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mercoledì 14 ottobre 2015

La buffonata degli ecologisti sul clima

Leggo sul sito del principale movimento ecologista italiano, Legambiente, il seguente articolo evidenziato in primo piano:
"Il 2015 è un anno importante per il futuro del Pianeta: a dicembre, nel prossimo vertice delle Nazioni Unite che avrà luogo a Parigi (30 novembre/11 dicembre), si dovrà definire il nuovo accordo internazionale sul clima. Una partita non scontata. I governi dovranno assumere impegni significativi per ridurre le emissioni di gas serra, attivare aiuti per le comunità e i territori maggiormente colpiti dall'effetto devastante dei mutamenti climatici, e, non ultimo, definire strategie e investimenti per uno sviluppo senza fonti fossili. Ci stiamo avventurando verso un surriscaldamento del Pianeta di 4°C con scenari apocalittici se non interverremo rapidamente. Milioni di persone nel mondo stanno pagando le conseguenze di un sistema economico, di produzione, di consumi insostenilbile e ingiusto che va radicalmente cambiato, per salvare il clima del Pianeta, per restituire dignità e speranza alle persone.
Legambiente con la campagna "In marcia per il clima" vuole contribuire a mettere in moto il cambiamento stimolando cittadini, amministrazioni, piccole e medie imprese verso un modello di sviluppo differente, sostenibile, nel rispetto dei territori e delle comunità."
Nel caso i lettori non avessero ben capito quale è o dovrebbe essere il modello di "sviluppo sostenibile" (termine quanto mai vago, un vero "Idola Theatri" secondo la definizione di Bacone delle parole vuote di senso) secondo le menti ecologiste di Legambiente ecco una immagine chiarificatrice sempre reperibile sul sito della associazione ambientalista:
Tra l'altro nell'articolo si parla di 100% dell'energia fornita da rinnovabili. La domanda che viene alla mente spontanea è: ...e chi o che cosa fornirà l'energia necessaria a sostenere vita e consumi di dieci-undici miliardi di umani che abiteranno la Terra, come prevede l'Onu, per fine secolo?" Prosegue l'articolo di Legambiente:
"Ecco, in sintesi, gli impegni che le 50 associazioni che hanno dato vita oggi alla coalizione "Parigi 2015: mobilitiamoci per il clima", hanno deciso di affrontare in vista dell’appuntamento di Parigi. “I cambiamenti climatici rappresentano oggi un'emergenza globale e locale, che mette a rischio la vita di persone, specie ed ecosistemi – si legge nel documento approvato dalla Coalizione - In pericolo c’è la sicurezza di intere popolazioni in ogni area del pianeta, costi economici, difficoltà crescenti nell’accesso all’acqua, riduzione della produzione agricola, aggravamento delle condizioni di povertà e nuove cause di conflitto e di fuga: oggi si pongono esplicitamente questioni di giustizia climatica nel mondo. Se le cause antropiche sono ormai condivise a livello scientifico mondiale e si è tutti concordi sul fatto che in gran parte dipendono dall'esplosione negli ultimi secoli dell'utilizzo delle fonti energetiche di origine fossile e della deforestazione, oggi esistono le conoscenze e le soluzioni tecnologiche per sviluppare un'economia fossil free, che apre prospettive di nuovi settori produttivi con importanti ricadute occupazionali e che sviluppa una nuova democrazia energetica”. La COP21, che si terrà a Parigi il prossimo dicembre, rappresenta allora una tappa molto importante nella battaglia contro i cambiamenti climatici, ma molte sono le resistenze, guidate soprattutto dalle lobby delle vecchie fonti energetiche, e molte sono le timidezze che i governi stanno dimostrando. Per questo non si può dare per scontato che l'esito della COP21 sia positivo, e sia cioè varato un accordo efficace, equo e incisivo, che permetta davvero di raggiungere l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C. “Per noi oggi è necessario e urgente agire perché, grazie alla pressione dell'opinione pubblica e delle organizzazioni della società civile, si riesca a strappare un accordo legalmente vincolante e in linea con le indicazioni della comunità scientifica – dichiarano le associazioni della coalizione -. Per questo è nata la Coalizione italiana "Parigi 2015: mobilitiamoci per il clima", perché Parigi apra un percorso concreto e condiviso da tutti i Paesi, nel quadro di una responsabilità comune e differenziata in rapporto al contributo storicamente dato alle emissioni di CO2. Vogliamo arrivare con una grande partecipazione alle mobilitazioni internazionali del 28 novembre prima e di dicembre a Parigi poi”.
Primi promotori
