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sabato 8 marzo 2014

La conversione di Ed




L’atteggiamento della politica europea riguardo l’immigrazione sta cambiando, anche a sinistra. Ed Miliband, capo del partito laburista inglese ha dichiarato che se alle prossime elezioni politiche il Labour vincerà, verranno posti forti limiti alla immigrazione, riducendo fortemente il numero complessivo degli arrivi e privilegiando le persone istruite e qualificate. In questo modo il partito rompe con il passato in cui la politica era di consentire l’arrivo di centinaia di migliaia di immigrati ogni anno. L’obiettivo –ha dichiarato Miliband- è di invertire le curve finora in crescita dell’immigrazione e di ridurre il forte impatto che il fenomeno ha sull’ambiente e sulla società inglese. L’opinione pubblica inglese è esasperata dal problema, e molto del sentimento antieuropeo deriva dall’impatto della immigrazione massiccia sulla società e sull’ambiente naturale inglese. Nella nuova legge che verrà proposta dai laburisti si porranno le basi per un maggior controllo delle frontiere, dei porti e degli areoporti, una più efficace  politica delle espulsioni e di controllo del territorio, con forti limiti alla cementificazione e alle costruzioni sia di alloggi che di infrastrutture. Molti dei disagi degli inglesi riguardano la sicurezza e il lavoro, e pertanto nella legge in preparazione dei laburisti è previsto una maggiore tutela contro le violenze e l’illegalità e, sul fronte del lavoro,  l'introduzione di una percentuale fissa di posti di lavoro che dovranno essere riservati all’apprendistato e alla manodopera di cittadini inglesi, riservando solo il resto alle persone immigrate. Ma la preoccupazione principale comincia ad essere  l’ambiente, messo a dura prova dalla immigrazione di milioni di persone su un territorio limitato come quello della Gran Bretagna. La cementificazione del territorio intorno alle grandi città sta facendo nascere una nuova sensibilità verso la protezione del suolo verde e del paesaggio. Tutte le campagne del sud dell’Inghilterra sono fortemente urbanizzate; crescono le infrastrutture, i centri commerciali, le strade, le ferrovie, i capannoni industriali, le bainlieu composte da squallidi edifici-dormitori spesso isolati su una campagna completamente degradata e antropizzata. In questa maniera il paesaggio della campagna inglese si sta rapidamente perdendo e gli ambienti naturali, una volta molto apprezzati e ritratti da numerosi artisti, si stanno irreversibilmente stravolgendo. Ma molto importanti sono anche gli aspetti sociali e culturali. La massiccia presenza islamica ha creato nelle città inglesi delle enclave dove vige in pratica la sharia, specie a causa della politica dei precedenti governi laburisti, basata su una visione demagogica della democrazia e eccessivamente  tollerante che permette alle singole comunità di organizzarsi autonomamente, persino con tribunali riservati alle persone che appartengono a queste realtà culturali e sociali separate. Negli anni scorsi sono scoppiate violente rivolte da parte di gruppi di immigrati che reclamano il diritto a seguire le proprie leggi e al contempo di godere dei benefici del welfare riservato ai cittadini inglesi. Recentemente anche il governo conservatore di Cameron, attualmente in carica, ha proposto all’Europa una restrizione della libertà di movimento e di accoglienza soprattutto verso persone provenienti dai paesi dell’est europeo. L’Europa ha però negato la possibilità di limitare gli spostamenti, rifacendosi al principio della libertà di movimento di merci e di persone per tutta l’area europea. In pratica le istituzioni europee hanno  abolito le appartenenze storiche (ius sanguinis) in favore del diritto di cittadinanza e di voto nel luogo in cui si svolge il lavoro e si risiede con la famiglia (ius soli). Sebbene, a livello legislativo, questi diritti siano riservati alle persone residenti sul suolo europeo, di fatto le politiche di apertura all’immigrazione globale ha aperto lo ius soli ai movimenti immigratori provenienti dai paesi extraeuropei. Purtroppo la demagogia dello ius soli, che vede nel territorio naturale un semplice contenitore destinato ad essere riempito da chi ci si stabilisce anche per semplice convenienza senza considerazione per la natura e il paesaggio, è ancora l'ideologia prevalente in gran parte d'Europa, ed in Italia il nuovo governo ha in progetto di applicarlo in questa legislatura. Questa visione dei burocrati europei apre scenari preoccupanti per il futuro, quando la mancanza di serie politiche di controllo demografico in Asia e in Africa porterà all’arrivo di enormi masse di immigrati che si sposteranno dalle loro aree di origine, prive di risorse adeguate, verso le aree ancora ricche e provviste di welfare (non si sa fino a quando) del territorio europeo.   Le posizioni di Miliband potrebbero indicare un cambiamento cruciale contro queste politiche eccessivamente aperturiste e demagogiche, basato in particolare sulla situazione di degrado ambientale che la sovrappopolazione da eccessiva immigrazione sta creando ormai in tutta Europa.

