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sabato 27 febbraio 2016

La versione di Magdi

Ho ascoltato alcuni giorni fa una conferenza del giornalista italo-egiziano Magdi Allam per la presentazione del suo nuovo libro "Islam siamo in guerra". Allam parla di una terza guerra mondiale in cui il terrorismo islamico sta portando una minaccia mortale alla civiltà occidentale minata già nei suoi valori da una crisi economica devastante, da una perdita di valori in atto ormai da decine di anni e da una crisi demografica che potenzialmente potrebbe spopolare l'Europa (se non ci fosse il fenomeno immigratorio). Dice il giornalista parlando del nostro paese:
"Sul fronte demografico l'Istat ci informa che la differenza tra nascite e morti ha fatto registrare nel 2014 un saldo negativo di quasi 100.000 unità, che segna un picco mai raggiunto nel nostro paese dal biennio 1917-1918, negli anni della Prima guerra mondiale: E' come se fossimo usciti dalla Grande Guerra. Con la popolazione a crescita zero, il calo demografico è compensato solo dal flusso migratorio. L'invecchiamento della popolazione ha fatto salire l'età media a 44,4 anni. L'Italia corre ai ripari allargando le maglie della cittadinanza, concedendola a 130.000 stranieri nel 2013. Ma è del tutto ovvio che di questo passo la popolazione autoctona declinerà sempre di più, mentre aumenteranno gli immigrati che sono in prevalenza musulmani."
Magdi, da ex musulmano, vede nello stanziarsi di grandi masse musulmane in europa un pericolo grave per il futuro della nostra civiltà. La religione musulmana, afferma, è intrinsecamente violenta e sopraffattrice. Il loro Profeta Maometto era un predone che ricorreva alle armi e alle uccisioni per convertire e conquistare; "partecipò personalmente alla decapitazione di più di 600 ebrei della tribù Quraiza catturati a Medina" secondo quanto riferiscono i loro stessi testi sacri sulla biografia di Maometto (Sura). I musulmani utilizzano le democrazie occidentali ed in particolare Europee per infiltrarsi liberamente nelle nostre società e quindi prenderne il potere anche in virtù della forte immigrazione e dei tassi di natalità. Per la differenza demografica tra le nostre società e le nazioni musulmane abbiamo oggi in Europa (un continente di quasi 500 milioni di abitanti) solo 80 milioni di giovani, mentre nelle coste del nord africa e nei territori del medio oriente si affollano 350 milioni di giovani (solo l'Egitto ha 60 milioni di giovani). Mentre i nostri giovani, inoltre, sono demotivati, senza valori in cui credere, privi di entusiasmo, assolutamente alieni da idee di lotta e di conquista, abbiamo invece da parte dei giovani di religione musulmana forti motivazioni, un credo assoluto che li rende compatti al di la delle differenze nazionali di provenienza, fortemente combattivi e volenterosi di una rivalsa verso coloro che considerano ex conquistatori e responsabili della loro arretratezza. Sono inoltre cementati da un forte odio religioso inculcato nelle moschee. Attenzione, avverte Allam, questo non riguarda, come dicono molti in occidente, solo i terroristi, ma è una ideologia diffusa tra milioni e milioni di giovani arabi e musulmani. Ad esempio il movimento dei fratelli musulmani, considerato un interlocutore moderato da molti governi in Europa, avverte il giornalista, è invece un movimento che è ideologicamente orientato alla sopraffazione e alla conquista dell'occidente democratico con l'obiettivo della conquista del potere in Europa e poi nel mondo intero.La condanna dell'IS da parte di molte autorità religiose islamiche è più apparente, per dissimulazione, che reale; le voci di denuncia delle violenze sono deboli e la cultura religiosa diffusa vede invece con simpatia e favore l'espansione delle milizie jhadiste. Corollario di questa visione di Allam è la sua conclusione: l'Occidente deve tornare a crescere demograficamente favorendo la famiglia tradizionale, e tornare a credere nei valori del laicismo e della democrazia basati su leggi forti che escludano la tolleranza verso chi vuole affermare il proprio credo e la propria cultura con la violenza. Magdi se la prende con Papa Francesco che considera in preda ad un relativismo di valori che lo porta a favorire l'immigrazione massiccia e la costruzione nel nostro paese di sempre nuove moschee. A conferma della subalternità della Chiesa Cattolica all'Islam il giornalista ha ricordato che