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mercoledì 20 febbraio 2013

Fusione Fredda: Nuove prove di efficienza dai reattori di Piantelli e Celani




  Mentre Rossi dichiara che i risultati dei test indipendenti sui suoi e-cat arriveranno ad aprile (alcuni test sono ancora in corso in Usa), Piantelli, in base a quanto affermano i collaboratori italiani e americani, ottiene l’autosostentamento del suo reattore LENR a 200 W per due  mesi consecutivi, mentre il reattore di Celani viene replicato con successo (produzione di calore in eccesso confermata) da almeno altri tre   gruppi indipendenti coordinati nel Celani  Replication Project. Questi risultati se confermati portano a vedere nel 2013 l'anno cruciale per la Fusione Fredda, quello in cui molti problemi verranno chiariti in un senso o nell'altro.
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Valerio Ciampoli, stretto collaboratore di Piantelli, alla conferenza Atom del maggio 2012, ha riferito alcune cose interessanti a proposito della ricerca di NichEnergy con Francesco Piantelli. Era prevista la partecipazione diretta di Piantelli, ma all’ultimo momento non ha potuto partecipare personalmente, ed il lavoro è stato illustrato da Ciampoli. Sono stati presentati risultati impressionanti con grafici che mostravano  produzione di calore in eccesso costante per 55 giorni consecutivi. E’ stata menzionata un’altra serie di esperimenti durati circa 10 mesi. E’ stata riportata una chiara evidenza di trasmutazioni di elementi. In testimonianze riferite da esperti in blog americani viene riferito da alcuni ricercatori che erano in contatto con Piantelli che negli esperimenti da lui condotti nel 2012 la cella del peso di 1 kg avrebbe raggiunto e mantenuto i 200 gradi in autosostentamento senza aggiunta di gas ed energia esterna per circa due mesi. Una rivisitazione dei video della conferenza di Atom del 4 maggio 2012 ha consentito di rilevare che questi risultati erano stati già anticipati in quella sede da Ciampoli (vedi il video della conferenza riportato sotto al titolo in particolare ai minuti 12-14). Ora, stando a quanto affermato da Ciampoli,  si sta lavorando per svolgere nuovi test migliorando la parcellizzazione del nichel in nano-polveri. Commenta il redattore americano di e-catworld.com che “…se non ho frainteso qualcosa, questo è un risultato incredibile: quanto affermato implica che Piantelli era in grado di ottenere una reazione in autosostentamento, senza immettere alcuna forma di energia, per alcuni mesi ad una temperatura piuttosto elevata e ciò è superiore a qualunque risultato riferito in passato  da Rossi”. Sarebbe interessante ottenere da Ciampoli maggiori dettagli su questo particolare esperimento (riferimenti tratti dal sito: www.e-catworld.com) . Dal sito di NichEnergy si apprende che dispositivi  di piccole dimensioni sarebbero già pronti per la vendita, che nessun catalizzatore è necessario e che tutto risiede nella preparazione in forma adeguata del nichel (micronizzazione in nanoparticelle). Piantelli ha una teoria che non richiede reazioni esotiche, ma la produzione di calore in eccesso può essere spiegato con la fisica e la matematica note. Si attende una pubblicazione a breve. Non ci sono istituzioni pubbliche italiane coinvolte nella ricerca attuale, ma sembra che stia contribuendo allo sviluppo del reattore di Piantelli un ente governativo degli Stati Uniti. Il reattore di Pianteli ha avuto recentemente il riconoscimento del Brevetto Europeo, altri due brevetti sono in corso di approvazione. Il prof. Piantelli, sta lavorando non manualmente ma come coordinatore e super visore ed è sempre presente. Partecipano al progetto la figlia e altre persone, e dal 2011 gli è stata affiancata una scienziata dell’università; agli studi  ha dato la propria adesione e partecipazione  l’università di Firenze che dovrebbe partecipare con dei fondi per la ricerca. Alcuni esponenti della Nasa hanno visitato i laboratori e hanno preso visione dei risultati e, hanno sottoposto il Prof. Piantelli a molte domande e chiarificazioni sul processo, alle quali ha saputo rispondere in modo molto convincente ed esaustivo dimostrando non solo la preparazione dello scienziato ma soprattutto la sua conoscenza del complessa reazione fisico matematica che sottende la reazione.  Esperimenti e   misurazioni sono stati condotti in America, con la motivazione che con strumenti più sofisticati e tecniche e strumenti di sicurezza all’avanguardia si possono ottimizzare e velocizzare i tempi di ricerca e giungere velocemente a dati definitivi. Gli Americani sarebbero interessati all’utilizzo della scoperta solo nel campo aereospaziale e militare lasciando l’esclusiva dei diritti di sfruttamento industriale civile e commerciale al prof. Piantelli e alla sua equipe.
  L’annuncio di commercilizzazione di prodotti è ancora prematuro , ma certamente ci sarà una presentazione pubblica di uno o più prodotti che avranno già superato tutti i test, di affidabilità ,sicurezza ,stabilità  e funzionamento.


