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mercoledì 1 luglio 2015

Sartori: la corsa verso il nulla



In una bella e chiara intervista sul "Fatto quotidiano" il politologo Giovanni Sartori parla a tutto campo dei problemi della società occidentale contemporanea e quelli, assai più rilevanti, dell'intero pianeta avviato ad una crisi irreversibile. Secondo il politologo sia la società umana che l'intero pianeta appaiono destinatati ad una "Corsa verso il nulla" come dice il titolo del suo ultimo libro edito da Mondadori. Al centro del problema riguardante il pianeta, Sartori come ripete ormai da anni -essendo rimasto uno dei pochi in Italia ad insistere sull'argomento- pone il tema della sovrappopolazione umana, la vera origine della crisi ambientale che sta minacciando la vita e la sopravvivenza della Terra. All'origine di questo dramma che sta volgendo in tragedia la storia del mondo, Sartori pone giustamente la rivoluzione tecnologica degli ultimi secoli che ha creato le premesse della rottura di quell'equilibrio tra uomo e natura che aveva retto il mondo nei secoli precedenti. Ma accanto alla tecnologia con le sue macchine che creano altre macchine, con la sua potenza che è ormai divincolata da ogni controllo, con la trasformazione irreversibile che sta producendo anche sull'essenza stessa dell'uomo fino a fargli perdere ogni contatto con la natura e massificarlo a numero e consumatore, accanto a tutto questo rimane l'assurda cecità umana di fronte al problema delle troppe nascite, della perdita definitiva del rapporto tra popolazione e risorse dei luoghi. Avviene così che l'acqua e il cibo non bastano più, non c'è lavoro e risorse ambientali per questo eccesso di popolazione che oramai è globale e riguarda tutto il pianeta. Le migrazioni epocali in atto   sono un epifenomeno di questo eccesso di natalità. Così come l'inquinamento della terra, dell'aria e delle acque, per lo sversamento dei rifiuti, dei tossici, dei fumi e delle sostanze chimiche necessarie a supportare sette miliardi di umani. Le acque ad esempio sono intossicate dai nitrati, all'origine di quella eutrofizzazione che sta soffocando migliaia di specie acquatiche. I nitrati nelle acque sono il prodotto dell'uso massiccio dei fertilizzanti di origine chimica usati ormai in quantità industriali da tutte le agricolture nel mondo. Infatti per soddisfare le esigenze di cibo per sette miliardi di persone non basta più la normale produzione di composti azotati fatta  dai batteri nitrificanti  presenti naturalmente nei terreni  agricoli (questa poteva essere sufficiente fino a che la popolazione mondiale era di uno o due miliardi). Oggi per produrre cibo per sette miliardi è necessario produrre nitrati chimicamente per via artificiale  -ad di fuori del ciclo naturale- e sversarli sui terreni agricoli come fertilizzanti chimici. Accanto al ciclo dell'azoto ci sono poi tutti i prodotti tossici come pesticidi e anticrittogamici (spesso derivati del fosforo e da altri potenti veleni cancerogeni) che servono ad assicurare che la produzione non sia compromessa da parassiti e altre malattie delle piante. Ormai i prodotti stessi dell'agricoltura massificata e industrializzata, hanno perso ogni rapporto con la natura, sono prodotti artificiali, gonfiati, chimicamente trattati, imbustati in plastica o inscatolati, venduti nei supermercati come merce massificata priva di sapore, colorata artificialmente, odorosa solo di chimica. Tutto questo  è collegato all'eccesso di popolazione e alle necessità di assicurare cibo  a miliardi di umani e guadagno alle multinazionali del cibo. A capofila di coloro che negano il problema e anzi parteggiano apertamente per aumentare ancora di più la natalità, Sartori mette espressamente il Papa (...un bel furbacchione) e la Chiesa cattolica in particolare, vera trincea di chi si oppone al controllo delle nascite. Ma il sovrappopolamento -dice Sartori- è la più drammatica crisi del nostro tempo. Dove li mettiamo? Cosa diavolo gli diamo da mangiare? Nell'intervista al Fatto, Sartori che non è un tipo di intellettuale che segue il politically correct imperante,  se la prende anche con Obama, un personaggio da quattro soldi dice il politologo, uno che se pur iscritto al mio corso alla Columbia University, non veniva mai a lezione. Uno che non ha capito il pericolo dell'Isis e ne ha consentito la formazione e il rafforzamento, limitandosi solo a proteggere i campi petroliferi e i propri interessi diretti e fregandosene di tutto il resto compreso le popolazioni indifese. C'è n'è poi anche per Renzi, uno che ti abbraccia e ti bacia, fa bei discorsetti per imbambolarti ma poi non combina niente se non cose di facciata e se la svigna dai problemi. Tutta la nostra civiltà occidentale, dice Sartori, è in forte declino perché non siamo più in grado di difendere i nostri valori. Non solo quelli tradizionali, ma soprattutto quelli collegati alla libertà e alla democrazia, fonte del nostro ruolo di occidentali nel mondo.  Non crediamo nella liberal democrazia e non ci sappiamo sobbarcare i sacrifici che comporta combattere per essa e difenderla. Anche a livello culturale, visto che siamo i primi a definire la libertà e la democrazia come valori relativi, sullo stesso piano di tutti gli altri compresi quelli dei tagliagole. Consentiamo così a tutti di fare quel che vogliono sulla nostra terra (si perché la terra e la appartenenza storica alla propria terra è un altro dei valori trascurati e abbandonati).  E' così che la civiltà del suk sta prendendo piede, mentre noi occidentali siamo immersi nei balocchi e non pensiamo ad altro che a spendere tempo e denaro in divertimenti e consumi inutili (anzi dannosi), incapaci ormai del minimo sacrificio, persino di sopportare il freddo o un po' di caldo, capaci di vivere solo nella bambagia e di giare la testa dall'altra parte in presenza di problemi sgradevoli.