Papa Benedetto XVI è stato costretto alle dimissioni dalle violente reazioni del mondo musulmano dopo il suo storico discorso di Ratisbona in cui aveva condannato l'Islam come affetto da espansionismo violento riportando le parole dell'Imperatore Bizantino Manuele II Paleologo. Qualcuno è intervenuto dalla platea affermando che la cosidetta violenza che si trova nel Corano, come ad esempio l'incitamento ad uccidere gli infedeli, deve essere contestualizzata e interpretata non alla lettera ma alla stessa maniera di come alcune scene violente riportate dalla Bibbia sono reinterpretate dal cristianesimo. Il giornalista ha risposto che l'Islam non prevede una interpretazione del testo sacro, in quanto a differenza della Bibbia che riporta racconti ispirati in vari scrittori dalla divinità e quindi passibili di esegesi, il Corano è "parola di Dio" fattasi libro (Incartata, dice Allam, riprendendo l'idea della Incarnazione di Dio in Cristo) e non può essere soggetta ad alcuna interpretazione ma solo rispettata e adorata, pena l'apostasia che secondo tutte le maggiori autorità religiose islamiche continua a comportare la morte giustificata da loro sentenze (Fatwe). Un altro interlocutore, appartenente alla vasta schiera dei politicamente corretti, ha fatto notare che la predicazione di Allam contro l'immigrazione libera contrasta con il nostro essere Italiani, un paese che ha prodotto in passato milioni di migranti soprattutto verso le americhe. Ovviamente e giustamente qui Allam ha avuto gioco facile nel rispondere che mentre la nostra emigrazione era diretta in paesi ad esempio come gli Strati Uniti di giovane formazione e in pieno sviluppo economico, ricchissimi di spazi sconfinati, spopolati e tutti da costruire praticamente dal nulla, l'immigrazione diretta in Italia ed Europa sono movimenti di masse umane gigantesche verso paesi in fase post-industriale, in piena crisi economica, privi di crescita, sovrappopolati, completamente cementificati e urbanizzati, avviati ad un disastro ambientale e con un inquinamento da attività antropiche che ha raggiunto livelli da megalopoli cinesi o indiane.
Sono uscito dalla conferenza un po' preoccupato e un po' perplesso. Preoccupato per l'effettiva crisi generale della nostra civiltà che fino agli anni 60 del novecento ci sembrava in espansione e in continuo progresso. I pericoli di un mondo sovrappopolato, multiculturale e multietnico, pieno di potenziali conflitti, senza più una guida politica e dove gli unici poteri rimasti sono quelli della grande finanza speculativa, sono davanti ai nostri occhi e talmente evidenti che possiamo solo consatarli senza avere i mezzi reali per contrastarli. La mia perplessità riguarda invece le posizioni di Magdi Allam sul problema demografico. Il suo richiamo alla necessità di una maggiore natalità da parte di Italiani ed Europei autoctoni, anziché contrastare la sostituzione delle nostre popolazioni da parte degli immigrati rischia di portarci al collasso generale di una terra che non può tollerare un ulteriore aumento della pressione antropica e della cementificazione. C'è poca differenza se a distruggere il nostro poco suolo residuo saranno gli immigrati e i loro discendenti o noi stessi. Se a finire di inquinare l'aria e le acque e a distruggere le ultime foreste saremo noi o saranno i musulmani immigrati. In questo senso la distruzione della terra non ha differenza di razze né di culture, ma è antropica in senso lato. Mi sembra che Magdi Allam riduca il problema ad uno scontro tra religioni o tra religione e laicismo e non colga la profondità del problema. Non è che l'Occidente -anche quando era potente in piena espansione- avesse portato la Terra ad essere un giardino di delizie, tutt'altro. I principali inquinatori del pianeta fino a pochi anni fa appartenevano alla civiltà occidentale, e solo da pochi anni sono stati superati dalla Cina. Rispondere all'esplosione di natalità araba e africana con un aumento della natalità nostrana ha il sapore del detto biblico "muoia Sansone con tutti i filistei". Magdi si muove ancora all'interno della visione antropocentrica, in cui il conflitto è tra religione e religione, tra laicismo e ideologie. Mentre la verità è che il conflitto riguarda ormai la tracotanza umana e l'appartenenza alla natura: è la presenza umana sul pianeta che si contrappone a tutte le altre specie viventi e altera il significato stesso della vita sulla Terra.

