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lunedì 4 aprile 2011

I perché del fallimento di alcune politiche di denatalità

Le ultime proiezioni delle Nazioni Unite indicano che se la popolazione indiana continuerà a crescere al ritmo attuale raggiungerà i 2 miliardi di abitanti nel 2101.


Nel 1979, il tasso di fertilità in Cina era ufficialmente di 2,8 figli per donna, mentre in Kerala si arrivava a 3. Nel 2007, dopo 28 anni di politica coercitiva del Figlio Unico, il tasso cinese era sceso a 1,7, pari a quello registrato contemporaneamente in Kerala che, tuttavia, non ha trattato allo scopo i suoi abitanti come topi da laboratorio nè li ha vessati. Il successo dello Stato indiano meridionale è dovuto infatti semplicemente alla politica chiamata delle 3 E, Education, Employment, Equality, ovverosia Scolarizzazione, Impiego e Pari opportunità. In concreto, la politica keralita delle 3 E ha prodotto un alto grado di alfabetizzazione, guadagni regolari per le famiglie, donne molto più indipendenti e fiduciose nel loro futuro e di conseguenza un calo nella crescita demografica. Ma il resto dell'India, particolarmente il Nord, non ha imparato nulla dal Kerala, in linea con le inefficaci iniziative governative, secondo gli esperti. Il tasso di fertilità generale indiano è ancora di 2,78 figli per donna.

Jawaharlal Nehru vedeva l'abbondanza di popolazione addirittura come un punto a favore, per un Paese povero e non intraprese quindi nessuna misura per contrastarne la crescita. Poi vennero i giorni bui dell' Emergenza, durante la quale decine di migliaia di indiani poveri, spesso del tutto ignari, vennero attirati con piccole offerte di denaro o con taniche di olio vegetale in omaggio nei famigerati Campi di pianificazione familiare, dove venivano sterilizzati. Nel 1977 Indira Gandhi fu sconfitta e la Pianificazione Familiare venne ribattezzata Welfare familiare, il cui noto slogan Hum do, Hamare do - noi siamo due e i nostri (figli) sono due - apparve su ogni superficie disponibile in tutto il Paese, per esortare gli Indiani ad avere famiglie meno numerose.

Eppure le proiezioni delle Nazioni Unite parlano chiaro e, di conseguenza, è evidente che le politiche indiane per il controllo delle nascite sono state fino ad ora un fallimento. Cos'è andato storto?

Alcuni esperti puntano il dito proprio contro l'enfasi impiegata nel propagandare l'idea della sterilizzazione, a cominciare dagli Anni 60. " Si utilizzarono termini come Esplosione Demografica, coniati in Occidente, dove si guardava alla crescente popolazione di Cina e India come ad una minaccia politica certa, durante l'epoca della Guerra Fredda" commenta A R Nanda, direttore della Population Foundation of India, una ONG che si occupa di studi demografici. " La crescita demografica non può essere efficacemente controllata con metodi coercitivi, ma solo con la crescita economica, la scolarizzazione per tutti e lavoro per le donne".

E' un uomo informato: fu segretario nel ministero per la Sanità nel 2000, quando il governo produsse il primo Piano per la Popolazione a livello nazionale, noto come NPP che tuttavia per ora ha mancato i suoi obiettivi, riguardo alla questione natalità. Secondo Nanda, in precedenza il problema principale era stato la mancanza di un approccio olistico al problema. Il NPP incluse invece la pianificazione familiare in un più ampio programma sanitario, motivo per cui gli slogan volti al controllo delle nascite sono divenuti molto meno visibili negli ultimi 9 anni, in India, lasciando il passo ad esortazioni rivolte alla salute in un quadro più generale, che sta ottenendo un maggior successo relativo.


Venkatesh Srinivasan, rappresentante dello UN Population Fund in India, illustra un progetto portato avanti in Rajasthan, volto a far sì che le coppie distanzino maggiormente la nascita del secondo figlio da quella del primo. " Ci siamo concentrati principalmente sulla salute di madre e figlio e ora l'assunzione di anticoncezionali orali in Rajasthan è la più alta del Paese" spiega e specifica " Non sono le politiche governative ad essere genericamente fallimentari; quello a cui non si presta attenzione, ciò che è carente, è prima di tutto il tipo di comunicazione che si offre in proposito e, in secondo luogo, quand'anche la comunicazione corretta fosse stata offerta e recepita, poi non si verifica una conseguente e regolare somministrazione di anticoncezionali ad un adeguato numero di persone."

Davanti alla prospettiva di due miliardi di Indiani all'inizio del prossimo secolo, il governo attuale e quelli futuri faranno bene a prendere nota.


Liberamente tratto e tradotto da The Times of India

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