ACLI, AIAB, AIIG, ARCI, ARCI CACCIA, ARCI SERVIZIO CIVILE, ASUD, AUSER, CEVI - CENTRO DI VOLONTARIATO INTERNAZIONALE DI UDINE, CGIL, CIA, COLDIRETTI, CTS, FEDERCONSUMATORI, FIAB, FIOM, FOCSIV, FONDAZIONE CULTURALE RESPONSABILITA' ETICA, FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA, GREENPEACE, ISDE-MEDICI PER L'AMBIENTE, ISTITUTO NAZIONALE URBANISTICA – INU, ITALIAN CLIMATE NETWORK, KYOTO CLUB, LA NUOVA ECOLOGIA.IT, LEGA PESCA, LEGAMBIENTE, LINK, LIPU, LUNARIA, MAREVIVO, MOVIMENTO CONSUMATORI, MOVIMENTO DIFESA CITTADINO, OXFAM, PRO NATURA, RETE DEGLI STUDENTI MEDI, RETE DELLA CONOSCENZA, RETE PER LA PACE, RINNOVABILI.IT, RSU ALMAVIVA, SALVIAMO IL PAESAGGIO, SBILANCIAMOCI, SI' RINNOVABILI NO NUCLEARE, SLOW FOOD ITALIA, SPI – CGIL, TOURING CLUB ITALIANO, UIL, UISP, UNIONE DEGLI STUDENTI, UNIONE DEGLI UNIVERSITARI, WWF ITALIA"
Direi che ci sono tutti gli eco-demagoghi italiani. Confesso che quando ho letto che"...si è tutti concordi sul fatto che in gran parte dipendono (i cambiamenti climatici ) dall'esplosione negli ultimi secoli..." mi sono detto: ecco finalmente qualcuno ha capito, finalmente si riconosce nella esplosione demografica la causa di fondo. Ma mi ero illuso. Infatti l'articolo prosegue:" dall'esplosione negli ultimi secoli dell'utilizzo delle fonti energetiche di origine fossile e della deforestazione". Quindi il riscaldamento climatico dipende soltanto -secondo costoro- dall'utilizzo di idrocarburi e deforestazione. Bene. Ma chi è che utilizza gli idrocarburi e chi è che realizza la deforestazione? Pare che la Terra sia abitata da marziani che facciano tutte queste cose e che gli uomini si trovino lì per caso. In realtà il pianeta è sovrappopolato di ben sette miliardi e trecento milioni di persone (dati di ieri) che aumentano ogni giorno di 225.000 individui. I quali, credo, saranno propensi a consumare idrocarburi e a deforestare il pianeta per le proprie esigenze di vita e di alimentazione , oltre che di spazio. Ma, dicono gli eco-demagoghi, "oggi esistono le conoscenze e le soluzioni tecnologiche per sviluppare un'economia fossil free, che apre nuove prospettive occupazionali (sic!) e che sviluppa una nuova democrazia energetica (sic! al quadrato)". Insomma continua negli ambientalisti a persistere e ad ingrandirsi il famoso "Scotòma della sovrappopolazione" nella magnifica definizione coniata da Luca Pardi. Cioè la loro visione delle cose e il loro intelletto presenta una zona cieca, un'area di pensiero rimossa (in senso freudiano), come se si trattasse di qualcosa di impronunciabile, di scandaloso, di impuro anzi di immondo e osceno. Si tratta, con tutta evidenza, di uno scotòma fatale perché la cecità riguarda il fenomeno all'origine di tutti i mali del pianeta, compreso il riscaldamento climatico: la spaventosa incredibile esplosione demografica della specie Homo avvenuta a spese dell'ambiente e di tutte le altre specie viventi del pianeta negli ultimi secoli (in particolare negli ultimi cento anni). Altro che modello carbon free. Con questi tassi di natalità e questa crescita demografica sfrenata nessuna economia sarà in grado di sostenere la crescita dei bisogni alimentari e di consumo e le richieste di qualità della vita ( le epocali migrazioni in atto lo dimostrano) degli altri miliardi che si aggiungeranno nei prossimi anni. Altro che prospettive occupazionali nelle fabbriche di mulini a vento e di pannelli solari. E dove si coltiverà la terra necessaria a sfamare gli altri miliardi che si aggiungeranno, se quella esistente si inaridisce e il clima si surriscalda? Abbattere tutte le foreste rimaste non basterà. Spazzare via gli ultimi animali selvaggi non basterà. Depredare tutta la bio-massa dei mari non basterà. I nuovi venuti chiedono di alimentarsi con la carne e vogliono viaggiare in automobile o in aereo. E non vedo nessuno Stalin o Hitler o Mao Tze Tung all'orizzonte in grado di obbligarli a cibarsi di cavallette e girare a piedi o in bicicletta.(Se mai la cosa fosse possibile mi immagino dove andrebbero a finire le famose prospettive occupazionali oltre che la pace nel mondo...). La declamata "democrazia energetica" è una perfetta sparata demagogica, un flatus vocis vuoto di senso in un mondo in cui tutte le potenze corrono a scavare nuovi pozzi petroliferi (anche col famigerato Fracking) e a costruire gasdotti. Anzi si fanno persino guerre per assicurarsi il transito del gas e del petrolio. La malattia mortale dell'ecologismo in chiave europea, cioè una ridicola visione naif del mondo, in cui lo scotòma della demografia continua ad accecarli, li condanna ad un ruolo inefficace e marginale, ad essere dei giardinieri in un pianeta asfaltato e cementificato dalla sovrappopolazione antropica che sta distruggendo la biosfera trasformandola in una tecnosfera invivibile e irrespirabile. Una tecnosfera che sta travolgendo la natura e i paesaggi, ed in cui le persone sono ridotte ad esemplari di allevamento intensivo all'interno di mostruose megalopoli.

