Translate

martedì 7 maggio 2013

IL DIBATTITO SULLA DECRESCITA





Cosa si deve intendere per decrescita? La decrescita deve riguardare tutta l'economia, il Pil, o settori specifici della produzione? Chi deve gestire il processo di riconversione dell'economia verso una decrescita che renda sostenibile la presenza dell'uomo sulla Terra? Nella decrescita deve essere compreso anche il dato demografico dei sette miliardi di umani, oppure, come sostiene Latouche, il problema della popolazione è indifferente? Il ritorno ad un ruolo preminente dell'agricoltura, il ruolo dello stato e il rischio di un nuovo statalismo, la compatibilità della decrescita con una democrazia liberale, questi sono tutti temi di un dibattito che deve ancora essere approfondito.
Come contributo alla discussione su questi temi presento l'interessante intervista di Maurizio Pallante, teorico italiano della decrescita, tratta dal sito asia.it.






3 commenti:

  1. Maurizio Pallante è un personaggio di grande spessore. Ha fondato un movimento di opinione chiamato DECRESCITA FELICE che, per me, costituisce un importante punto di riferimento. Lui ha sempre detto di non voler diventare un movimento politico, ma credo che oggi questa esigenza sia diventata irrinunciabile, magari inserendosi nell'orbita del Movimento 5 Stelle, unico soggetto politico che appare sensibile sull'argomento. Vedremo...

    RispondiElimina
  2. Molto spesso,almeno per i paesi industrializzati,la decrescita della popolazione equivale a decrescita economica.


    Per esempio;
    se un paese ha forza lavoro 10 e produzione 10
    se la sua forza lavoro diminuisce per fattori demografici,per mantenere la produzione a 10 (o maggiore,che poi è la richiesta del nostro attuale sistema economico: crescita) i lavoratori rimasti sono costretti ad aumentare la loro produttività questo per far si che la produzione non vada sotto il valore di 10.

    L'unica cosa che potrebbe alterare questa regola è la nascita di industrie altamente automatizzate che necessitano di pochissmo personale umano (e in futuro questo è probabile).


    Traete voi le vostre conclusioni...

    RispondiElimina
  3. Anche io credo che la decrescita della popolazione sia il fattore determinante per arrivare alla decrescita della produzione e dei consumi. L'ottenimento di una pura decrescita economica con il controllo statale della produzione e del livello dei consumi mi sembra ricadere nella illusione dirigista dello Stato razionale hegeliano. A meno di non credere ad una "educazione" degli individui ai comportamenti virtuosi della decrescita, ad opera anch'essa di uno stato etico, o di una elite illuminata. L'intervento sulla decrescita demografica è invece più concreto, già sperimentato in passato con alcuni risultati rilevanti già raggiunti, anche se parziali e limitati ad alcune aree. I rischi della decrescita economica riguardanti la tecnologia non possono essere sottovalutati, e il silenzio di Latouche sull'argomento è inquietante. Non si può ridurre tutto ad una questione terminologica: ad una distinzione semantica tra crescita e sviluppo. La tecnologia è un modo per ridurre i livelli di inquinamento (basti pensare alle nuove energie), e la tecnologia non si sviluppa in presenza di recessione economica.

    RispondiElimina