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mercoledì 7 febbraio 2018

Le tristi elezioni italiane

Non credo di aver mai assistito ad una campagna elettorale più spenta di questa. Non so perché ma tutte le facce dei principali candidati mi sembrano tristi, come tragici mascheroni. Berlusconi appare una mummia con lo sguardo perso e non ride più come rideva nel 94. Ha una fissità che oserei definire parkinsoniana. Leggo nella sua pupilla questo interrogativo: ce la faccio ancora o non ce la faccio più? (e non credo che la questione riguardi il governo). Anche la vispa Meloni ha un qualcosa di tragico che la accomuna ai clown di certi circhi di periferia in dismissione con gli animali vecchi che si fatica a far uscire dalla gabbia per lo spettacolo. Salvini mi sembra uno appena sceso dal camion che fa una pausa prima di ripartire con il suo carico. Renzi ha l'aspetto di uno che è sopravvissuto al terremoto e che mostra una euforia parolaia senza senso. Parla sempre di futuro ma è inesorabilmente ancorato ad un breve passato che puzza di bruciato. Non riesco a ricordare gli altri del PD: facce neutre che non si fissano nella mente. Ricordo solo la Boschi e il suo spaesamento. Quanto a Grasso mi da molta tristezza per quel suo bloccarsi con un groppo in gola appena sta per dire qualcosa di sensato, evidentemente colpito lui stesso dalla rarità del fenomeno. Su Bersani e D'Alema stendo il velo pietoso che copre i vecchi mobili di una casa invenduta. Il vecchio padrone è finito all'ospizio e la casa è in malinconico abbandono. Un discorso a parte merita il candidato Di Maio. Ho fatto un esperimento: ho chiuso l'audio mentre il soggetto parlava esponendo il suo programma. Ho trovato una forte dissociazione tra lo sguardo, perennemente interrogativo, e la zona orale impegnata ad esprimere concetti non collegati con lo sguardo. La composizione tra parte superiore ed inferiore del viso era impossibile nel momento in cui l'esponente 5 stelle sorrideva: la bocca ridente voleva essere rassicurante ma gli occhi allarmati indicavano una vulnerabilità di pensiero preoccupante e inquietante. Riattivando l'audio la sensazione dissociata restava pur un poco nascosta dall'eloquio. Gli altri esponenti del movimento mi sembrano accomunati da un aspetto e una loquela aggressiva dietro cui però si percepisce un vuoto cognitivo che lascia interdetti. Come il loro patron Grillo sono bravi a urlare deridere e sfasciare ma sul fare concreto casca l'asino.
Passando in rassegna i principali candidati si tratta ora di parlare di fantasmi. Infatti scorrendo partiti e movimenti mi sono messo a cercare dove fossero mai finiti i verdi. Non si trovano. Cerca e ricerca qualcuno mi ha spiegato l'arcano: si presentano in una listarella di un cespuglietto collegato al PD che mi sembra di ricordare si chiami "Insieme" (il nome è vago e rispecchia la vaghezza delle proposte che nessuno conosce). Pare che il movimento verde vi sarà rappresentato da Angelo Bonelli e sul sito web di Insieme si parla di "aggregazione civica , ecologista, progressista e riformista che guarda al civismo, alle battaglie ecologiste e ai diritti", parole e concetti di rara originalità e capaci di aprire un abisso di contenuti e di fatti. Abisso nel senso di vuoto abissale, di assoluta mancanza di materia, di assenza di concretezza. Pare che questo Insieme, dietro le roboanti enunciazioni, nasconda un misero valore elettorale: stando ai sondaggi lo 0,4%. E' così che finisce la storia di un movimento verde che aveva suscitato in tutti noi, in anni lontani, grandi speranze. Finisce autodigerito per una serie di aporie ideologiche e politiche fortemente autodistruttive. Sul tema del riscaldamento globale hanno fatto politiche a dir poco daltoniche: hanno combattuto ferocemente il nucleare, la principale fonte di energia priva di emissioni di CO2. Si sono battuti per dirottare sulle rinnovabili (eolico e solare) miliardi di finanziamento pubblico elevando alle stelle il costo dell'energia e facendo aumentare l'importazione di petrolio e gas (siamo tra i principali paesi importatori) cioè fonti di emissioni primarie di CO2. Ciò ha contribuito ad aumentare i costi dell'energia e a rallentare l'economia e la ricerca tecnologica del paese.