40 commenti:

  1. Proprio oggi parlavo di una sorta di scotòma apolemologico.

    Mi permetto una nota terminologica i cattocomunisti, i cocomeri, etc. NON sono ecologisti ma umanisti con qualche simpatia ambientalista del tutto contraddittoria, visto che in quanto umanisti mettono al centro dell'universo la specie ecocida, biocida per antonomasia e le fanfaluche moralistoidi di cui si sono farciti la testa sono quasi sempre nello spazio del problema (crescita del tumore antropico) che in quello della soluzione (ecologia).

    Come ho osservato milion mila volte l'ecologia è del tutto incompatibile con
    o - l'antropocentrismo
    o - l'ugualismo
    o - il dirittismo
    o - il tecnoteismo e il progressismo
    o - l'accoglientismo e il panmixismo
    o - l'antagonismo a tutto e al suo contrario
    o - il terzomondismo
    o - il nichilismo culturale antiidentitario
    o - il razzismo positivista (gli invasori sono meglio, sono più intelligenti, più culturali, più funky, sono meglio per l'economia...)
    e ismi vari derivati da ebraismo, cristianesimo, dalla loro derivazione marxista e dal terzo ciarpame, l'islam.

    La democrazia energetica è la versione di sinistra (a "destra" abbiamo il feticismo nuclearista oligarchista) di una visione tecnoteista, modernista che si rifiuta di osservare che la disponibilità e di energia e di tecnologia alle masse umane è stata e il principale propellente per la loro crescita tumorale e un arma estesa, globale di distruzione biocida.

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    1. Tanto, caro Uomo, ecco a cosa porta l'accoglienza indiscriminata basata come dici giustamente su antropocentrismo, ugualismo, dirittismo, panmixismo ecc. : http://www.newsdzezimbabwe.co.uk/2015/10/have-more-children-kasukuwere-urges.html

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    2. Ho letto questa news dello Zimbabwe, ma ho dovuto interrompere a metà perché mi faceva venire il sangue alla testa ... questi sono pazzi o incoscienti. Spero che sia tutto uno scherzo ... ma mi sa di no

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  2. "... ...e chi o che cosa fornirà l'energia necessaria a sostenere vita e consumi di dieci-undici miliardi di umani che abiteranno la Terra, come prevede l'Onu, per fine secolo?"

    Ma se saremo già otto miliardi circa nel 2020 e viaggiamo ormai al ritmo di un altro miliardo ogni 10-12 anni, come si fa a continuara a ripetere che saremo 9-10-11 miliardi a fine secolo? Ma quale fine secolo! Se continua così - e niente fa presentire che avverranno sostanziali cambiamenti - gli 11 miliardi li raggiungeremo già nel 2050. E non sarà finita! Del resto i fessi (o i criminali) dell'ONU non fanno che ritoccare costantemente le stime al rialzo. La conigliera africana sfornerà miliardi a mitraglia. E quest'ultima frase mi qualifica ovviamente come colonialista, razzista, nemico del genere umano - agli occhi di quegli imbecilli dei Verdi che non sono che un'appendice ovunque della sinistra, quella sinistra che il problema demografico non se l'è mai posto perché per loro inesistente. Per l'ONU ogni coppia è libera di generare quanti figli vuole e quando vuole, nessuna restrizione o imposizione è lecita. E allora avanti, c'è posto! In Vaticano si stanno scannando per decidere se dare la comunione anche ai divorziati (chissà quanti saranno questi divorziati che anelano al cibo degli angeli e che si sentono esclusi dalla comunità dei santi: io dico che sono quattro gatti, e pure fessi). O forse ci sarà il gran botto: anche gli omosessuali sono figli di Dio e hanno diritto di convivere e avere ovviamente rapporti sessuali. Ma certo, questi sono i problemi, anche per la sinistra: le nozze gay. Uno si dice: be', almeno questi non fanno figli. Errore: anche loro hanno diritto alla genitorialità (secondo giudici e sinistra), ergo via libera alle "gestazioni di sostegno" per i vendolini. E campi di rieducazione per chi osa parlare ancora di utero in affitto.

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    1. caro Sergio non sempre la sinistra (almeno quella italiana) è stata cieca sul problema della sovrappopolazione. Trenta anni fa, quando ancora esisteva il PCI, l'organo ufficiale dei comunisti, l'Unità, si preoccupava della sovrappopolazione e dei suoi rischi, tra cui le migrazioni epocali, come riportato anche in questo blog al seguente indirizzo: http://sovrappopolazione.blogspot.it/2014/07/quando-lunita-parlava-di.html

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    2. Riguardo all'articolo interessante citato, avrei queste precisazioni.

      Non dimentichiamo che l'ecologismo in Italia nasce a sinistra, perche' antindustrialista e anticapitalista, e che il rapporto del Club di Roma sulle risorse, col suo antindustrialismo e anticapitalismo esplicito, non poteva che essere ben accolto a sinistra.