18 commenti:

  1. Eppure lo stesso Allam afferma: "[I nostri] paesi sono in fase post-industriale, in piena crisi economica, privi di crescita, sovrappopolati, completamente cementificati e urbanizzati, avviati ad un disastro ambientale e con un inquinamento da attività antropiche che ha raggiunto livelli da megalopoli cinesi o indiane." È dunque assurdo e contraddittorio volere fare la concorrenza agli islamici incrementando la popolazione autoctona italiana. Se già siamo al collasso (dice lo stesso Allam) l'incremento demografico, anche se italiano, non può che aggravare la situazione.
    Tuttavia il "rischio" di un ritorno a una forte natalità degli Italiani (e degli europei), almeno fino al tasso di sostituzione che è il 2,1%, è basso. Il relativo benessere di cui hanno goduto tanti Italiani grazie al boom economico del dopoguerra sembra averci definitivamente immunizzato contro il natalismo, la famiglia numerosa. Tanti figli non li vuole più quasi nessuno, anche perché i figli costano (l'iradiddio). E anche eventuali politiche pro famiglia non potranno invertire la tendenza (queste politiche in Francia e Svezia hanno avuto sì esiti positivi per l'incremento demografico, ma non così forti, e ora sembra esserci di nuovo una controtendenza). Insomma, siamo ormai in occidente società posteroiche, come si dice, che aborrono i sacrifici e le rinunce.
    C'è poi da osservare che anche gli immigrati si stanno rapidamente adeguando al nostro standard (1-2 figli). Anche loro capiscono in fretta che si sta meglio con meno figli. Politiche pro famiglia avrebbero al momento attuale comunque un maggiore effetto sugli immigrati, non ancora completamente assimilati al modello italico-europeo.
    Certo che se l'attuale andazzo degli Italiani continuasse (tasso di natalità intorno all'1,4 - 1,2%) il crollo demografico sarebbe rapido, non bisognerebbe aspettare la fine del secolo. Certo sarebbe compensato dagli immigrati che le alte sfere del potere (Bruxelles, Vaticano, Roma, Berlino ecc.) auspicano sia per arginare il decremento demografico dei nostri paesi sia per rincorrere il mito della crescita economica. Ormai gli immigrati vengono considerati risorse, non solo, risorse irrinunciabili. D'Alema diceva che ne saranno necessari cinquanta milioni nei prossimi decenni.