Non parliamo delle politiche ambientali dei verdi: se ne sono letteralmente dimenticati. Non sono riusciti a premere sui governi per legiferare contro il consumo di suolo, ma si sono concentrati sulle politiche di accoglienza dei migranti. Così, mentre avrebbero dovuto combattere contro la cementificazione e la scomparsa del verde, hanno lavorato per l'aumento dell'antropizzazione del territorio italiano e quindi per la cementificazione. I nuovi residenti immigrati (a cui secondo i verdi va anche concessa con facilità la cittadinanza) hanno infatti bisogno di lavoro, di mobilità, di assistenza sanitaria, di abitazioni, di svago, di formazione, di cibo, di riscaldamento ecc. E' necessario quindi provvedere a costruire le strutture abitative, le infrastrutture, gli impianti sportivi, capannoni e discariche, aumentare la produzione di cibo, energia, strade, ferrovie ecc. Ovviamente ai temi della accoglienza e della visione positiva dei fenomeni migratori, i cosidetti verdi non hanno accompagnato alcun discorso sulla necessità di proporre e favorire politiche denataliste nei paesi di provenienza, in alcuni dei quali la media dei figli per donna raggiunge la doppia cifra. Considerando che gli alti tassi di natalità sono alla base del sottosviluppo e della mancanza di risorse da investire nella industrializzazione e nella formazione e innovazione tecnologica in quei paesi, questo aspetto della politica dei verdi posso semplicemente definirlo criminale verso l'ambiente. E' così che il cerchio si chiude delineando un paradosso: i verdi sono con la loro politica demenziale tra i principali responsabili del degrado ambientale e sociale del pianeta.
Per finire voglio accennare ad uno dei principali temi della campagna elettorale a cui tutte le forze politiche hanno dato risalto. Signori, nel caso non lo aveste capito, lo sapete qual'è il principale pericolo dell'Italia? La desertificazione e la scomparsa del genere umano. Si avete capito bene: per tutte le forze politiche che si contendono il 4 marzo i seggi al parlamento, il principale pericolo italiano sono le culle vuote. Già ci immaginiamo le conseguenze tra qualche anno. Immense distese di terra italiana disabitata, coste marine spoglie e prive di case, montagne senza villaggi turistici e piste da sci, la pianura padana ridivenuta una steppa abitata da animali inselvatichiti e priva di umani. Le nostre città ridotte a rovine che rivedranno crescere la vegetazione su strade rotte e resti di edifici diroccati. Sorgeranno numerosi problemi: chi pagherà le pensioni? Chi acquisterà auto nuove? Chi comprerà i detersivi e le padelle? Chi comprerà le case e gli elettrodomestici? I mercati saranno vuoti e la produzione invenduta. Un disastro generale.
Ecco allora tutte le forze politiche affannarsi a dare incentivi per coiti ripetuti, per rimettere in moto la fabbrica antropica e la sana cementificazione planetaria. Renzi lancia 380 euro mensili a figlio fino ai 18 anni, Berlusconi 500 euro a coito (ognuno ha le sue fisse) con prole, la Meloni altrettanti fino all'università, Grasso vuol tassare chi non figlia, Di Maio vuole dare il reddito di culla che poi si trasformerà in quello di cittadinanza.. Nessuno accenna al fatto che, nonostante le culle vuote, la popolazione italiana residente aumenta anno per anno, mese per mese. Vengono da altri paesi e vanno ad aggiungersi alla curva demografica italiana. Già il Papa, le catene commerciali, le multinazionali hanno un sogno: una italia divenuta una unica grande megalopoli, una distesa ininterrotta di grattacieli e asfalto in cui centinaia di milioni di afro-europei compreranno milioni di tonnellate di prodotti importati dalla Cina. Il sol dell'avvenir risplenderà su una fitta nebbia cronicamente stesa a ricoprire di miasmi, particolati e anidride l'immensa megalopoli italia. Dalla coltre ininterrotta di smog emergeranno solo le punte dei grattacieli, dei campanili e dei minareti. Le culle saranno piene e le maschere antigas andranno a ruba.