      C'e' da dire pero' che in italia avevamo due sinistre molto diverse, una casinista movimentista parzialmente hippy e con sfaccettature libertarie, l'altra inquadrata stalinista operaista e di partito, quella del PCI. L'ecologismo cresce e viene monopolizzato dalla prima, mentre la seconda, assieme all'apparato industriale e istituzionale, vi si accoda solo quando fiuta l'affare di un maggiore dirigismo normativo-impositivo di Stato (PCI), mentre l'apparato industriale e burocratico-normativo ovviamente vede nell'ecologismo di moda, l'affare economico del futuro. (C'e' stato un recente periodo in cui se ne occupava moltissimo il sole24ore con la sua radio, hanno battuto la grancassa sul global warming fino alla nausea.) Per un esempio sulla profonda differenza fra i due rami della sinistra, al nucleare l'ecologismo movimentista e' sempre stato contrario, mentre la sinistra inquadrata e di partito del PCI a favore, se non altro per la centralizzazione e l'industrialismo della grande fabbrica che il nucleare implica (e il movimentismo aborre).

      Per quanto riguarda la Cina, non c'e' migliore esempio di quanto convenga limitare la crescita demografica per avere la crescita economica, la cina cresce a due cifre da quando ha adottato la politica del figlio unico. Bisogna dire pero' per onesta' che contemporaneamente sono passati dal modello collettivista maoista al capitalismo sfrenato, che forse come causa di crescita e' molto piu' probante...

      Ultima cosa, sull'articolo in oggetto si legge in piccolo che e' di Maria Giovanna Maglie, che dall'Unita' e' finita poi a scrivere sul Giornale e vedo su wikipedia essere anche editorialista di Libero. Non ricordo bene, ma credo che allora fosse una femminista, quindi molto piu' movimentista che stalinista, come del resto Ida Magli che ha avuto parabola simile. Da femminista, era normale che vedesse negativamente la crescita demografica eccessiva, dato che cio' implica quella che allora si considerava una posizione subordinata della donna, in casa ad allevare figli.

      Quindi il fatto che quell'articolo sia sull'Unita' non implica niente, puo' essere solo per caso.
      Anzi, a guardare meglio vedo che non fu solo per caso, perche' in quel periodo ne era direttore Emanuele Macaluso, distintosi per le posizioni socialiste-riformiste all'interno del suo partito. In Italia, che io ricordi, la modernita' civile, l'apertura alle novita' e' sempre stata appannaggio della sinistra socialista, mai o quasi mai di quella comunista del PCI, col suo gravame ideologico.

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    3. Le tue osservazioni sono esatte, tuttavia ricordo che anche al tempo dell'introduzione della pillola anticoncezionale, la sinistra "ufficiale" del pci appoggiava la lotta delle donne per una procreazione consapevole, ed anche da parte di dirigenti ortodossi. Il mutamento delle posizioni della sinistra sia ufficiale che movimentista, negli ultimi anni, sono poi documentate in molti campi. Negli anni sessanta e settanta vi era una visione del mondo da parte della sinistra ancora molto legata all'illuminismo, a Voltaire, Rousseau e Kant, segnatamente. Le posizioni di Marx sulla religione erano presenti e influenzavano sia i movimenti che il partito. La lotta internazionalista era ancora vista come una lotta tra i lumi della ragione occidentale europea contro l'arretratezza culturale e l'oscurantismo di altre regioni del globo. Questi valori nella sinistra attuale si sono completamente perduti, in favore di un relativismo che vede in tutte le culture, anche le più arretrate dal punto di vista della ragione illuminista, degne di rispetto e portatrici di valori altrettanto validi. Questo relativismo e' alla base del terzomondismo, nuova ideologia dominante nella sinistra contemporanea, e va di pari passo alle critiche a Voltaire, a Rousseau e a Marx stesso da parte soprattutto dei movimenti. La caduta dei temi illuministi e poi all'origine di quell'anti-occidentalismo che e ormai la base del pensiero di sinistra contemporaneo. Nella ideologia il dirittismo inteso come assolutizzazione dell'antropocentrismo totalitario ha ormai sostituito nella sinistra ogni altro tema, e costituisce anche la ragione di quell'ostinata negazione del fenomeno della sovrappopolazione da parte degli ecologisti che provengono dalla sinistra (la stragrande maggioranza).

