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sabato 6 febbraio 2016

La traslazione della salma

"I Cristiani sono adoratori di morti e di reliquie" (Giuliano l'Apostata, Imperatore)
Dal giornale La Stampa: "Questa mattina, ha raccontato il cappuccino Francesco Colacelli in video-collegamento con la Filmoteca vaticana, la salma del Santo è stata trasportata con «rito breve e semplice» dalla chiesa inferiore, dove è stata sistemata dal 2010, alla chiesa superiore del santuario nel foggiano. Il corpo di padre Pio è stato sistemato in una urna sul cui basamento è stata iscritta una frase cara al frate: «Con te io sia per il mondo Via, Verità e Vita e per te sacerdote santo, vittima perfetta». Per «evitare danni» che potrebbero essere causati da «vibrazioni e sollecitazioni» durante il trasporto da San Giovanni Rotondo a Roma, ha precisato Colacelli, la reliquia è stata accomodata su «materassini ammortizzanti» e sulla prima teca è stata posta una seconda teca per evitare ogni contatto con l’esterno. La traslazione verso Roma su un «mezzo furgonato», la cui sicurezza viene assicurata anche dalla prefettura di Foggia, inizierà domani mattina, e le spoglie di padre Pio sono attese in giornata nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura. Il giovedì 4 febbraio è previsto il suo spostamento nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura. Venerdì 5 alle 16, infine, una processione porterà padre Pio alla basilica di San Pietro in Vaticano, dove resterà fino alla mattina dell’11 febbraio, quando farà rientro nel suo santuario pugliese. "
La mia vuol essere una semplice descrizione antropologica di un episodio che getta luce su una umanità concentrata su se stessa, chiusa in "una teca" dove percepisce solo i propri bisogni, che nomina a propria divinità e idolatra un cadavere, che si muove e si emoziona non per le sorti del pianeta che sta distruggendo, ma per le apparenze di una mummia di cui si temono le pericolose "vibrazioni". Lo spettacolo, antropologico dicevo, di migliaia e migliaia di persone provviste di intelletto che si affollano e si sobbarcano immense fatiche per "vedere" la salma o, magari, riuscire a toccare la bara con la sua doppia teca. Un affollamento e una genuflessione dinanzi al nulla, al nichilismo di una salma che rappresenta in maniera plastica il nichilismo di masse di umani il cui destino è giustamente l'autodistruzione insieme ad un pianeta malato. Se qualcuno vuol capire cosa sia l'antropocentrismo non ha che da venire a Roma in questi giorni ed assistere a questo triste spettacolo. Ripeto, qui si sta parlando solo dal punto di vista antropologico. Non voglio discutere del fenomeno "Padre Pio" di cui non mi interessa nulla. Non un ateo, ma un eminente religioso come Agostino Gemelli, ebbe a definire il personaggio un impostore. Ma di questo non voglio discutere, non mi interessa. Quello che mi fa capire come questa umanità sia profondamente malata e avviata alla catastrofe è l'assurdità di questa riverenza e folle adorazione per una mummia incerata e la completa dimenticanza, la assoluta cecità con cui non si vuol vedere quello che accade alla natura, all'ambiente, alle specie viventi, alle foreste, ai paesaggi di questo disgraziato pianeta. Dietro questa apparente retorica della spiritualità, l'episodio della traslazione della salma di questo frate nasconde un'estrema materialità che porta di fatto a idolatrare il corpo come un feticcio, a farne un idolo da sottrarre alla naturale trasformazione della morte che ne consente il rientro nel grande ciclo della natura. Si adora il nulla e si disprezza la vita, le piante, gli animali e i luoghi e tutto ciò che rappresenta il sacro, l'apparire di una trascendenza che da un senso a tutto ciò che esiste. Questa umanità che si aggrappa ad una teca che contiene un proprio esemplare mummificato e poi continua a distruggere tutta la bellezza della natura da cui proviene e da cui trae il senso della propria vita, merita in pieno forse la propria fine.

