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domenica 6 settembre 2015
Non c'è scampo
" Allorché per dismisura d'incivilimento l'incapacità di riflettere ci rimena alle sciagure della barbarie..." (Foscolo)
Dunque non c'e' scampo. Non siamo in grado di difenderci, di difendere la nostra Terra, i nostri paesaggi, il nostro suolo verde e incontaminato rimasto. Nessuno e' in grado di difendere la natura della penisola. Non siamo in grado forse di difendere la civiltà e la natura dell'Europa intera. Non sono questi che arrivano che spaventano, non sono i barconi, i treni presi d'assalto. Non sono quelli che si vedono, ma quelli che non vediamo. Non e' la realtà ma gli spettri che si aggirano per il mondo annunciando una fine che sta sbiancando i poli, seccando i fiumi, abbattendo le foreste, gassificando la biosfera. Quello che spaventa e' quello che ancora non si vede, e' l'ondata che si sta preparando nella profondità abissale dei continenti in esplosione demografica, e' il futuro inimmaginato e inimmaginabile quello che spaventa. Quello che spaventa e la incapacità di percepire le responsabilità,di comprendere l'origine del bene e del male. E' una seconda cacciata dal Paradiso terrestre, cioè dal pianeta Terra, forse quella definitiva. Si attribuisce la responsabilità della morte di un bimbo (chissà perché solo quello) e di migliaia di disperati alla civiltà occidentale con un senso di colpa che prelude al suicidio, e non si riconoscono gli assassini reali, vivi e vegeti che massacrano e scannano innocenti a qualche decina di chilometri. Non e' che l'inizio, e allo stesso tempo non e' che la fine. Ci attende una invasione enorme, epocale, secolare o millenaria, che trasformerà tutto, il mondo che conosciamo, i valori che condividiamo, le città a misura d'uomo (uomo di un altro tempo) che rimarranno un ricordo nel nuovo mondo fatto di megalopoli e asfalto. La Nato dice che durerà 20 anni, hanno sempre detto così:"durerà ancora qualche anno l'esplosione demografica di Homo poi ci sara' la transizione demografica e tutto tornerà normale". Lo dicevano sessanta, cinquanta, quaranta anni fa. Lo ripetono come una cantilena tranquillizzante i demografi, l'Onu, gli studiosi. Tutto falso. Il mondo soffoca sotto miliardi e miliardi di Homo inquinatori, che trasformano tutto quello che toccano, cementificano scavano tunnellizzano estraggono sbancano abbattono, producono rifiuti, tossici, veleni, pesticidi, acidi, corrosivi, fumi, diossine, chimica chimica per tutti per uomini piante e animali, asfaltano, sversano,bruciano, elettrificano, bombardano di radiazioni, ionizzano, strutturano, distruggono, consumano, esauriscono, carbonizzano l'atmosfera. Una delle più grandi invenzioni del novecento, i campi di concentramento, dopo essere stata sperimentata sulle persone viene ora estesa agli animali, da uccidere e macellare in maniera industriale per soddisfare le brame onnivore di sette militari e mezzo di Homo. Ci dicevano fino a poco tempo fa del picco di nove miliardi di Homo in questo secolo.Poi hanno detto dieci. Ora l'Onu stesso (che tutto minimalizza) ci dice dodici, ma forse 18, forse 20 miliardi. Una marea senza fine ne limiti. E non c'e' salvezza, non ci sara' salvezza se i numeri saranno questi. Il Papa,secoli fa guida spirituale dell'Europa,farnetica di un uomo padrone del creato e vieta ancora, ancora oggi che la rovina demografica ci e' davanti, la pillola e i preservativi, favorendo le nascite in luoghi dove le donne sono bestiame da parto, dove l'eccesso di bocche da sfamare impedisce qualunque sviluppo. In certe notti piene di incubi vedo la fine dell'Occidente iniziata nel 1914. Le premesse c'erano già nell'uso pazzo fatto dall'uomo della tecnica. E' una malattia cominciata nel 600. Ma la data del 1914 e' quella dell'inizio della fine. Nei campi di morte della Somme e Ardenne e sui monti del Carso si e concretizzata una follia autodistruttiva della civiltà di Cartesio e Kant, di Locke e di Voltaire.La civilta' laica basata sulla conoscenza che era cominciata nell'Atene di Pericle. Oggi non assistiamo che all'epilogo. Il trionfo di Darwin non poteva essere più completo verso una civiltà che non lo ha mai accettato. La civiltà occidentale e già morta da un pezzo, da circa un secolo. Due guerre mondiali in pochi anni erano il segno infausto di una morte annunciata. La degenerazione totalitaria era il segno della follia con i suoi milioni di vittime, con i suoi forni crematori, una malattia delle radici, malattia mortale nonostante ogni vittoria delle cosiddette democrazie ormai in preda al delirio consumistico. La guerra del 14 non e' finita, sta finendo oggi dentro le nostre città , nell'apatia dei nostri giovani verso i valori fondanti, nel non dominio della legge, nell'abiura della libertà, nel non riconoscimento delle differenze, nella nientificazione dei confini e della terra, nei diritti di Homo portati a valori assoluti contro tutta la natura, senza doveri e senza obblighi di rispetto per il suolo verde che ci nutre e verso gli animali che ci accompagnano nella nostra appartenenza al pianeta. Non e' quello che si vede che mi spaventa, ma quello che non si vede. Non e' il presente che preoccupa, ma il futuro che si prepara.