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    4. La posizione della sinistra e' in gran parte dovuta al fatto che essa si contrappone alla destra, la dinamica di identificazione rispetto all'altro da se' porta automaticamente alla polarizzazione delle opinioni, il cui contenuto e' meno importante della dinamica stessa. Lo stesso vale per la destra, ovviamente.
      L'identificazione, l'affermazione del se', passa necessariamente attraverso la differenziazione-contrapposizione dell'altro da se'.
      Il relativismo, comunque, credo sia un prodotto dell'illuminismo, se non erro e' da kant che si comincia a supporre che la ragione sia universale, e la diffusione del mito del buon selvaggio risale proprio a Rousseau. Si tratta dell'aggiunta di un gradino alla scala delle ricorsioni, per cui l'umanita', intesa come qualita', comincia ad osservare se stessa in quanto tale.
      In quanto all'ostinata negazione del fenomeno della sovrappopolazione, forse piu' che di negazione, a sinistra, si tratta di timore dell'intromissione di ulteriori norme sociali nella "funzione riproduttiva", normazione che infatti tende ad essere orgogliosamente monopolizzata della destra, anche se, normalmente, in senso opposto (ad esempio, la legge italiana proibiva la propaganda di ogni metodo anticoncezionale anche "naturale" in quanto contro la propagazione della razza se non erro fino agli anni '60).
      Alla sinistra invece piace regolamentare ogni minimo aspetto della vita economica, si compiace di vessare attraverso il puntiglioso controllo dell'economia nei suoi minimi aspetti, da cui l'interesse e l'atteggiamento economicistico anche nei confronti dell'ecologia, che spesso viene ridotta a critica al capitalismo, come e' del resto esplicito in quasi tutti gli scritti dei blog di questo stesso "giro": il capitalismo, il mercato e il liberismo necessariamente "selvaggi" non riescono proprio a non mettercelo dentro dappertutto, e' chiaro finanche nel linguaggio utilizzato. Si cade sempre la'.
      Riguardo al "dirittismo antropocentrico", occhio che c'e' dall'altro lato un ecologismo che e' invece di (estrema) destra e tende a manifestarsi con limitazioni dirette e violente in nome della priorita' spiritualistica del sangue (razza o nazione) e della terra, e il rifiuto dell'umanesimo: vanamente in quanto la prospettiva dell'uomo non puo' che essere fatalmente antropocentrica, anche quando la nega (Umano, troppo umano...). Siccome in giro vagano molti spiriti deboli in attesa di occasioni per menare le mani, sarebbe bene non risvegliarne i demoni che e' meglio restino sopiti. Meglio anche e soprattutto per loro, visto che si sa ormai come va a finire.

      Vedere "Ecofascismo" di Staudenmaier, si trova facilmente il pdf in rete, ad esempio qui:
      http://senzarespiro.altervista.org/mat/Ecofascismo__lezioni_dall_esperienza_tedesca.pdf


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    5. La pubblicazione che citi mi sembra appartenere ad autori che con la condanna dell'eco-fascismo intendono reintrodurre l'antropocentrismo in chiave socialisteggiante che imperversa tuttora nei movimenti ambientalisti. Anche costoro seguono il sillogismo: se predichi il controllo delle nascite sei contro l'uomo e se sei contro l'uomo sei nazista xenofobo ecc. ecc.Ma questa è pura mistificazione. Il riequilibrio della natura con la presenza umana non è per la natura contro l'uomo, ma per l'uomo stesso in una interpretazione "umanistica" del nostro essere nel mondo. In questo senso si intende appartenenza, e in questo senso l'intendeva Heidegger quando scrisse la "lettera sull'Umanismo" che per me rimane una critica fenomenale e fondamentale al nostro modo di usare la tecnica. Heidegger non era, come affermano gli autori citati, contro la tecnica ma contro il suo uso distorto. I nazi-ecologisti appartenevano invece al filone romantico anti-illuminista che si era appropriato di Darwin travisandolo. Non per nulla furono sconfitti dal pragmatismo americano che aveva una visione più corretta del darwinismo. La visione nazista era falsamente anti-antropocentrica, in realtà era anti-moderna e vedeva negli ebrei l'icarnazione di questa modernità. L'anti antropocentrismo non ha nulla a che vedere con il fascismo e il nazismo, ma è una interpretazione dell'uomo che lo restituisce alla sua appartenenza naturale, senza forzature nazionalistiche o razziali. Del resto la critica alla ragione totalizzante che vede nei diritti umani l'unico valore fondante di ogni attività sulla terra non appartiene solo ai movimenti romantici, come sostengono gli autori citati. Nella loro "Dialettica dell'Illuminismo" i rappresentanti marxisti della Scuola di Francoforte Horkhaimer e Adorno elaborarono una critica radicale alla modernità tecnologica in una chiave che potremmo definire un anti-antropocentrismo" di sinistra originario, in nuce. Essi attaccavano la tecnica e la ragione scientifica come "intrinsecamente violenta" e in grado di distruggere l'intera biosfera, oltre che di togliere all'uomo la sua appartenenza naturale. Questa posizione di sinistra influenzò profondamente la nascita del movimento ecologista ma fu poi annientata dal prevalere del dirittismo antropocentrico totalitario della sinistra europea attuale. Questo si in grado di portare alla distruzione di sette miliardi e passa di umani e di milioni di specie viventi. Altro che Umanesimo.

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    6. "chiave socialisteggiante che imperversa tuttora nei movimenti ambientalisti"

      Su questo non c'e' dubbio!

      "Essi attaccavano la tecnica e la ragione scientifica come "intrinsecamente violenta" e in grado di distruggere l'intera biosfera, oltre che di togliere all'uomo la sua appartenenza naturale"

      Onestamente, credo che se togli la tecnica e la "ragione scientifica" all'uomo togli la naturalita' stessa dell'uomo all'uomo: l'uomo ce l'ha nel sangue e nell'istinto, la tecnica: di vestirsi, di "truccare" il suo corpo, di usare utensili, e pure ha nel sangue la "ragione scientifica" di cercare di collegare gli elementi della sua esperienza in catene causali. Quindi quanto detto sopra da horkheimer e adorno, per quanto possa "suonare bene", non mi pare molto utile ne' sensato, oltreche' proprio sbagliato gia' ad una elementare disamina.