8 commenti:

  1. Sono d'accordo. Non è neppure Culto dei Morti o dei Santi, ma culto del Denaro. Guadagnerà chi ha costruito le teca, chi effettuerà il trasporto, gli alberghi romani, i borsaioli. Se Padre Pio aveva il dono della bilocazione, non poteva fare tutto da solo?

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    1. Già... senza contare che per uno che guadagna c'è qualcun altro che paga. Io, ad esempio. E tu. E... quanti altri, ai quali delle panzane di Padre Pio et similia interessa men che niente? Eh, soldi ben spesi, non c'è che dire.

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  2. Gran bel post. Complimenti Agobit.
    Sottoscrivo tutto quello che hai detto.
    Una paura della morte sublimata, che finisce per far dimenticare il vero pericolo.

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  3. Quando gli zeloti di questo oppio per popoli (uno dei molti, si pensi che ora è stato sostituito da quello marxista e da molti altri oppi-smi) gridano come invasati "aperti alla vita" osservo la necrofilia ecocida che anima tutto questo.
    Una sorta di pulsione a Thanatos travisata di migliori (?) intenzioni che si paelsa come tumore antropico.
    E questo e' poco rispetto alla crescita di quello islamico.

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  4. Diciamo che questa moda di far viaggiare i morti è piuttosto di cattivo gusto (hanno fatto viaggiare anche Don Bosco, Giorgio Frassati l'hanno spedito addirittura in Australia come collo aereo ...). Perché la Chiesa, solitamente molto attenta all'immagine, alla coreografia che fa sempre colpo, scende così in basso? Nonostante tutti i discorsi sulla "spiritualità" la Chiesa sa che al popolino le reliquie piacciono: si vedono, si toccano magari pure, chissà che non facciano pure un miracolo. La fede è una bella cosa, dicono, ma qualche segno materiale è pur utile, rafforza la fede dei poveri di spirito (qualsiasi cosa quest'espressione significhi: sembra che anche un miliardario possa essere povero "in" spirito, cioè non morbosamente attaccato al denaro ... quante se ne dicono ...). È un fatto che la spiritualità, anche dei dotti, non disdegna qualche "segno" concreto del soprannaturale (un miracoluzzo, specie se autentificato con carta da bollo dal Vaticano, è pur sempre la prova che Quello là ci pensa ...).

    Dissento però dal tono apocalittico e pessimista dell'articolo. Sembra un De profundis, una messa da morto. Eh che diamine, mi tocco per scacciare il malocchio e la malinconia (col che provo di essere anch'io un povero di o in spirito ...).
    Allegri compagni, almeno noi non stiamo tanto male (ancora). Certo le prospettive non sono o non sembrano allegre, ma ... "ancor una volta in piedi, vincereeeeemo" (Mussolini, Dichiarazione di guerra all'America delle forze dell'Asse).

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  5. Magnifico post, Agobit!! Da leggere, stampare ed appendere sui muri di scuole statali ed ospedali pubblici (magari!!)

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  6. Eppure è un'abitudine vecchia (quasi) quanto il mondo, infatti il giro di denaro intorno ai funerali degli antichi egizi, specie delle famiglie reali, ci somigliava alquanto. Anche se di reliquie allora non si parlava (o forse si?). Ma la chiesa degli Atti degli Apostoli non si azzardava a nulla del genere. Fu una invenzione cattolica nata nel medioevo, in cui i prelati, fingendosi cristiani (perchè se lo fossero stati davvero non si sarebbeto sognati di approfittarsi della dabbenaggine o della dilagante ignoranza dei fedeli), complice l'analfabetismo che veniva incoraggiato quanto l'acqua del rubinetto, davano a bere qualunque storia al popolo che pendeva dalle loro labbra. Motivi per cui i riformatori, anche i meno conosciuti, lottavano contro l'analfabetismo

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