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<< Non e' quello che si vede che mi spaventa, ma quello che non si vede. Non e' il presente che preoccupa, ma il futuro che si prepara. >>
RispondiEliminaTerribilmente vero, caro Agobit.
Abbiamo perso il senso delle cose importanti, delle proporzioni, della visione del futuro: vediamo l'albero e non vediamo la foresta.
Non so come si evolverà la situazione in Europa, ma la sensazione è che siamo di fronte ai primi passi (ancora lenti, ancora incerti, ma già significativi) della grande crisi ambientale che ci attende.
Quello che non capisco è: sulla base di cosa affemano che tra 20 anni la situazione demografica si normalizzerà? Tra 20 magicamente rimarremo fissi sui 9 milardi?
RispondiEliminaBellissimo post, direi che ha un non so che di ..."poetico". Difficile commentare parole del genere. Ci sarebbe da stampare tutto il post ed appenderlo alle pareti di scuole di ogni ordine e grado, uffici pubblici e privati e sopratutto chiese di tutte le confessioni. Semplicemente ...bravo!
RispondiEliminaParole sante. Altro che quelle di quel bietolone di Bergoglio. Che si è fatto chiamare Francesco pur non conoscendolo. La figura di S. Francesco nota è un falso. Altro che prediche agli uccelli: Francesco gli uccellini se li mangiava con gusto, pure costolette di maiale. Al contrario di S. Francesco da Paola vegano che visse fino a 91 anni con la sua dieta. Mentre il "poverello" schiattò già a 43 anni. Scusate l'irriverenza verso S. Francesco. Una volta ne subivo il fascino, non so quante vite di lui ho letto (Salvatorelli, Manselli, Paul Sabatier, Chiara Frugoni ecc.). Ma mi è passata, un povero pazzo che non ha più niente da dirci. O c'è qualcuno che "ama" la povertà e la miseria?
EliminaSì, davvero: è un post "poetico". Condivido i complimenti di Arturo.
RispondiElimina...per quanto anche il presente...
RispondiEliminaAh, da non dimenticare: non è che le civiltà non occidentali siano meglio, nè! Di carognate ne hanno fatte e ne stanno facendo a camionate un po' ovunque, e non necessariamente meno carognesche di quelle messe in campo dalla "civiltà occidentale". E' proprio la specie che, quando sviluppa "civiltà", prende una piega etologica che se a guardarla dall'esterno farebbe ridere, a guardarla dall'interno non ha niente di umoristico.
RispondiEliminaBellissima e illuminante la citazione foscoliana: è proprio vero, la nostra civiltà è ormai ingestibile per eccesso di tutto, comprese le conoscenze vere. Chi può più avere una "visione d'insieme", separare il grano dal loglio? Impossibile. Centinaia di milioni di fessi si parlano addosso tutto il giorno, a tutte le ore. Puri vaniloqui. Ma anche ciò che importante, valido, rischia di non essere percepito in questa marea di sproloqui. Chi può ormai dire cosa ci aspetta? Che progetti si possono ancora fare, che cosa si può ancora desiderare? L'unica certezza sono le atomiche puntate ovunque e pronte all'uso. Basta che qualcuno prema un bottone e torniamo tutti alla casella di partenza.
RispondiEliminaAl di là del tono un po' apocalittico-millenaristico (ad es. gli annunci di morte della Civiltà occidentale si susseguono quantomeno dal celebre saggio di Spengler di inizio Novecento), condivido senz'altro la sostanza dell'articolo: a cominciare dalla denuncia della diffusa e grave sottovalutazione dell'impatto della crescita demografica umana globale...
RispondiElimina@Claudio. Gli annunci di fine dell'occidente avvenivano in passato in un mondo di un miliardo di umani. Ci stiamo avviando ad un mondo di dieci miliardi : un altro mondo rispetto al passato, con una crisi ambientale e climatica senza precedenti. La crisi dell'occidente avviene in quadro di crisi planetaria. Se non è millenaristico questo cos'è millenaristico?
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