20 commenti:

  1. In Italia saremmo virtuosamente già alla situazione de "il figlio unico" (1,37 figli per donna, dati 2015) e la popolazione autoctona in sensibile calo.
    Da tempo, purtroppo, è tornata la crescita demografica dovuta allo tsunami migratorio / demografia degli invasori (spesso violentemente prolifici, a tassi doppi o tripli rispetto agli italiani e relative generazioni 1+n di alloctoni).

    I cocomeri (verdi fuori, rossi dentro) come i bianchi (cattolici) e i sinistranti rossi, con la loro apologia, supporto, implementazione dell'immigrazione di massa e la repressione brutale delle resistenze all'invasione sono, in effetti, gli artefici principali, i responsabili e della sirianizzazione/balcanizzazione della società italiana con la guerra civile già a intensità bassa (in altre paesi d'Europa, più avanti, sono già al livello medio-basso, con le grandi stragi compiute dai riconoscenti, gioiosi fratelli dell'islam religione di pace, a danno degli ospitanti coatti) e della solerte preparazione del collasso ecologico dovuto alla ripresa dell'aumento della popolazione.
    Senza dubbbio alcuno i verdi hanno questa responsabilità di una politica estremamente antiecologica, la più antiecologica possibile che è quella della crescita demografica.

    Baloccarsi con ambientalismi da teatrino e favorire un'ulteriore crescita demografica e, peggio nel peggio, da invasione (in parte rilevante di genti millenariamente ostili, nemiche).
    L'oppio marxista, il razzismo anti e l'ugualismo danno alla testa e i risultati si vedono.

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    1. D'altra parte, B. riparte con l'apologia de-facto, condonista (il buonismo dei maldestri) della devastazione edilizia, del tumore cementizio.
      (manineicapelli)

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    2. Dovesse avere la "fortuna" di raggranellare una quantità sufficiente di voti, aspettati che ripeta (insieme al consueto reggimoccolo leghista) anche i colpacci già messi in atto una decina d'anni fa, quelli a suon di quelle sanatorie (tre, per la precisione) con le quali, come per incanto, combattè la clandestinità di oltre due milioni di forestieri: un "sanato", per definizione, non è più clandestino ma "regolarizzato", ed ecco mantenuta la promessa di "combattere la clandestinità". Ma... un momento... anche Salvini quando parla di combattere l'immigrazione non manca mai di specificare clandestina, incontrollata, eccessiva e così via, sempre uno specificativo pronto per il classico "tana libera tutti"! No, dai, maligno: sono solo casi fortuiti, non c'è intenzionalità.

      P.S. Salvini è solo uno fra i tanti. Fateci caso. Non ce n'è uno che sia uno che non faccia lo stesso. Se lo trovate, ditemelo.

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    3. Poi, ciliegina sulla torta, ci tocca pure leggere boiate tipo questa.

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  2. "Signori, (...) lo sapete qual'è il principale pericolo dell'Italia? La desertificazione e la scomparsa del genere umano."

    Premesso che il problema-sovrappopolazione ha dimensioni non solo nazionali ma anche locali e globali, questa amara e ironica annotazione mi fa tornare in mente il sottotitolo di un capitoletto di uno degli ultimi scritti del vecchio Nietzsche: 'come il mondo vero finì per diventare una favola': in effetti di fronte all'attuale massiccio rilancio italiota di politiche clerico-nazional-nataliste, se non ci fosse da piangere calde lacrime, ci sarebbe letteralmente da sganasciarsi dalle risate...

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Prima di parlare del problema demografico, mi duole fare il pollice verso alla descrizione politica. Ironica, condivisibile nella sostanza ma così vicina al qualunquismo di elite generato dagli intellettuali che con la puzza sotto il naso ci illuminano ogni giorno. La politica è sangue e m...., e li, nei palazzi romani, qualcuno, in democrazia, ci deve essere. Ad ognuno il proprio flagello del voto, io mi assumo il mio e non mancherò di turarmi il naso.
    Sono d'accordo sul falso problema demografico dell'italia e dei paesi occidentali in genere. Ma non si può interpretare ciò con la minaccia della razza ariana! Siamo nel 2018, quanto tempo passerà prima che ci si rende conto della totale stupidità del concetto di razza? Finiranno gli italiani? Finiranno gli italiani, così come sono già finiti molto tempo fa durante le innumerevoli invasioni.....abbiamo avuto imperatori spagnoli... L'uomo è destinato a parlare una sola lingua e ad avere un solo colore di pelle. é già scritto, sarà triste e poco romantico, ma è così. In fondo noi siamo il risultato di una selezione tra gli stessi homo, vedete in giro un habilis?

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    1. R "L'uomo è destinato a parlare una sola lingua e ad avere un solo colore di pelle. é già scritto, sarà triste e poco romantico, ma è così." Non credo proprio: col peak everything oltre che più povero il mondo si fa rapidissimamente più piccolo, e chi è quasi in equilibrio con la propria capacità di carico difenderà coi forconi chi prova ad entrare nel pollaio.