      Non vorrei offendere con la mia pochezza Adorno, Heidegger e Horkheimer, ma mi pare che il banale problema dell'uomo che qui chi in un modo chi nell'altro critichiamo e' che sta avendo troppo successo nelle sue peculiarita' per lui stesso naturali, e il troppo successo, come tutti i "troppi", stroppia. Accusare di "innaturalita'" la naturale attivita' umana mi pare francamente inutile e stucchevole, in quanto circolarmente autoreferenziale. Quando di una qualche affermazione si vede che il suo contrario puo' avere la stessa valenza, be'...

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    7. En passant, il "dirittismo" e' una deriva della sinistra contemporanea che manda in collasso il dirittismo stesso, per cui basta aspettare e si distruggera' da solo. Il giustizialismo che ne deriva, infatti, finisce sempre per giustiziare, alla fine, se stesso.

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    8. Concordo che bisogna andare sul concreto. La nostra unica salvezza, anzi possibilità di salvezza, è conciliare la tecnica -peculiarità ineliminabile dell'uomo- con la biosfera in primo luogo riducendo l'antropizzazione con tassi di natalità più adeguati al pianeta. Sappiamo che si può fare, che si è fatto (Europa, Cina, ecc.). O lo facciamo subito o si apre un baratro

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    9. Piu' che altro se non lo facciamo "volonterosamente", accadra' comunque, "naturalmente". Ma il problema e' che nessuno vuole cominciar per primo... e chi ha cominciato se ne duole... e' una specie di dilemma del prigioniero. Non ci resta che sperare in Nash?

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  3. "I nuovi venuti chiedono di alimentarsi con la carne e vogliono viaggiare in automobile o in aereo."

    Ammetto di avere un'automobile, ma in aereo no no no! E da un paio d'anni ho abbandonato anche la dieta carnea. Per ridurre drasticamente il consumo di carne bisognerebbe rendere obbligatorio uno stage in un mattatoio, già al liceo o anche prima. Servizio civile in un mattatoio. La maggior parte dei carnivori umani è incapace di uccidere un animaletto: poverini, sono così sensibili! Come fai a uccidere un coniglietto così carino o a spiccare il collo a un pollo con l'accetta? Suvvia, siamo esseri umani, abbiamo la nostra sensibilità. Per questi mestieri ci sono gli specialisti detti anche macellai. Loro uccidono, scuoiono, tagliano immersi nel sangue. Ma noi siamo umani! Però la fettina in tavola non deve mancare.
    È però vero che i vegetariani stanno aumentando di numero, per la rabbia dei prosciuttai parmensi.
    Ma che discorsi sto facendo? Il problema è la crescita, lo ripetono tutti, anche il papa. Bisogna produrre di tutto di più, perché la popolazione cresce e ha diritto a una vita decente, che significa lavoro e reddito (decente) per tutti, cibo e casa (l'ha detto anche il papa in America: un lavoro (decente) e una casa per tutti). Belli i discorsi papali.

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  4. Agobit, perché li definisci ecologisti? Non lo sono. No, proprio no. Cerca un'altra etichetta, chè quella è assai impropria.

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  5. "Ma chi è che utilizza gli idrocarburi e chi è che realizza la deforestazione?"

    Il capitalismo...

    "il famoso Scotòma della sovrappopolazione"

    No, e' il "punto cieco" che deriva dalla fissazione del capitalismo. ;)

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  6. Gli ottimisti:

    «Nutrire nove miliardi di persone? È possibile»

    http://www.ilgiornale.it/news/cultura/nutrire-nove-miliardi-persone-possibile-1181801.html

    E dodici miliardi? E venti miliardi? Ma possibile che non venga in mente a nessuno, ma proprio a nessuno, che in meno si starebbe meglio e non bisognerebbe fare i salti mortali per mettere insieme pranzo e cena? Hai voglia a ottimizzare, a incrementare l'efficienza. L'abbondanza della natura è così bella: fiumi, sorgenti, mari, foreste, animali, spazi infiniti (e sovrumani). E basta con la doccia ogni giorno e per venti minuti, ve'! L'acqua è preziosa, anche l'energia per riscaldarla. Una doccia di tre litri di acqua tiepida la settimana può bastare, no? E non esageriamo con lo spazio abitativo! Siamo passati dai 35 m2 degli anni Sessanta a testa ai 50 m2 di oggi. Che spreco, che pretese! Dovremo accontentarci di meno, restringerci, cioè starci tutti addosso (dicono i Verdi svizzeri).

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  7. Ho l'impressione che il problema dello squilibrio demografico (e della conseguente crisi ambientale) sia totalmente nelle mani delle elites e della loro percezione.
    Finchè saranno convinti di esserne immuni (come ora), continueranno a non fare nulla.
    Se invece si convinceranno di poterne essere danneggiati "direttamente", incominceranno a fare qualcosa.
    Ovviamente "fare qualcosa" non significa risolvere il problema, perchè i numeri sono numeri e potrebbe essere troppo tardi.
    Ma l'eventuale soluzione del problema può arrivare solo dalle elites mondiali.
    Tutte le altre persone ne saranno soltanto vittime, chi consapevole, chi no (e non so cosa sia preferibile).