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  2. Allam, che è un convertito (non apprezzai la pubblicità data alla sua conversione, troppo teatrale) conosce comunque bene l'islam che per lui è irredimibile. Gli islamici vogliono sopraffarci e secondo lui ci riusciranno perché siamo troppo arrendevoli e ci facciamo invadere senza opporci. Lo scafista bianco ormai proclama urbi et orbi che bisogna gettare ponti e non erigere muri. Chi erige muri non è cristiano! È un gran coglione o un gesuita? A me sembra che ricerchi l'alleanza con l'islam, ma anche con tutti, ora anche con il governo cinese, perché è l'unica carta per il cattolicesimo e il cristianesimo per sopravvivere, visto che nelle verità di fede non ci crede più nessuno. Gli islamici non ci faranno sconti: battute irriverenti saranno punite. La Chiesa potrebbe accodarsi esigendo anche lei lo stesso rispetto per le sue fanfaluche (ormai irrise, non siamo più ai tempi di Bruno e Galilei). Ma islam aiutando chissà che non esiga il papa il ripristino della fede cattolica, almeno ufficialmente. Ma sarà difficile. Più facile che gli islamici taglino la testa al papa arrivati al dunque, cioè allo scontro frontale, una volta eliminati atei e agnostici.
    Allam vede un rischio mortale per l'Italia e la civiltà occidentale. Per i nostri ex stalinisti è un fascista, un razzista, un pazzo, e nemmeno italiano anche se ha il nostro passaporto. Confesso che io sono piuttosto dalla sua parte (insisto sul piuttosto perché Allam ovvero i cattolici non mi piacciono), come lo era anche Ida Magli recentemente scomparsa, un'altra razzista e fascista per i nostri eroi de sinistra che inneggiano ai "nuovi italiani". Ma che significa essere italiani? Secondo il papa e san Paolo non ci sono più ebrei e non ebrei, uomini e donne, siamo tutti uguali e figli di Dio. Sarà. Che ne dite, mettiamo tutto in comune come gli apostoli a Gerusalemme? Erano davvero comunisti, ma durò poco (Pietro uccise Anania e sua moglie perché si erano tenuti qualcosa per se stessi).

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  3. Mi sembra che Agobit metta in sordina la questione della civiltà e si preoccupi esclusivamente o eccessivamente della questione antropocentrica. Bando alle chiacchiere, mi sembra che dica anche lui come il papa e san Paolo, qui ne va della pelle dell'intera umanità se non ci moderiamo (in fatto di demografia). Ma noi non ci siamo moderati anche grazie alla nostra civiltà, all'illuminismo (anche questo è ormai vituperato, meglio l'analfabetismo)? O forse siamo una civiltà alla fine, debosciata come gli antichi Romani. Giusto che i popoli giovani e vitali ci entrino in casa e ci diano un calcio in culo.

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  4. Insomma, pare che l'Italia stia facendo la cosa peggiore.
    Infatti, una volta preso atto del calo demografico interno, le opzioni possibili sono sostanzailmente 2:
    - sfruttare i vantaggi della decrescita, adattando la propria struttura economica.
    - mantenere la logica della crescita, ma utilizzando l'immigrazione di gruppi culturamente assimiliabili.
    Noi invece stiamo sommando i danni ambientali della crescita con i danni sociali della mancata integrazione.
    Chapeau !

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  5. "completamente cementificati e urbanizzati"

    Dall'inizio della rivoluzione industriale la parte di territorio tornata a bosco, in tutta europa, e' aumentata enormemente (mi pare raddoppiata), e sta continuando ad aumentare... e questo grazie anche all'enorme aumento di efficienza dell'agricoltura e quindi all'abbandono delle terre marginali, quelle dalle quali si doveva sputare sangue per ottenere qualcosa, e all'uso dei combustibili fossili, all'idroelettrico e al nucleare al posto della legna: la resa per ettaro e' quintuplicata in un secolo, la tecnologia non e' solo iphone e letali macchine da guerra, e' anche agricoltura piu' produttiva (cioe' piu' "roba" prodotta per ettaro, e non solo grazie ai "fossili", grazie anche al miglioramento genetico delle piante, e alla maggiore CO2 nell'aria, che si stima da sola aumenti del circa 20 per cento la produttivita' dei suoli... - c'e' chi dice 10, chi 30). Non si dovrebbe dimenticare che fino a qualche decennio fa lasciare incolto un campo era considerato un delitto sociale, poi abbiamo cominciato a pagare i contadini affinche' non coltivassero. Prima della ultima guerra venivano completamente spogliate intere montagne per produrre carbon fossile di legna da vendere ai ricchi delle citta'. Nei paesi poveri tuttora si disbosca un po' alla volta tutto per procurarsi legna per cuocere il cibo, ancora prima che terra coltivabile!