7 commenti:

  1. "Corsa verso il nulla" è un eufemismo per "Corsa verso il collasso".

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  2. > Obama [...] che non ha capito il pericolo dell'Isis e ne ha consentito la formazione e il rafforzamento,
    > limitandosi solo a proteggere i campi petroliferi e i propri interessi diretti e fregandosene di tutto il resto compreso le popolazioni indifese.

    Mi meraviglio della meraviglia di Sartori.
    Da secoli gli imperi usano il Divide et Impera e perché mai lo Stato Canaglia dovrebbe essere un'eccezione?
    Vedere il documentario in questa pagina nei quali "essi" spiegano, in modo chiaro, come stiano preparando una guerra in Europa.

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  3. In tema di demografia ora i cattolici sono poco più di un'influenza, rispetto al vajolo dell'islam.

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  4. Sartori mi piace, mi è sempre piaciuto, sia per lo stile semplice e asciutto, sia perchè è dei nostri (uno dei pochi).
    Peccato che quando parla di questi argomenti non lo ascolta nessuno.

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    1. Peccato anche che quando appare in luoghi "massivamente visibili" si autocensuri e stia ben attento anche solo a non sfiorare questi argomenti. Del resto è uno sport molto diffuso che so essere praticato anche da altre persone solitamente additate come "consapevoli" e "illuminate". Mi sovvengono, giusto per citarne un paio senza far nomi, un noto studioso di meteorologia da qualche tempo molto "visibile" e un altro studioso, "visibile" solo sporadicamente ma che pare sia ben considerato in ambienti ove vengono prese le decisioni, avvezzo a dedicare molta attenzione al tema della disponibilità energetica -- entrambi "consapevoli" in gran segreto, entrambi muti nelle situazioni ufficialmente visibili, quelle che incidono sul prestigio e sulla carriera.

      Come affermò tal Manzoni, per bocca d'uno dei suoi personaggi meglio riusciti: "il coraggio uno non se lo può dare".

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  5. L'argomento è un tabù assoluto, forse il più grande. Chi parla pubblicamente del problema è oggetto della esecrazione generale. Si rischia di essere additati come razzisti, o come quelli che ce l'hanno con i bambini. A livello colto l'accusa è di anti-umanismo, cioè di essere contro il dominio umano del mondo e di tutta la natura. La proliferazione umana sul pianeta terra è un totem che è portato avanti da troppi interessi, dalle chiese agli stati, dai nazionalismi a tutte le forme di collettivismo, dal turbocapitalismo ai fautori del mercato, dai demagoghi ai neo-pauperisti decrescitari che predicano la decrescita di tutto tranne che della popolazione. Chi in passato ha posto con serietà il problema, come i radicali, spesso fanno marcia indietro. Mi è capitato di sentire recentemente la Bonino che, dopo aver ricordato l'esplosione demografica dell'ultimo secolo (da uno a sette miliardi di umani) ha detto che c'è poco o niente da fare visto che Cina e India hanno fallito nel controllare le nascite. Non ci rimane che sperare, dice la Bonino, nella educazione della donna nel terzo mondo e prepararci ai nove-dieci miliardi per il 2050. Troppo poco per chi faceva della contraccezione la propria bandiera fino a pochi anni fa. Oggi si allineano tutti a papa Bergoglio

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