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  8. Articolo ampiamente condivisibile, anche se preferirei evitare le generalizzazioni: ad es. il presidente onorario del WWF Ita F.Pratesi ha opportunamente sottolineato più volte il problema demografico, purtroppo (come accade negli ambiti economico, politico, religioso-confessionale e massmediatico) si tratta di "voces clamantes in deserto", quindi facilmente silenziabili/silenziate dal piatto conformismo ideologico o quantomeno dal diffuso indifferentismo al riguardo... Eppure, se la stanza da bagno è allagata, la prima cosa da fare è (cercare di) chiudere il rubinetto rimasto aperto!

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    1. Pratesi, come altri, ha avuto diverse volte accesso agli schermi televisivi. Mai, in quelle occasioni, l'ho sentito fare anche solo un timido cenno alla questione. Troppo rischioso per la carriera. Di questi personaggi dalla doppia faccia, che affermano o non affermano le cose secondo convenienza, non abbiamo proprio bisogno. Ne potrei citare altri, ma ho già il voltastomaco. Pratesi. L'ennesimo finto ecologista, ovvero l'ennesimo non ecologista.

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    2. Consigliare alla gente di non fare figli ha un piccolo problema: che con massima probabilita' a seguire il consiglio non saranno quelli che sarebbe meglio lo facessero.

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    3. Pratesi l'ho perso di vista da decenni, ma sembra che sia ancora in vita. Ricordo però molto bene che parlava di una popolazione ideale per l'Italia di una trentina di milioni. Trenta e più anni fa poteva fare queste "sparate" senza il rischio di essere ricoverato per un TSO come lo sarebbe oggi, il clima era più tollerante direi, l'argomento non faceva venire l'orticaria. Insomma, mi stava abbastanza simpatico. Poi appunto è sparito o non l'ho più sentito. Chissà cosa direbbe oggi se venisse confrontato con quelle sue dichiarazioni ("trenta milioni sarebbe l'ideale per l'Italia"). Magari direbbe che non le ha mai fatte o, se le ha fatte, erano discorsi un po' così, da giovane ecologo a digiuno di scienza ed ecologia del profondo, non era andato ancora a scuola da Angela e dai gesuiti. Mah, Pratesi chi? Però lo disse davvero, ho buona memoria per certe cose.

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    4. Diaz: "Consigliare alla gente di non fare figli ha un piccolo problema: che con massima probabilita' a seguire il consiglio non saranno quelli che sarebbe meglio lo facessero."

      Dillo a chi vuoi, cogli sempre nel segno: quel consiglio è un buon consiglio per TUTTI, a partire da noi stessi (inteso come ciascuno di noi).

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  9. Pero' c'e' da dire che il problema dell'eccesso di natalita' in italia, perlomeno rispetto al resto del mondo, non esiste, o meglio ne esistono gli strascichi delle intemperanze del passato.

    C'e' da dire anche che il fenomeno immigratorio sta rendendo vano ogni tentativo, degli stanziali, di decongestionare la penisola, mentre vengono "decongestionate" le zone di provenienza. La popolazione e' aumentata del mi pare circa 7 per cento in pochi anni per causa immigratoria, e questo aumento si e' sovrapposto ad una delle piu' gravi crisi economiche del paese.

    Come affrontare realisticamente e pacatamente la questione quindi?

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    1. Il problema sta tutto in quel "e"... la questione va infatti affrontata realisticamente, ma è ormai impossibile affrontarla pacatamente. Il tempo per la diplomazia si è esaurito, più probabilmente si è esaurito il tempo da ogni punto di vista, non solo da quello della diplomazia. Son giunto alla conclusione che ha ragione Sergio: è troppo tardi per avere risultati. Non è troppo tardi, invece, per far fare ai responsabili della situazione odierna la fine che fu imposta a chi si rese responsabile (o almeno così si dice) delle turpitudini che dovettero vivere gli Italiani negli anni '40. Quanti piazzali abbiamo in Italia? Basteranno?

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    2. Ovviamente non ho i mezzi per raggiungere quel risultato, e neppure solo per provarci. Ci credete se vi dico che me ne rammarico?

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    3. Quel "rilassati" mi ricorda tanto lo "stai sereno" renziano, con tutto quel che ne consegue.

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    4. Renzi, che mi pare abbastanza esagitato ADHD e irriflessivo, avrebbe altrettanto bisogno dello stesso consiglio.

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  10. Sergio che ci dici della vittoria dell'UDC in Svizzera? Che posizioni hanno su sovrappopolazione e immigrazione?