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  5. Il pensiero di elite oggi e' fortemente natalista e pro-globalizzazione delle merci e delle persone. Se c'e' qualcosa che contraddistingue coloro che sono coscienti oggi del problema demografico e' che siamo quattro gatti senza alcun potere e quindi con il naso non sopra...ma ben dentro la puzza generale. Quanto alla razza concordo. Non esiste una razza italiana ne' una razza europea. Mi considero un amante della natura che per me e' un unico grande organismo oggi in precaria salute e rifiuto ogni falsa distinzione sia biologica sia ideologica. Ma anche teorizzare una nuova unica grande razza unificante insieme ad una lingua unica planetaria e' un modo sottilmente ideologico di auspicare soluzioni totalitarie sia in senso etnico-biologico che politico. Se uniamo questa visione totalizzante ad un pianeta sovrappopolato creiamo un nuovo inferno sulla terra.

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    1. "Il pensiero di elite oggi e' fortemente natalista e pro-globalizzazione delle merci e delle persone."

      Pensiero di elite fortemente natalista? Non esageriamo, ad essere fortemente natalisti sono i soliti buzzurri con la paura di essere meticciati/sopraffatti, e che pensano che l'unico modo di non essere sopraffatti sia di sopraffare. Credono che tutti ragionino come loro.
      Il pensiero di elite semmai avverte che una societa' composta in maggioranza da vecchi infermi e una minoranza di abili al lavoro non puo' sopravvivere senza la schiavitu' di fatto dei pochi abili al lavoro (ci siamo gia'), definirlo per questo "fortemente" natalista mi pare una carognata ideologica: quello che dicono e' solo la pura verita', ci siamo cacciati da soli in questa situazione ma non e' certo negandola perche' sgradevole che la risolviamo, ne' che possiamo ritenerci intellettualmente superiori. Anzi, visto che in ogni caso non la risolviamo proprio, faremmo piu' bella figura ad ammetterla.

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  6. << Il pensiero di elite oggi e' fortemente natalista e pro-globalizzazione delle merci e delle persone. >>

    Esatto.
    Ed è per questo che nessuna vera e seria decisione viene presa (o anche solo ipotizzata) per limitare la tragedia demografica.
    Perchè le elites pensano per prima cosa al guadagno, e la teoria economica vigente conferma che i guadagni (nel breve periodo) sono direttamente collegati con la crescita continua.
    E siccome le forze politiche sono semplicemente il braccio operativo di queste elites è inevitabile che non ci siano partiti che abbiano programmi di controllo demografico.

    Andremo pertanto a votare anche noi quattro gatti, quanto meno per difendere la democrazia, ma ci sentiremo come sempre (anzi più di sempre) politicamente orfani.

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    1. Le elite pensano per prima cosa a salvare la pelle: se le cose vanno a rotoli, sanno bene che il popolo se la prende comunque con loro (anche se a figliare come conigli e' stato il popolo).

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    2. Le elites, avendo soldi e potere, sanno benissimo come fare a salvare la pelle ed hanno sempre pronto un piano B.
      Basta prepararsi un qualche posticino riparato in terra straniera.

      Poi, certo, quando succede il patatrac, qualcuno rimane ugualmente col cerino in mano e la paga per tutti, ma si tratta in genere dei più presuntuosi, quelli che si sentono intoccabili (o semplicemente dei più sfortunati).
      Gli altri, più previdenti, perderanno anche il potere, ma potranno godersi la "meritata" pensione.

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    3. Il bello di essere un'elite e' che hai il potere: la vita da esule puo' piacere ai disgraziati emigrati, non certo a chi ha comandato (vedi craxi). Per gli altri, quelli che restano, nel nostro paese sono rari i casi di personaggi di grande potere che non hanno fatto una brutta fine. Quello a cui e' andata meglio forse e' andreotti, che e' stato solo perseguitato con processi per mafia fino all'ultimo dei suoi giorni.

      Quando sei in una di quelle elevate posizioni, non hai alternativa ad alzare sempre la posta, come un giocatore di poker, nel tentativo di restare in sella, e se ti va bene muori di infarto prima del patatrac. Ma non vale solo in cima, vale un po' a tutti i livelli, la necessita' intrinseca della "crescita" viene da qui. Quando hai un sistema complesso in corsa, fosse anche solo la vita di una persona, tornare indietro e ricominciare da capo e' impossibile, prova ad immaginare di cambiare una sola cosa importante del nostro modo di vivere, che ne so eliminare l'uso _inutile_ delle automobili: ne deriverebbe una serie di conseguenze che devasterebbe completamente l'ordine economico e quindi sociale. Non si puo' che andare avanti cercando di trasformarle in elettriche, anche se costa dieci volte di piu' e ci svenera' completamente.

