo della natalità come in Giappone, ma anche in Italia e in occidente in genere, crea effettivamente grossi problemi. L'Italia e gli europei pensano di ovviare allo scompenso con una forte immigrazione dall'Africa e dal resto del mondo, i Giapponesi - finora fortemente contrari all'immigrazione - ci stanno ripensando e pensano ad aperture, ma non incontrollate e di massa.

    Comunque nessuna autorità osa porre la questione dell'optimum di popolazione. Ma perché? Si potrà pure poter discutere dei limiti del pianeta. L'ONU ha affermato il diritto di ogni coppia di avere quanti figli vuole e quando vuole: sarebbe un diritto umano, uno dei famosi diritti inalienabili. Per forza andremo perciò a sbattere.

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