6 commenti:

  1. Andatelo a spiegare al vuoto bamboccione democristiano col Renzi intorno e le sue stronzate democraticamente demagogiche dello ius soli.

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  2. << Le posizioni di Miliband potrebbero indicare un cambiamento cruciale contro queste politiche eccessivamente aperturiste e demagogiche, basato in particolare sulla situazione di degrado ambientale che la sovrappopolazione da eccessiva immigrazione sta creando ormai in tutta Europa. >>

    Speriamolo, caro Agobit, speriamolo davvero.
    D'altra parte la realtà è questa e non è possibile continuare a negarla per sempre.
    Anche il recente referendum della Svizzera (cui dovrebbe seguirne un altro ancora più impegnativo dell'associazione Ecopop) sta andando in questa direzione.
    Certo i segnali sono ancora pochi, ma, se si pensa al silenzio totale di qualche tempo fa, rappresentano sicuramente una novità positiva.

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  3. @ quando la mancanza di serie politiche di controllo demografico in Asia e in Africa porterà all’arrivo di enormi masse di immigrati che si sposteranno dalle loro aree di origine, prive di risorse adeguate, verso le aree ancora ricche e provviste di welfare (non si sa fino a quando) del territorio europeo.


    quando lo capiranno? I politici,ma anche le persone comuni.
    Quando lo dico,taluni capiscono,altri mi guardano da razzista,xenofoba, al piu' senza cuore perche' "poverini,senno' dove vanno". "Si' allora ci vorrebbe un maremoto che li spazza via tutti..." e' l'ultima che mi sono sentita dire.
    Eh no!
    Basterebbe NONN far entrare piu' nessuno e lottare a livello internazionale per fargli fare meno figli (anziche' save the children e simili per aiutarli a nascere,
    Save the word and our future fermando le nascite).

    Renzi a quanto pare vuole aprire ancora di piu' l'Italia allo sfacelo di un'immigrazione incontrollata.....perche' sono poverini.


    Quando si apriranno gli occhi?

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    1. Non siamo più capaci di difenderci. E quando manca questa volontà - iscritta nei geni di ogni essere, umano e non umano - si è destinati all'estinzione. Ma perché abbiamo perso questa capacità elementare e innata di difendersi? Forse per mollezza come gli antichi Romani che stanchi di combattere preferivano la dolce vita (nella loro millenaria storia i Romani furono sempre in guerra, ogni anno, salvo nel 236 a. C.) oppure perché ci sentiamo in colpa e non abbiamo il coraggio di respingere chi ci entra in casa e reclama vitto e alloggio perché è povero (e ci sloggerà senza troppi riguardi).
      Siamo delle pappe molle, non abbiamo più gli attributi. Ed è anche in fondo giusto che le pappe molle lascino il posto ha chi ha ancora l'energia e la voglia di imporsi. Forse siamo proprio popoli decadenti che devono essere spazzati via.

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  4. << Quando si apriranno gli occhi? >>

    Quando non lo so, ma prima o poi sucecderà di sicuro.
    Speriamo solo che non si debba arrivare alla violenza sociale o addirittura ad una qualche forma di guerra civile !

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  5. Il declino dell' Occidente (già previsto negli anni trenta da Oswald Spengler) può benissimo essere riferito ad una selezione naturale darwiniana applicata alle civiltà. Modificare le condizioni ambientali può portare qualche vantaggio e qualche speranza alle democrazie liberali: un mondo meno densamente popolato può permettere delle ottime democrazie, come vediamo in certi paesi meno popolati del nord europa come Svezia, Norvegia, ecc. L'esplosione della popolazione umana, se continuerà, comporterà il declino definitivo dell'Occidente e della nostra concezione di democrazia. Il riemergere impetuoso di islamismo e di nazionalismi orientali esprime sinteticamente il corso cui si avvia il pianeta nelle attuali condizioni di boom demografico...

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