    Le notizie sulla "cementificazione" provengono dai catasti: ma il motivo per cui porzioni sempre piu' vaste di territorio passano dal catasto agricolo a quello urbano e' FISCALE, quando muore il vecchio proprietario contadino, l'erede si vede passare l'accatastamento da agricolo ad urbano per MOTIVI FISCALI, con enorme incremento del gettito per l'erario. Il terreno, nella sua concretezza, e' piu' probabile che passi da arato e rivoltato semestralmente solo per lucrare contributi e incentivi a produttivita' reale ZERO, a bosco spontaneo in cui almeno se la terra non da' nulla, almeno non consuma e non inuina indirettamente nulla. Ma per questo si paga in termini di TASSE e MANCATI INCENTIVI, dove l'ecologista quadratico medio vede invece cementificazione, e magari spinge per ancora piu' tasse. Non parlo in teoria, e' quello che e' successo anche a casa mia. E intorno vi assicuro che in primavera e' tutto un rombare di trattori che lavorano la terra solo per incassare i contributi all'agricoltura, il prodotto inutile che ne ricavano altrimenti sarebbe negativo, meno di quanto spendono per la lavorazione.

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    1. "è la presenza umana sul pianeta che si contrappone a tutte le altre specie viventi e altera il significato stesso della vita sulla Terra"

      Senza la presenza umana non ci sarebbe alcun "significato stesso della vita sulla terra": nel senso che e' l'uomo che gliene da' uno, non e' intrinseco alla terra.
      Arroganza semmai e' nel proiettare alla terra significati che sono solo "umani, troppo umani".

      "Mentre i nostri giovani, inoltre, sono demotivati, senza valori in cui credere, privi di entusiasmo"

      Non mi pare proprio, i nostri giovani sono maniacalmente quanto ipocritamente interessati alla decrescita, all'ecologia, alla lotta all'inquinamento, e piu' in generale alla totale sicurezza dell'esistenza: in altre parole, hanno una paura fottuta di tutto, dalle scie chimiche alle "radiazioni" elettromagnetiche. La totalita' delle persone che interrogo in proposito, martellate dalla propaganda ossessiva, ignorante e demenziale, sono pazzescamente convinte che l'inquinamento di oggi sia maggiore di quello degli anni 50 e 60, quando per dire il riscaldamento nelle abitazioni era a carbone di pessima qualita' o olio combustibile o, vade retro, LEGNA! E' di poco tempo fa la notizia di qualche ecologista imbecille che se ne e' accorto solo ora che, ORRORE, le centraline antinquinamento saltano a causa dell'uso della inquinante legna nel riscaldamento domestico, che infatti si studia di proibire sempre di piu'... Si castrano da soli, salvo poi piagnucolare del risultato.

      Il punto e' che il mondo e' globalizzato OGGETTIVAMENTE, a causa della completamente mutata tecnologia dei trasporti e delle comunicazioni. Ragionare come se questa rivoluzione non fosse avvenuta vuol dire vivere fuori del proprio tempo. E di aggravante, c'e' da dire che anche chi ragiona a parole come se questo non fosse avvenuto, vive nella concretezza della sua vita pratica pienamente immerso in questa globalizzazione.

      Forse sta solo succedendo che non sappiamo piu' dove indirizzare i nostri vecchi strali, dato che il bersaglio su cui sfogavamo le nostre frustrazioni in realta' non esiste piu' da un pezzo. Tiriamo a caso, ma percepiamo che non e' la stessa cosa, non c'e' la stessa soddisfazione.