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    1. La straordinaria vittoria dell'UDC mi ha rallegrato proprio perché è l'unico partito euroscettico e geloso delle prerogative elvetiche, fra cui la democrazia diretta, che con l'adesione all'UE sparirebbe. Ma di adesione all'UE non se ne parla proprio per il momento (credo che sia contrario il 70-80% della popolazione, sinistra esterofila compresa).
      L'UDC passa in Europa per partito di estrema destra, xenofobo e razzista. Balle, anche se è vero che è diventato il primo partito elvetico (29,4% domenica scorsa, la percentuale più alta raggiunta da un partito dalla fondazione della Confederazione nel 1848) puntando "naturale" insofferenza verso gli stranieri, soprattutto quando sono troppi. In Svizzera gli stranieri costituiscono ormai quasi il 25% dell'intera popolazione (solo il Lussenburgo ha una percentuale ancora più alta ma è uno staterello, il confronto con la Svizzera non regge). Credo che in Italia gli stranieri siano attualmente circa il 7% (ma vent'anni fa non erano forse nemmeno l'1%). GRAZIE agli immigrati (migranti, profughi, falsi profughi, clandestini ecc.) il declino demografico dell'Italia si è arrestato! Quel GRAZIE lo trovi in quasi tutti gli articoli della grande stampa italiana. Non saremo mai abbastanza grati agli immigrati di averci salvato, di garantire le nostre pensioni! Ma chi la garantirà ai "nuovi italiani"? Perché anche loro desidereranno una pensione).

      Sul piano economico democentristi (UDC) e radicali (liberali) vanno d'amore e d'accordo - e sono perciò antiecologici purtroppo. La mia adesione parziale all'UDC deriva dal fatto che questo partito non vuole aderire all'UE (è l'unico partito decisamente contrario) e difende questo paese dalle ingerenze estere (con una vena patriottarda che non mi piace troppo). L'anno scorso ha lanciato l'iniziativa contro l'immigrazione di massa che ha raccolto il 50,3% dei suffragi (quindi pescando ben oltre il proprio elettorato), attirandosi gli strali dell'UE. Con le iniziative popolari (in Italia: referendum propositivo) in Svizzera si cambia la costituzione! Scopo dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa è di ridurre l'afflusso di stranieri in Svizzera ovvero di gestire di nuovo in proprio la questione immigratoria. La Svizzera aveva infatti accettato il principio della libera circolazione con i paesi dell'UE in una serie di accordi bilaterali. Ma libera circolazione significa che il paese non ha praticamente più frontiere, praticamente qualsiasi cittadino dell'UE può trasferirsi e stabilirsi in Svizzera. Così la popolazione in Svizzera aumenta dell'1,2 - 1,4% ogni anno, in numeri: di circa 80'000 - 100'000 abitanti (Berna ha circa 120'000 abitanti, Zurigo 400'000). Dopo la guerra vivevano in Svizzera circa 5 milioni di abitanti, adesso siamo oltre gli 8 (con clandestini, sans-papier, profughi ecc. penso che si arrivi quasi ai 9 milioni).
      (continua)

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    2. Errata corrige:

      ... puntando sulla "naturale" insofferenza ...

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  11. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  12. (continuazione)

    L'Ufficio federale di statistica prevedeva un aumento a 8,6 mln per il 2035! Ma di questo passo saremo 10 mln già nel 2030, anche prima. Dieci milioni in un paese di 43'000 km quadrati (ma solo 15'000 abitabili) che deve importare quasi tutto. Per il momento se lo può permettere perché i suoi prodotti sono molto richiesti, ma quo usque tandem? Ovunque ci sono cantieri, si costruisce dappertutto (ma c'è il rischio di una bolla immobiliare). Stiamo costruendo una seconda Svizzera per i milioni di stranieri che verranno a intasare strade, scuole, ospedali.
    C'è già chi prevede una Svizzera completamente edificata da Ginevra al lago di Costanza, una città-stato. Già adesso tra Zurigo e Basilea non c'è quasi più soluzione di continuità, uno schifo assoluto. Ma il capitale gongola, ahimè anche l'UDC.
    Non mi riconosco in nessun partito. Sono un verde della prima ora, ma i verdi ormai sono inguardabili, pari o peggio dei rossi.
    Una perla pescata ieri: Fini ha detto che l'Italia non è solo degli Italiani. E di chi allora? Anche dei Cinesi, degli Africani?

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    1. Una cosa è certa: l'Italia non è di Fini. Ancor più: a mio avviso chi fa affermazioni del genere non è Italiano, indipendentemente da quel che porta scritto sui documenti.

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    2. È come se dicesse: casa mia e il mio conto in banca non sono solo miei! Voglio vedere: prova a entrargli in casa e a svuotare il suo conto in banca, vediamo se non ti spacca la faccia o chiama la polizia questo ex fascistone fallito.

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    3. "Fini ha detto che l'Italia non è solo degli Italiani"

      Dipende da dove, convenzionalmente, si decide di mettere (allargare) i confini della sovranita': la nostra casa e il nostro conto in banca infatti, non sono nostri se non nei limiti, arbitrari, che decide lo Stato, nella attuale fattispecie, Italiano. Lo Stato puo' decidere in ogni momento, legittimamente, di svuotarti il conto in banca o di entrarti in casa.

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    4. È vero, però vediamo dopo che succede, se basterà schierare l'esercito e la polizia. Le prove lo Stato le sta facendo, e alla luce del sole (decurtazione dei conti, abolizione del contante ecc.), ma ci sono dei rischi anche per lo Stato (e/o dei suoi massimi dirigenti). Un po' di religione potrebbe servire per calmare gli animi (e visto che Cristo non tira più tanto, proviamoci con Maometto).

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    5. "Un po' di religione potrebbe servire per calmare gli animi (e visto che Cristo non tira più tanto, proviamoci con Maometto). "

      rotfl...

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