(Video del gruppo di Ryan Hunt sulla sperimentazione dell'apparecchio di Celani modificato)

Per quanto riguarda l’apparecchio di Celani è in corso uno studio con vari gruppi di ricercatori che si sono uniti al ricercatore italiano sviluppando indipendentemente il progetto originario. Il coordinamento dei vari gruppi di ricerca si è formato a seguito  della 17th Conferenza Internazionale sulla FF (ICCF-17) tenutasi nell’agosto 2012. Ciascun gruppo ha portato variazioni al dispositivo di Celani e  il progetto originario    è stato modificato portando il filo reagente a numerosi strati fino ad un numero massimo di ben 700 strati. Si è scoperto, da parte degli sperimentatori, che maggiore è il numero di strati, più veloce il caricamento, maggiore è la R/R0 indicante l’assorbimento di idrogeno e maggiore è la potenza prodotta in eccesso. Ulteriore numero di strati non sembra migliorare il rendimento in quanto gli strati interni sono meno in grado di essere attivi. Inoltre i fili con più strati sono fragili e soggetti a delaminazione  che ostacola la loro capacità potenziale, e sono anche meno in grado di sopportare alte correnti. Il reattore ha ancora numerosi problemi da risolvere: ha una certa fragilità che lo rende inadatto al trasporto, raggiunge con difficoltà temperature elevate con bassa potenza in ingresso, ha problemi con l’uso di gas (perdite da convezione, difficile calibrazione, effetti di gas atomici o molecolari ecc.). Il progetto originale di Celani era un buon punto di partenza ma sono necessari miglioramenti e altri risultati cumulativi. Riferisce uno dei ricercatori, Ryan Hunt del gruppo americano MFMP (Martin Fleischmann Memorial Project) del Celani Replication Project: “Abbiamo in particolare migliorato l’isolamento della cella di reazione ricorrendo all’acciaio e migliorando il circuito del gas idrogeno. In questo modo abbiamo potuto raggiungere temperature molto più elevate con bassa potenza di ingresso. Attualmente stiamo ottenendo buoni e inaspettati risultati con un reattore di un metro di filo multistrato perfettamente isolato” (Vedi video in alto).  Il reattore di Celani studiato inizialmente da ST Microelectronics era di 20 cm con solo 2 strati. Tutti gli esperimenti, di Mathieu (Francia), Nicolas (Svizzera, Germania), Ryan Hunt (Usa) del Celani Replication Project mostrano produzione di energia in eccesso. Quello di Ryan Hunt con 3-5 W in ingresso produce più di 106 W in uscita. Un errore collettivo sembra poco credibile, a questo punto. Aggiunge Ryan Hunt: “Abbiamo lavorato negli Stati Uniti e in Europa con la cella in acciaio e   stiamo costruendo due nuove celle avanzate che hanno un doppio strato, uno interno in quarzo, uno esterno in acciaio. Un problema era quello costituito dal calorimetro migliore per rilevare il calore in eccesso, stabilendo in maniera consensuale di utilizzare un calorimetro del tipo di flusso di massa. Stiamo così costruendo apparecchi che potranno essere immersi in un calorimetro fluido a base di flusso di massa. Il tubo interno di quarzo può contenere idrogeno sotto pressione e tra l’esterno del quarzo e l’interno della cella in acciaio può essere applicato il vuoto. La circolazione di fluido in questo spazio permetterà una bassa dispersione del calore e una misurazione accurata della produzione di calore in eccesso”. In Europa  il gruppo francese di Mathieu sembra il più in grado attualmente, anche per i finanziamenti, di portare avanti lo studio con successo. 

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