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  6. @Firmato Winston Diaz.
    Concordo con molto di quanto dici ma io andrei oltre i dati catastali o fiscali o sul calcolo delle foreste eccetera. La globalizzazione tecnologica del pianeta porta ad una massificazione che sta alterando il senso della natura, del suolo, della terra, dei paesaggi, dell'uomo stesso, di tutto. Basta andare in qualsiasi campagna italiana; è chiaro che non si tratta più della campagna che vedevano i nostri nonni. Il paesaggio è completamente urbanizzato: di notte questa realtà è ancora più evidente se si osserva la superficie del pianeta da un satellite. A parte i deserti e poco altro, è un mare di luci. Tutto ha un senso di finto, comprese le foreste delle nostre campagne.

    "Senza la presenza umana non ci sarebbe alcun "significato stesso della vita sulla terra": nel senso che e' l'uomo che gliene da' uno, non e' intrinseco alla terra."
    Completamente d'accordo. E' infatti l'uomo e il pensiero dell'uomo che è oggi incapace di dare un senso alla natura e ai luoghi che abita.

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  7. Come quel tizio che per far dispetto alla moglie si tagliò i mammasantissimi da solo.

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    1. La storia insegna che i russi sono riusciti, in Siberia, a contrastare efficacemente l'espansionismo dovuto al problema demografico cinese.
      Quindi volere contrastare la pressione demografica esterna è, ancora una volta potere.
      Purtroppo il piano sostituzionista, per dirla alla Renaud Camus, da decenni farcisce la testa delle masse con credenze e "valori" che sono i più efficaci immunodepressori esistenti.
      Elite transnazionali, paracomuniste, progressiste, globaliste, massoniche condividono un azione che ha osservabili precise (v. questo
      commento e documento citato) ad esempio.

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    2. "La storia insegna che i russi sono riusciti, in Siberia, a contrastare efficacemente l'espansionismo dovuto al problema demografico cinese."

      Fino a pochi decenni fa la siberia, anche nella sua parte meridionale, era del tutto inabitabile per civilta' complesse, e ospitava solo piccolissimi gruppi di cacciatori raccoglitori.
      Si tratta di territori che anche nel loro sud hanno temperature medie annuali inferiori allo zero: vuol dire permafrost, acqua allo stato solido per almeno meta' dell'anno, vita difficile o impossibile se non per precari avamposti. Insomma un posto di merda in cui si fa una vita di merda, del tutto inadatta all'uomo, e con produttivita' agricola / forestale necessariamente bassissima. Se l'eventuale global warming cominciato circa 13000 anni fa continuera' ancora per un po', forse qualche porzione di quella terra diverra' abitabile con soddisfazione e profitto, e solo allora vedremo se i 140 milioni di russi (sono in numero quasi identico ai giapponesi, che sono stipati in un centesimo del territorio, credo) riusciranno a mantenere il dominio di quelle terre.

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  8. Come accennato alla fine dell'articolo, far (RI)SALIRE il tasso di natalità in Italia e in Europa costituisce l'unico modo certo di giungere al collasso ecologico ed economico-sociale generale; occorre invece RIDURRE il tasso di natalità nei Paesi afro-asiatici che continuano ad averlo troppo alto in rel.ne alle risorse ragionevolmente disponibili (anche se indubbiamente si tratta di un'impresa molto difficile, in quanto equivale a remare contro il 'mainstream' non solo economico-politico-religioso ma anche massmediatico e perfino psicologico).