      Alla fine qualcuno a cui dare la colpa si trovera' sempre.

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    4. << Il bello di essere un'elite e' che hai il potere: la vita da esule puo' piacere ai disgraziati emigrati, non certo a chi ha comandato (vedi craxi). >>

      E' vero: puoi rimanere ricco, ma se devi usare il piano B, il potere è perso per sempre.
      E questa, per alcuni, è una perdita intollerabile.
      Il che, forse, spiega i tanti personaggi che vengono sorpresi incredibilmente con le mani nel sacco.

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    5. Si' pero' la parte piu' interessante e' quella dopo.

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  7. R" Non parliamo delle politiche ambientali dei verdi: se ne sono letteralmente dimenticati. Non sono riusciti a premere sui governi per legiferare contro il consumo di suolo, ma si sono concentrati sulle politiche di accoglienza dei migranti. Così, mentre avrebbero dovuto combattere contro la cementificazione e la scomparsa del verde, hanno lavorato per l'aumento dell'antropizzazione del territorio italiano e quindi per la cementificazione. I nuovi residenti immigrati (a cui secondo i verdi va anche concessa con facilità la cittadinanza) hanno infatti bisogno di lavoro, di mobilità, di assistenza sanitaria, di abitazioni, di svago, di formazione, di cibo, di riscaldamento ecc" grandissimo! Grandissimo anche l'inizio, peraltro ho ascoltato Crosetto,Fedriga e lo stesso Brunetta mi sembrano pronti ad accogliere sotto casa loro persone con i forconi, a quanto dicono loro stessi, pur di smuovere qualche macigno burocratico e statalista.

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  8. Facciamo il punto della situazione:

    1 - Il Movimento Animalista della signora M. V. Brambilla non si presenterà alle elezioni. Brambilla sarà candidata da Noi Con l'Italia (la c.d. quarta gamba del centrodestra), in cui tra i politici più esposti troviamo Maurizio Lupi, il quale ha serenamente detto che a lui interessa nulla dello sfruttamento degli animali nei circhi;
    1a - Nella stessa coalizione di centrodestra troviamo M. S. Gelmini, apertamente contraria all'abolizione della caccia perché 'altrimenti si perdono posti di lavoro'. In sua compagnia, l'anti-ambientalista ed anti-animalista M. Salvini ('i cacciatori sono brave persone') e G. Meloni, vera e propria devota alla causa natalista. È bene ricordare che sia la Lega sia Fratelli d'Italia sono partiti ampiamente popolari all'interno del sanguinario mondo venatorio e che esprimono scetticismo/negazionismo verso il GW causato da azioni umane (insomma, la pensano come il demenziale Trump).
    Per quanto riguarda Forza Italia, le cose non cambiano molto (es. Ponte sullo Stretto);

    2 - Nel non-meno-orrido panorama del centrosinistra, Bonino è favorevole all'immigrazione afro-asiatica. Male, molto male. Tuttavia, ciò è coerente con la sua linea di pensiero liberista: l'immigrazione di massa — ergo molte nascite, ergo sovrappopolazione, ergo esercito di riserva industriale (Marx) — è valutata in modo discretamente positivo da parte della élite che conduce l'odierno turbocapitalismo plutocratico. E pensare che il suo partner Pannella propose il lungimirante Aurelio Peccei (tra i rari ambientalisti realmente preoccupati della bomba demografica esplosa nel secolo scorso e tutt'ora in corso) alla Presidenza del Consiglio;
    2b - Non meno del centrodestra, il centrosinistra è intrinsecamente indifferente alla mancata protezione delle altre specie animali e dell'ambiente.
    Che queste elezioni pongano definitivamente una pietra tombale (elettorale, naturalmente) sui Verdi, i quali se ne sono sempre fregati degli importantissimi avvertimenti lanciati dal Club di Roma;

    3 - Ciliegina sulla torta (si fa per dire), il M5S di Luigi Di Maio. Anche costui finge di essere sensibile alla protezione dell'ambiente e relativa fauna. Infatti, mai nulla ha detto contro la vergognosa e criminale urbanizzazione avvenuta alle pendici di un pericoloso vulcano esplosivo tutt'oggi attivo sebbene dormiente. Oltre mezzo milione di Homo Sapiens — corregionali del candidato pentastellato — che hanno egoisticamente deturpato la costa ed il suolo.

    Preferisco non recarmi alle urne.

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  9. Ciao signore e signora
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