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    1. Ci sono stati due tentativi per ridurre l'incremento demografico, in India e in Cina. Gli Indiani si sono subito arresi, non funzionava. La Cina invece ha adottato la famosa e da molti vituperata politica del figlio unico ed è riuscita a contenere la propria popolazione (altrimenti avremmo oggi mezzo miliardo circa di Cinesi in più). Ma nemmeno questo sistema sembra funzionare, per le controindicazioni di qualsiasi politica (questa politica ha creato inevitabilmente scompensi e problemi sociali), per cui anche la Cina ci ha ripensato e ha allentato la morsa. Solo nel primo mondo (Europa, USA, Giappone, Canada, Australia) c'è stato un calo, anche vistoso e persino pericoloso, calo dovuto al diffuso benessere (più la pillola). Sembrerebbe che l'anticoncezionale più efficace e accettato sia proprio il benessere. Quindi ... non c'è niente da fare. Se non aspettare (e augurarsi?) che Indiani, Cinesi, Africani e Sudamericani raggiungano il nostro standard di vita, poi anche loro si daranno spontaneamente una regolata in fatto di demografia. Ma credo che nemmeno questa sia la soluzione (più probabile la soluzione finale).

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    2. Secondo Hans Rosling, state parlando di un mondo che appartiene al vostro passato, che non esiste piu' (a parte in africa, per il momento).
      Attualmente il problema piu' che il tasso di fecondita', che e' quasi alla sostituzione o meno in quasi tutto il mondo, e in ogni caso e' in rapida diminuzione, e' semmai nell'incredibile aumento dell'eta' media, che nei paesi del cosiddetto terzo mondo ha ormai quasi raggiunto standard occidentali, praticamente raddoppiando in pochi decenni.

      Occhio che secondo recenti studi empirici internet piuttosto che informare, pare rinforzare sempre di piu' i pregiudizi, dato che ogni avventore tende a seguire solo le informazioni che confermano il suo preesistente quadro mentale: e addirittura pare che, qualora l'avventore venga messo di fronte a falsificazioni delle sue credenze, le percepisca come una minaccia, un'aggressione, e finisca percio' per trincerarsi ancora di piu' dietro ai suoi pregiudizi...

      Trovate la sintesi dello studio nel numero di febbraio di le scienze, leggendola si ritrova pari pari il nostro mondo internettiano.

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    3. "Attualmente il problema più che il tasso di fecondità (...) è semmai nell'incredibile aumento dell'età media"

      (A parte il fatto che questo aumento dell'età media è il frutto degli indubitabili progressi medico-scientifici dell'ultimo secolo) a giudicare dalle recenti 'primavere arabe' e dalle attuali migrazioni di massa NON sembrerebbe proprio: non a caso una personalità che sicuramente conosce bene la sponda meridionale del Mediterraneo (E. Bonino) ha definito quei Paesi "un giardino d'infanzia"!
      Già che ci siamo: l'immagine di Magdi (Cristiano) Allam come campione della laicità occidentale NON mi convince affatto: molto meglio Diderot o Hume...

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    4. https://en.wikipedia.org/wiki/Total_fertility_rate

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  9. in sintesi; fate l'amore, non fate figli. Chiudiamo il rubinetto, poi cominciamo ad asciugare il pavimento. Se l'acqua continua a salire annegheremo, anche quelli che credono di saper nuotare. Auguri

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  10. Natalia Aspesi:

    "Come se poi, peraltro, fare i genitori fosse una passeggiata: non c'è nulla di più complesso, è una responsabilità che travalica chi la ha, comporta molte rinunce. E poi, sai cosa le dico?

    Cosa?

    Ci sono troppi bambini! Se al mondo ne facessero di meno, staremmo meglio.

    Che ne pensa di alberghi e ristoranti in cui l'accesso è proibito ai bambini troppo piccoli?

    Giustissimo. Se i genitori non li sanno più educare, che li tengano in casa. Non capisco per quale ragione dovrei sopportare un antipatico bambino che non so chi sia, rovinandomi la serata. D'altronde, di ristoranti e alberghi per famigliole noiose è pieno il mondo."

    Simpatica Aspesi, una donna - femminista in più - con le palle!

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  11. Ma può interessare (e piacere) anche il resto dell'intervista:

    http://temi.repubblica.it/micromega-online/natalia-aspesi-la-liberta-di-non-fare-figli-e-la-piu-grande-conquista-femminile/

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